martedì, dicembre 16, 2025

I PERICOLI E I RISCHI DEL MONDO DIGITALE. L’IMMENSITÀ DELLA RETE PER FUNZIONARE AL MEGLIO HA I SUOI GUARDIANI. PER LA NOSTRA TRANQUILLITÀ C’È IL SISTEMA “CLOUDFLARE”.


Oristano 16 dicembre 2025

Cari amici,

Che al giorno d’oggi, oramai, tutta la vita economica e sociale si svolga utilizzando la rete Internet è una realtà inequivocabile. Praticamente tutto, dalle Banche ai Supermercati, dalla Farmacie All’Assistenza sanitaria, dalle Imprese alla Pubblica Amministrazione, viene amministrato utilizzano la rete. Ci siamo talmente abituati al mondo di INTERNET, che non abbiamo mai pensato a cosa potrebbe succedere se, all’improvviso, tutto si bloccasse, come quando manca la luce!

Proviamo a metterci nei panni di uno di un uomo d’affari che, in possesso di una bella Carta di credito si trova all’estero e si reca in uno sportello automatico per prelevare e lo trova non funzionante. La sua Carta o il Bancomat, non funzionano, né al ristorante, né al supermercato, in farmacia o in albergo! Privo di contanti, è come un pesce fuor d’acqua! Tutto, infatti, si ferma: dall’economia all’informazione e alla comunicazione. Eppure il blackout non è un’astrusa ipotesi, ma una concreta, possibile realtà. E qualche avvisaglia, in effetti, il mondo l’ha già vissuta, come il blackout accaduto nel luglio 2019 e nuovamente nel giugno 2022.

La rete Internet, amici lettori, in realtà è immensa. Milioni e milioni di siti sono presenti in tutto il mondo e, una rete così grandiosa, ha bisogno di un coordinamento, di un servizio, che consenta di svolgere al meglio il lavoro di ogni sito. Come ha sottolineato anche la BBC, si stima che il 20 per cento dei siti di tutto il mondo utilizzi una forma di servizio offerta da una società: la CLOUDFLARE. Questa, infatti, svolge un servizio di “intermediazione” tra il visitatore (l’utente, uno di noi che si collega) e il server del sito, garantendone sicurezza e funzionamento.

Fondata a San Francisco nel 2009, la società CLOUDFLARE è impegnata nel Content delivery network, (rete per la consegna dei contenuti), ma svolge anche servizi di DNS, ossia il sistema che assegna i nomi ai nodi della Rete. Tra le altre cose, offre anche servizi di sicurezza, volti a proteggere da eventuali attacchi informatici, che puntano a rendere indisponibili un server o una rete, sovraccaricandoli con un’ampia quantità di traffico da molteplici fonti compromesse. Ciò implica che, quando Cloudflare va in down, anche i portali e siti che vi si appoggiano smettono di funzionare.

Di recente tutto il mondo ha assistito ad una improvvisa giornata nera di Internet. Attorno alle ore 12.17 del 12 di novembre, infatti, migliaia di siti web e applicazioni hanno smesso di funzionare a livello globale. Un blackout digitale che ha coinvolto piattaforme social tra cui X, servizi di intelligenza artificiale come ChatGPT o altri strumenti di OpenAI e i collegamenti con numerose testate di informazione. La ragione? Un necessario fermo di CLOUDFLARE, che ha dovuto aggiornare la propria struttura operativa per continuare a garantire sicurezza, connessione e prestazione a milioni di siti web e app online in tutto il mondo.

Amici, l’WEB è una giungla moderna, dove sono presenti particolari “bestie feroci”, che operano ben nascoste, e i loro “attacchi informatici” cercano di mandare in tilt un sito sommergendolo di richieste. CLOUDFLARE, come una sorta di ‘buttafuori esperto’, riconosce chi sta creando il caos e lo blocca prima ancora che raggiunga la porta d’ingresso. Lo fa analizzando i comportamenti sospetti, filtrando il traffico malevolo e lasciando passare solo gli utenti reali. La combinazione di velocità e sicurezza ha trasformato questo servizio in un alleato quasi indispensabile. Insomma il servizio di Cloudflare è diventato un pezzo essenziale dell’infrastruttura di Internet: invisibile, ma onnipresente! Una protezione che funziona così bene da farci dimenticare la sua esistenza.

