Cari amici,
domani nella mia Parrocchia, la chiesa dedicata alla Beata Vergine Maria Immacolata in Viale San Martino, sarà festa grande: verrà celebrato il quarantesimo anniversario della sua fondazione, avvenuta l’8 Dicembre del 1972. Fu Sua Ecc. Rev.ma Mons. Sebastiano Fraghì, Arcivescovo di Oristano all’epoca, a volerla istituire affidandola al cappuccino Padre Felice Pinna.
Era allora, questa, la settima parrocchia della città di Oristano che in quegli anni sviluppava una buona crescita; essa nacque sottraendo una parte del territorio urbano alla parrocchia della Cattedrale ed a quella del Sacro Cuore. L’arcivescovo Fraghì, come si legge nella sua Bolla Arcivescovile, “data a Oristano, dalla nostra Curia Arcivescovile, il giorno otto dicembre millenovecento settantadue..” cosi motivava la nuova parrocchia: “…Noi Sebastiano Fraghì, Per grazia di Dio e della Sede Apostolica Arcivescovo di Oristano, per poter provvedere più facilmente e più efficacemente alla salvezza eterna delle anime…abbiamo deciso di smembrare le due parrocchie della Cattedrale e del S. Cuore ed erigere una parrocchia nuova…: la chiesa sotto il titolo della B. Maria V. Immacolata, sita in viale S. Martino, officiata dai PP: Cappuccini… la erigiamo in parrocchia…”.
Chiesa importante quella dei frati cappuccini, da sempre dedicata alla Madonna, di antiche origini, che prima di essere eretta in parrocchia aveva già una sua grande e bella storia alle spalle. Eccola.
La chiesa dei cappuccini fu edificata fuori dalle antiche mura, non distante dal Palazzo giudicale e dalla “Piazza de sa Majoria”, l’attuale Piazza Manno. Fu eretta agli inizi del XVII secolo (nel Martini leggiamo che la chiesa ed il Convento furono eretti nel 1608, secondo il Vico e le carte provinciali; secondo il Bollario, invece, nel 1609), grazie alla munificenza del nobile oristanese Domenico Paderi. Famiglia importante quella dei Paderi, la cui austera abitazione (palazzo Paderi) è ancora oggi visibile, affacciata in piazza Eleonora e costruita tutta in conci di arenaria. Famiglia nobile ed anche devota quella di Domenico Paderi: un suo omonimo e parente successivamente migliorò ed ampliò i locali del complesso monastico. La struttura conventuale fu dunque costruita al di fuori del circuito delle antiche mura medioevali, all’altezza della torre di “Porta a mari”, sulla strada che uscendo dalla città si avviava verso il mare; l’ampia area di edificazione, come hanno dimostrato successivamente le analisi archeologiche, non era stata interessata da costruzioni precedenti riferibili ad edifici di culto preesistenti. I fabbricati edificati erano inizialmente costituiti, oltre che dalla chiesa, da un ampio convento e da un grande orto. L’edificio ecclesiastico fu eretto, come possiamo ancora oggi vedere, su un piccolo terrapieno, in posizione rialzata rispetto al piano stradale. La chiesa originariamente era composta dalla navata centrale, dalla sacrestia, dal coro e da un minuscolo coretto. Essa fu inizialmente dedicata alla Vergine della Speranza, ma già dal 1686 la chiesa e il convento furono definiti "della Purissima Conception". Nel tempo la chiesa originaria fu ingrandita: le tre cappelle laterali furono aggiunte in tempi diversi. Nel 1688 venne edificata quella dedicata a San Felice da Cantalice, successivamente, nella prima metà del 1700 quella attualmente chiamata di San Francesco, e, per ultima, la cappella di Sant'Anna. Dopo la soppressione delle proprietà ecclesiastiche del 1866 e l’incameramento dei beni al patrimonio dello Stato, la proprietà di questi immobili fu riscattata, all'asta pubblica del 2 luglio 1874, dal P. Luigi Maria da Ghilarza.
La chiesa esternamente presenta semplicità di forme, con la facciata che culmina con un terminale a doppio spiovente con un unico elemento decorativo, un oculo di forma ottagonale sopra il portale d’accesso. Internamente l'edificio mostra un impianto a navata unica, con volta a botte completamente decorata e sul lato destro dell’aula le tre cappelle, nell’ultima delle quali è possibile ammirare un prestigioso altare ligneo; l’area presbiteriale è di forma quadrata con copertura a crociera. Retaggio degli arredi sacri la chiesa, oltre un prezioso altare in legno, conserva un prezioso calice d’argento del 1609 e, collocato sulla parete disinistra, un maestoso quadro, copia di un famoso originale eseguito nel 1626 dal laico cappuccino spagnolo fra' Vitale da Algesiras. La riproduzione di detto quadro fu fatta nel 1653 dall'oristanese don Gaspare Pira, uno dei vincitori nella battaglia del Tirso del 26 febbraio 1637. Il grande dipinto eseguito dal Pira rappresenta l’albero genealogico dell’intera famiglia francescana e raffigura San Francesco, ai piedi di una maestosa quercia, circondato dai suoi primi compagni inginocchiati. Il chiostro del convento, luogo di meditazione e di preghiera, ha una forma quadrangolare e negli anni è stato ripetutamente ristrutturato. Al centro esiste ancora la cisterna che anticamente raccoglieva le acque piovane utilizzate per irrigazione dell’ampio orto. Questo, dove albergano ancora numerosi alberi da frutta, occupava in precedenza anche l’area dell’attuale campo sportivo; i frati un tempo lo coltivavano per ricavarne tutto ciò che occorreva al loro sostentamento. Negli spazi verdi circostanti la chiesa ed il convento nel 2005 furono posizionate, in apposite nicchie di mattoni, le stazioni della Via Crucis donate da un benefattore di Cagliari. Interessante e dotata di antichi e rari libri la biblioteca del convento.
