Oristano 17 Gennaio 2012
Cari amici,
Rossella Urru, rapita il 23 Ottobre dello scorso anno in Algeria, nonostante tutti gli sforzi, è ancora nelle mani dei suoi rapitori. E’ un rapimento inspiegabile, crudele, che non trova giustificazioni di alcun tipo.
Rossella è un grande e fulgido esempio di vera “Donna Sarda”. Giovane, di Samugheo, appena ventisettenne, lavorava da oltre un anno nei campi profughi, dei rifugiati del "Saharawi". Si era laureata a Ravenna alla facoltà di Conservazione dei Beni Culturali (indirizzo Cooperazione Internazionale) proprio con una tesi sul Saharawi, una poverissima zona del sud dell’Algeria. La scelta della laurea in Cooperazione Internazionale non era stata casuale: il suo scopo era proprio quello di lavorare in queste zone povere e disagiate per portare il suo disinteressato contributo. Dopo la laurea era entrata a far parte della ONG CISP(Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli) con l’incarico di coordinatrice nei campi dei Rifugiati Saharawi. Il CISP operava già in questi campi dal 1985, in coordinamento con organizzazioni internazionali - tra le quali la Comunità Europea, il Programma Alimentare, l’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite -, la cooperazione italiana, enti locali italiani, in particolare la Regione Emilia Romagna ed i Comuni in essa presenti.
Rossella prestava la sua collaborazione già da qualche anno e il suo lavoro riguardava soprattutto la realizzazione di un progetto, avviato dal Comune di Ravenna, per la salute e la tutela delle donne ospitate nei campi profughi. Lei, vera donna sarda, lavorava con grande entusiasmo, perché comprendeva bene il dolore ed il sacrificio che una donna affronta in un posto dove manca tutto, anche l’indispensabile.
L’incredibile rapimento di Rossella Urru e di altri due cooperanti spagnoli è avvenuto il 23 ottobre dello scorso anno nel campo di Rabouni, nel sud dell’Algeria vicino a Tinduf, nel cuore del deserto della Mauritania, zona controllata dal Fronte Polisario. Al Quaeda, immediatamente sospettata del rapimento, ha da subito smentito la partecipazione al sequestro, anche se i dubbi permangono. Immediata la mobilitazione non solo del Governo italiano ma di tutta la Comunità Europea. Questa forte e grande mobilitazione per Rossella unita alla forte pressione mediatica internazionale ha già ottenuto di sollecitare le autorità africane a seguire con maggiore attenzione la vicenda di questa intrepida ragazza di Samugheo e dei due cooperanti spagnoli rapiti con Lei.
Subito dopo il rapimento sono stati effettuati, da parte delle autorità locali, alcuni arresti (una quindicina) e, successivamente, prima il sospetto e poi la scoperta che una cellula jihadista si era infiltrata tra i miliziani del Fronte Polisario; infine la conferma che la banda che stava tenendo in ostaggio i tre cooperanti aveva trovato rifugi sicuri nel deserto del Mali, al confine con la Mauritania. Successivamente l'invio di un filmato in cui si intravvedono Rossella e i due spagnoli insieme ai predoni armati, ha dato conferma che gli ostaggi sono vivi. Sicuramente i tre cooperanti sono ostaggi di lotte tra fondamentalisti: la tesi più accreditata è che la Mauritania voglia combattere con decisione lo strapotere degli estremisti islamici che stanno imperversando nel deserto, soprattutto dopo la fine delle sommosse nell'Africa settentrionale e, in particolare, dopo la guerra civile in Libia. Sarebbe stato proprio grazie alle armi di recente produzione e ai fuoristrada portati via dalla Libia dopo la morte di Gheddafi che molti ex mercenari che hanno combattuto in Libia hanno accolto immediatamente la proposta dei terroristi di Al Qaeda. Il terrorismo applicato ai sequestri di occidentali significa anche denaro, un fiume di denaro che alimenta l'asfittica economia di quell'area poverissima dell'Africa. Dal Mali, di recente, sono trapelate indiscrezioni sul rapimento di Rossella Urru e dei due spagnoli. «I tre sono finiti nelle mani dei rapitori grazie alla complicità di una cellula jihadista saharawi», hanno rivelato funzionari del governo maliano, citati dal giornale arabo «al Hayat». A Bamako sono convinti che ci siano questi traditori-infiltrati dietro i recenti sequestri e per questo hanno sferrato un'offensiva mediatica contro il Fronte Polisario, l'esercito del popolo Saharawi che da oltre 30 anni combatte per l'indipendenza del Sahara Occidentale.
In questa bolgia infernale africana, dove Rossella è andata a prestare la sua opera solo per fare del bene, purtroppo è difficile districarsi. Il suo sequestro diventa sempre più complicato e, da lontano, il nostro Governo non ha che armi spuntate per trovare soluzioni. L’accavallarsi delle notizie di agenzia crea una situazione confusionaria ed è difficile percepire quale sia la fonte più attendibile.
Le ultime notizie-novità sul rapimento riportano che il ministro degli Esteri del Burkina Faso, Djibril Bassolet, avrebbe dichiarato che il suo Paese si è messo in contatto con il gruppo armato responsabile del sequestro di Rossella Urru e dei due cooperanti spagnoli. “Come si sa, questi tipi di negoziati sono molto delicati, perciò non darò altri dettagli”, avrebbe detto Bassolet. Le affermazioni potrebbero essere veritiere in quanto c’è da sottolineare che il governo del Burkina Faso, in precedenza, aveva collaborato per la liberazione di tre cooperanti spagnoli sequestrati nel Maghreb nel novembre del 2009: uno fu rilasciato nel marzo del 2010, gli altri due nell’agosto successivo.
La Sardegna attende con ansia la liberazione di una sua grande figlia: Rossella. Non si contano le iniziative, gli appelli, le manifestazioni di affetto e solidarietà! Nessuno è rimasto estraneo a questa grande prova che il Buon Dio ha chiesto a Rossella che, ne siamo convinti, è viva e presto tornerà libera! Siamo anche certi che con il suo immenso coraggio e la sua forza non odierà i suoi rapitori ma li perdonerà, come ha fatto nostro Signore sulla Croce, per il bene di tutta l’Umanità.
GRAZIE ROSSELLA DELLA TUA BONTA’ E DEL TUO GRANDE CORAGGIO! TI ASPETTIAMO CON GRANDE ANSIA!
LIBERATE ROSSELLA”!
MARIO
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