Cari amici, quando navighiamo in rete, non pensiamo mai a ciò che accade dietro le pagine che scorrono sullo schermo. Eppure, a proteggere molti dei siti che visitiamo ogni giorno c’è proprio CLOUDFLARE, una sorta di ‘scudo digitale’ capace di fermare attacchi informatici, velocizzare il caricamento delle pagine e garantire che un sito resti online anche nei momenti più affollati. È una presenza discreta, ma decisiva. Pensiamoci, cari lettori: il WEB, purtroppo, non è tutto rose e fiori!

A domani.

Mario

lunedì, dicembre 15, 2025

L’ISTRUZIONE OBBLIGATORIA E L’“HOMESCHOOLING": QUANDO I GENITORI DECIDONO DI ISTRUIRE DIRETTAMENTE I PROPRI FIGLI.


Oristano 15 dicembre 2025

Cari amici,

Il recente caso della famiglia che abitava nel bosco, priva anche dei primari servizi necessari al giorno d’oggi,  sta facendo parlare molto, in particolare facendo riflettere sulla responsabilità educativa e formativa genitoriale, ovvero quella di dare un’adeguata istruzione e preparazione ai propri figli minori. Questi godono di diritti ai quali i genitori non possono mancare, tant’è che nel caso in parola, sono stati provvisoriamente allontanati dalla famiglia. Proprio la storia triste di questi bambini, fatti crescere in una casa isolata nel bosco, in provincia di Chieti, porta tutti noi ad interrogarci sull'educazione e sulla grande responsabilità genitoriale.

A chi si è scagliato contro la decisione di far crescere questi bambini fuori dalla scuola si deve però dire che l’istruzione data al minore direttamente dai genitori, in Italia è legalmente possibile, ovviamente a determinate condizioni. Noto anche come istruzione parentale in Italia, L'HOMESCHOOLING è un sistema educativo in cui i genitori scelgono di istruire i propri figli a casa invece di iscriverli a una scuola tradizionale. Quando, però, i genitori scelgono l’istruzione parentale devono farlo contattando il dirigente scolastico della scuola dove il minore avrebbe dovuto studiare.

Alla richiesta, di norma segue il benestare rilasciato dal dirigente scolastico, che dispone delle verifiche  sia sulla fondatezza della richiesta fatta che della scuola più vicina; viene rilasciata una dichiarazione, relativamente alla capacità tecnica e/o economica di chi deve provvedere all’insegnamento parentale. Richiesta e verifica da rinnovare anno per anno. Il minore sostiene ogni anno un esame di idoneità di passaggio all’anno scolastico successivo in qualità di candidato esterno presso una scuola statale o paritaria, fino all’assolvimento dell’obbligo di istruzione.

Amici, come accennato prima, l’homeschooling in Italia è consentito, e i bambini ricevono l’educazione e l’istruzione scolastica a casa, seguendo in questo modo programmi di studio personalizzati.  L’homeschooling, infatti, permette di adattare il percorso educativo ai ritmi e alle esigenze specifiche del bambino, favorendo un apprendimento più flessibile e individualizzato. I genitori possono scegliere di utilizzare libri di testo, materiali digitali, corsi online o esperienze pratiche, spesso integrando attività extracurricolari. Nel nostro Paese questo tipo di istruzione  è disciplinato dall’art 34 della Costituzione e dall’ art. 111 del Decreto Legislativo 297/1994.

L’articolo 34 della Costituzione sancisce che “L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”, senza però specificare che debba avvenire esclusivamente all’interno di una scuola, nel senso tradizionalmente inteso, o in altro modo. Il Decreto Legislativo 297/1994, all’articolo 111, specifica chiaramente che è consentito ai genitori di provvedere direttamente all’istruzione dei propri figli, purché siano in possesso delle competenze e dei mezzi idonei.

