Oristano 17 dicembre 2025
Cari amici,
Il MONDO VEGETALE ha
sempre insegnato molto all'uomo, non solo fornendo risorse vitali come
ossigeno, cibo e materiali, ma anche attraverso la sua intelligenza, resilienza
e i suoi modelli organizzativi, ispirando soluzioni per la medicina,
l'architettura sostenibile e la comprensione delle Comunità, come dimostrano le
ricerche dei numerosi scienziati che da tempo studiano la loro capacità di
comunicare, di adattarsi e costruire reti complesse, suggerendo modi più diffusi e
meno gerarchici di vivere e organizzarsi.
Una eccellente studiosa
di questi meccanismi vegetali è la botanica, Robin Wall Kimmerer che si
è posta tante domande sul funzionamento del mondo vegetale, visto dal punto di
vista della scienza. Come appartenente alla Nazione Potawatomi (Società
indigena dell'America Settentrionale, di lingua algonchina, un tempo abitante
le isole e le sponde della Baia Green nel Lago Michigan), Lei sa che piante e
animali sono i nostri primi maestri. Nelle pagine del libro l’intreccio tra
uomo e natura evidenzia la meraviglia di questi interessanti approcci, trascinando
il lettore in un viaggio tra mito e scienza, sacro e storico, cultura e
saggezza.
Nel ripercorrere la
propria esperienza di scienziata, di indigena nativa, madre e donna, l'autrice mostra in che
modo gli altri esseri viventi - siano essi salici o giunchiglie, fragole o
falene, salamandre, alghe o l'erba sacra che chiamano sweetgrass - ci
offrano insegnamenti preziosi, anche se abbiamo dimenticato come ascoltarne le
voci. Il libro, "La meravigliosa trama del tutto", evidenzia le oscure forze che oggi la minacciano, e che è
necessario portare avanti un'idea ben precisa: il risveglio, sempre più
urgente, di una decisa coscienza ecologica, con il riconoscimento e la
celebrazione del nostro rapporto con il resto del mondo vivente; perché solo
quando sapremo dedicare attenzione ai linguaggi delle altre creature potremo
comprendere la generosità della terra. E impareremo a ricambiare i suoi doni.
Si, amici, dall’intreccio
tra cultura indigena, scienza occidentale e mondo vegetale, dobbiamo ricavare una
seria riflessione su come ripensare il legame tra esseri umani e natura. Per approfondire, se andiamo a leggere cosa è riportato nella prefazione al libro di Monica Gagliano, “Così parlò la pianta” (2022), diventato
un testo di riferimento per gli studi sulle modalità attraverso cui le piante
sentono e comunicano tra di loro, Suzanne Simard, professoressa di
forest ecology presso la University of British Columbia (Vancouver, Canada),
annota uno spunto illuminante su cui è opportuno soffermarsi.
La professoressa Suzanne
Simard mette in relazione le recenti scoperte scientifiche sulla
sensibilità e sull’intelligenza vegetale con la saggezza degli aborigeni del
Nord America, depositari dei segreti della vita delle piante e delle foreste.
Prima di qualsiasi brevetto scientifico occidentale, è stato il sapere delle Comunità
indigene a rivelare la dimensione relazionale della vita vegetale, il profondo
legame tra uomo e piante, individuando nella vita e nel comportamento delle
piante quegli aspetti che oggi riscopriamo attraverso gli occhi della scienza,
della filosofia e della biologia vegetale, e soprattutto mostrando la necessità
di preservare l’interdipendenza tra ambiente naturale ed esseri viventi.
La Simard, amici, ha
cercato di ristabilire la connessione rigenerativa tra l’uomo e le foreste,
cioè con la natura, in un periodo in cui i cambiamenti climatici segnano un
profondo mutamento dell’ambiente naturale. Partendo dal concetto di
collaborazione delle piante, la Simard suggerisce di compiere una vera e
propria re-immersione nel mondo vegetale e nelle sue interrelazioni.
L’intelligenza e la saggezza della foresta che la Simard svela nel libro è data
dalla relazionalità e dallo scambio di informazioni che la vita sotterranea
indica, e che l’autrice ha brillantemente individuato nelle reti micorriziche,
sistemi fungini sotterranei che collegano gli alberi e consentono lo scambio di
informazioni e sostanze nutritive.
Cari amici, è tempo che
l’uomo riapra l’antico dialogo con il mondo vegetale. Oggi, nonostante il
progresso scientifico, è ancora il sapere delle Comunità indigene a rivelare la
grande dimensione relazionale da sempre esistente tra la vita dell’uomo e la
vita vegetale, ovvero il profondo legame che mai, tra questi due mondi, dovrà
tramontare!
A domani.
Mario














































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