Oristano, Sabato 28 Agosto 2010
Cari Amici,
oggi voglio parlarVi dell'Aloe e della sua storia millenaria. Credo che sia interessante conoscere le sue virtù, ma anche il suo lungo percorso terapeutico che è lungo oltre 4.000 anni!
L'aloe è una pianta perenne della famiglia delle Aloeacee ( liliaceee ) a cui appartengono oltre 200 specie soprattutto africane (è anche la denominazione dell'agave americana che ha foglie molto simili a quelle delle piante di aloe). La pianta predilige i climi caldi e secchi. È una pianta carnosa perenne a portamento arbustivo, alta circa 1 m., anche se è possibile trovarne alcune oltre i 2 m.. Il suo habitat: Africa settentrionale, Arabia, Madagascar, regioni desertiche, Moldavia (Shishkani), Messico, Santo Domingo, Cuba.
Nel mondo l'aloe è coltivata in Africa, Australia, America settentrionale, America centrale, Russia, Giappone.
Nella pianta le foglie sono disposte a ciuffo, semplici, lunghe 40-60 cm, lungamente lanceolate, con apice acuto, presentano cuticole molto spessa e sono carnose a causa degli abbondanti parenchimi acquiferi presenti al loro interno. Presentano spine solo lungo i lati.
Lo scapo fiorifero che si innalza dal centro delle foglie è costituito da un'infiorescenza a racemo con asse ingrossato. I colori vanno dal giallo al rosso.
La moltiplicazione dell'aloe avviene per seme o per divisione dei polloni che si formano alla base della pianta. In Europa, le uniche coltivazioni di una certa estensione si trovano in Spagna. Ne stanno sorgendo anche in Italia meridionale, ma sono ancora di dimensioni limitate. Le coltivazioni spagnole, essendo la Spagna membro dell'Unione Europea, sono obbligate a rispettare norme di produzione molto più stringenti rispetto agli altri Paesi, garantendo così un prodotto di qualità migliore.
L'uso terapeutico dell'aloe è molto antico, come testimoniato dal testo cuneiforme di alcune tavolette d'argilla ritrovate sul finire dell'Ottocento da un gruppo di archeologi nella città mesopotamica di Nippur, nei pressi di Bagdad, in Iraq, e databili attorno al 2000 a.C. Nel testo si legge "... le foglie assomigliavano a foderi di coltelli". Da questa osservazione di archeo-botanica si evince la conoscenza da parte degli Assiri della pianta e di alcune sue proprietà.
Le sue virtù terapeutiche erano in passato cosi venerate ed apprezzate da attribuirgli una denominazione quasi sopranaturale: “ Pianta del miracolo”.
Dai Sumeri agli Egiziani, dai Cinesi agli Indiani, dai Greci ai Romani, da migliaia di anni non c’è popolo che non abbia celebrato le virtù salutari, medicamentose, curative e terapeutiche dell’Aloe. L’incendio dell’antica Babilonia, l’attuale Bagdad, ha cancellato la città ma non i manoscritti dell’epoca perché realizzati su tavolette di argilla che, ben cotte, si sono potute conservare integre fino a noi. La scrittura cuneiforme su queste terrecotte è stata decifrata e tra i tanti documenti, che ci rivelano la civiltà dell’epoca, ce ne sono alcuni con dettagliate ricette di Aloe per numerosi disturbi e patologie interne ed esterne. Anche il Papiro egizio Ebers, risalente al 1550 avanti Cristo, descrive l’utilizzo dell’Aloe per uso medico e cosmetico. E’ noto, infatti, che le regine d’Egitto Nefertiti e Cleopatra mantenevano la pelle del viso e del corpo fresca e giovane con l’Aloe. Gli Ebrei, fuggiti dall’Egitto, portarono con sé in Palestina i segreti dell’uso dell’Aloe tanto che il re Salomone ne diventò un grande estimatore delle sue proprietà aromatiche e terapeutiche. E’ citata in più punti persino nella Bibbia. I Templari si tenevano in buona salute bevendo l’ ”Elisir di Gerusalemme”, una miscela di vino di palma, polpa di Aloe e di canapa, convinti che garantisse anche una straordinaria longevità. Si narra che Alessandro Magno conquistò l’isola di Socotra perché ricca di queste piante che portava in vasi su carri nelle sue spedizioni militari per curare le ferite dei soldati. La pianta si diffuse anche in estremo oriente, in India, in Tibet, in Malesia ed in Cina dove i dottori cinesi la chiamarono “Rimedio Armonioso”, in India gli Indù “Guaritrice silenziosa”, in Russia “Elisir di Longevità”, gli indiani d’America Seminole “Fontana della Giovinezza”, invano cercata dall’esploratore Ponce de Leon. Ancora oggi i Beduini ed i Tuareg del deserto chiamano questa pianta “Giglio del Deserto”.
