mercoledì, agosto 07, 2013

LA SARDEGNA E LA SUA FLORA STRAORDINARIA: “SU BASAPEIS” (TRIBULUS TERRESTRIS) , IL VIAGRA DELLA CIVILTA’ NURAGICA”!



Oristano, 7 Agosto 2013
Cari amici, che la Sardegna sia una enorme farmacia naturale credo che lo sappiano tutti. Il suo clima temperato, la sua posizione unica, il suo suolo incontaminato, dove albergano specie botaniche con proprietà assolutamente uniche, ne fanno, davvero una farmacia a cielo aperto: basta solo saperla utilizzare.
Sfogliando ieri l’Unione Sarda ho trovato un curioso articolo di Ignazio Pillosu che riporta una bella notizia: un certo Marcello Pitzalis di Ussana, imprenditore idraulico per professione e esperto di piante medicinali per passione, coltiva e colleziona una bella varietà di piante fitoterapiche (oltre 300 varietà). 
Il signor Pitzalis, intervistato dal giornalista Pillosu, ha dichiarato che la sua passione e conseguentemente il suo scopo è quello di “far riscoprire le potenzialità, anche economiche, delle nostre campagne al di fuori dell’agricoltura tradizionale e far conoscere le cure, antiche e semplici, dei nostri nonni”. Aggiunge anche che “Elicriso, Hypericum, tribulus comunis, sono solo alcune delle erbe endemiche del nostro territorio che hanno proprietà curative, riconosciute nella medicina tradizionale antica e nell’omeopatia moderna”.
Personalmente ero già a conoscenza delle straordinarie proprietà dell’elicriso (su questo blog ho già descritto le sue grandiose proprietà) e dell’iperico, ma mi sfuggivano le altrettante incredibili proprietà del “Tribulus terrestris”, pianta che conoscevo fin da ragazzo e che spesso e volentieri, calpestandola, mi aveva “dolorosamente baciato i piedi” che, da ragazzo, andavano in giro quasi sempre scalzi. Ora capisco perché in sardo uno dei suoi nomi è proprio “Basapeis”! L’affermazione, poi, che questa pianta era considerata “il Viagra dei Sardi Antichi”, per le sue eccellenti proprietà afrodisiache, mi ha stimolato a porre rimedio alla mia ignoranza mettendomi subito all’opera per documentarmi meglio. Ecco l’interessante risultato della mia ricerca.
Il Tribulus terrestris L. è una pianta appartenente alla famiglia delle Zygophyllaceae. Il tribolo comune (come comunemente è noto) è una pianta annua, presente in tutte le regioni d’Italia. Cresce in siti ruderali calpestati, su suoli sabbiosi o ghiaiosi molto aridi, dal livello del mare agli 800 m. circa. Forma biologica: terofita reptante. Periodo di fioritura: maggio-ottobre. Pianta tappezzante con portamento schiacciato al suolo con lunghi fusti snodati e foglie paripennate opposte. I fiori, in corrispondenza delle foglie sono formati da cinque petali gialli. Il tribolo è facilmente riconoscibile per le curiose bacche ricoperte da pungenti spine. Il nome di questa pianta, infatti, deriva dal greco “tribolos” = spino, nome attribuito ad una particolare armatura da combattimento dotata di tre-quattro grosse punte aguzze. La forma particolare delle sue bacche spinose, simili ad un tetraedro, ricorda infatti il tribolo usato dagli antichi romani, strumento bellico a forma di palla con aculei, usato in battaglia per fermare l’avanzata della cavalleria nemica. La similitudine del frutto di questa pianta con tale strumento ha contribuito a dare alla pianta il suo nome.
I suoi “Principi attivi”(contenuti soprattutto nei semi) sono: Saponine steroidiche (genidiogine, tigogenine), resine, olii essenziali, olio composto da acidi grassi polinsaturi, Sali minerali, , furanosidi, glicosidi del furostanolo, terrestrosine, dioscina, gracillina, kikubasaponina, protodioscina, neoecogenina glicoside, tribulosina,  alcaloidi (armina, armalina, armano, tetraidroarmina), potassio, frazione amminoacidica ( acido aspartico, acido glutammico), potassio, nitrati.
 
