domenica, dicembre 21, 2025

LA BANCA CENTRALE DELL'UNIONE EUROPEA (BCE) HA DECISO L'INTRODUZIONE DELL'EURO DIGITALE. QUALI CAMBIAMENTI COMPORTERÀ QUESTA MONETA VIRTUALE.


Oristano 21 dicembre 2025

Cari amici,

Dopo un tira e molla di ripensamenti, anche la Banca Centrale Europea ha messo in cantiere il progetto dell’euro digitale, certamente un’innovazione monetaria fra le più rivoluzionarie dell’Europa. Oramai, a decisione presa, i motori si stanno scaldando e, con la BCE, anche le banche centrali dei Paesi in zona Euro stanno definendo i dettagli dell’introduzione, così da rendere disponibile il prima possibile per tutti una forma di moneta del tutto complementare ed alternativa al contante. Ma vediamo meglio come si sta predisponendo l’avvio dell’euro digitale e come si inserirà nell’attuale sistema cartaceo.

Calendario delle fasi operative. La fase preparatoria è iniziata nel novembre del 2023, con studi su infrastruttura, privacy, modalità offline e quadro regolamentare. Nel breve termine (2025-2026) si prevede la pubblicazione del regolamento europeo, la selezione dei fornitori tecnici, pilot con alcuni provider in Paesi dell’area euro. Nel medio termine (2027-2029) dovrebbe partire la distribuzione al pubblico, una volta soddisfatti tutti gli step normativi e tecnici. L’evoluzione sarà graduale e affiancata dallo stesso contante.

Secondo la BCE, se il quadro legislativo sarà approvato entro il 2026, la fase pilota potrebbe partire a metà del 2027, e la prima emissione intorno al 2029. Per le imprese, l’euro digitale offre opportunità come costi di transazione ridotti, pagamenti istantanei, integrazione semplificata con sistemi gestionali e una maggiore efficienza nei flussi finanziari digitali. Tuttavia, vi sono anche sfide: modelli di business bancari e intermediari potrebbero dover evolvere, e la compliance normativa dovrà essere adeguata. Per i cittadini, il digitale offre comodità (pagamenti in tempo reale, possibilità offline, compatibilità internazionale), ma solleva questioni chiave: il rispetto della privacy, limiti di detenzione, interoperabilità e la garanzia della libertà di scelta tra contante e digitale.

Infine, una volta definiti gli ultimi dettagli, ovvero una volta a regime, l’euro digitale sarà emesso dalla Banca Centrale Europea come forma di valuta elettronica accessibile sia alle famiglie che alle imprese. Sarà utilizzabile online e offline, con la stessa garanzia della moneta fisica ma con la flessibilità del digitale. L’obiettivo è duplice: da un lato rispondere alla crescente digitalizzazione dei pagamenti; dall’altro rafforzare la sovranità monetaria europea rispetto alle infrastrutture internazionali già dominate da operatori extra-UE.

Per noi italiani cosa cambierà concretamente? Per l’Italia e l’Europa, l’introduzione dell’euro digitale apre la strada a nuovi servizi finanziari, maggiore competizione nei metodi di pagamento, e potenzialmente a un ripensamento dell’assetto monetario e bancario nell’era digitale. Per il mondo business, la preparazione all’euro digitale comporta verifiche su sistemi di pagamento, aggiornamenti infrastrutturali, adeguamenti normativi e valutazione dell’impatto sui conti correnti e sulle modalità di gestione della liquidità. I provider di servizi di pagamento dovranno essere pronti ad aderire alle piattaforme digitali della banca centrale.

Per il cittadino comune non sarà certo facile accettare la nuova moneta virtuale, in quanto rischi, dubbi e temi regolamentari non sono alla portata della sua conoscenza. Tra i principali nodi aperti resta il tema della privacy (ossia come garantire anonimato simile al contante), la tenuta dei depositi presso le banche commerciali (rischio “fuga verso la moneta della banca centrale”), e l’impatto sull’ecosistema bancario. La BCE stima costi di infrastruttura tra 4 e 5,7 miliardi di euro per il settore bancario.

