Oristano 1 Maggio 2016
Cari a amici,
Iniziare le mie riflessioni di Maggio con questo posto mi sembra alquanto importante: oggi, 1 Maggio, si festeggia la così detta festa del lavoro! Ma, come dicono in tanti, cosa c'è da festeggiare, se il lavoro proprio non c'è? Eppure, a quanto pare, la cicogna di stato sta preparando una bella sorpresa: sta per recapitare a quelli che
lavorano un nuovo pargolo: la nascita di un Fondo Pensione obbligatorio, però con una contestuale operazione di autanasia: la
soppressione del T.F.R., il vecchio strumento di previdenza ritenuto ormai obsoleto. È allo studio infatti
da parte del Governo la riforma che prevede la destinazione obbligatoria dell’accantonamento
di fine rapporto ad un nuovo Fondo pensione: addio, dunque, per sempre al TFR? Pare di sì,
anche se le rimostranze su questa eutanasia di Stato (soppressione del TFR) e creazione (in vitro) del nuovo "Fondo", sono già in corso.
Il Governo, dopo aver dapprima
cercato di usare come” jolly” il TFR in busta paga per cercare di dare maggiore
liquidità ai dipendenti (ricavandone però pochi risultati), gioca ora una nuova
carta “al contrario”: fagocitare la liquidazione spettante ai lavoratori, utilizzandola
per creare liquidità al sistema previdenziale, in modo da evitare all’INPS la
temuta catastrofe finanziaria, senza apportare (come dovuto) le necessarie risorse
pubbliche. Lo studio in corso prevede infatti che il nuovo sistema di
previdenza pubblico sia gestito dall’INPS, che incorporerebbe in tutto o in parte l'ammontare dei TFR accantonati e giacenti presso le aziende, spogliando queste dalla attuale liquidità creata a basso costo.
In effetti la pensata governativa
non è peregrina, in quanto l’ammontare di queste somme è davvero considerevole: Il TFR, accantonato
mensilmente ed erogato alla cessazione del rapporto di lavoro come
liquidazione, ammonta all’incirca all’importo di una mensilità per ogni anno di
lavoro, insomma una bella cifra! Il Governo pare intenda introdurre subito il nuovo meccanismo: incluso
nella prossima legge di stabilità. Tra le altre possibili opzioni, allo studio
dell'esecutivo per rendere più flessibile la legge Fornero, anche quella del
'prestito pensionistico' erogato
dalle banche.
Fonti interne del
Governo affermano che "Il pacchetto di misure si dovrebbe muovere
su due fronti: da un lato introdurre l'obbligatorietà dell'adesione al nuovo fondo
pensione, dall’altra incentivarne il passaggio alleggerendo la tassazione (di
circa 3-4 punti) e aumentando la deducibilità fiscale dei versamenti”; inoltre
è previsto anche che il lavoratore possa chiedere un anticipo sulle somme
maturate, importo che però sarebbe erogato come anticipazione dalle banche (sempre attraverso
l'INPS), e da restituire poi al raggiungimento del requisito di vecchiaia
(sempre tramite INPS) frazionato in piccole rate, con
decurtazione dell'assegno della pensione.
Cari amici, in questi
giorni, come sicuramente la gran parte di Voi ha appreso dai Media, nei conti del nostro Istituto di previdenza è emersa una
pericolosa “situazione previdenziale
futura”, che risulta di una gravità ben maggiore rispetto a quella finora
nota. Che le pensioni dei lavoratori più giovani saranno sempre più lontane nel
tempo lo ha affermato anche pochi giorni fa il Presidente dell’INPS Tito Boeri,
che parla per loro di pensione dopo i 75 anni e anche di assegni modesti, di
poco superiori alle attuali pensioni sociali, ma in realtà in pericolo ci sono anche
quelle in vigore attualmente, la cui erogazione comincia a non essere più così
sicura! Ma, allora, come rimediare?
La soluzione dell’accantonamento
obbligatorio nei fondi pensione gestiti dall’INPS appare una buona soluzione, ancorchè parziale,
in quanto non sarebbe bastante ad arginare la preannunciata “catastrofe previdenziale”
del 2030: in tale anno, infatti, andranno in pensione i numerosi baby boomers (i
baby boomers sono i numerosi nati tra il 1945 ed il 1964), che, stravolgendo il
rapporto pensionati/ lavoratori, molto probabilmente aumenteranno il deficit in
modo tale da costringere l’INPS a non poter pagare la pensione a tutti. Il
problema è così serio da preoccupare davvero tutti, facendoci riflettere non
poco!
Quando si dice che
abbiamo rubato il futuro ai giovani, in gran parte è la verità. I contributi accantonati
con sacrificio dai lavoratori, in effetti, non sono più utilizzati come autofinanziamento
della pensione personale, ma utilizzati per sostenere chi è già in pensione: un
sistema a cascata, questo, che finora ha funzionato, e potrebbe ancora funzionare solo però in un’ottica
di crescita costante di occupati. La nostra pensione, oggi, è il frutto dei versamenti
della generazione che lavora, non di quello che noi abbiamo accantonato! Con il
drastico calo degli occupati (e delle nascite) cosa percepiranno, domani, i
lavoratori di oggi? Ben poco, amici miei!
Cari amici, in un
sistema delicato come quello pensionistico la politica di nascondere la testa
sotto la sabbia, come fa lo struzzo, non paga. Lo Stato con l’INPS non può
continuare a fare il gioco delle 3 carte: l’Istituto è nato per gestire, in
modo corretto, quanto versato dai lavoratori, custodendolo e restituendolo a
tempo e luogo a chi, con sacrificio, ha fatto quei versamenti. Ma la comunella
(creata dal Governo inserendo nei conti dell'INPS voci anomale come la Cassa Integrazione e le
pensioni sociali), ha stravolto il gioco, creando una situazione devastante! Ci
vuole una politica governativa ben più seria, anzichè continuare con i soliti giochetti di
prestigio. Un’ultima considerazione, anch’essa di grande importanza.
Fino ad oggi il TFR ha
consentito alle aziende, in particolare a quelle medio piccole, di avere in cassa un
autofinanziamento praticamente a costo zero. Fagocitare da parte dell’INPS
questa montagna di miliardi, che in qualche modo riesce ancora a dare ossigeno all’asfittica economia,
sarà un salto nel buio dalle dimensioni difficili da calcolare. Sapete quante
aziende, non avendo la disponibilità liquida di questi fondi dovranno malvolentieri abbassare la serranda e chiudere
baracca burattini?
Chi ha orecchie per intendere…intenda!
Chi ha orecchie per intendere…intenda!
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento