Oristano
6 Maggio 2016
Cari amici,
Che il passato sia qualcosa di obsoleto, da gettare via come una scarpa vecchia, è da tempo diventato un vero e proprio slogan
nella superficiale sub-cultura dell’usa e getta. Eppure, nonostante tutto, stanno iniziando ad apparire i primi segnali di "rinsavimento". Quasi consapevoli di "aver sbagliato tutto", iniziamo a riscoprire il valore delle cose trasmessaci dalle generazioni precedenti, sostituendo la sbagliata politica del gettare via con quella del riuso, del riciclo. Il recente accordo per il recupero delle stazioni ferroviarie dismesse, stipulato tra Legambiente, Ferrovie dello Stato
Italiane e Rete Ferroviaria Italiana, ne è una bella prova. L'intesa è stata agevolata e resa possibile grazie al sostegno di
Fondazione con il Sud, nell’ambito del progetto Centro per la sostenibilità. Con questo accordo, portato avanti con caparbietà e
determinazione da Legambiente Basilicata, si è riusciti a creare a Potenza la prima Green Station d’Italia, che è stata
chiamata ScamBioLoGiCo. La stazione
ferroviaria interessata è quella della stazione superiore di Santa Maria, una bella
costruzione risalente ai primi anni del ‘900.
Questo ampio complesso
ferroviario, da tempo in disuso, che oltre la stazione comprende un ampio scalo
merci, si sta trasformando in un moderno luogo di scambio, in grado di agevolare e promuovere una moderna economia. Il progetto “Centro per la sostenibilità” ha, in
questo modo, consentito di recuperare e riqualificare un immobile di pregio,
in primo luogo conservando l’architettura esistente tipica dell’epoca, ma dando anche
un’immagine di bio-sostenibilità nei lavori realizzati. Sono stati infatti impiegati
materiali e tecniche costruttive biocompatibili, prediligendo il più possibile
le materie prime provenienti dal riciclo, centrando l’obiettivo della certificazione di classe di consumo energetico A.
Quello dello scalo
merci di Potenza Superiore è il primo progetto per la realizzazione di Green
Station nel nostro Paese, con l’obiettivo di dare nuova vita ai tanti spazi ferroviari
attualmente abbandonati, e destinati a restare solo esempi di archeologia d’altri
tempi. Situazione un po’ analoga, quella ferroviaria, a quella delle nostre strade
asfaltate proprietà dell’ANAS, con l'abbandono di centinaia di Case Cantoniere. A questo proposito ricordo che l’argomento “Cantoniere
dell’ANAS” dismesse, io l’ho già trattato. Per chi volesse curiosamente consultare
la mia riflessione ecco il link: http://amicomario.blogspot.it/2016/03/case-cantoniere-un-bene-dimenticato-che.html
).
Sia nelle une (stazioni
ferroviarie) che nelle altre (case cantoniere) si possono, con intelligenza, creare luoghi d’incontro
e di socializzazione: laboratori di riciclo, spazi espositivi per la vendita di
prodotti biologici a chilometro zero e luoghi di ristoro; spazi utili per il commercio equo e solidale, per il baratto di beni in buono stato d'uso, ma anche
gradevoli luoghi culturali d'incontro, formazione, ricerca e sviluppo per la conservazione e diffusione della
cultura ambientale e la condivisione dei saperi. Questo il “vero” recupero di
questi beni che non meritano certo di essere accantonati e dimenticati!
Anassagora, già nel 500 a.C., sosteneva che Nulla si crea e nulla si distrugge: tutto ciò che esiste è solo l'unione o la separazione di oggetti che esistevano già prima", concetto ribadito anche da Antoine-Laurent de Lavoisiere col suo "Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma". Proprio per questo io
sono convinto che l’uomo non deve mai rinnegare il passato, ma plasmarlo,
trasformarlo, rendendolo utile alle esigenze di oggi. ANAS e FF.SS. sono due
grandi strutture che hanno fatto crescere la mobilità fin dal primo dopoguerra, e oggi, entrambe, si ritrovano con un grande patrimonio immobiliare
“fermo”, che ogni giorno diventa sempre più degradato e fatiscente. Ecco perchè plaudo all'iniziativa di Potenza, che da l'avvio al recupero produttivo
delle Stazioni ferroviarie dismesse, come è già avvenuto per le Case Cantoniere, iniziative entrambe validissime in quanto in grado di recuperarle sia come bene identitario che produttivo, vero patrimonio della Comunità.
Alessandro Ferri, Presidente
di Legambiente Basilicata, in relazione all’operazione effettuata a Potenza, ha
detto: “da Potenza vogliamo innescare un nuovo processo di economia solidale,
che tenga conto dell’eccezionale importanza dei beni comuni ambientali.
ScamBioLoGiCo vuole essere una vetrina di tutte le azioni pratiche che ogni
cittadino può da subito mettere in campo per fare la propria parte: dalla
riduzione della produzione dei rifiuti alla massimizzazione della raccolta
differenziata, al cambiamento degli stili di vita e del modo di approcciare ai
consumi. Si tratta di applicare il concetto della sostenibilità alle nostre
azioni quotidiane, perché ciascun cittadino può contribuire alla riduzione
degli impatti ambientali e al sostegno del sistema economico locale che risente
sempre più della crisi globale e di una conseguente marginalizzazione
economica”.
Cari amici, come ho
sostenuto nella riflessione sulle case Cantoniere dismesse dall’ANAS, anche
per le stazioni ferroviarie in disuso delle FF.SS., qualcosa si muove: si
ipotizza un sano recupero attraverso un nuovo modello di sviluppo territoriale,
capace di coniugare sostenibilità ambientale e coesione sociale. Insieme, Ferrovie, Terzo settore e Istituzioni, sono gli attori principali di questo nuovo
modello. La base di lavoro è abbondante: in tutto il territorio nazionale sono disponibili
oltre 500 stazioni ferroviarie, con una superficie di oltre 87.000 metri quadri
(che superano i 100.000 con gli spazi delle grandi stazioni), per un valore
economico stimato in circa 120 milioni di euro.
Credo che con lungimiranza e attivando le forze migliori della nazione, anche questi recuperi
saranno in grado di dare una bella mano alla ripresa produttiva, e poter davvero “cambiare verso” ad un’Italia
da tempo ingessata!
A domani.
Mario
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