In primis sarà cruciale che siano salvaguardati i diritti di scelta del consumatore, ovvero che rimanga libera la scelta tra la nuova moneta e il precedente sistema di utilizzo del contante, ovvero che la diffusione del digitale non escluda quei segmenti della popolazione meno “connessi”. La fase di comunicazione e di educazione finanziaria dovrà essere intensa. Inoltre, serve un quadro legislativo europeo coerente, prima di procedere con l’emissione. Finché non sarà stabilito, in tutte le sue parti, il progetto dell’euro digitale non dovrà decollare, questa l’opinione diffusa.

A domani.

Mario

 

sabato, dicembre 20, 2025

PREFETTURA DI ORISTANO: INAUGURATA DAL PREFETTO LA MOSTRA “I GIGANTI DI MONT’E PRAMA”, NEL GIORNO DELLA CONSEGNA DEGLI ATTESTATI A 5 NUOVI CAVALIERI DEL LAVORO.


Oristano 20 dicembre 2025

Cari amici,

Preceduta dall’inaugurazione della mostra-esposizione dei “GIGANTI DI MONT’E PRAMA, collocata al piano terra dei locali della Prefettura, si è svolta, il 18 dicembre, nella sala ricevimenti posta all’8° piano dell’edificio, la Cerimonia di consegna, da parte del Prefetto dottor Angieri, delle Onorificenze dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”, recentemente concesse dal Presidente della Repubblica. Il riconoscimento è conferito a cittadini distintisi per il loro particolare impegno svolto nel campo delle lettere, delle arti, dell’economia, oltre che nell’esercizio di pubbliche cariche e in attività sociali, filantropici e umanitarie, ed anche per i lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari.

Un pubblico numeroso, tra cui le maggiori autorità della nostra Provincia, sia religiose (era presente l’Arcivescovo Mons. Roberto Carboni) che militari e civili, era presente alla cerimonia, che ha preso il via al piano terra dove era stata allestita la mostra. Gli ospiti, all’arrivo si sono soffermati, con particolare attenzione, sulle statue esposte, fedeli copie degli splendidi originali dei “GIGANTI DI MONT’E PRAMA. La mostra-esposizione è stata inaugurata dal Prefetto, alla presenza del Presidente della Fondazione Mont’e Prama Antony Muroni e del Sindaco di Cabras Andrea Abis. La mostra sarà visitabile dal pubblico fino al 10 gennaio 2026. I numerosi invitati hanno poi raggiunto il salone di rappresentanza dove sono state conferite le onorificenze.

Sono stati insigniti dell’onorificenza di Cavaliere:

•   Sandro Faedda, luogotenente in servizio presso il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Oristano, premiato dal Prefetto Angieri, dal sindaco di Oristano Massimiliano Sanna e dal comandante provinciale della Guardia di Finanza Antonello Urgheghe;

•   Piero Marongiu, luogotenente in quiescenza dal 2011, già in servizio nell’Esercito Italiano, premiato dal Prefetto Angieri e dal sindaco di Oristano Massimiliano Sanna;

•   Antonello Piras, in quiescenza dal 2022, già in servizio presso il Comando della Polizia Locale di Zerfaliu, premiato dal Prefetto Angieri e dal vicesindaco Angelica Perria;

•   Michela Poddigue, direttrice dell’Archivio di Stato, premiata dal Prefetto Angieri, dal Presidente della Provincia Paolo Pireddu e dal sindaco di Solarussa Mario Tendas;

•   Francesco Radaelli, socio, presidente e amministratore delegato della ONDULOR di Santa Giusta e amministratore della società Riso di Sardegna di Oristano, premiato dal Prefetto Angieri, dall’assessore regionale agli Affari Generali Mariaelena Motzo e dal sindaco di Santa Giusta Andrea Casu.

