mercoledì, dicembre 12, 2012

I PRIMI 50 ANNI DELLA COOPERATIVA ALLEVATRICI SARDE. UNA CHIARA DIMOSTRAZIONE DELLA CAPACITA’ IMPRENDITORIALE DELLE DONNE, IN PARTICOLARE DI QUELLE SARDE. FORTI, CAPACI E “BARROSAS”, DETERMINATE NEL COMPETERE A PIENO TITOLO CON GLI UOMINI.

Oristano, 12 Dicembre 2012,
Cari amici,
ho partecipato con gioia e curiosità insieme, al Teatro Garau, alla celebrazione dei primi 50 anni della C.A.S.
La presenza di tante persone conosciute, dei tanti amici, mi ha riportato col pensiero indietro nel tempo. Si è riaperto il file dei ricordi, quelli giovanili, e mi sono rivisto nella casa dei miei genitori, ancora giovane studente, ad osservare il sorriso di mia madre che con grande gioia acquistava una nidiata di pulcini vocianti dall’auto che reclamizzava ed offriva un “servizio” nuovo e straordinario per allora: la vendita di pulcini appena svezzati da mettere subito in cortile per essere allevati. Erano gli anni sessanta, quelli della difficile ricostruzione dalle macerie della seconda guerra mondiale, e la vita riprendeva a scorrere. Questo “servizio nuovo”, offerto dalla neonata Cooperativa Allevatrici Sarde, nata nell’estate del 1962, consentiva un congruo risparmio di tempo alle casalinghe che negli ampi cortili che circondavano le case provvedevano sia alla coltivazione degli ortaggi necessari al fabbisogno familiare che all’allevamento degli animali da cortile. L’acquisto dei pulcini, anziché provvedere direttamente alla riproduzione “fatta in casa”, con uova da covare, gallo e cosi via, consentiva di poter disporre, senza perdite di tempo ed in qualsiasi periodo dell’anno, dei pulcini già pronti da allevare e portare in breve tempo a maturazione.