Cari amici, concludendo questa riflessione, tornando ai recenti, dolorosi fatti accennati in premessa, c’è da dire che l’istruzione parentale - in quel caso - non era certo l’unico problema! Ben venga, certo, l’educazione parentale quando per ragioni particolari sia ritenuta necessaria per permettere una personalizzazione del percorso educativo, adattandolo ai bisogni del minore, ma frequentare una scuola pubblica comporta un altro aiuto importante nella crescita del minore: la socializzazione! La formazione scolastica in una scuola pubblica  non è solo nozionismo, ma una sociale scuola di vita!

A domani.

Mario

domenica, dicembre 14, 2025

LA FELICITÀ? TUTTI LA CERCHIAMO, SPERANDO DI TROVARLA NELLO SPORT E NEL TEMPO LIBERO, MA QUELLA VERA STA NELLA NOSTRA MENTE…


Oristano 14 dicembre 2025

Cari amici,

La FELICITÀ è per l'uomo uno stato di gioia, di emozione, di positivo benessere, di soddisfazione e di pienezza interiore. Il termine deriva dal latino felicitas (buona sorte) e di norma si manifesta come gioia, contentezza e realizzazione, seppure il suo significato sia alquanto soggettivo. In tanti, infatti, considerano la felicità uno stato di appagamento fisico, ottenuto per esempio in palestra nel tempo libero, oppure in qualsiasi altra libera espressione nei più svariati campi. Tuttavia, questa forma di piacere potrebbe non bastare, come una recente ricerca ha appurato.

Questa nuova ricerca, condotta dalla Sheffield Hallam University su un campione di oltre un milione di persone, è andata ben oltre l’accertamento della semplice soddisfazione fisica, ribaltando la convinzione che il nostro piacere derivi esclusivamente dal benessere del corpo. Il risultato della ricerca, infatti, ha dimostrato che ciò che davvero incide sulla soddisfazione personale è prioritariamente la salute mentale. Ecco come si sono mossi i ricercatori per arrivare a questo interessantissimo risultato.

Per avere un campione altamente rappresentativo i ricercatori hanno analizzato i dati del “progetto PARKRUN”, un'iniziativa nazionale che invita ogni sabato migliaia di cittadini britannici a correre cinque chilometri nei parchi pubblici, ma senza competizione. Alle domande poste dai ricercatori, che chiedevano i motivi della soddisfazione provata (sono stati monitorati 78.000 partecipanti), quelli che riferivano di aver provato un migliore equilibrio emotivo, mostravano anche i più alti livelli di felicità - indipendentemente da peso, età o prestazioni fisiche.

Si, amici, i partecipanti alla competizione hanno indicato i tre motivi principali che avevano migliorato la loro qualità di vita: meno stress, più equilibrio e la gioia di far parte di una comunità. «Non sono gli aspetti fisici dell'attività a contare, ma i benefici psicologici che ne derivano», hanno spiegato gli autori dello studio, pubblicato su PLOS Global Public Health. In sintesi, se è pur vero che muoversi fa sempre bene, i benefici ricevuti dal cervello sono di gran lunga superiori a quelli dei muscoli. Quando l'attività fisica è condivisa, priva di giudizio e di competizione, si trasforma in un potente antidepressivo naturale: rafforza i legami sociali, alimenta l'autostima e riduce il senso di isolamento.

Il risultato ottenuto dallo studio appare davvero chiaro: “La nostra felicità comincia nella mente”, in quanto la gioia di far parte di una Comunità, l'importanza del sentirsi parte di un gruppo, crea quella grande, appagante, sensazione di appartenenza. L'effetto più evidente i ricercatori lo hanno osservato tra le persone che all'inizio si sentivano fragili o sotto stress: la loro soddisfazione è aumentata di oltre 1,6 punti su 10. Anche chi partecipava come volontario - senza correre - ha mostrato miglioramenti significativi. Il segreto? L’appartenenza al gruppo, che creava proprio quella piacevole sensazione di appartenenza.