La serata è stata allietata dalla musica del pianista Manuele Pinna, del violinista Fortunato Casu e del coro Interforze “San Michele Arcangelo”, diretto da Marcello Lochi e dal musicista suonatore di launeddas Luca Loria. Al termine della cerimonia, un piacevole rinfresco ha consentito sia di fare gli auguri ai nuovi cavalieri che allo scambio degli auguri per le imminenti festività e per il Nuovo Anno!

A domani, amici lettori.

Mario




venerdì, dicembre 19, 2025

INVERNO E RISCALDAMENTO. LA RISCOPERTA DELLA PIROLISI. LA STUFA PIROLITICA È OGGI UNA SCELTA ANTI-CRISI.


Oristano 19 dicembre 2025

Cari amici,

Con l’economia che stenta a mantenere il valore dei redditi bassi o medio-bassi, con i recenti aumenti di gas e luce, derivanti dalle conseguenti crisi energetiche, riscaldarsi d’inverno sta diventando un vero enigma. Ciò ha aguzzato la fantasia, e certi rimedi usati nel passato stanno tornando in auge. Per potersi riscaldare senza spendere un patrimonio, si sta facendo strada la riscoperta di una tipologia di riscaldamento alquanto utilizzata in passato: l’utilizzo di stufe ad alta efficienza, come la “STUFA PIROLITICA”.

Innanzitutto è giusto precisare cosa è la “PIROLISI”. È questo un particolare metodo di riscaldamento, molto usato nelle zone fredde delle Alpi, dei Paesi dell’Est, della Russia e della Germania, che utilizza la legna in stufe particolari, dove la combustione avvia un processo ad accumulo di calore con rilascio graduale che dura anche 8-10 ore, dopo aver provveduto allo spegnimento del fuoco. La stufa pirolitica non brucia solo legna, in quanto si può utilizzare tutto ciò che è organico: i gusci di noce, gli scarti legnosi, i noccioli di prugne, di pesche e di frutti grandi, gli scarti di produzione agricola e tutti materiali che possono essere trasformati in pellet.

Caratteristica principale di questa stufa sono i bassi consumi, oltre ad un ridotto impatto ambientale, tanto da farla annoverare come “la stufa anti-crisi” di questo particolare periodo. Ma vediamo meglio come funziona questa particolare macchina da riscaldamento domestico. Il principio fondamentale è la “gassificazione del combustibile adottato (legna o pellet); nella stufa, al centro della camera di combustione, è presente un cilindro, all’interno del quale viene posto il combustibile. Per accenderlo, quindi a stufa spenta, si versa una piccola quantità di alcool sullo strato superficiale della legna o pellet e si dà vita alla fiamma. A questo punto il materiale legnoso, acceso in superficie, inizierà a produrre gas.

Una volta iniziato il processo, infatti, quando inizia a bruciare la crosta esterna, il materiale sottostante si scalda senza prendere fuoco. Grazie alla temperatura alta, si innesca il processo di gassificazione (senza fiamma); Il combustibile sottoposto a queste temperature rilascia del gas, che sale verso l’alto; Il gas, salendo, incontra l’ossigeno che entra da appositi fori e alimenta la fiamma; quando la stufa si spegne, la stufa ad accumulo continua a diffondere calore; il calore accumulato si diffonde  per circa 8-10 ore dallo spegnimento della fiamma. Ma vediamo l’efficienza di questa stufa, ovvero “resa e costi” di questo sistema riscaldante. Per riscaldare un ambiente di 30 metri quadrati per 8-10 ore sono necessari all’incirca 3,4 chili di carburante. Per quel che concerne i costi d’acquisto, questi sono molto variabili, a seconda del livello di personalizzazione della stufa scelta. Una stufa ad accumulo pirolitica realizzata artigianalmente, progettata e montata sul posto, completa di tutte le fasi di lavorazione può costare diverse migliaia di euro. Ad esempio, una stufa standard, semplice, costa in media sui 3000-3500 euro.

