mercoledì, novembre 22, 2023

BASTA MASCHILISMO E VIOLENZA DI GENERE! BISOGNA RIPARTIRE DA UN SISTEMA EDUCATIVO RINNOVATO, AD INIZIARE DALLA SCUOLA PRIMARIA, RIPRISTINANDO LA COLLABORAZIONE TRA FAMIGLIA E SCUOLA.


Oristano 22 novembre 2023

Cari amici,

La violenza di genere costituisce una triste realtà che non accenna a fermarsi. L’ultimo fatto di cronaca, che ha sconvolto l’Italia intera, è l’ennesimo omicidio che ha riguardato una ragazza di 22 anni, Giulia Cecchettin, brutalmente uccida dal suo fidanzato Filippo Turetta. Questo terribile omicidio è la prova lampante che c’è qualcosa nel nostro sistema educativo che non funziona. Solo nel 2023 le donne uccise sono state ben 105, oltre quelle stuprate, abusate, maltrattate e seviziate. Quello in essere è un sistema educativo malato, se pensiamo che i principali protagonisti, la famiglia e la scuola, ovvero le due strutture base, deputate all’educazione e alla formazione dei ragazzi, da tempo non dialogano, anzi si combattono.

La domanda che in tanti si pongono è questa: “Cosa fare, come intervenire, per evitare questa inaccettabile violenza, in particolare giovanile, sulle donne, che continua senza sosta a mietere vittime”. In tanti pontificano e discutono, con commenti spesso anche inappropriati, e tante proposte sono sul tappeto, alcune valide, altre addirittura fantasiose, oppure da "scarica barile", come per esempio chi afferma che “i genitori non c’entrano nulla in quanto l’educazione viene fornita ai loro figli ma questi non la recepiscono”.

Io credo che nessuno possa autoassolversi, ritenersi senza colpa, perché “la deriva” educativa esiste, essendo iniziata nel momento in cui la famiglia e la scuola hanno smesso di dialogare e di sostenersi a vicenda. Ebbene, tra i tanti interventi presenti in rete, che propongono soluzioni serie, per Voi, amici lettori, ne ho scelto due, che ritengo, entrambi, interventi validi e costruttivi: quello di Paolo Crepet e quello di Matteo Lancini.

Crepet, è uno psichiatra, sociologo, saggista e opinionista italiano, Lancini è uno psicologo e psicoterapeuta, Presidente dell’Associazione Minotauro e docente all’Università di Milano Bicocca, oltre che un apprezzato studioso dei problemi giovanili. Credo che entrambi, nei due interventi che riporto, dicano senza peli sulla lingua cosa sarebbe necessario apportare dei cambiamenti nel nostro sistema educativo, per evitare simili tragedie. Paolo Crepet, nel suo focoso intervento, parte lancia in resta colpevolizzando proprio la famiglia. «I nostri ragazzi non sanno gestire la frustrazione. Si mollano con la ragazzina e vanno fuori di testa, senza proporzione. Ma questa è colpa dei genitori che non glielo hanno insegnato. O meglio, che non li hanno lasciati liberi nella vita di impararlo con le loro esperienze, correndo sempre a proteggerli», tuona Crepet, che aggiunge: «Genitori che pretendono di proteggerli da tutto, non consentendo loro di crearsi gli anticorpi per affrontare sfide e delusioni, fin da quando sono piccoli. Cascare dal cavallino a dondolo e farsi un po' di male fa parte della vita, mentre i genitori, da idioti, mettono la gomma piuma attorno al cavallino».

Questa ultra-protezione (sbagliata) fa crescere ragazzi fragili, incapaci di affrontare la sconfitta! Se da piccoli li abbiamo protetti anche dalle sbucciature e dai piccoli tagli, successivamente, una volta diventati grandi, resteranno nella convinzione che vincere è sempre possibile, certi che nella vita essi non possono assolutamente perdere! È tempo, amici miei, che i genitori smettano di super-proteggere sempre i figli! Da piccoli li lascino sbagliare quando fanno i poco significativi sbagli giovanili, perché altrimenti domani, da grandi, senza aver acquisito la consapevolezza che si può sbagliare, gli errori che faranno da banali potranno diventare pesantissimi, arrivando appunto anche al femminicidio.

Questo il consiglio-diagnosi di Paolo Crepet alle famiglie: «Mamme, papà siate rivoluzionari. Insegnate ai vostri figli a essere liberi. Lasciateli sbagliare, altrimenti non cresceranno e a 22 anni non sapranno gestire cose che avrebbero dovuto imparare a gestire a 16. Discostatevi dall'idea che la società ha di normalità. Cosa vuol dire avere un figlio normale? Vuol dire avere il bravo ragazzo che si fidanza con la ragazzina carina con la gonna corta ma non troppo, che sembra Taylor Swift?». Al primo rifiuto, sclererà e non lo accetterà!

Amici, dopo l’amara diagnosi di Paolo Crepet, ecco quella di Matteo Lancini. “Dobbiamo educare i ragazzi a scuola, lavorare sul contrasto al femminicidio fin dalla più tenera età, pensando ai cambiamenti di una società post narcisistica. Il tema non è il possesso patriarcale, ma la maggiore fragilità sociale e rapporti i cui vincoli sono relativi". Questo il pensiero di Lancini che, poi, entrando nei dettagli dice: "Dobbiamo cercare di capire che cosa passa nella mente di coppie adolescenti o nella giovane età adulta. Per molti ragazzi la prima fidanzatina è il secondo oggetto d’amore rispetto alla mamma e quando la relazione termina si crea un vuoto colmato con tristezza, rabbia, delusione. Dobbiamo intervenire sull’accettazione, prima che diventi violenza".

Amici, allora, ci chiediamo: “Quali strumenti educativi dovremmo usare per evitare che questa rabbia e questa delusione non diventino violenza?”. Secondo il professor Lancini (che utilizza innovativi strumenti attraverso "l’associazione Minotauro”), è a scuola che deve essere insegnato come gestire in modo paritario il rapporto di coppia; bisogna portare nelle classi il serio ragionamento che qualsiasi rapporto può avere un inizio e una fine, e considerare la fine di un rapporto come parte del rapporto stesso. “Bisogna imparare a lasciare e a essere lasciati; l'insegnamento della mediazione, nell'indirizzare alla comprensione e  all’abbandono, è vitale per i giovani, perché rabbia, tristezza e violenza verso sé e gli altri non siano più un dramma", conferma Lancini.

Cari amici, un po’ tutti sappiamo che fare il genitore è la cosa più difficile del mondo, ma proprio per questo dobbiamo essere sempre pronti a recepire consigli e suggerimenti, come per esempio quello di evitare assolutamente di iper-proteggere i nostri figli, rimarcando ed evidenziando, senza timore, quando essi sbagliano, sia a scuola che nella vita! La rottura del connubio tra la famiglia e la scuola sta portando pericolosi frutti avvelenati, e proprio per questo bisogna ripristinare al più presto questo legame. Scuola e famiglia debbono "Educare insieme", se vogliamo salvare una gioventù che si sta perdendo…

A domani.

Mario

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