Secondo i ricercatori, il vero beneficio nasce dallo “stare insieme senza competere, dalla regolarità e dal contatto umano”. Il ritmo settimanale, gli obiettivi condivisi e l'assenza di competizione creano un ambiente accogliente, accessibile a tutti, indipendentemente dall’età o dalla condizione fisica. Il messaggio appare chiaro: promuovere il benessere psicologico significa anche ripensare il modo in cui si incoraggia l'attività fisica. I risultati della ricerca potrebbero ispirare nuove “politiche di prevenzione e salute mentale”, incentrate su Comunità, Inclusione e Supporto emotivo. Amici, in Germania, come in Italia, milioni di persone soffrono di stress e solitudine, nonostante conducano una vita attiva. Progetti come PARKRUN dimostrano che la felicità non nasce dal superare gli altri, ma dal muoversi insieme. Comuni, aziende e sistemi sanitari possono trarne una lezione: creare spazi e programmi che combinino “movimento e relazioni”; sarebbe di certo un investimento concreto nella salute pubblica.

Cari amici lettori, a ben vedere, il vero segreto della felicità non sta, dunque, nel godere del particolare appagamento fisico, ma di più in quello mentale. La vera felicità, insomma, non si misura in battiti cardiaci o chilometri percorsi, ma nella gioia interiore, nell’appagamento di sentirsi parte di una Comunità; la vera gioia  alberga nella nostra mente, perché la nostra vera, gioiosa forza non è allocata nei muscoli, ma nella nostra mente. Chiudo la riflessione con le parole di Pablo Neruda: "La felicità è interiore non esteriore; infatti, non dipende da ciò che abbiamo, ma da ciò che siamo...".

A domani

Mario

  

sabato, dicembre 13, 2025

LA NOSTRA MENTE E I SEGNALI DI UN POSSIBILE PERICOLO. ECCO QUANDO SCATENA GLI ATTACCHI DI PANICO.


Oristano 13 dicembre 2025

Cari amici,

La nostra mente, ovvero il nostro super computer, è programmato in maniera tale da inviarci anche i messaggi di un “possibile pericolo”, in modo da metterci in allerta e predisporre le eventuali contromisure. A volte, però, succede che la nostra mente interpreta come minacciosa una situazione che non lo è, e per fronteggiarla attiva “in modo spropositato” il sistema nervoso autonomo. Questa allerta, definita “ATTACCO DI PANICO”, scatena nel corpo la reazione necessaria a fronteggiare il pericolo (in questo solo erroneamente percepito), predisponendo quanto necessario per fuggire oppure combattere.

Nel nostro corpo, colpito da Attacco di panico, l'adrenalina entra in circolo, il cuore accelera, il respiro si fa corto; è questa una risposta che ha una funzione evolutiva, che nella vita di oggi può essere scatenata da ordinari fattori quotidiani: una mail di lavoro, un litigio, un pensiero negativo ricorrente. Seppure in realtà sia un falso allarme, un attacco di panico scatena nel nostro corpo tutte una serie di sintomi psicofisici intensi, che compaiono all’improvviso e raggiungono il picco nel giro di pochi minuti. Secondo i criteri diagnostici, per parlare di attacco di panico devono presentarsi almeno quattro dei seguenti, importanti segnali.

Palpitazioni o battito cardiaco accelerato, Sudorazione intensa, Tremori o Agitazione, Sensazione di respiro affannoso o di soffocamento, Dolore o Fastidio al petto, Nausea, Mal di stomaco o Diarrea, Vertigini, Senso di instabilità o svenimento, Intorpidimento o Formicolio (parestesie), Vampate di calore o Brividi, Sensazione di irrealtà o distacco dalla realtà, Paura intensa di morire, di perdere il controllo o di impazzire.

Amici, questi sintomi possono essere talmente forti da indurre chi li prova a pensare di avere un infarto o un'altra emergenza medica. Ecco perché è fondamentale escludere con una visita medica eventuali patologie organiche (soprattutto cardiache) prima di attribuirli a un disturbo d'ansia. La durata di un attacco di panico varia dai 5 ai 20-30 minuti, anche se la percezione soggettiva può far sembrare che duri molto di più. L’adrenalina resta in circolo per pochi minuti, mentre il cortisolo, l’ormone dello stress, può mantenere alta la tensione per ore.