Amici, il processo di gassificazione riesce a consumare praticamente tutte le sostanze della legna, e, alla fine del ciclo, rilascia soltanto una piccola quantità di cenere minerale. Riguardo ai fumi che vengono rilasciati nell’aria, se si osserva il camino di uscita, si nota come la stufa a pirolisi non produce alcun fumo e nessun odore. Inoltre, la resa della legna è molto alta poiché la fiamma non si raffredda, riuscendo quindi a lavorare con una combustione completa. Si potrebbe dire che la stufa pirolitica è una soluzione ecologica sotto diversi punti di vista.

Cosa la rende davvero ecosostenibile? In primo luogo, non emette fumi e trattiene le emissioni di CO2, evitando di influire sull’inquinamento atmosferico; non necessitando di elettricità, non richiede consumi di combustibili; può anche essere utilizzata per cucinare, e in questo caso, utilizzando la gassificazione anziché la combustione, i cibi cucinati non assorbono i fumi tossici che sono deleteri per la salute; circa i vantaggi in termini di resa ed efficienza, il rilascio graduale di calore è estremamente vantaggioso.

Cari amici, nelle case dove è possibile, credo che l’utilizzo di questa stufa sia davvero un’ottima scelta. Alta efficienza, bassi consumi e ridotto impatto ambientale sono tutte valide ragioni per dire sì alla stufa pirolitica. Tra i buoni motivi per scegliere una stufa pirolitica si trova anche la sua semplicità di utilizzo: l’installazione di questa stufa è, infatti, davvero molto semplice e non richiede grandi lavori di manutenzione. Quanto alla sicurezza, non necessitando di alcun collegamento all’energia elettrica, questo tipo di stufa può certamente essere considerata più sicura di altre opzioni.

A domani.

Mario

giovedì, dicembre 18, 2025

GENITORI SEVERI E GENITORI PERMISSIVI: DA IERI AD OGGI, L'EDUCAZIONE DEI FIGLI È PASSATA DA UN ECCESSO DI SEVERITÀ AD UNA LIBERTÀ ILLIMITATA.


Oristano 18 dicembre 2025

Cari amici,

Educare adeguatamente i propri figli è un compito immenso! Un impegno indubbiamente difficile da svolgere, da portare comunque avanti con tanto impegno e dedizione. Le modalità che i genitori scelgono per educare i propri figli hanno un impatto profondo sul loro sviluppo emotivo, relazionale e comportamentale. Gli stili educativi possibili sono due: quello severo e quello permissivo, che in realtà sono opposti. Il primo si basa su una disciplina rigida, sul rispetto delle regole e dell’autorità, mentre il secondo è basato sulla libertà, sulla mancanza di limiti imposti.

La scelta per i genitori non è mai facile, perché le conseguenze non sono di poco conto. Quali, dunque, i vantaggi e i rischi, nell’applicazione di un metodo o dell’altro? Indubbiamente i genitori  che adottano l’uno o l’altro stile educativo, debbono, con grande attenzione, trovare un giusto, sano equilibrio, che risulti funzionale per la positiva crescita dei propri figli. Analizzando i due metodi, potremmo dire che i bambini ai quali viene applicata un’educazione rigida, con l’insegnamento di regole precise, imparano fin da subito i concetti di responsabilità, impegno e rispetto dell’autorità; inoltre, possono sviluppare una buona capacità organizzativa, abituandosi a seguire ritmi e comportamenti coerenti.

L’educazione rigida, tuttavia, quando è presente un’eccessiva severità, può compromettere l’autostima del bambino. L’educazione basata su punizioni e rigidità spesso non lascia spazio all’espressione delle emozioni, generando frustrazione, senso di colpa e, in alcuni casi, rabbia repressa. Allora i figli di genitori troppo rigidi possono diventare adulti insicuri, timorosi di sbagliare e con difficoltà a prendere decisioni autonome. Inoltre, questo stile relazionale può minare la qualità del legame affettivo tra genitore e figlio.

