Oristano
26 Maggio 2016
Cari amici,
Un tempo gli insegnanti
erano una categoria davvero privilegiata; praticamente sia nei piccoli centri
che nelle grandi città costituivano quella Middle
Class, quel ceto medio, vera ossatura di un sistema che garantiva dignità,
oltre che una certa agiatezza economica. A differenza, poi, degli altri
lavoratori, come impiegati di livello e liberi professionisti, avevano un
grande vantaggio in più: le loro “ferie estive” erano le più lunghe in
assoluto: circa 3 mesi di riposo, contro le 4 settimane scarse delle altre
categorie. Cosa è cambiato per gli insegnanti in questi ultimi cinquant’anni?
Praticamente un po’ tutto!
Chi insegna oggi, dalla
scuola primaria all’università, è praticamente passato da una classe sociale
medio-alta come dicevo prima, ad una ben più bassa, intendendo con questo non solo un trattamento economico sicuramente più modesto e inadeguato, ma anche un
ruolo sociale marginale, che nel tempo è passato da quello del massimo rispetto (riconosciuto sia
dalle famiglie che dalla società) alla contestazione continua. A questo continuo svilimento del ruolo e della
professione, che viene costantemente messa in discussione (in particolare da
parte dei genitori) si aggiunge il continuo attacco alla categoria, con accuse che vanno dall’incapacità a gestire i ragazzi
alla qualità della loro preparazione.
In un contesto così
turbolento, dove sembra che tutti abbiano un po’ abdicato al loro ruolo (i
genitori, che proteggono senza ragione ad oltranza i loro figli, gli insegnanti, che subissati
dai genitori non riescono più a svolgere come dovuto la loro attività, allo
Stato, che ha praticamente abbandonato per troppo tempo il corpo docente,
lasciandolo in balia di una stuazione che invece avrebbe dovuto risolvere. Pare ora che, finalmente, con le nuove normative recentemente messe in atto (note come “La Buona Scuola”), qualcosa si muova, anche se il traguardo appare ancora lontano.
Ho fatto questa premessa, cari amici, per riflettere con Voi su uno degli ultimi provvedimenti che, nel contesto del
cambiamento portato dalla ‘Buona Scuola’, vorrebbe attivare anche in Italia un
tipo di scuola finora mai testato: una scuola a tempo totale, una scuola sempre aperta, 365 giorni all’anno.
Il progetto che il Ministro Giannini intende portare avanti, prevede scuole
aperte anche d'estate, con lo specifico obbiettivo di contrastare la
dispersione scolastica, togliendo cioè i giovani dalle strade e allontanandoli, in
particolare nelle grandi città del Sud, dalla grinfie della criminalità e dai pericoli che
essi corrono bighellonando nei periodi di vacanza.
Il disegno, che nei suoi
fini appare certamente positivo, crea anche delle ragionevoli perplessità: siamo sicuri, si chiedono in molti, che funzionerà?
In questa fase è presto per dirlo, anche perché per realizzare questo progetto sarà necessario
attivare tutta una serie di operazioni collaterali, senza le quali l’iniziativa
abortirebbe in tempi brevi. Un 'cambio' di questo tipo, che io considero epocale (almeno per le nostre radicate abitudini), deve partire da un immediato e coinvolgente dialogo sia con
il corpo insegnante che con i responsabili delle famiglie, in particolare senza che il provvedimento venga imposto, calato dall'alto, senza alternative. Quello che invece per ora si sa è che l'apertura sarebbe facoltativa: nessun obbligo di apertura estiva, dovranno essere le scuole ad
autocandidarsi per garantire l’apertura durante l'estate.
L'iniziativa portata
avanti dal Ministro Giannini (finanziata inizialmente con un investimento di 10
milioni di euro, reperiti dai fondi europei destinati alla dispersione
scolastica), partirà coinvolgendo le scuole delle grandi città: i
primi 700 Istituti sono ubicati tra Milano, Roma, Napoli e Palermo. Per evitare che i ragazzi
snobbino l’iniziativa, è previsto che essi non si ritroveranno a Luglio e Agosto
per ripassare le materie in cui sono carenti, ma, come sostiene la Giannini: "Pensiamo
allo sport, a scuole di musica, teatro". Insomma, continua il
Ministro, “una scuola aperta al nuovo, che appartenga a tutta la Comunità, dove
famiglie e studenti possano sentirsi come in una seconda casa, da frequentare
non solo quando ci sono le lezioni, ma anche in orario extra scolastico".
Il progetto appare
sicuramente innovativo: messo in atto con un decreto del Governo lo scorso 27 Aprile
è stato chiamato “La scuola al
centro" e riguarda, per ora, solo le aree periferiche e ad alta
dispersione scolastica di Napoli, Roma, Palermo e Milano. Punto
essenziale del progetto, come detto, combattere la dispersione scolastica: da noi lascia i banchi troppo
presto il 17,6% degli alunni, contro la media Ue del 12,7%. Come spiega ancora
il Ministro dell'Istruzione, è necessario fare qualcosa, non c'è più tempo da perdere: "È
nostro dovere intervenire".
Con i 10 milioni di
euro stanziati per il primo anno, ogni scuola aderente avrà a disposizione fino
ad un massimo di 15 mila euro. I progetti inerenti il 'lavoro estivo' che queste dovranno presentare,
dovranno riguardare alcuni ambiti fissati nel decreto, quali imprenditoria,
musica, sport, laboratori artistico-espressivi, cinema e teatro, invito alla
lettura, conoscenza dell'entroterra e attività d'incentivazione alla
cittadinanza attiva. I docenti-volontari saranno retribuiti con un compenso,
che però non sarà molto alto; la scadenza delle domande per la partecipazione è
fissata al 20 di Giugno.
Cari amici, facendo seguito a quanto ho detto in premessa, il successo di
questa iniziativa non mi pare così scontato. Pur condividendo l'obiettivo (anzi
gli obiettivi, che vanno dalla riduzione del numero di abbandoni scolastici,
dei debiti formativi, e del coinvolgimento in attività formative extra
scolastiche), credo che la gran parte del corpo insegnante si dimostrerà poco
favorevole all’iniziativa. In primis per ragioni di natura economica, e in
secondo luogo perché le abitudini italiane alle “vacanze lunghe” sono
tradizioni difficili da sradicare!
Eppure il progetto del
Ministro Giannini credo che potrebbe creare, davvero, un nuovo, positivo e coinvolgente impatto
con i giovani, il cui amore per la scuola è sempre più in ribasso. Il Ministro Giannini
ha parlato del progetto anche al G7 di Tokyo, all’interno dei provvedimenti su ambiente ed
educazione, ricevendone un positivo riscontro. La Giannini, in un'intervista rilasciata
al "Messaggero", ha anche aggiunto che se il progetto che partirà
questa estate avrà il successo che si augura, "se andrà bene" insomma, questo creerà i presupposti per
allargare l’apertura delle scuole anche alla Domenica.
Credo che provare a cambiare le cose si debba, se si vuole mettere mano ad un problema serio come quello della nostra scuola. Chissà, però, se il metodo utilizzato sarà in grado di superare certe difficili barriere. Io me lo auguro, anche se è sempre meglio, prima di vendere la pelle dell'orso, averlo prima cacciato!
A domani.
Mario
ANCHE...D'ESTATE!
Nessun commento:
Posta un commento