Come si può affrontare un attacco di panico? Indubbiamente, nel momento in cui ci sentiamo colpiti da un attacco di panico, dobbiamo mettere in atto alcune strategie semplici ma efficaci. In primis provare a mettere in atto la respirazione quadrata: inspira per 4 secondi, trattieni 4, espira 4, trattieni 4. È una mossa che aiuta a calmare il sistema nervoso. Poi, cercare di focalizzare la mente sul presente, come toccare degli oggetti intorno a noi e ascoltare suoni e voci note; ciò riporta la nostra mente all'ambiente reale contribuendo a ridurre l’ansia.

Come ulteriore, terzo consiglio, fare una pausa. Bisogna allontanarsi dalle fonti che causano stress, uscendo all’aria aperta, anche per pochi minuti, camminando e respirando a pieni polmoni. Anche una breve interruzione può interrompere l’attivazione dell’ipotalamo. Infine, muoversi. Una breve corsa o una passeggiata veloce aiutano a smaltire l’adrenalina e stimolano le endorfine, che riducono dolore e tensione.

Cari amici, la stressante vita moderna, vissuta in città iper-popolate, piene di rumori e con ritmi di lavoro alienanti, creano nelle persone situazioni di grande pericolosità. Per fronteggiare le conseguenze, come gli attacchi di panico di cui parliamo oggi, usiamo i rimedi naturali e di prevenzione che abbiamo a disposizione. Intanto chiediamo consigli al nostro medico, l'unica figura professionale che può davvero aiutarci a gestire l'ansia, poi adottiamo uno stile di vita equilibrato, che ci aiuta a ridurre la frequenza e l'intensità degli attacchi. Infine, un esercizio fisico regolare, ci aiuta a ridurre il cortisolo e ad aumentare le endorfine. Combattiamo l'ansia sempre in modo adeguato, amici lettori.

A domani.

Mario

 

 

venerdì, dicembre 12, 2025

IMPARIAMO A COSTRUIRE RISPETTANDO L'AMBIENTE. UN ESEMPIO? USIAMO MATERIALI ECOLOGICI, COME I BIOMATTONI DI CANAPA.


Oristano 12 dicembre 2025

Cari amici,

Il SETTORE DELL’EDILIZIA ha un impatto enorme sul clima, rendendo la sua transizione verso la sostenibilità una priorità assoluta. Sì, il settore delle costruzioni è responsabile di una quota molto significativa delle emissioni globali di CO2, attestandosi intorno al 37% delle emissioni totali legate all'energia operativa degli edifici e ai processi produttivi, secondo i più recenti rapporti (2022/2023) dell'UNEP e del GlobalABC Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. Questa percentuale include sia il consumo energetico per il riscaldamento/raffrescamento (energia operativa) sia le emissioni incorporate nei materiali (produzione, logistica, costruzione), con la sola produzione di cemento che contribuisce per circa l'8%.

Per cercare di ridurre l’impatto che la costruzione degli edifici crea sull’ambiente, si cercano materiali capaci di ridurre questo pericoloso impatto, creando nuovi materiali capaci di catturare anidride dall’atmosfera. Uno di questi materiali è costituito dai BIOMATTONI A BASE DI CANAPA, interessante esempio virtuoso di materiale ecocompatibile, creati dall’azienda italiana Tecnocanapa by Senini, che ha puntato su calce e canapa industriale per costruire questo speciale mattone in grado di rimuovere CO2 dall’atmosfera.

Questo prodotto, come accennato, è stato chiamato "BIOMATTONE" ed è un materiale “carbon negative”, cioè che rimuove dall'atmosfera più CO2 di quella emessa. Per sequestrare anidride carbonica, il Biomattone sfrutta le proprietà della canapa industriale: questa pianta è tra le più efficaci nella cattura del carbonio, tanto che ogni ettaro coltivato può assorbire fino a 15 tonnellate di CO2 all’anno. Una volta raccolta, la canapa viene combinata con la calce per dare origine ad un biocomposito che immobilizza il carbonio per l’intero ciclo di vita dell’edificio: in questo modo le costruzioni non si limitano a ridurre il proprio impatto ambientale, ma evitano attivamente il rilascio della CO2 in atmosfera.

