Oristano 22 ottobre 2025
Cari amici,
Che la Sardegna sia una
delle Regioni che ha meglio conservato il suo patrimonio naturale, in
particolare quello boschivo, è una grande realtà, oltre che un grande orgoglio per
tutti noi sardi. Ebbene, ciò nonostante, in particolare nelle zone interne, proprio
quelle che hanno mantenuto maggiormente quel patrimonio, lo spopolamento sta
annientando la presenza umana, con Paesi che sono ridotti al lumicino e che in
tempi brevi potrebbero essere destinati a morire, desertificando l’indispensabile
presenza dell’uomo.
Per bloccare lo
spopolamento bisognerebbe attivare iniziative e risorse locali, creando posti di
lavoro, strutture ricettive e attività commerciali, perché restare in un paese
dove manca la scuola, l’ufficio postale o bancario, i negozi di alimentari i
bar, le pizzerie, etc., non è certo ne invitante ne vivibile, anche per chi
fosse propenso a restare! In quest’ottica, qualcosa sembra davvero iniziare a
muoversi. A Belvì, per esempio, Dante Carboni, unitamente al suo socio Luciano
Onano, già da tempo, ha dato vita ad un’attività agricola di coltivazione
di funghi, che giorno dopo giorno è cresciuta, e che oggi ha raggiunto dimensioni commerciali
notevoli.
La “Società agricola
funghi belviesi”, da loro creata, vanta il primato di essere quella più alta
della Sardegna, posta a ben 900 metri sul livello del mare! Carboni, consapevole che il marketing gioca
anche su alcune parole chiave, cerca di reclamizzare la posizione della sua
azienda, visto che anche l’altimetria gioca a favore dei prelibati funghi che a
quell’altezza vengono prodotti. Considerato, infatti, che la gran parte delle
aziende che producono funghi sono in pianura, quelli prodotto a 900 metri dal
livello del mare, sono certamente di maggiore qualità e bontà. “Fare produzione di
questo prodotto in altura è certo più impegnativo, anche se i competitor non
mancano”, dice con convinzione Carboni, che nello svolgere la sua attività
si muove esibendo un sorriso accogliente e con i modi decisi e rapidi della gente
di montagna, da sempre abituata a darsi da fare e a superare le notevoli difficoltà
imposte in primis dalla geografia e orografia dei luoghi. Proveniente da una
famiglia di commercianti, Carboni ha per i funghi una passione tutta personale
e una competenza acquisita negli anni.
Vissuto fin da piccolo frequentando
il territorio boschivo di Belvì, che sa regalare grandi soddisfazioni, è
diventato in giovanissima età un esperto cercatore di funghi. «Tutti noi
abbiamo sempre vissuto nel bosco e i funghi li andavamo a cercare fin da
bambini. Si creava una sorta di competizione. Io ero gelosissimo dei miei e
quelli che prendevo li dovevo assaggiare io per primo», racconta
l’imprenditore che, con il socio, i funghi li coltiva oggi in nove serre adagiate in mezzo al bosco. Una
località che si raggiunge percorrendo una strada che si arrampica tra i fusti
di corbezzolo e la macchia mediterranea.
L’azienda è alquanto in
salute, considerato che la produzione annua solitamente supera i 540 quintali.
La stagione dei funghi nella zona montana di Belvì inizia già ad agosto, e – come dice Carboni - “Noi
li forniamo ai gruppi principali della
grande distribuzione, a cui diamo un prodotto fresco che piace e di conseguenza
sono apprezzati e si vendono bene! Per fortuna... si vende!”. Le tipologie sono
diverse: si producono principalmente i pleurotus ostreatus, bianco ostrica,
molto apprezzato per la sua consistenza carnosa e il sapore gradevole; poi il
cardoncello, pioppino e il pleurotus cornucopia. «Facciamo anche qualcosa
per le aziende che lo commercializzano sott’olio -continua Carboni - insomma,
cerchiamo di darci da fare».
Intervistato da “La
Nuova Sardegna”, Carboni si confida anche sul futuro, non solo personale ma
anche del territorio. “Forse sarei già dovuto andare in pensione – dice con
sincerità - ma sono ancora qua. Mi piacerebbe che mio figlio, che al momento
sta studiando, prenda in mano l’attività e gli dia continuità. È il sogno di
ogni belviese avere dei figli che possano rimanere in questi territori. Il
passaggio generazionale è importante, così come poter condividere le varie
tappe dell’esistenza, vicini e non a migliaia di chilometri di distanza.
Purtroppo da parte della Regione sono mancati anche i finanziamenti e i
supporti per piccoli e grandi investimenti. Qui ogni piccolo contributo aiuta non
poco ogni impresa, perché viviamo in una delle zone dove gli spostamenti sono
difficoltosi e i costi anche per i soli spostamenti delle merci lievitano.
Basta immaginarsi che noi quando siamo in produzione mediamente produciamo al
giorno 5-6 quintali di funghi. Il prodotto che non si può conservare più di
tanto deve essere un prodotto giornaliero per non perdere le sue qualità”.
Cari amici, lo sfogo più
che giustificato di Dante Carboni, deve trovare accoglienza nelle leve del
potere politico, se si vuole fermare lo spopolamento che sta mettendo in
ginocchio la nostra Sardegna! Imprese
come l’Azienda agricola funghi belviesi, sono un toccasana per il paese e il
territorio; sono già un piccolo freno allo spopolamento e all’emigrazione dei
giovani che abbandonano l’isola. Incentivare la nascita di aziende che
utilizzino in modo naturale il territorio significa evitare l’emigrazione dei
giovani, creare reddito e salvare nello stesso tempo le nostre Comunità è il
territorio. Non abbandoniamo i piccoli centri, importante presidio del territorio!
A domani.
Mario