Il Tribulus, come pianta medicinale, era già ben conosciuta sia dai Greci e dai Romani per le sue importanti proprietà curative. Dioscoride sosteneva che il tribolo assunto in copiose quantità curava il morso delle vipere e che bevuto nel vino era un ottimo rimedio contro i veleni. In Oriente questa pianta viene da secoli ampiamente impiegata nella medicina tradizionale, sia cinese che indiana. Secondo le credenze locali questa pianta ha azione regolatrice e depurativa (agisce nelle disfunzioni di origine renale, epatica e gastrointestinale) e, come tale, viene utilizzata per la cura dell'impotenza, dell'edema, del gonfiore addominale e delle malattie cardiovascolari. La proprietà più importante del tribulus terrestris è tuttavia legata alla sua presunta azione stimolante sulla produzione di ormoni androgeni. Tali ormoni, tipici dell'uomo ma importantissimi anche per l'organismo femminile, regolano la libido, i caratteri sessuali e lo sviluppo muscolare. E’ proprio in virtù di tali caratteristiche che il tribulus terrestris è impiegato da secoli come afrodisiaco, in grado anche di migliorare la fertilità sia maschile che femminile, sopperendo ad eventuali carenze ormonali.
La protodioscina, una saponina steroidea contenuta nei semi, agirebbe efficacemente aumentando la produzione endogena di testosterone, diidrotestosterone, ormone luteinizzante (LH), deidroepiandrosterone (DHEA), deidroepiandrosterone solfato (DHEA-S), con conseguente aumento della spermatogenesi e della libido nell'animale da esperimento e nell'uomo (Gauthaman K. et al. 2002, 2003). La conferma dell'ipotesi secondo cui gli estratti di questa pianta sarebbero utili nel trattamento delle disfunzioni erettili arriverebbe anche da un altro studio. Durante questa ricerca un gruppo di topi a cui fu somministrato tribulus terrestris si dimostrò più attivo sessualmente e presentò una pressione intracavernosa più alta rispetto ai topi non trattati (la pressione intracavernosa viene registrata all'interno dei corpi cavernosi del pene, strutture paragonabili a spugne che, riempiendosi di sangue, permettono l'erezione).  
Intorno alla metà degli anni '90 le proprietà di questa pianta, capace di migliorare notevolmente lo sviluppo muscolare, furono sostenute e valorizzate da un gruppo di atleti olimpici dell'est europeo (soprattutto di origine bulgara e russa). Proprio da questi Paesi provengono i più importanti studi che mettono in risalto le proprietà ormonostimolanti di questa pianta.

Inizialmente i prodotti a base di tribulus terrestris furono ampiamente pubblicizzati in migliaia di siti internet e in riviste, soprattutto indirizzate ai praticanti di bodybuilding. Oggi gli estratti di questa pianta vengono impiegati nella preparazione di pillole che promettono di risvegliare il desiderio e le energie sessuali. Cosa c'è di vero in tutto questo? Certamente non tutto quello che la pubblicità afferma è vero! Ma questo è valido per moltissimi altri prodotti (…non dimentichiamo quelli dimagranti…) che i miracoli li promettono, ma non li mantengono!
Quello che possiamo affermare con certezza è che la natura ha, davvero, un sano rimedio per tutto. Con le dovute cautele e con tanta pazienza. Anche il Tribolo, per noi Sardi “Basapeis”, è uno strumento che, sapientemente usato, potrà darci buone soddisfazioni!
Nel chiudere mi sento di ripetere, a voce alta, quello che Marcello Serra affermava con convinzione: “Sardegna, quasi un Continente!”
Ciao a tutti e…grazie della Vostra sempre gradita attenzione.

Mario

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