Oristano 30 Aprile 2011
Cari amici,
abbiamo recentemente parlato del silenzio e del suo immenso valore. Oggi, nella mia solita lettura dei giornali, ho appreso che a Torino è nata una nuova Associazione a cui è stato dato il nome di "ACCADEMIA DEL SILENZIO".
La cosa, di questi tempi, votati in toto al rumore costante, alienante, oltre che assordante, mi è sembrata addirittura quasi pazzesca! Eppure è vero. Ecco quanto riporta oggi L'Unione Sarda, nella pagina della cultura.
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Oggi al circolo dei lettori
Nasce a Torino l'Accademia del Silenzio.
Sabato 30 aprile 2011
Un'accademia per meditare su quante facce può avere il silenzio, in quanti modi si può vivere ed esprimere. Si aprirà oggi a Torino con una vera e propria «maratona silente» al Circolo dei lettori, luogo di dibattiti, presentazione di libri, ma anche di letture corali, pubbliche o individuali.
L'Accademia del Silenzio ricorda la prima stanza del silenzio che venne aperta nel 1954 dall'allora segretario delle Nazioni Unite, Dag Hammerskjoeld. Per lui era un vero e proprio spazio di meditazione in cui, da evangelico protestante cercava nella Bibbia ispirazione alle scelte che era chiamato a compiere nella politica internazionale. Con scopi meno impegnativi l'Accademia, da un'idea di Duccio Demetrio e Nicoletta Polla-Mattiot, si propone di condividere il significato del silenzio nella propria vita, il senso esistenziale, civile, educativo di questa necessità vitale, per leggere e condividere insieme scritture personali, poetiche, narrative dedicate al silenzio. Nell'assordante mondo contemporaneo vuol essere un'oasi di pace in cui - dicono i promotori -innanzitutto saper ascoltare: se stessi e gli altri, rispettandone, appunto, anche i silenzi.
La «maratona silente» è una non stop di interventi di intellettuali e artisti, per festeggiare insieme, la nascita dell'Accademia. Il programma prevede anche una performance di tango muto e racconti di donne straniere in Italia. Tra i tanti eventi Maurizio Ferraris, docente Filosofia teoretica all' Università di Torino, che interverrà sul silenzio che si scrive, il filosofo Margo Vergani che parlerà sul silenzio come la risposta negata. E poi il silenzio nella tradizione sacerdotale indiana antica, il silenzio nell'educazione alla pace di cui tratterà Doju D. Freire, monaca buddista zen del Global Peace Initiative of Women. «Il silenzio musicale come esperienza estetica» è l'argomento di Emanuele Ferrari, musicologo, musicista, ricercatore Università di Milano-Bicocca. Tra gli ospiti Rita Hokai Piana, monaca zen del Comitato Interfedi Città di Torino e Luciano Manicardi (Comunità ecumenica di Bose).
Noi che da sempre viviamo in un'isola bellissima dove il silenzio lo si può trovare praticamente dappertutto! Un silenzio fatto di ambiente incontaminato: campagne e boschi dove l'unico rumore è dato dal movimento degli animali, di spiagge praticamente deserte dove il silenzio è rotto all'improvviso solo dall'urlo del gabbiano, di piccoli paesi dove il sole illumina le stradine deserte percorse di corsa solo da qualche gruppo di bambini (pochi) impegnati a rincorrersi in modo giocoso.
Un silenzio fatto di cultura: composta da un'infinità di nuraghi,villaggi neolitici, tombe di giganti, betili, domus de janas, solo per citare i monumenti più antichi, senza scordare le Chiese romaniche, sparse nelle nostre campagne dove prima sorgevano importanti villaggi.
Un silenzio fatto di Storia millenaria: dalle torri moresche costiere agli insediamenti fenici, punici e romani, tra cui Tharros e Nora, solo per citare i più importanti.
Ul silenzio, però, che a noi sardi piace "gustare da soli", custodire gelosamente per noi: un gioiello che non vogliamo assolutamente dividere con altri!
Questo ragionamento, giusto se vogliamo, quando le condizioni economiche lo permettono, credo possa ritenersi abbastanza errato, quando, invece, queste condizioni non ci sono.
La Sardegna attraversa da tempo una situazione economica fragile e sbilanciata. Tra le tante risorse di cui potrebbe disporre ha da aggiungere sul piatto del "Turismo" anche questo stupendo bene, quale è il silenzio. E' questo un bene che, opportunamente utilizzato, messo a disposizione dei tanti che di questo silenzio potrebbero godere, costituirebbe un ottimo veicolo trainante, capace di portare nell'isola non pochi visitatori, ai quali "vendere" gli ulteriori altri beni e servizi di cui disponiamo.
Ma tant'è...così non è!
E' il nostro individualismo, la nostra incapacità commerciale di fare "gruppo", di associarci, per risolvere - insieme - i problemi, che impedisce tutto questo.
Dovremo invece cambiare mentalità, rimboccarci le maniche e, tutti insieme, lavorare sodo per creare lavoro e risorse per i tanti giovani che, invece, per necessità debbono emigrare, mentre la disoccupazione continua ad avanzare e l'economia permane a livello di pura sopravvivenza.
Un antico proverbio sardo dice che "su troppu istruppiada", gli eccessi sono dannosi! Mettiamo a disposizione degli altri i nostri beni, i nostri tesori, unici ed irripetibili, siamo abili commercianti, senza svendere e senza svenderci, salvaguardando il nostro patrimonio ma dando gli valore e reddito, facendo crescere la nostra terra e chi la abita.
Riflettiamoci, seriamente.
Mario
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