Bisogna però arrivare all’”Erbario Greco” di Dioscoride (41-68 d.C.) per trovare un vero trattato erboristico che sicuramente riprende ciò che fino ad allora si tramandava a voce di generazione in generazione. Dioscoride, al seguito dell’esercito romano, ci fa scoprire che l’Aloe non solo veniva utilizzata come cicatrizzante per le ferite, le scottature, le emorragie, le contusioni, ma anche per l’acne ed i foruncoli; con l’aloe trovano sollievo anche le emorroidi, le irritazioni del prepuzio, il prurito, le ulcere ai genitali, le irritazioni delle tonsille, della gola e delle gengive. La pelle secca ed asciutta ne trae gran giovamento, rigenerandosi. Più o meno contemporaneo di Dioscoride troviamo anche Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) che riprende ed amplia quanto affermava il famoso medico greco. Scopriamo così che l’Aloe veniva utilizzata per molti disturbi e persino per ridurre la traspirazione, forse il primo deodorante della storia. Il suo succo veniva miscelato con oli vari ed altre sostanze, perché non si credeva cha da sola potesse essere così potente. Nel medioevo e nel rinascimento la ritroviamo negli scritti dei Monaci, che gli aggiunsero il suffisso Vera, Aloe Vera, per distinguerla dalle numerose altre specie della famiglia. I Gesuiti ed ei Benedettini, poi, portarono l’Aloe, insieme ad altre piante officinali, nel nuovo mondo al seguito degli spagnoli e dei portoghesi. Proprio alle Barbados la pianta trovò un terreno ed un clima ideali a tal punto che il botanico Miller la volle chiamare Aloe Vera Barbadensis Miller. Quest’ultima rimane ancor oggi la più utilizzata nel mondo perché è quella che ha le maggiori proprietà riconosciute.
Anche in Oriente l’Aloe era conosciuta ed utilizzata, come racconta Marco Polo nel suo libro “Il Milione”, resoconto sul lungo viaggio in Cina. Cristoforo Colombo nei suoi scritti sulla scoperta dell’America racconta, invece, del suo insostituibile utilizzo nelle isole caraibiche per curare le vesciche e le punture d’insetti. In tempi più recenti l’Aloe è citata anche dal Mahatma Gandhi nei suoi digiuni.
Le sue straordinarie proprietà ne fanno oggetto di studi scientifici che, analizzando le sostanze che la compongono, vanno a confermare, anche scientificamente, le sue qualità. Gli studi di numerosi scienziati del secolo scorso, che possiamo conoscere esaminando le diverse pubblicazioni scientifiche, ci confermano che certamente l’Aloe è il vegetale più ricco di sostanze benefiche per l’organismo: ben 160 catalogate, che, anche se talvolta presenti in tracce, lavorano comunque in una straordinaria sinergia naturale. Questo incredibile vegetale è ricco soprattutto di minerali, vitamine, enzimi, aminoacidi e mono-polisaccaridi. Questi studi attestano che l’Aloe è uno dei più potenti agenti disintossicanti, uno dei più efficaci stimolanti del sistema immunitario, un forte agente antinfiammatorio, oltre che un analgesico, antibiotico, antisettico, antibatterico, anestetico, purgativo, uno stimolante della crescita, un acceleratore di recupero dei tessuti, un germicida, fungicida ed anche un tranquillante! Oltre ad essere una ricca fonte di sostanze nutrienti ed un valido aiuto per la digestione. Pochi altri prodotti naturali possono vantare, come l’Aloe, un cosi grande campionario di sostanze medicinali!
Uno dei grandi esperti dei nostri giorni, il Prof. Garattini dell’Istituto Negri di Milano, ha recentemente sostenuto in una trasmissione televisiva che l’Aloe ha grandi effetti benefici in tutto il tratto intestinale, dove è in grado di fare miracoli!
Insomma l’antica attribuzione di “Pianta dei Miracoli” sembra proprio appropriata. Un ultimo utilizzo che, pur essendolo in apparenza, non è assolutamente cosi secondario: l’Aloe, anche semplicemente come pianta ornamentale della nostra casa, produce non pochi benefici in quanto ci da un mano assorbendo l’anidride carbonica e liberando ossigeno. Caspita, mica poco!