Passando ai genitori che applicano il “metodo permissivo”, succede il contrario: essi tendono ad evitare di imporre ai propri figli  regole rigide, in quanto preferiscono lasciare che i ragazzi possano esprimersi liberamente. Sono genitori in apparenza molto affettuosi e disponibili, ma in contropartita faticano sia a stabilire dei limiti che a farli poi rispettare in modo coerente. La libertà data al bambino diventa allora esageratamente ampia, e spesso sacrifica e mette all’angolo, azzerandola, l’autorità genitoriale.

In sintesi, senza gli opportuni correttivi, entrambi gli stili educativi diventano limitativi, in un senso e nell’altro.  Se è pur vero che l’educazione rigida può compromettere l’autostima del bambino, quella permissiva, seppure consenta al bambino di sviluppare una forte creatività e una buona capacità di esprimere le emozioni, crescendo senza rispettare l’autorità, prima genitoriale e poi sociale, fa sì che i bambini diventano soggetti “troppo liberi e invasivi”, irrispettosi delle regole prima in casa e poi nella vita sociale.

Amici, solo un sistema educativo bilanciato, può favorire la crescita e la formazione di una generazione che si muove all’interno delle regole basilari della vita sociale, aperta al dialogo, fiduciosa e capace di creare solidi legami affettivi profondi e spontanei. Nessuno dei due stili, dunque, presi nella loro forma estrema, risulta pienamente funzionale allo sviluppo armonioso del bambino. Il modello educativo più efficace è quello autorevole, che unisce il meglio dei due approcci: la fermezza della genitorialità severa, unita all’empatia e all’ascolto in capo alla genitorialità permissiva.

Cari amici, come ho detto all’inizio il mestiere di genitore è il più difficile al mondo, considerato anche che non esistono dei veri manuali per imparare l’arte educativa. Un genitore autorevole, dunque, è quello in grado di stabilire limiti chiari, ma allo stesso tempo capace di riconoscere e accogliere le emozioni del figlio, spiegare le ragioni del rispetto delle regole e favorire un dialogo aperto. Questo stile permette di costruire una relazione educativa solida, fondata sulla fiducia reciproca, sul rispetto dei ruoli e sull’autonomia graduale. Educare un figlio non significa solo insegnargli a “comportarsi bene”, ma aiutarlo a diventare una persona consapevole, libera e responsabile. E questo richiede ai genitori equilibrio, pazienza e una continua disponibilità a mettersi in gioco.

A domani.

Mario

mercoledì, dicembre 17, 2025

IL RAPPORTO TRA L'INTELLIGENZA UMANA E QUELLA DELLE PIANTE. LA FORTE RELAZIONE ESISTENTE TRA IL MONDO UMANO E QUELLO VEGETALE.


Oristano 17 dicembre 2025

Cari amici,

Il MONDO VEGETALE ha sempre insegnato molto all'uomo, non solo fornendo risorse vitali come ossigeno, cibo e materiali, ma anche attraverso la sua intelligenza, resilienza e i suoi modelli organizzativi, ispirando soluzioni per la medicina, l'architettura sostenibile e la comprensione delle Comunità, come dimostrano le ricerche dei numerosi scienziati che da tempo studiano la loro capacità di comunicare, di adattarsi e costruire reti complesse, suggerendo modi più diffusi e meno gerarchici di vivere e organizzarsi.

Una eccellente studiosa di questi meccanismi vegetali è la botanica, Robin Wall Kimmerer che si è posta tante domande sul funzionamento del mondo vegetale, visto dal punto di vista della scienza. Come appartenente alla Nazione Potawatomi (Società indigena dell'America Settentrionale, di lingua algonchina, un tempo abitante le isole e le sponde della Baia Green nel Lago Michigan), Lei sa che piante e animali sono i nostri primi maestri. Nelle pagine del libro l’intreccio tra uomo e natura evidenzia la meraviglia di questi interessanti approcci, trascinando il lettore in un viaggio tra mito e scienza, sacro e storico, cultura e saggezza.

