lunedì, febbraio 07, 2011

VIVIAMO IN UNA SOCIETA' DELL'ESSERE O DELL'APPARIRE?




ORISTANO 7 FEBBRAIO 2011

Cari amici ed amiche del blog,

oggi voglio parlarVi di " COMUNICAZIONE". Argomento importante, come ben sapete, che è necessario affrontare con la giusta consapevolezza.
Colgo l'occasione della partecipazione, due giorni fa, ad un incontro sull'argomento per riepilogare anche a Voi queste interessantissime riflessioni.
Eccole.

Buona lettura.
Mario
Il recente incontro, Sabato 5 Febbraio, del nostro Arcivescovo, S.E. Mons. Ignazio Sanna con i rappresentanti dell’Informazione e della Comunicazione, nei locali del prestigioso Seminario Tridentino in Piazza Cattedrale in Oristano è stato un vero successo.
La qualificata presenza non solo della stampa locale ma di quella a carattere regionale che vedeva presenti non solo i rappresentanti dell’Informazione cattolica ma anche di quella laica, dall’Unione Sarda alla Nuova Sardegna, alle emittenti radio televisive ed alle altre testate sia su carta stampata che on line.
L’incontro-conferenza aveva un titolo significativo: “ETICA DELLA COMUNICAZIONE”.
L’argomento, ampio e variegato, è stato affrontato con grande competenza, toccando in particolare i temi più controversi: dall’uso dei nuovi mezzi di comunicazione all’etica necessaria alla diffusione della comunicazione stessa, dalla necessità della comunicazione-verità alla comunicazione-educazione.
Il qualificato uditorio ha ascoltato con attenzione la dotta esposizione del nostro Arcivescovo che partendo dalla sfida portata dalle nuove tecnologie ha messo in evidenza quanto questi nuovi potenti mezzi abbiano non solo cambiato il modo stesso di fare comunicazione ma anche, direi soprattutto, la comunicazione stessa.
“Le nuove tecnologie non stanno cambiando solo il modo di comunicare, ma la comunicazione in se s
tessa, per cui si può affermare che si è di fronte ad una vasta trasformazione culturale. Con tale modo di diffondere informazioni e conoscenze, sta nascendo un nuovo modo di apprendere e di pensare, con inedite opportunità di stabilire relazioni e di costruire comunione”, ha esordito l’Arcivescovo, continuando poi e sostenendo che:
“Oggi come ogg
i, la comunicazione non è fatta soltanto di parole, ma anche di immagini. Spesso le forme di comunicazione per immagini sono molto più efficaci delle parole. La mescolanza fra parole ed immagini - nonché il modo in cui vengono messe assieme - può determinare un orientamento delle coscienze e della mentalità molto più efficacemente che per mezzo di un discorso argomentato”.

Lo scorrere del discorso, fluido e profondo, non era scevro da pizzichi di ironia.
Con un velato sorriso ha affermato che la comunicazione, in realtà, non è mai “angelica”, intendendo con questo termine che la notizia mai potrà essere neutra, in quanto comunicazione e strategia sono indissolubilmente legate e che qualsiasi fatto o notizia conterrà sempre il pensiero e la cultura dell’emittente il messaggio.
Sono ben altri, però, i condizionamenti del messaggio comunicativo.
“La nostra società è fondata essenzialmente sul mercato e l’efficacia di un messaggio o di un programma viene valutata in base alla loro capacità di essere recepiti. Molti sono convinti che inseguire la presunta "domanda" sia il modo migliore per produrre dei messaggi culturalmente validi”
ha sostenuto, ma così non è. Non è concepibile che si adotti come principio etico l’idea del “cosi fan tutti”, adattando il messaggio a tale realtà, anziché utilizzarlo per migliorare e modificare, invece, comportamenti errati od inopportuni.
Da questo ne discende una semplice ed allo stesso tempo difficile domanda: “Quale tipo di etica è necessario, in questa fase, per fronteggiare le sfide della comunicazione, dell'informazione e delle relative tecnologie”?
Una sfida etica decisiva, ha continuato Mons. Sanna, sta nella selezione, nel grado di priorità da dare alle diverse informazioni e, soprattutto, nella maggiore o minore legittimità nel divulgare determinate notizie. Altra sfida irrinunciabile è quella della ricerca della verità reale, non parziale o di comodo, ma della “verità vera”.
“La verità che cerchiamo di condividere non trae il suo valore dalla sua "popolarità" o dalla quantità di att
enzione che riceve. Dobbiamo farla conoscere nella sua integrità, piuttosto che cercare di renderla accettabile, magari "annacquandola", ha ribadito con convinzione l’Arcivescovo.
Le nuove tecnologie, inoltre, in un mondo ormai nel bene e nel male “globalizzato”, consentono di incontrarsi oltre i confini dello spazio e delle stesse culture, aprendo in parallelo un mondo “virtuale” che, pur “ irreale” cammina fianco a fianco di quello reale creando legami e potenziali amicizie come in quello effettivo, reale. Ci si chiede, allora, “ Chi è il mio prossimo in questo nuovo mondo?”, creando difficili situazioni e disorientamento.
“E’ im
portante ricordare sempre, ha detto Mons. Sanna,

“ che il contatto virtuale non può e
non deve sostituire il contatto umano diretto con le persone a tutti i livelli della nostra vita”.
Nell’ultima parte della Sua relazione, infine, Mons. Sanna ha ribadito che la Comunicazione è anche il veicolo migliore per affrontare la difficile “ Sfida educativa”. Sfida che non può e non deve riguardare solo la Scuola ma tutta la Società nel suo insieme: Famiglia, Scuola Chiesa e Società sono un “unicum” indissolubile ed organico.

Rimarcando le parole del Card. Bagnasco ha cosi concluso: “Se si ingannano i giovani, se si trasmettono ideali bacati cioè guasti dal di dentro, se li si induce a rincorrere miraggi scintillanti quanto illusori, si finisce per trasmettere un senso distorcente della realtà, si oscura la dignità delle persone, si manipolano le mentalità, si depotenziano le energie del rinnovamento generazionale. È la speranza, pane irrinunciabile sul tavolo dei popoli, a piegarsi e venire meno. Il cuore dei giovani tende − per natura − alla grandezza e alla bellezza, per questo cerca ideali alti: bisogna che essi sappiano che nulla di umanamente valevole si raggiunge senza il senso del dovere, del sacrificio, dell’onestà verso se stessi, della fiducia illuminata verso gli altri, della sincerità che soppesa ogni proposta, scartando insidie e complicità. In una parola, di valori perenni”.
Al lungo applauso è seguito un interessante dibattito che, credo, porterà comunque tutti gli operatori dell’informazione e della comunicazione ad un’attenta riflessione sull’importanza del loro lavoro, sul peso e sulla grande responsabilità che tutti i giorni debbono affrontare per scegliere di dare, ciascuno nel proprio campo, “il meglio” di se stessi e delle proprie capacità, nell’interesse di tutti. Perché è interesse di tutti che prevalga “l’essere sull’apparire”.
“E’ sempre una questione di scelte”, sosteneva Pirandello, “ scelte che influiscono su tutto. Chi decide di Essere e chi decide di Apparire…”.
Grazie dell’attenzione.

Mario




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