Gli studi sistematici moderni su questa pianta iniziarono nel 1959, grazie a un farmacista texano, Bill Coats, che mise a punto un processo per stabilizzare la polpa aprendo la strada alla commercializzazione dell'aloe senza più problemi di ossidazione e fermentazione. Parallelamente il governo americano dichiarò ufficialmente le proprietà curative di questa pianta per il trattamento delle ustioni. Da allora gli studi sull'Aloe sono diventati molto attivi in tutto il mondo.
Nel mondo l'aloe è coltivata in Africa, Australia, America settentrionale, America centrale, Russia, Giappone.
Nella pianta le foglie sono disposte a ciuffo, semplici, lunghe 40-60 cm, lungamente lanceolate, con apice acuto, presentano cuticole molto spessa e sono carnose a causa degli abbondanti parenchimi acquiferi presenti al loro interno. Presentano spine solo lungo i lati.
Lo scapo fiorifero che si innalza dal centro delle foglie è costituito da un'infiorescenza a racemo con asse ingrossato. I colori vanno dal giallo al rosso.
La moltiplicazione dell'aloe avviene per seme o per divisione dei polloni che si formano alla base della pianta. In Europa, le uniche coltivazioni di una certa estensione si trovano in Spagna. Ne stanno sorgendo anche in Italia meridionale, ma sono ancora di dimensioni limitate. Le coltivazioni spagnole, essendo la Spagna membro dell'Unione Europea, sono obbligate a rispettare norme di produzione molto più stringenti rispetto agli altri Paesi, garantendo così un prodotto di qualità migliore.
L'uso terapeutico dell'aloe è molto antico, come testimoniato dal testo cuneiforme di alcune tavolette d'argilla ritrovate sul finire dell'Ottocento da un gruppo di archeologi nella città mesopotamica di Nippur, nei pressi di Bagdad, in Iraq, e databili attorno al 2000 a.C. Nel testo si legge "... le foglie assomigliavano a foderi di coltelli". Da questa osservazione di archeo-botanica si evince la conoscenza da parte degli Assiri della pianta e di alcune sue proprietà.
Le sue virtù terapeutiche erano in passato cosi venerate ed apprezzate da attribuirgli una denominazione quasi sopranaturale: “ Pianta del miracolo”.
Dai Sumeri agli Egiziani, dai Cinesi agli Indiani, dai Greci ai Romani, da migliaia di anni non c’è popolo che non abbia celebrato le virtù salutari, medicamentose, curative e terapeutiche dell’Aloe. L’incendio dell’antica Babilonia, l’attuale Bagdad, ha cancellato la città ma non i manoscritti dell’epoca perché realizzati su tavolette di argilla che, ben cotte, si sono potute conservare integre fino a noi. La scrittura cuneiforme su queste terrecotte è stata decifrata e tra i tanti documenti, che ci rivelano la civiltà dell’epoca, ce ne sono alcuni con dettagliate ricette di Aloe per numerosi disturbi e patologie interne ed esterne. Anche il Papiro egizio Ebers, risalente al 1550 avanti Cristo, descrive l’utilizzo dell’Aloe per uso medico e cosmetico. E’ noto, infatti, che le regine d’Egitto Nefertiti e Cleopatra mantenevano la pelle del viso e del corpo fresca e giovane con l’Aloe. Gli Ebrei, fuggiti dall’Egitto, portarono con sé in Palestina i segreti dell’uso dell’Aloe tanto che il re Salomone ne diventò un grande estimatore delle sue proprietà aromatiche e terapeutiche. E’ citata in più punti persino nella Bibbia. I Templari si tenevano in buona salute bevendo l’ ”Elisir di Gerusalemme”, una miscela di vino di palma, polpa di Aloe e di canapa, convinti che garantisse anche una straordinaria longevità. Si narra che Alessandro Magno conquistò l’isola di Socotra perché ricca di queste piante che portava in vasi su carri nelle sue spedizioni militari per curare le ferite dei soldati. La pianta si diffuse anche in estremo oriente, in India, in Tibet, in Malesia ed in Cina dove i dottori cinesi la chiamarono “Rimedio Armonioso”, in India gli Indù “Guaritrice silenziosa”, in Russia “Elisir di Longevità”, gli indiani d’America Seminole “Fontana della Giovinezza”, invano cercata dall’esploratore Ponce de Leon. Ancora oggi i Beduini ed i Tuareg del deserto chiamano questa pianta “Giglio del Deserto”.