Nel ripercorrere la propria esperienza di scienziata, di indigena nativa, madre e donna, l'autrice mostra in che modo gli altri esseri viventi - siano essi salici o giunchiglie, fragole o falene, salamandre, alghe o l'erba sacra che chiamano sweetgrass - ci offrano insegnamenti preziosi, anche se abbiamo dimenticato come ascoltarne le voci. Il libro, "La meravigliosa trama del tutto", evidenzia le oscure forze che oggi la minacciano, e che è necessario portare avanti un'idea ben precisa: il risveglio, sempre più urgente, di una decisa coscienza ecologica, con il riconoscimento e la celebrazione del nostro rapporto con il resto del mondo vivente; perché solo quando sapremo dedicare attenzione ai linguaggi delle altre creature potremo comprendere la generosità della terra. E impareremo a ricambiare i suoi doni.

Si, amici, dall’intreccio tra cultura indigena, scienza occidentale e mondo vegetale, dobbiamo ricavare una seria riflessione su come ripensare il legame tra esseri umani e natura. Per approfondire, se andiamo a leggere cosa è riportato nella prefazione al libro di Monica Gagliano, “Così parlò la pianta” (2022), diventato un testo di riferimento per gli studi sulle modalità attraverso cui le piante sentono e comunicano tra di loro, Suzanne Simard, professoressa di forest ecology presso la University of British Columbia (Vancouver, Canada), annota uno spunto illuminante su cui è opportuno soffermarsi.

La professoressa Suzanne Simard mette in relazione le recenti scoperte scientifiche sulla sensibilità e sull’intelligenza vegetale con la saggezza degli aborigeni del Nord America, depositari dei segreti della vita delle piante e delle foreste. Prima di qualsiasi brevetto scientifico occidentale, è stato il sapere delle Comunità indigene a rivelare la dimensione relazionale della vita vegetale, il profondo legame tra uomo e piante, individuando nella vita e nel comportamento delle piante quegli aspetti che oggi riscopriamo attraverso gli occhi della scienza, della filosofia e della biologia vegetale, e soprattutto mostrando la necessità di preservare l’interdipendenza tra ambiente naturale ed esseri viventi.

La Simard, amici, ha cercato di ristabilire la connessione rigenerativa tra l’uomo e le foreste, cioè con la natura, in un periodo in cui i cambiamenti climatici segnano un profondo mutamento dell’ambiente naturale. Partendo dal concetto di collaborazione delle piante, la Simard suggerisce di compiere una vera e propria re-immersione nel mondo vegetale e nelle sue interrelazioni. L’intelligenza e la saggezza della foresta che la Simard svela nel libro è data dalla relazionalità e dallo scambio di informazioni che la vita sotterranea indica, e che l’autrice ha brillantemente individuato nelle reti micorriziche, sistemi fungini sotterranei che collegano gli alberi e consentono lo scambio di informazioni e sostanze nutritive.

Cari amici, è tempo che l’uomo riapra l’antico dialogo con il mondo vegetale. Oggi, nonostante il progresso scientifico, è ancora il sapere delle Comunità indigene a rivelare la grande dimensione relazionale da sempre esistente tra la vita dell’uomo e la vita vegetale, ovvero il profondo legame che mai, tra questi due mondi, dovrà tramontare!

A domani.

Mario

martedì, dicembre 16, 2025

I PERICOLI E I RISCHI DEL MONDO DIGITALE. L’IMMENSITÀ DELLA RETE PER FUNZIONARE AL MEGLIO HA I SUOI GUARDIANI. PER LA NOSTRA TRANQUILLITÀ C’È IL SISTEMA “CLOUDFLARE”.


Oristano 16 dicembre 2025

Cari amici,

Che al giorno d’oggi, oramai, tutta la vita economica e sociale si svolga utilizzando la rete Internet è una realtà inequivocabile. Praticamente tutto, dalle Banche ai Supermercati, dalla Farmacie All’Assistenza sanitaria, dalle Imprese alla Pubblica Amministrazione, viene amministrato utilizzano la rete. Ci siamo talmente abituati al mondo di INTERNET, che non abbiamo mai pensato a cosa potrebbe succedere se, all’improvviso, tutto si bloccasse, come quando manca la luce!