L’azienda prima citata, LA SENINI, è leader in Italia nella produzione di pavimenti autobloccanti, cordoli e blocchi per murature, e stima che ogni metro cubo di Biomattone è in grado di rimuovere dall’ambiente tra 44 e 105 chilogrammi di CO2, a seconda della combinazione con altri materiali. Non si tratta di un prodotto sperimentale, ma di una soluzione industriale già diffusa e prodotta su larga scala: sempre secondo l’azienda, gli oltre mille edifici costruiti nel mondo con Biomattone hanno permesso di sequestrare complessivamente oltre 1.800 tonnellate di CO2, pari a quella catturata da 36 ettari di bosco in dieci anni.

Amici, questo Biomattone non apporta solo i vantaggi prima citati di assorbimento della CO2. Il ridotto impatto ambientale, infatti, non è l’unico vantaggio; il prodotto, che ha ottenuto le certificazioni EPD e Biosafe nel rispetto dei più alti standard europei in termini di sostenibilità e tutela della salute è in grado anche di garantire un isolamento termico unico al mondo,  un elevato comfort termico durante l’estate, l’abbattimento dei rumori, oltre alla capacità di regolare l’umidità dell'ambiente e prevenire la formazione di muffe.

Un altro esempio virtuoso ecocompatibile viene dalla società Benefit Ricehouse che, insieme a Sarotto Group, Prompt Vicat e Vimark, ha realizzato il pannello prefabbricato “RICECYCLINGWALL” usando la lolla di riso, un sottoprodotto agricolo molto diffuso. Questo residuo deriva dal processo di sbramatura del riso grezzo e risulta molto ricco di cellulosa, una caratteristica che lo rende simile al legno. Unendo la lolla di riso a un legante idraulico derivato dalla cottura di calcari argillosi, le aziende hanno ottenuto un pannello privo di additivi chimici che valorizza gli scarti e promuove l’edilizia circolare.

Cari amici, nel mondo si sta creando una forte motivazione ambientale, e nell’edilizia avanza l’uso massivo delle tecnologie a base di canapa e calce, il modo più semplice e diretto per ridurre le emissioni di CO2, obiettivo delle grandi riunioni internazionali sul clima, che puntano ad un’economia più sostenibile per il futuro. Tutti dobbiamo collaborare per garantire un futuro al mondo e ai nostri figli.

A domani.

Mario

 

giovedì, dicembre 11, 2025

ANALISI PSICOLOGICA DEI COMPORTAMENTI: PERCHÈ TENIAMO NEL PORTAFOGLIO LE BANCONOTE IN ORDINE DI VALORE?


Oristano 11 dicembre 2025

Cari amici,

Che il danaro sia importante per tutti è una verità incontestabile. Il denaro condiziona, nel bene e nel male, la vita di tutti, anche se risulta "diverso" il valore attribuito da ciascuno di noi. La psicologia, che studia e analizza tutti i comportamenti umani, relativamente alla gestione del denaro (“PSICOLOGIA FINANZIARIA”), analizza il comportamento da noi usato nella gestione delle nostre spese, rilevando grandi differenze da persona a persona.

C’è chi gestisce il denaro usando un ordine e una disciplina precisa, e chi, invece, provvede a spendere il danaro disponibile in modo alquanto disordinato. Analizzando le persone che gestiscono le disponibilità liquide in modo ordinato, possiamo notare che molte di esse, per utilizzare al meglio le risorse, custodiscono le banconote nel portafoglio in perfetto ordine crescente; un modo pratico per trovare subito la banconota giusta quando si paga, utilizzando un comportamento razionale.