Bisogna però arrivare all’”Erbario Greco” di Dioscoride (41-68 d.C.) per trovare un vero trattato erboristico che sicuramente riprende ciò che fino ad allora si tramandava a voce di generazione in generazione. Dioscoride, al seguito dell’esercito romano, ci fa scoprire che l’Aloe non solo veniva utilizzata come cicatrizzante per le ferite, le scottature, le emorragie, le contusioni, ma anche per l’acne ed i foruncoli; con l’aloe trovano sollievo anche le emorroidi, le irritazioni del prepuzio, il prurito, le ulcere ai genitali, le irritazioni delle tonsille, della gola e delle gengive. La pelle secca ed asciutta ne trae gran giovamento, rigenerandosi. Più o meno contemporaneo di Dioscoride troviamo anche Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) che riprende ed amplia quanto affermava il famoso medico greco. Scopriamo così che l’Aloe veniva utilizzata per molti disturbi e persino per ridurre la traspirazione, forse il primo deodorante della storia. Il suo succo veniva miscelato con oli vari ed altre sostanze, perché non si credeva cha da sola potesse essere così potente. Nel medioevo e nel rinascimento la ritroviamo negli scritti dei Monaci, che gli aggiunsero il suffisso Vera, Aloe Vera, per distinguerla dalle numerose altre specie della famiglia. I Gesuiti ed ei Benedettini, poi, portarono l’Aloe, insieme ad altre piante officinali, nel nuovo mondo al seguito degli spagnoli e dei portoghesi. Proprio alle Barbados la pianta trovò un terreno ed un clima ideali a tal punto che il botanico Miller la volle chiamare Aloe Vera Barbadensis Miller. Quest’ultima rimane ancor oggi la più utilizzata nel mondo perché è quella che ha le maggiori proprietà riconosciute.
Anche in Oriente l’Aloe era conosciuta ed utilizzata, come racconta Marco Polo nel suo libro “Il Milione”, resoconto sul lungo viaggio in Cina. Cristoforo Colombo nei suoi scritti sulla scoperta dell’America racconta, invece, del suo insostituibile utilizzo nelle isole caraibiche per curare le vesciche e le punture d’insetti. In tempi più recenti l’Aloe è citata anche dal Mahatma Gandhi nei suoi digiuni.
Le sue straordinarie proprietà ne fanno oggetto di studi scientifici che, analizzando le sostanze che la compongono, vanno a confermare, anche scientificamente, le sue qualità. Gli studi di numerosi scienziati del secolo scorso, che possiamo conoscere esaminando le diverse pubblicazioni scientifiche, ci confermano che certamente l’Aloe è il vegetale più ricco di sostanze benefiche per l’organismo: ben 160 catalogate, che, anche se talvolta presenti in tracce, lavorano comunque in una straordinaria sinergia naturale. Questo incredibile vegetale è ricco soprattutto di minerali, vitamine, enzimi, aminoacidi e mono-polisaccaridi. Questi studi attestano che l’Aloe è uno dei più potenti agenti disintossicanti, uno dei più efficaci stimolanti del sistema immunitario, un forte agente antinfiammatorio, oltre che un analgesico, antibiotico, antisettico, antibatterico, anestetico, purgativo, uno stimolante della crescita, un acceleratore di recupero dei tessuti, un germicida, fungicida ed anche un tranquillante! Oltre ad essere una ricca fonte di sostanze nutrienti ed un valido aiuto per la digestione. Pochi altri prodotti naturali possono vantare, come l’Aloe, un cosi grande campionario di sostanze medicinali!
Uno dei grandi esperti dei nostri giorni, il Prof. Garattini dell’Istituto Negri di Milano, ha recentemente sostenuto in una trasmissione televisiva che l’Aloe ha grandi effetti benefici in tutto il tratto intestinale, dove è in grado di fare miracoli!
Insomma l’antica attribuzione di “Pianta dei Miracoli” sembra proprio appropriata. Un ultimo utilizzo che, pur essendolo in apparenza, non è assolutamente cosi secondario: l’Aloe, anche semplicemente come pianta ornamentale della nostra casa, produce non pochi benefici in quanto ci da un mano assorbendo l’anidride carbonica e liberando ossigeno. Caspita, mica poco!
Gli studi sistematici moderni su questa pianta iniziarono nel 1959, grazie a un farmacista texano, Bill Coats, che mise a punto un processo per stabilizzare la polpa aprendo la strada alla commercializzazione dell'aloe senza più problemi di ossidazione e fermentazione. Parallelamente il governo americano dichiarò ufficialmente le proprietà curative di questa pianta per il trattamento delle ustioni. Da allora gli studi sull'Aloe sono diventati molto attivi in tutto il mondo.
