domenica, ottobre 21, 2012

PIAZZA MANNO: L’ASSORDANTE SILENZIO CHE CIRCONDA DA GIORNI LE DISMESSE CARCERI, GIA’ REGGIA DEGLI ARBOREA, RICHIAMA TUTTI, AUTORITA' E CITTADINI, A TROVARE UNA SERIA SOLUZIONE PER IL RECUPERO DI UN BENE DAL VALORE INESTIMABILE.


Oristano 21 Ottobre 2012


Cari amici,

passo ogni giorno nella fatiscente Piazza Manno e da qualche giorno colpisce un po’ tutti il silenzio che vi aleggia. Non basta il vociare dei pochi alunni che ancora frequentano il caseggiato del regio Liceo-Ginnasio a dare vita e colore alla piazza. Vuoto il largo marciapiede che per anni ha ospitato le auto di servizio della Polizia Penitenziaria e quelle di agenti e visitatori, come vuota e spoglia risulta la piazza, priva di tutto quel viavai di parenti dei reclusi che attendevano, seduti sulle panchine, l’orario delle visite. Sotto certi aspetti oggi la Piazza sembra ancora più inanimata, più vetusta, triste e abbandonata di prima.

Il pensiero corre al passato, ai tempi in cui quel fabbricato era la frequentata reggia degli Arborea. Uno come me, fantasioso e sognatore, colpito da questo assordante silenzio è portato oniricamente ad immaginare questa piazza un tempo famosa, piena di movimento, di uomini armati, di carrozze, di cortigiani e di uomini e donne che da quel palazzo dipendevano, nel bene e nel male. Questo luogo era certamente il sito principe della città di “Aristanis”, capoluogo del Giudicato, il più importante luogo d’incontro tra nobili, commercianti ed uomini d’affari. Quale differenza con l’attuale stato dei luoghi e quelli di allora! Oggi Piazza Manno è alla stregua di un “nobile decaduto”,  un pezzo della città tra i più trascurati: una piazza con le mattonelle sbrecciate, le panchine distrutte ed i pochi e tristi alberi presenti rifugio di innumerevoli volatili sporcaccioni, che contribuiscono ulteriormente a dare un  segno di degrado e abbandono.


I luoghi nel tempo cambiano è l’ineluttabile destino delle cose. Anche questa piazza ed il suo famoso palazzo giudicale, reggia degli Arborea, col tempo persero la funzione originaria: il palazzo, aggredito e violentato senza pietà, divenne per lunghi anni luogo di reclusione, carcere mandamentale; fu cosi “trasformata” l’originaria struttura, sovrapponendovi muraglioni e sbarre e modificandone l’uso. Liberato ora dall’ingombrante presenza lo storico sito, possiamo tirare un grande sospiro di sollievo: l’emergenza è finita, il carcere non c’è più. Questo significa che è arrivata l’ora di riappropriarci di quanto in passato sottratto con violenza. E’ tempo di pensare seriamente e concretamente a ridare alla struttura giudicale ed alla piazza antistante quella dignità antica che non può più essere rimandata. Sono certo che il nostro nuovo Sindaco, Guido Tendas, darà priorità a questo problema e che attiverà tutti quei procedimenti necessari per acquisire al patrimonio del Comune l’antica e nobile dimora. Ci vorrà certamente del tempo per un serio progetto di recupero e ripristino, per ritrovare l’architettura dell’antica struttura, nascosta dai tanti interventi successivi fatti per adattarla a luogo di pena; è necessario però agire subito, senza indugio alcuno. Non perdiamo del tempo prezioso scontrandoci sulle ipotesi di utilizzo di questo “gioiello” ritrovato. L’utilizzo che potrà esserne fatto è un problema “del dopo”, ora è necessario prima acquisire e poi ripristinare, in tutta la sua possibile interezza, l’originaria struttura giudicale. A lavoro finito dovrà, con grande attenzione, essere sistemata anche l’antica piazza, alla quale dovrà essere ridato quell’aspetto austero e decoroso, consono al ristrutturato palazzo giudicale che vi si affaccia.



Le ipotesi sul riuso della struttura che ospitava la Reggia Giudicale, sono diverse: potrà essere utilizzata come sede di rappresentanza del Comune, Museo del Giudicato, Sede dei Gremi e della Fondazione “Sa Sartiglia”, o come museo unico della Sardegna, per la conservazione delle numerose carte inerenti il periodo giudicale. L’importante è ridare dignità ad un angolo della città che più di altri ricorda il suo illustre passato.
Nella mia visione onirica vorrei che, domani, chi transiterà in piazza Manno, oristanese, sardo, continentale o straniero, possa, con ammirazione, vedere e toccare con mano un gioiello del suo passato: conoscere quello che Oristano ha rappresentato per il nostro territorio,  per la Sardegna ed anche per l’intera nostra Nazione.
Ebbene cari amici, usciamo dalla nostra proverbiale flemma, non restiamo semplici spettatori di un “qualcosa” che vorremo che altri facciano, sta a noi “cittadini di Oristano” lanciare la prima pietra! Attiviamoci tutti, in tutte le sedi, per ridare dignità ad Oristano, per recuperare uno spicchio del suo orgoglioso passato, per evitare che se ne perda anche il ricordo!
Grazie della Vostra attenzione
Mario


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