Oristano 22 Gennaio 2011
Cari amici,
entrare a far parte di un’Associazione è, spesso, una specie di “conquista”, il raggiungimento di uno “Status Symbol” che nel percorso lavorativo di ciascuno di noi può darci l’impressione di un punto d’arrivo.
Questa filosofia, però, se consente di riempire il nostro “carnet” di soddisfazioni personali non raggiunge, invece, quei traguardi, quegli obiettivi che l’Associazione accogliendoci intendeva raggiungere.
Diventare soci di una associazione importante non significa solo mettersi il distintivo all’occhiello ma partecipare attivamente alla sua vita, contribuire a raggiungere gli scopi e gli obiettivi fissati. Solo in questo modo potremo orgogliosamente affermare che ne facciamo parte, quindi “apparteniamo” a questa struttura.
Sono entrato nel club di Oristano del Rotary International da poco meno di un ventennio. Ero allora vice direttore del Banco di Sardegna e svolgevo il mio servizio ad Oristano. Sapevo dell’esistenza di un club Rotary ad Oristano perché quando fu costituito, nel 1967, svolgevo la mia prima attività lavorativa nell’ufficio di uno dei suoi soci fondatori.
Questo mi aveva dato la possibilità di sapere molte cose sull’Associazione ed i suoi scopi. Quando successivamente fui cooptato anch’io nel club misi a frutto la mia iniziale conoscenza e cercai in molti modi di approfondirla.
Sono nato abbastanza curioso da cercare sempre la ragione delle cose, soprattutto di quelle che mi coinvolgevano direttamente. Fin dai primi anni di appartenenza fui chiamato a svolgere diverse mansioni operative. Mi fu affidato prima l’incarico tesoriere e tre anni dopo quella di segretario, che svolsi per quattro anni. Fui poi eletto presidente, mansione che svolsi per due anni consecutivi, restando successivamente impegnato sia nel club che nel Distretto di appartenenza ( il 2080 che comprende Roma, Lazio e Sardegna ). Nella struttura distrettuale ho svolto l’incarico sia di componente che di presidente di diverse commissioni e successivamente di Assistente del Governatore, incarico rinnovatomi 4 volte dai diversi Governatori.
Tutto questo ha significato per me una conoscenza sempre maggiore del Rotary, in quanto per svolgere le mansioni affidatemi dovevo conoscerne a fondo si la struttura che le regole.
Più approfondivo la conoscevo del Rotary e più ero interessato a farlo. Quando nel 2003 lasciai l’azienda bancaria per andare, dopo 36 anni di servizio, in pensione mi venne in mente una felice idea: tornare sui banchi dell’Università per riprendere gli studi, quegli studi che da giovane, purtroppo, non avevo potuto completare.
L’idea iniziale di iscrivermi nuovamente alla facoltà di Economia e Commercio non mi appagava. Era quello un campo in cui mi ero acculturato abbastanza da solo, facendo per una vita intera il manager bancario! Volevo, invece, percorrere altri sentieri, scoprire vie nuove, aprire altri file che per me – persona molto curiosa - avevano altri significati, più pregnanti ed interessanti.
Accettando il consiglio di un amico mi iscrissi alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Sassari, corso di laurea in “ Scienze della Comunicazione e Giornalismo”. Superato in poco tempo il gap generazionale, quello di sedermi sui banchi con i ragazzi dell’età dei nostri figli, raggiunsi con loro un buon feeling stringendo amicizie vere che si protraggono nel tempo. Frequentando regolarmente le lezioni e superando senza troppe difficoltà gli esami prescritti arrivai alle soglie della laurea nel pieno rispetto dei tempi previsti: potevo laurearmi alla prima sessione utile, quella di Luglio 2006.
Tutti gli studenti in regola con gli esami all’inizio del terzo anno pensano alla tesi da discutere. Anche io ci pensavo ma in maniera diversa. Io avevo già in mente l’argomento che avrei voluto affrontare, dovevo solo trovare un docente che, accettando la mia idea, mi avrebbe fatto da relatore. L’idea che mi martellava in continuazione era una sola: quella di uno studio approfondito sul Rotary, storico e sociologico insieme. In poco tempo trovai la persona giusta. La professoressa Elisabetta Cioni, docente di Sociologia, non disdegnò la mia proposta e mi affidò alla sua assistente la D.ssa Gaia Peruzzi, oggi ottimo docente nella stessa Facoltà.
Il lavoro mi impegnò alcuni mesi e con grande impegno riuscii a completare e discutere la tesi nella sessione estiva, a Luglio del 2006.
Ero riuscito nel mio intento: volevo conoscere meglio il Rotary, studiarlo a fondo e c’ero riuscito. Ero felice di questa conquista che, tra l’altro, mi diede nel mondo rotariano una non comune notorietà.
Io da parte mia ero certo che quel lavoro non sarebbe rimasto lettera morta. Ero convinto che quel mio studio, quella mia analisi, poteva essere utile anche ad altri, soprattutto ai giovani rotariani che si accingevano ad entrare a far parte dell’Associazione. Non mi sbagliavo.
Quest’anno il Governatore Roberto Scambelluri, di cui mi onoro di essere assistente, ha voluto dare alle stampe questa mia tesi. Opportunamente adattata ed aggiornata, con nuovi dati e fotografie, è uscita dalle tipografie Borgia di Roma, sotto forma di libro/manuale che circola negli ambienti rotariani, dando un contributo sia di conoscenza che di aiuto finanziario per le opere della Fondazione Rotary a cui ho voluto donarla.
Sono felice di tutto questo e soprattutto sono felice di essere un rotariano convinto. Credo che ogni vero rotariano debba vivere ogni sua giornata applicando costantemente le sue regole: in casa, nel lavoro e nella società. Regole semplici ma efficaci: amicizia, etica, tolleranza e disponibilità al servizio.
Utilizzando un motto del mio caro amico, Antonio Arcese, governatore del nostro Distretto recentemente scomparso, posso dire con orgoglio di essere un rotariano “ Formato, Informato e Coinvolto”.
Oggi mi piace non solo essere impegnato nel mio club, dove svolgo le mansioni di prefetto-cerimoniere e di responsabile della Comunicazione e delle Pubbliche Relazioni, ma anche nel Distretto, dove oltre che assistente del governatore sono corrispondente dalla Sardegna di Voce del Rotary, il nostro mensile. Mi piace, poi, parlare di Rotary sia ai vecchi che ai nuovi soci, facendo Conferenze anche ai giovani che domani, conoscendo meglio la nostra associazione, potranno entrare a farne parte.
In sintesi voglio dire con gioia a tutti Voi: “ sono felice di essere rotariano!”.
Ecco alcune foto della recente attività mia e del mio Club.
Grazie dell’attenzione.
Mario
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