Oristano
3 Febbraio 2013
Cari
amici,
quand’ero
ragazzo i mezzo di comunicazione di massa (come noi oggi abitualmente li
definiamo) erano molto scarsi. Poche le radio nelle case, pochissimi i telefoni,
ubicati in un esercizio pubblico, niente TV, telefonini cellulari o computer. La
comunicazione avveniva in modo “fisico”, naturale, più o meno cordiale, senza
fantascientifici mezzi elettrici o elettronici. Eppure l’uomo è, per sua natura,
un essere sociale e la Società umana ha, da sempre, costante bisogno di
comunicare per stare insieme, per convivere, per raggiungere i suoi obiettivi. Per fare
questo l’uomo ha cercato di migliorare costantemente i mezzi di comunicazione, necessari
per raggiungere velocemente gli altri individui,
soprattutto quelli lontani. Dall'antichità ad oggi, il
sistema di comunicazione fra gli esseri umani è diventato sempre più complesso,
ed oggi noi assistiamo ad una
comunicazione fortemente tecnologica, capace di una costante interazione, in
audio e video, anche a distanze lontanissime ed in tempo reale.
La
globalizzazione ha portato con se la trasformazione del mondo in un unico
villaggio globale, dove la “Rete”, immensa moltitudine di collegamenti in tempo
reale, consente di collegare l’intero mondo in un istante. All’illusione che tutto
questo crea, di annullamento del tempo e dello spazio, fa da contraltare un’altra
realtà arida e terribile: il costante aumento della “socialità virtuale” a scapito della “socialità reale”. Quante volte, in attesa nelle stazioni
ferroviarie o negli aeroporti, abbiamo osservato quella fiumana di gente che
pur sfiorandosi, toccandosi, continuava a transitare in assoluta solitudine, immersa
nei propri pensieri, ignorandosi l’un l’altro, come prigionieri di un sortilegio
che impediva il dialogo? Si, cari amici, gli spazi di antica memoria, le
piazze, luoghi di ritrovo dove si
svolgeva la vita sociale, sono oggi solo luoghi di “transito”, attraversati da
quella folla solitaria cosi ben descritta da Riesman nel suo libro “La folla
solitaria”. Libro simbolo dell’uomo moderno che ha perso la sua individualità
per diventare “uomo-massa”, eterodiretto, educato alla scuola del conformismo,
schiacciato dal bisogno di approvazione e di successo, abitante di un mondo
governato dalle apparenze, e che, spogliato della propria individualità, si
ritrova anonimo, solo e disarmato, nella
moltitudine che gli si affolla intorno.
Questa arida
trasformazione epocale ha portato l’uomo a costruirsi altri “luoghi virtuali” di
incontro e di comunicazione, perché il suo Io, almeno sulla comunicazione, non
ha mai voluto abdicare! Ecco allora la prima sostituzione: il moltiplicarsi
delle comunicazioni via telefono, attraverso l’invio e la ricezione di una
moltitudine di SMS, messaggi telegrafici che utilizzano, soprattutto in campo
giovanile, anche un nuovo sintetico linguaggio.
A seguire l’utilizzo pieno del nuovo straordinario strumento: Internet. La “rete”
ha aperto nuovi spazi e nuovi luoghi di informazione e di relazione, costruendo
uno scenario ben diverso dal precedente. Interne ha creato un mondo “virtuale”,
parallelo a quello reale, di impressionante impatto e di massiccio utilizzo. I
recenti dati statistici evidenziano che nel mondo gli host collegati nel 2012
erano 908.586.000. Gli utenti italiani connessi a internet sono passati dai 38
milioni del 2011 a 41 milioni nel 2012. Circa l’utilizzo fatto della rete si
evidenzia che chi naviga su Internet lo usa abitualmente per effettuare la
ricerca di informazioni di suo interesse, (97,4%) e per inviare e riceve mail
(94,1%). Quasi il 50% degli internauti legge
un Blog (49,3%), chatta (45,2%), gioca con i videogiochi online (40,6%),
scarica musica/film/giochi/video (38,3%) e legge e scrive su un forum (35,6%).
I social network vengono frequentati dal 71,9% degli
utilizzatori della rete e il 63% fa
acquisti online grazie a offerte e
sconti.
Blog, Chat, Forum e Social Network, i nuovi
strumenti di comunicazione e di incontro
in essere!
Il blog,
in particolare, è lo strumento che ha liberalizzato la possibilità di esprimere
senza censure il proprio pensiero. Operazione prima difficile e costosa e che
oggi, invece, consente, praticamente senza costi, di far conoscere a milioni di
persone la propria “voce”. La parola blog nasce dalla contrazione di web-log, un termine tratto dal lessico
nautico che sta a significare “diario in rete”. Ed effettivamente, alla sua
comparsa, il blog aveva la caratteristica principale di essere una sorta di
“diario segreto”, quello in cui si scrivono i pensieri più intimi, o le
avventure del quotidiano. Solo che il diario non era più cartaceo, non aveva
lucchetto e chiave da nascondere con cura, ma veniva condiviso con tutti gli
utenti interessati a leggere. I blog in voga oggi, invece, sono
quelli di informazione, sul modello giornalistico. La motivazione principale,
probabilmente, è quella di raccontare i fatti con il proprio pensiero, con la
propria opinione, in quanto spesso la realtà ufficiale viene percepita come
faziosa o incompleta. I blogger, invece, hanno la possibilità di esprimere in
totale libertà le loro idee, di riportare la notizia come meglio credono,
perché sono indipendenti e hanno come scopo principale l’informazione libera. O
almeno così dovrebbe essere. Libertà, quella dei blogger attuali, che si tenta
di imbrigliare, di controllare, di assoggettare insomma alla legge sulla
stampa, che risale al 1948.