Mettere, all’interno del portafoglio le banconote ordinate per valore, dalla più piccola alla più grande, dice molto della nostra personalità. Un comportamento, questo, che classifica queste persone come ordinate, ovvero, secondo la psicologia, che hanno bisogno di adottare un certo ordine per sentirsi tranquille. Questo di mettere in perfetto ordine scalare le banconote che abbiamo in tasca, riflette proprio il nostro ordine mentale, predisposto per darci sicurezza, e darci anche la sensazione che abbiamo tutto sempre sotto controllo. È un comportamento che evidenzia il nostro bisogno di cercare ciò che è prevedibile, ciò che dà certezza, e non ha quindi nulla a che vedere con l’idea che possa essere considerata una stranezza o una mania! Semplicemente, è un comportamento che fa sentire più tranquilli.

Amici, per quanto possa sembrare strano o, meglio ancora, esagerato, per molte persone questo tipo di organizzazione funge da piccolo strumento di autoregolazione emotiva. È proprio utilizzando l’ordine, che proviamo la sensazione di avere un certo controllo sull’ambiente circostante. In realtà è un comportamento che ci crea calma e sicurezza, permettendo di concentrarci, di ridurre l’ansia e mantenere una certa stabilità. È l’applicazione di un meccanismo che è più comune di quanto sembri, nel senso che lo utilizziamo anche in altre circostanze, come ad esempio rifare il letto la mattina prima di uscire per lavoro,  oppure, al termine della giornata lavorativa, lasciare la propria scrivania in perfetto ordine.

In molti casi questo comportamento risulta più evidente in persone che esercitano professioni molto organizzate: contabilità, ingegneria, logistica; ma non è solo una questione lavorativa. È un particolare modo di stare al mondo, applicato da persone che preferiscono la chiarezza alla confusione. E questo, a mio avviso, non è mai da considerarsi un difetto. Si potrebbe addirittura dire che è un pregio, un vantaggio, nel senso che essere precisi nei dettagli fa sempre la differenza! Tenere nel portafoglio le banconote in perfetto ordine non è altro che un tassello di un puzzle più ampio: quello di voler avere le cose sotto controllo per vivere la vita con un po’ più di serenità.

Uno studio recente nel campo della psicologia finanziaria, analizzando il comportamento che utilizziamo di fronte al danaro, ha rilevato che chi ordina con tanta cura il denaro contante tende ad avere un rapporto più consapevole e responsabile con le proprie finanze. Di solito non è un soggetto impulsivo, anzi tutto il contrario. È un soggetto che, prima di spendere, “fa un bilancio”, tiene traccia delle entrate e delle uscite. Tenere sotto il controllo il budget disponibile è ritenuto basilare, perché il denaro è considerato uno strumento di stabilità.

Amici lettori, nella vita di oggi l’uso del contante sembra diminuire sempre più, soprattutto tra le generazioni più giovani. Oramai, i pagamenti virtuali con le carte di credito avanzano come panzer, e certo comportamenti come quello prima evidenziato diminuiscono e di certo sono destinati a diventare obsoleti. Cambierà anche la nostra mentalità? Sarà più semplice o più complicato, con l’uso delle carte di credito tenere il controllo delle proprie finanze? Chissà! Ai posteri l’ardua sentenza!

A domani.

Mario

mercoledì, dicembre 10, 2025

LA RISCOPERTA DI UN ANTICO CAVOLO: IL CAVOLO RICCIO. GIÀ CONSUMATO IN ANTICHITÀ, E IN PARTICOLARE NEL XVII SECOLO, TORNA ORA PREPOTENTEMENTE IN CUCINA.


Oristano 10 dicembre 2025

Cari amici,

Il CAVOLO fa parte della famiglia delle crucifere (brassicacee), che comprende tante varietà che vanno dalla verza al cavolo nero, fino ai cavoletti di Bruxelles, tutte con grandi benefici per la nostra salute.  Il cavolo è, dunque, un ortaggio dalle importanti proprietà nutrizionali, apprezzato per la sua versatilità in cucina, e i suoi importanti benefici per la salute. Tra i numerosi tipi di cavolo c’è il CAVOLO RICCIO, la cui storia è davvero antica e interessante, che affonda la sua fama nei secoli.