Chi pensava che l’iniziativa portata avanti da un primo pugno di donne fosse un fatto estemporaneo, si sarebbe, forse a malincuore, dovuto ricredere. L’iniziativa avrebbe ben presto preso piede e si sarebbe affermata, non come altre portate avanti in precedenza magari dagli uomini: le donne sarde hanno capacità incredibilmente valide e forte determinazione, riuscendo a ben “lavorare insieme”. La Cooperativa che portò avanti questa iniziativa nacque ufficialmente l'8 agosto del 1962 dall'intraprendenza e lungimiranza di un gruppo di donne rurali dell'Oristanese che misero insieme le loro forze per razionalizzare l'allevamento di piccoli animali da cortile destinato all'autoconsumo. Era una iniziativa tutta artigianale, con l’utilizzo di piccole incubatrici e tanto lavoro manuale, fatto però con incredibile passione. In questo mezzo secolo la C.A.S. si è evoluta, trasformata, senza però mai dimenticare quello spirito solidaristico ed ingegnoso che l’accompagnava fin dalle origini. Evoluzione, lo sappiamo bene, significa migliorarsi senza rinnegare le radici ed in questo caso ha significato capire ed anticipare “ in continuazione” i bisogni della gente, trovando di volta in volta le giuste soluzioni. La donna, questo lo dico con convinzione,  ha spesso un “fiuto” ed una visione dei bisogni, anticipati rispetto all’uomo anche se quest’ultimo difficilmente è capace di ammetterlo. Dall’allevamento dei pulcini all’ingresso prima nel settore alimentare e poi in quello della grande distribuzione e dell’agriturismo, per questo agguerrito gruppo di donne, il passo non è stato brevissimo ma lento e determinato. Oggi, cinquant’anni dopo la fondazione, i risultati sono evidenti ed alla luce del sole: una crescita esponenziale che ha portata la società a sviluppare numeri, competenze ed attività, diventando un esempio da copiare e da imitare. I numeri sono tutti di primo piano. Oggi questa Cooperativa, tutta al femminile, è in Europa un numero uno.
La C.A.S., questa cooperativa di consumo, ora conta ventidue punti vendita, un fatturato annuo di circa undici milioni di euro ed oltre 10.800 socie, figlie e nipoti di quel gruppo originario di casalinghe che sono state capaci di trasformarsi in brave amministratrici e imprenditrici. Una bella “storia di donne” (sono ancora attive circa 15 socie fondatrici) che con ostinazione e caparbietà hanno saputo costruire un'impresa dove, forse, gli uomini non avrebbero avuto tanto successo. Quella brillante idea che cinquant'anni fa poteva essere definita “rivoluzionaria”, ha avuto un effetto moltiplicatore incredibile come i numeri prima citati hanno dimostrato. Nel 1962 pensare, infatti, che un gruppo di casalinghe dell'Oristanese potessero unirsi per fare impresa era al fuori dall'immaginazione. Eppure, grazie alla volontà e al coraggio di quelle donne, la bella realtà di oggi è sotto gli occhi di tutti. Anche la crescita importante che l’agriturismo ha avuto in Sardegna deve molto alla loro intraprendenza: furono Loro a mettere in atto, quella calda ospitalità tutta sarda, sotto quelle domestiche ed amichevoli forme di ricettività oggi sempre più diffuse in tutta la Sardegna. Come sostiene l’attuale Presidente Maria Brai. «La nascita e il consolidamento della società sono dovuti all'iniziativa e al lavoro delle operatrici rurali e sociali impegnate nel “Progetto Sardegna”, programmato dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico; le operatrici continuano il loro lavoro nell'ambito degli enti di sviluppo agricolo dell'isola. Punto di partenza di queste attività è rappresentato dall'opera di valorizzazione delle industrie domestiche femminili tradizionali già avviate al Progetto Sardegna che si indirizzano prevalentemente alla tessitura, alla cestineria e all'allevamento domestico di animali di bassa corte».
L'allevamento dei pulcini, che rappresentò lo scopo iniziale dell'associazione, oggi non è più un elemento dell'attività della C.A.S., è scomparso con l'arrivo dell'aviaria. L'EVOLUZIONE «Grazie alla filosofia diffusa attraverso il Piano di rinascita e agli strumenti messi a disposizione dal Progetto Sardegna» spiega Antonella Casula, archivista e autrice di un'opera sulla Cooperativa, «le socie fondatrici prendono parte a corsi di formazione professionale organizzati nei comuni di residenza dove apprendono le nozioni ma soprattutto imparano a prendere coscienza della loro dimensione di donne economicamente attive in una società in rapida trasformazione. L'evoluzione in cooperativa di consumo avviene come risultato delle mutate condizioni economiche generali della società e dell'azienda attribuibili in particolare alla crescente concorrenza ad opera degli allevamenti industriali».
La scommessa “vincente” di queste donne “BARROSAS”, come orgogliosamente si sono volute definire, non è stata sempre una passeggiata. In cinquant'anni non tutto è filato liscio: un grosso incendio doloso nel 1992 mise a dura prova la volontà e la determinazione di queste donne che non si piegarono. «Quel rogo causò grossi danni, tutte le nostre scorte di prodotti vennero ridotte in cenere» racconta Maria Brai. «Eppure non riuscì a fermarci: tanto che nel giro di due settimane riuscimmo a riavere le merci in deposito pronte per partire nei vari punti vendita. Tutto questo grazie a una mobilitazione corale delle socie ancor più determinate a riprendere l'attività». Una reazione straordinaria che suscitò anche la solidarietà delle banche che offrirono la copertura, poi non necessaria. Questi tempi li ricordo anche per esperienza “personale”, avendo svolto all’epoca la mia mansione di manager bancario, mentre la Presidente Maria Brai, allora, era il direttore della Cooperativa.
  
Ora è tempo di festeggiamenti. Per brindare ai primi cinquant'anni di vita, la C.A.S., con il patrocinio di Provincia e Comune di Oristano, Fondazione Banco di Sardegna, GAL Terre Shardana, FidiCoop Sardegna, LegaCoop e Camera di Commercio di Oristano, ha organizzato, lunedì scorso 10 dicembre ad Oristano, un convegno al Teatro Garau e una mostra concepita e allestita ad hoc all'Hospitalis Sancti Antoni” che, attraverso video e fotografie racconta la storia tutta al femminile della cooperativa Una storia di donne ostinate e caparbie, come suggerisce il titolo dell'iniziativa: "Mancai barrosas".



La partecipazione a questa bella manifestazione ha rivitalizzato i miei ricordi. Un giornale questi giorni, riportando l’avvenimento ha cosi scritto: si usa “Non chiedere mai l’età alle donne”, ma alle 10.800 socie della Cooperativa allevatrici sarde che festeggiano i primi cinquant’anni del sodalizio, non è indelicato chiedere l’età. Perché mezzo secolo trascorso a crescere, mettendo assieme conoscenza, idee, passione e soprattutto, obiettivi, diventa un traguardo, ancor più se si pensa che il cinquantenario cade negli anni della grande crisi economica.
Salutando Maria Brai, una vita intera trascorsa all’interno di questa splendida realtà, mi è scappato da dire che Lei impersona in modo straordinario la caparbietà delle donne sarde: Barrosa, ieri, oggi e certamente anche domani!  Auguri, Maria, di vero cuore, a Te e tutte le undimila socie”! A chent’annos!
Mario


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