giovedì, novembre 23, 2006

ESISTE OGGI LA FIDUCIA?


SASSARI 23 NOVEMBRE 2006


FIDUCIA E MODERNITA’ - (Giddens).


Le “relazioni sociali” tra gli individui sono sempre state caratterizzate da un elemento determinante: la Fiducia.
Fin dagli albori dell’esistenza l’uomo ha creato relazioni stabili, con i suoi simili: da quelle familiari a quelle del clan, del gruppo di appartenenza.
Fiducia accordata e ricevuta, verificata, fatta di legami sociali reciproci, in sintesi “ fiducia condivisa”.
L’allargarsi delle relazioni sociali, il passaggio dall’economia locale a quella globale, hanno profondamente cambiato questo rapporto fiduciario. E’, soprattutto, “l’ambiente di rischio” che ha subito le maggiori variazioni. I pericoli maggiori oggi non sono i disastri naturali come uragani e terremoti, ma quelli ecologici, creati dall’impatto dell’industrializzazione sull’ambiente naturale, quelli derivanti dagli effetti dell’economia globalizzata, dalle nuove armi nucleari e dalle violenze della guerra tecnologica. La maggiore ampiezza dei problemi ha trasformato anche il rapporto fiduciario.
La fiducia, in precedenza accordata a persone conosciute e sperimentate, si ? trasformata da “ Fiducia personale” in “ Fiducia anonima”. Da fiducia ad personam, precedentemente sostenuta da legami sociali sperimentati, a fiducia in un nuovo sistema, dove la fiducia ? concessa per presunzione non per precedente verifica.

Come dice Giddens “…sempre pi? persone vivono in circostanze in cui gli aspetti primari della vita quotidiana sono organizzati da istituzioni disaggregate che collegano le pratiche locali con relazioni sociali globalizzate…”.
Il passaggio da Sistema personale in Sistema astratto ha profondamente modificato il nostro agire. Per buona parte della giornata tutti noi interagiamo con degli “estranei”. A piedi, in autobus, in piazza o al ristorante, nei contesti urbani soprattutto, abbiamo continuamente a che fare con persone che conosciamo poco o che non conosciamo affatto. Ciascuno di noi, in questi incontri, applica, in primo luogo, quella tecnica che Goffman definisce “disattenzione civile”. Questo comportamento, nei confronti degli sconosciuti che incontriamo, ? fatto di piccoli dettagli, segnali impercettibili che durano una frazione di secondo ma che ci consentono di ricavare un dato pi? o meno confortante sulle loro intenzionalit?: di accettazione o di ostilit?.
La fiducia nei sistemi astratti, in particolare la fiducia sui sistemi esperti, fa parte, quindi del nostro vivere quotidiano. Questi “sistemi” hanno consentito di dare alla nostra vita quotidiana una dose di sicurezza prima sconosciuta. I viaggiatori dell’800 affrontavano certo pi? pericoli dei viaggiatori di oggi. Andare e tornare da una parte all’altra del mondo non ha solo tempi pi? brevi ma anche pericoli nettamente inferiori. Maggiore sicurezza,quindi, ma a differenza di prima, minore intimit? di quella offerta dalla relazione fiduciaria, personale. Il sistema astratto pu? fornire affidabilit? quotidiana ma non pu? fornire ne reciprocit? ne intimit?.
Questa fiducia in qualcosa di intangibile ha, comunque, dei riferimenti di natura personale. Anche il “Sistema astratto” ? governato da persone. Sono gli individui che lo rappresentano l’interfaccia tra noi e il sistema. Il portamento del comandante di un aereo, la studiata naturalezza ed il buonumore del personale di bordo, come le solenni deliberazioni di un Giudice o la severa professionalit? del medico, costituiscono la nostra tranquillit? pi? dell’accertamento dell’affidabilit? dell’aereo o della struttura ospedaliera. Fiducia mediata, quindi, attraverso l’uomo, come dice Gidmann: “...per cui gli individui che occupano i nodi di accesso si sforzano di mostrarsi degni di fiducia: essi rappresentano l’anello di congiunzione tra la fiducia personale e la fiducia del sistema..”.
Che succede invece, in caso contrario, se per una qualsiasi ragione non accordiamo la nostra fiducia ? Il termine opposto, sfiducia, ? riduttivo. Nel “Sistema astratto” l’assenza di fiducia ha un valore nettamente pi? alto, pi? profondo, come afferma Giddens “…Nel suo significato pi? profondo, l’antitesi della fiducia ? quindi uno stato mentale che potremo meglio definire come angoscia o paura esistenziale...”.
Giddens precisa, anche, che “ con lo sviluppo delle moderne istituzioni sociali persiste una sorta di equilibrio tra fiducia e rischio, sicurezza e pericolo”. Equilibrio che, per?, non sempre convince l’uomo. Le angosce e le paure esistenziali hanno aggiunto una variabile al precario equilibrio: la fortuna. Questa, oggi, tende a ricomparire proprio dove i rischi sono maggiori. E’ forse un desiderio di ritorno al passato ? Forse l’uomo cerca un antidoto, una mitigazione, alla disaggregazione. Come?
Attraverso la “ riaggregazione”.
Giddens con questo termine intende “..la riappropriazione o la rimodellazione di relazioni sociali disaggregate in modo da vincolarle (anche se parzialmente o in via transitoria) alle condizioni locali di spazio e di tempo..”.
Recupero se vogliamo di intimit? mancante, di identit? perduta o appannata, attraverso un processo nuovo, pi? personalizzato, di concessione della fiducia.
Fiducia che, per?, deve continuare ad esistere anche nella seconda modernit?. Come sostiene Giddens: “...viviamo in un mondo di persone non in un mondo di facce anonime e vuote, e l’interpolazione dei sistemi astratti nelle nostre attivit? ? in questo senso determinante…”.



Mario Virdis

virdismario@tiscali.it

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