Questo ortaggio, infatti, era già consumato nell’antica Grecia e a Roma, dove era apprezzato per la sua resistenza al freddo e la lunga conservabilità. La sua fama attraversò anche il Medioevo, divenendo davvero popolare nel XVII secolo, nel quale questo cavolo riccio fece la sua comparsa nelle importanti cucine di corte e borghesi. Non costituiva, infatti,  solo un contorno, ma veniva usato anche come colorante naturale. Il suo colore verde intenso veniva utilizzato per colorare torte, dolci e vari tipi di impasti, conferendo ai dessert un aspetto unico. 

Come spesso succede, però, nulla è immutabile. Col passare del tempo il cavolo riccio iniziò a perdere lentamente importanza, soppiantato da altri ortaggi, ma come insegnano i corsi e i ricorsi della storia, oggi il cavolo riccio sta vivendo una rinascita e trova nuovamente ampio impiego in cucina. Oggi sta tornando in auge come fonte di vitamine, ben ricco di antiossidanti e con più ferro di molti tipi di carne. Inoltre, fa bene al cuore, rafforza il sistema immunitario e offre infinite possibilità in cucina. Con la riscoperta, oggi questo cavolo finisce spesso nelle padelle e nei frullatori, perché è raccomandato da medici e dietologi. Essi sostengono che sia uno degli ortaggi più sani che possiamo mangiare. Il cavolo riccio si distingue per le sue caratteristiche foglie, verdi e molto frastagliate. In esse si nasconde tutto ciò di cui l’organismo ha bisogno: dalle fibre, alle vitamine e ai minerali, fino alle sostanze che sostengono il cuore.

Si, amici, il cavolo riccio è uno degli ortaggi più salutari al mondo. Contiene più ferro del pollo, del vitello o del maiale, il che lo rende un’ottima alternativa per chi segue una dieta vegetariana o vegana. Il ferro presente nelle piante è meno assimilabile rispetto a quello contenuto nei prodotti di origine animale, ma è sufficiente combinare il cavolo riccio con alimenti ricchi di vitamina C (ad esempio peperoni o agrumi) per aumentarne la biodisponibilità. Questo rende il cavolo riccio un ottimo supporto per chi soffre di anemia. Non è solo il ferro, però, a renderlo salutare. È anche una fonte di vitamine A, C e K, che rafforzano il sistema immunitario, la vista e le ossa. L’alto contenuto di antiossidanti aiuta a neutralizzare i radicali liberi, grazie al quale questo ortaggio ha un effetto antietà e mostra un grande potenziale antitumorale. I composti di zolfo in esso contenuti supportano il funzionamento del fegato e i processi di disintossicazione dell’organismo.

Da non dimenticare il cuore: il cavolo riccio ha un effetto antinfiammatorio, riduce i livelli troppo elevati di colesterolo LDL cattivo e favorisce la corretta pressione sanguigna (fornisce potassio). In questo modo agisce come un cerotto protettivo per il sistema circolatorio. Il consumo regolare di questo ortaggio riduce il rischio di malattie cardiache, aterosclerosi o ictus. Vale anche la pena menzionare l’alto contenuto di fibre: questo ingrediente migliora la digestione, dà un senso di sazietà e aiuta a mantenere un peso corporeo sano. Tanto più che in 100 grammi contiene solo 40 kcal.

Il cavolo riccio, amici, non è solo un ingrediente oggi alla moda in cucina, ma un supporto naturale e reale per la salute. Come in tutti i prodotti, sia di origine animale che vegetale, anche il cavolo nero ha i suoi punti negativi: non è adatto a chi ha problemi alla tiroide, in quanto contiene goitrogeni, che possono influenzare il metabolismo dello iodio e ridurne la concentrazione nell’organismo o contribuire all’ipertrofia della ghiandola. Non è raccomandato nemmeno a chi soffre di calcoli renali, a causa dell’elevata quantità di ossalati, dannosi per questa patologia.

Cari amici, credo che la natura ha tutte le sostanze che ci servono, e che, opportunamente utilizzate, ci danno tutti i rimedi per la nostra salute. Viva il cavolo riccio!

A domani.

Mario