Proviamo a metterci nei panni di uno di un uomo d’affari che, in possesso di una bella Carta di credito si trova all’estero e si reca in uno sportello automatico per prelevare e lo trova non funzionante. La sua Carta o il Bancomat, non funzionano, né al ristorante, né al supermercato, in farmacia o in albergo! Privo di contanti, è come un pesce fuor d’acqua! Tutto, infatti, si ferma: dall’economia all’informazione e alla comunicazione. Eppure il blackout non è un’astrusa ipotesi, ma una concreta, possibile realtà. E qualche avvisaglia, in effetti, il mondo l’ha già vissuta, come il blackout accaduto nel luglio 2019 e nuovamente nel giugno 2022.

La rete Internet, amici lettori, in realtà è immensa. Milioni e milioni di siti sono presenti in tutto il mondo e, una rete così grandiosa, ha bisogno di un coordinamento, di un servizio, che consenta di svolgere al meglio il lavoro di ogni sito. Come ha sottolineato anche la BBC, si stima che il 20 per cento dei siti di tutto il mondo utilizzi una forma di servizio offerta da una società: la CLOUDFLARE. Questa, infatti, svolge un servizio di “intermediazione” tra il visitatore (l’utente, uno di noi che si collega) e il server del sito, garantendone sicurezza e funzionamento.

Fondata a San Francisco nel 2009, la società CLOUDFLARE è impegnata nel Content delivery network, (rete per la consegna dei contenuti), ma svolge anche servizi di DNS, ossia il sistema che assegna i nomi ai nodi della Rete. Tra le altre cose, offre anche servizi di sicurezza, volti a proteggere da eventuali attacchi informatici, che puntano a rendere indisponibili un server o una rete, sovraccaricandoli con un’ampia quantità di traffico da molteplici fonti compromesse. Ciò implica che, quando Cloudflare va in down, anche i portali e siti che vi si appoggiano smettono di funzionare.

Di recente tutto il mondo ha assistito ad una improvvisa giornata nera di Internet. Attorno alle ore 12.17 del 12 di novembre, infatti, migliaia di siti web e applicazioni hanno smesso di funzionare a livello globale. Un blackout digitale che ha coinvolto piattaforme social tra cui X, servizi di intelligenza artificiale come ChatGPT o altri strumenti di OpenAI e i collegamenti con numerose testate di informazione. La ragione? Un necessario fermo di CLOUDFLARE, che ha dovuto aggiornare la propria struttura operativa per continuare a garantire sicurezza, connessione e prestazione a milioni di siti web e app online in tutto il mondo.

Amici, l’WEB è una giungla moderna, dove sono presenti particolari “bestie feroci”, che operano ben nascoste, e i loro “attacchi informatici” cercano di mandare in tilt un sito sommergendolo di richieste. CLOUDFLARE, come una sorta di ‘buttafuori esperto’, riconosce chi sta creando il caos e lo blocca prima ancora che raggiunga la porta d’ingresso. Lo fa analizzando i comportamenti sospetti, filtrando il traffico malevolo e lasciando passare solo gli utenti reali. La combinazione di velocità e sicurezza ha trasformato questo servizio in un alleato quasi indispensabile. Insomma il servizio di Cloudflare è diventato un pezzo essenziale dell’infrastruttura di Internet: invisibile, ma onnipresente! Una protezione che funziona così bene da farci dimenticare la sua esistenza.

Cari amici, quando navighiamo in rete, non pensiamo mai a ciò che accade dietro le pagine che scorrono sullo schermo. Eppure, a proteggere molti dei siti che visitiamo ogni giorno c’è proprio CLOUDFLARE, una sorta di ‘scudo digitale’ capace di fermare attacchi informatici, velocizzare il caricamento delle pagine e garantire che un sito resti online anche nei momenti più affollati. È una presenza discreta, ma decisiva. Pensiamoci, cari lettori: il WEB, purtroppo, non è tutto rose e fiori!