Quella
degli eventuali limiti di espressione da imporre ai titolari di blog è una
questione spinosa e controversa. In Italia si è tentato di equipararli alle
pubblicazioni cartacee, applicando ad essi la relativa normativa sulla stampa.
Di recente, però, una sentenza della Cassazione ha stabilito che i blog di
informazione giornalistica non hanno l’obbligo, a differenza dei giornali
“convenzionali”, di registrazione e quindi i loro autori non sono punibili
secondo le stesse tipologie di infrazione. Questa sentenza ha sancito la
diversità del blog rispetto al giornale, tutelandone indirettamente la libertà
di espressione, ma allo stesso tempo smorzandone la carica informativa. Come
attestare la veridicità di una notizia riportata? Come tutelare le fonti di una
notizia? Come appellarsi al diritto di cronaca e di critica? Come tutelarsi da
un’eventuale notizia compromettente diffusa da un blog? Domande a cui non è
facile dare risposte. Districarsi nella selva dell’informazione giornalistica
online non è sicuramente una questione facile da affrontare. E’ certo, però,
che i blog rimangono un canale fondamentale di espressione. La loro libertà ne
è una caratteristica forse imprescindibile e limitarne o inquadrarne la
possibilità di espressione sarebbe forse come ucciderne l’essenza più
autentica, oltre che un compito obiettivamente arduo da affrontare. Basti
pensare alla Cina. Persino uno dei Paesi con il controllo più serrato dell’opinione
pubblica, che vieta a milioni di persone l’uso di facebook, twitter e youtube,
non riesce ad arginare la “fuga di informazioni” che vengono dai numerosi
microblog, gli unici canali di informazione ancora liberi all’interno del
rigidissimo sistema di controllo cinese.
Oggi,
l’avvento dei social network, che consentono una condivisione molto più
capillare e immediata dei pensieri, si dice che abbia causato una certa
diminuzione dei blog. Secondo il mio punto di vista questo non corrisponde al
vero. Facebook e Twitter non sono diventati, tutto ad un tratto, nemici del
blog, anzi essi sono uno strumento prezioso che aiuta il blogger a diffondere
il suo pensiero, anziché ucciderlo! Molti blogger li usano, infatti, per meglio
far conoscere i propri post, per coinvolgere un numero maggiore di lettori sul
proprio blog. Cosa che faccio anch’io. Sono strumenti che si usano per attrarre
più lettori possibili. Certo, ognuno fa della rete l’uso che più lo interessa.
Ognuno sceglie tra un Blog, Twitter o Facebook,
da soli o insieme. Molto, certamente, dipende da quello che si vuole fare. Se
voglio diffondere contenuti, video o foto, per avere un riscontro immediato,
senza approfondimento, allora il blog non credo sia la scelta giusta: devo
aprire una discussione su Facebook o Twitter. Se voglio far riflettere, se
voglio creare consapevolezza su un fatto, se voglio creare un approfondimento
su un argomento, parlare ad un pubblico di questa o quella tematica, o più
semplicemente scrivere per il gusto di farlo, ecco che il blog rimane la scelta
più adeguata e viva. Oggi, secondo i dati sempre aggiornati da BlogPulse, i
blog sono oltre 156 milioni (circa 2 milioni in Italia). Non mi sembra che
siano pochini, che ne dite?
Anche i
Social Network sono in perenne crescita. Secondo un recente sondaggio/intervista
Facebook è il social network più diffuso, Twitter si colloca al secondo posto,
usato da quasi un intervistato su 3 (31,7%), mentre al terzo posto c’è Linkedin
(16,1%) e Pinterest (4,5%). Il 91,2%
degli italiani che usa Facebook lo fa per guardare le attività e le foto degli
amici, l’89,1% per tenersi in contatto con i propri amici, il 69,2% per
condividere le proprie esperienze postando foto e video, il 68,1% usa le chat per discutere di fatti personali,
il 68,1% lo usa per tenersi aggiornato su eventi e incontri, il 57% per condividere
link interessanti. Infine sul tema degli incontri online più di un terzo di chi
usa Internet (34,8%) ha incontrato dal vivo una persona conosciuta su Internet;
il 38,3% è diventato amico di qualcuno conosciuto su Internet, mentre il 16,9%
riferisce di aver avuto una storia d’amore con una persona conosciuta in Rete.
Cari
amici, come vedete l’uomo continua, senza sosta a comunicare. Per me “comunicare”
è addirittura essenziale, vitale, quasi come respirare. Questo blog che state
leggendo ha circa 5 anni di vita e circa 400 lettori al giorno. Credo che l’avvento
dei social network non lo sostituirà, perché gli uni e gli altri viaggiano su
binari diversi. Non amo Facebook ( lo considero con poca privacy) ma sono su
Twitter. Uso quest’ultimo per reclamizzare e far conoscere il mio blog. Credo
che i due strumenti, insieme, possano darmi ancora la possibilità di continuare
a dire agli altri le cose che penso.
Grazie
della Vostra sempre gradita attenzione.
Mario
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