Da un punto di vista chimico, si possono distinguere tre grandi classi di componenti nell'aloe: gli zuccheri complessi - in particolare glucomannani tra cui spicca l'acemanano - nel gel trasparente interno, con proprietà immuno-stimolanti; gli antrachinoni nella parte verde coriacea della foglia, ad azione fortemente lassativa, e svariate altre sostanze di grande valore nutritivo, antinfiammatorio, antimicotico, analgesico, come sali minerali, vitamine, aminoacidi, acidi organici, fosfolipidi, enzimi, lignine e saponine.
Anche gli utilizzi nell’attuale mondo della globalizzazione, pur discostandosi da quelli antichi, sono sempre di grande valore, nonostante la attuale grande disponibilità di farmaci di sintesi.
La pelle è il campo dove l'aloe vera ha dimostrato un'efficacia reale e notevole. Il suo impiego risale al 1942 quando un ingegnere chimico americano, Rodney Stockton curò una grave ustione dovuta al sole della Florida con una polpa gelatinosa estratta dall'aloe vera. Proseguì le ricerche e riuscì a stabilizzare il gel (per evitarne l'ossidazione). Dagli anni '50 sono moltissime le ricerche sull'impiego dell'aloe in dermatologia, in particolare nella cura delle ustioni dove i risultati sono eccellenti (da citare nel 1995 la cura delle vittime dell'attentato di Oklahoma City da parte del dott. T. Moore che aveva all'attivo già 4.000 casi di ustioni trattati in tal modo). Attualmente l'aloe vera è utilizzata per curare:
§ ustioni
§ escoriazioni
§ cicatrici
§ scottature ed eritemi solari
§ pelli secche, arrossate e screpolate (come idratante)
§ ragadi (anali e non).
I benefici dell’Aloe vengono riscontrati anche campo tumorale. Esistono alcune ricerche (fra le ultime quella dell'università di Padova del 2000) che avrebbero rilevato l'utilità dell'aloe vera (o meglio, di alcuni derivati, l'aloe-emodina) in alcuni tipi di tumori (per esempio quelli infantili). Pur astenendoci da facili entusiasmi è possibile pensare che potrà essere una nuova via da percorrere. Proprietà terapeutiche a parte, la “Pianta del miracolo” resta, comunque uno straordinario prodotto della natura.
Ecco, ora forse, i tanti amici che hanno piante di Aloe nel giardino di casa o in quello al mare ( come…me, che ne ho di altezze...ragguardevoli. Quella sulla foto è di circa 1,70m! ) potranno guardarla con altri occhi: sarà come avere…la farmacia in casa!!
Anche gli utilizzi nell’attuale mondo della globalizzazione, pur discostandosi da quelli antichi, sono sempre di grande valore, nonostante la attuale grande disponibilità di farmaci di sintesi.
La pelle è il campo dove l'aloe vera ha dimostrato un'efficacia reale e notevole. Il suo impiego risale al 1942 quando un ingegnere chimico americano, Rodney Stockton curò una grave ustione dovuta al sole della Florida con una polpa gelatinosa estratta dall'aloe vera. Proseguì le ricerche e riuscì a stabilizzare il gel (per evitarne l'ossidazione). Dagli anni '50 sono moltissime le ricerche sull'impiego dell'aloe in dermatologia, in particolare nella cura delle ustioni dove i risultati sono eccellenti (da citare nel 1995 la cura delle vittime dell'attentato di Oklahoma City da parte del dott. T. Moore che aveva all'attivo già 4.000 casi di ustioni trattati in tal modo). Attualmente l'aloe vera è utilizzata per curare:
§ ustioni
§ escoriazioni
§ cicatrici
§ scottature ed eritemi solari
§ pelli secche, arrossate e screpolate (come idratante)
§ ragadi (anali e non).
I benefici dell’Aloe vengono riscontrati anche campo tumorale. Esistono alcune ricerche (fra le ultime quella dell'università di Padova del 2000) che avrebbero rilevato l'utilità dell'aloe vera (o meglio, di alcuni derivati, l'aloe-emodina) in alcuni tipi di tumori (per esempio quelli infantili). Pur astenendoci da facili entusiasmi è possibile pensare che potrà essere una nuova via da percorrere. Proprietà terapeutiche a parte, la “Pianta del miracolo” resta, comunque uno straordinario prodotto della natura.
Ecco, ora forse, i tanti amici che hanno piante di Aloe nel giardino di casa o in quello al mare ( come…me, che ne ho di altezze...ragguardevoli. Quella sulla foto è di circa 1,70m! ) potranno guardarla con altri occhi: sarà come avere…la farmacia in casa!!
Grazie a tutti dell’attenzione.
A presto!
Mario
Nessun commento:
Posta un commento