Domani 8 Dicembre 2012, festa dell’Immacolata, si festeggerà dunque il quarantennale della erezione della antica chiesa in Parrocchia. I preparativi fervono e sono in dirittura d’arrivo. Padre Franco ha fatto le cose in grande. Da ieri sul sagrato della Chiesa troneggia una bella statua della Madonna, dono dell’affezionato e devoto scultore ed intagliatore Alfio Sulis. Quarant’anni, quelli trascorsi, che non sono passati invano! Anni nei quali questa chiesa, elevata in parrocchia, ha dimostrato tutta la sua validità e vitalità, a concreta dimostrazione della lungimiranza dell’arcivescovo Fraghì che la istituì. Parrocchia che per maturità e senso di responsabilità, ha sempre dimostrato di avere quella necessaria capacità di essere Chiesa che accoglie, santifica, redime e perdona; di avere la giusta sensibilità verso chi soffre, piange e implora dal Signore aiuto e conforto; di avere la “capacità di accoglienza” verso chiunque sia animato dalla volontà di lavorare nella vigna del Signore. Le parole di elogio verso quegli uomini di Chiesa che l’anno retta in questi anni vogliono essere non solo un riconoscimento ma un ringraziamento per aver saputo gestire quel “popolo di Dio”, quale è la parrocchia, come sa fare il “Buon Pastore” con il suo gregge. Riconoscimento, quello odierno, destinato non solo ai parroci di questi quarant’anni, ma alla Comunità intera che ha visto e vede sacerdoti, laici, uomini, donne, giovani, adulti e persino bambini coinvolti “tutti insieme” nell’opera di carità e di evangelizzazione.
Credo doveroso ricordare in questa mia riflessione il parroci di questi splendidi 40 anni. La bella avventura di questa Parrocchia dedicata alla Beata V. Maria, iniziata con P. Felice Pinna l’8 Dicembre del 1972 continuò, dopo la morte improvvisa di P. Felice, avvenuta l’11 luglio 1975, con il Suo Vicario, P. Giuseppe Carrucciu, nominato al Suo posto. Nel 1977 venne nominato parroco P. Silvio Atzeni: svolgerà il suo lavoro apostolico ininterrottamente fino al 1992 quando il Capitolo lo eleggerà Ministro Provinciale. Gli successe nella responsabilità del ministero P. Giorgio Piras fino al 2001. Da quella data P. Giorgio venne nuovamente avvicendato da P. Silvio, chiamato nuovamente a ricoprire l’incarico di responsabile della parrocchia. Fino al 1° febbraio del 2004, quando chiamato da sorella morte che bussa alla sua porta, P. Silvio abbandona la vita terrena ed il suo incarico, lasciando nei suoi fedeli un vuoto incolmabile. L’11 settembre del 2004 viene nominato Parroco P. Salvatore Murgia. Anche il suo mandato durò poco: terminò nel 2007 perché pure Lui fu eletto Ministro Provinciale. Il resto è ancora attualità: a P. Salvatore succede P. Franco Murgia, attuale parroco. Il reale e concreto successo di questi 40 anni dimostra che è stata la “capacità di comunione col popolo di Dio” il segreto utilizzato dai nostri Parroci, che hanno saputo ben operare sotto la protezione di Maria Immacolata.
Domani ci riuniremo tutti sotto la grande e celeste ala protettrice di Maria; la sentiremo vicina, al nostro fianco, non ci stancheremo di guardarla e contemplarla. Salendo gli scalini prima di entrare in Chiesa vedremo già il suo nuovo simulacro sorriderci ed accoglierci, invitarci a visitare la sua casa, la casa di Dio. Lei sarà davvero capace di confortarci, di lenire le delusioni del nostro tempo, di donarci quella cercata serenità. Maria, solo Lei saprà davvero farci ritrovare la gioia e la serenità. La nuova statua collocata nella piazza della Chiesa, sarà il segno ancora più visibile della Sua presenza e del Suo immenso amore per tutti noi.
Ecco gli orari della grande festa di domani:
8 dicembre
festa dell’immacolata
S. Messe secondo l’orario festivo
Ore 9,30:
- Raduno presso la chiesa di San Martino
- Processione verso la parrocchia
- Omaggio floreale dei bambini
- Affidamento delle famiglie alla Vergine
Immacolata
- Incoronazione dell’Immacolata.
Ore 10,00 - - Solenne concelebrazione eucaristica presieduta da S.E. Mons. Ignazio Sanna, Arcivescovo di Oristano
-Benedizione della Statua Monumento della Madonna Incoronata
Ore 17,00 - Rosario meditato
Ore 17,30 - Vespri solenni
Ore 18,00 – S. Messa Solenne
Ore 19,00 (al termine della Messa) - concerto polifonico in onore di Maria Immacolata
Mario
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