A domani.

Mario

lunedì, dicembre 15, 2025

L’ISTRUZIONE OBBLIGATORIA E L’“HOMESCHOOLING": QUANDO I GENITORI DECIDONO DI ISTRUIRE DIRETTAMENTE I PROPRI FIGLI.


Oristano 15 dicembre 2025

Cari amici,

Il recente caso della famiglia che abitava nel bosco, priva anche dei primari servizi necessari al giorno d’oggi,  sta facendo parlare molto, in particolare facendo riflettere sulla responsabilità educativa e formativa genitoriale, ovvero quella di dare un’adeguata istruzione e preparazione ai propri figli minori. Questi godono di diritti ai quali i genitori non possono mancare, tant’è che nel caso in parola, sono stati provvisoriamente allontanati dalla famiglia. Proprio la storia triste di questi bambini, fatti crescere in una casa isolata nel bosco, in provincia di Chieti, porta tutti noi ad interrogarci sull'educazione e sulla grande responsabilità genitoriale.

A chi si è scagliato contro la decisione di far crescere questi bambini fuori dalla scuola si deve però dire che l’istruzione data al minore direttamente dai genitori, in Italia è legalmente possibile, ovviamente a determinate condizioni. Noto anche come istruzione parentale in Italia, L'HOMESCHOOLING è un sistema educativo in cui i genitori scelgono di istruire i propri figli a casa invece di iscriverli a una scuola tradizionale. Quando, però, i genitori scelgono l’istruzione parentale devono farlo contattando il dirigente scolastico della scuola dove il minore avrebbe dovuto studiare.

Alla richiesta, di norma segue il benestare rilasciato dal dirigente scolastico, che dispone delle verifiche  sia sulla fondatezza della richiesta fatta che della scuola più vicina; viene rilasciata una dichiarazione, relativamente alla capacità tecnica e/o economica di chi deve provvedere all’insegnamento parentale. Richiesta e verifica da rinnovare anno per anno. Il minore sostiene ogni anno un esame di idoneità di passaggio all’anno scolastico successivo in qualità di candidato esterno presso una scuola statale o paritaria, fino all’assolvimento dell’obbligo di istruzione.

Amici, come accennato prima, l’homeschooling in Italia è consentito, e i bambini ricevono l’educazione e l’istruzione scolastica a casa, seguendo in questo modo programmi di studio personalizzati.  L’homeschooling, infatti, permette di adattare il percorso educativo ai ritmi e alle esigenze specifiche del bambino, favorendo un apprendimento più flessibile e individualizzato. I genitori possono scegliere di utilizzare libri di testo, materiali digitali, corsi online o esperienze pratiche, spesso integrando attività extracurricolari. Nel nostro Paese questo tipo di istruzione  è disciplinato dall’art 34 della Costituzione e dall’ art. 111 del Decreto Legislativo 297/1994.

L’articolo 34 della Costituzione sancisce che “L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”, senza però specificare che debba avvenire esclusivamente all’interno di una scuola, nel senso tradizionalmente inteso, o in altro modo. Il Decreto Legislativo 297/1994, all’articolo 111, specifica chiaramente che è consentito ai genitori di provvedere direttamente all’istruzione dei propri figli, purché siano in possesso delle competenze e dei mezzi idonei.

Cari amici, concludendo questa riflessione, tornando ai recenti, dolorosi fatti accennati in premessa, c’è da dire che l’istruzione parentale - in quel caso - non era certo l’unico problema! Ben venga, certo, l’educazione parentale quando per ragioni particolari sia ritenuta necessaria per permettere una personalizzazione del percorso educativo, adattandolo ai bisogni del minore, ma frequentare una scuola pubblica comporta un altro aiuto importante nella crescita del minore: la socializzazione! La formazione scolastica in una scuola pubblica  non è solo nozionismo, ma una sociale scuola di vita!

A domani.

Mario