Oristano
29 Febbraio 2016
Cari amici,
chiudo i post di questo
Febbraio bisestile con una notizia non certo molto gradita: la comparsa anche
in Italia (fra le prime Nazioni in Europa) di un verme velenoso: una planaria, per noi aliena, presente in Giappone e in Corea del Sud, ora arrivata sui nostri suoli, mettendo a rischio il nostro ecosistema. Il verme, che
per sue impressionanti capacità di rigenerazione è stato definito ‘immortale’, è il Diversibipalium
multilineatum specie di “planaria terrestre” che appartiene alla sottofamiglia
delle Bipaliinae, una specie tristemente nota perché capace di divorare tutto ciò
che incontra lungo il suo cammino (lombrichi, molluschi e altri invertebrati).
Questi vermi, grazie ai
loro recettori, percepiscono le tracce chimiche lasciate da chiocciole, lumache
e lombrichi per poi lanciarsi in un “lento inseguimento” che si conclude quasi
sempre con l’uccisione della preda. In Europa, per ora, sono stati segnalati in
Italia e in Francia. Da noi il verme ha fatto la sua prima comparsa a Bologna. Poco tempo fa in un cortile privato a due passi dai giardini Margherita è avvenuto il primo
avvistamento: «Era una colonia di circa una settantina di esemplari»,
racconta Mattia Menchetti, ricercatore dell’Università di Firenze che fa parte
del team internazionale che ha pubblicato il primo studio sull’argomento su
‘Zootaxa’. «Di solito – spiega – vivono in Giappone, ma si trovano anche
in Corea del Sud e in Francia».
Ora, è arrivato anche
da noi. Il ricercatore nell’intervista ha detto: «Il padrone di casa l’ha
segnalato, perché non aveva mai visto nulla del genere e si è incuriosito». Ha
fatto benissimo, ha aggiunto, perché questa ‘planaria aliena’ è un pericolo
reale per la biodiversità del suolo, essendo vorace e capace di sterminare le nostre specie
autoctone. Ma come è potuto avvenire questo lungo viaggio? È, senza ombra di
dubbio, uno dei cattivi risultati della Globalizzazione! «Queste planarie
riescono anche ad attraversare gli oceani viaggiando nel terriccio e nei vasi
da giardinaggio, dicono gli esperti. «Ammazzarle non basta, perché si autorigenerano».
Insomma, se vengono tagliate in più pezzi, si moltiplicano, peggio dei cinesi! Schiacciarle è inutile e toccarle potrebbe essere pericoloso anche per l’uomo.
L’unica possibilità di
sterminio è quella di gettarle in un bidone, in mezzo a terra molto umida, a loro non congeniale. Il
consiglio è quello di controllare sempre il terriccio che si acquista nei
negozi specializzati e, nel caso di avvistamenti sospetti, avvisare subito un
esperto. Questi vermi sono pericolosi non solo per l’equilibrio dell’ecosistema
(l’arrivo di questi “inquilini” alieni è spesso causa di distruzione degli
habitat), ma anche per la salute umana; esistono dei cugini del Diversibipalium
multilineatum potenzialmente letali anche per l’uomo. Alcune specie, spiegano
gli esperti, sono in grado di riprodursi sessualmente e di deporre uova. Sono
proprio queste, come anche il corpo degli adulti, a contenere tetrodotossina
(TTX), una "sostanza letale", presente anche nei pesci palla. Questo veleno,
evidenziano i ricercatori, può bloccare la trasmissione nervosa nei muscoli
scheletrici.
Cari amici, ci mancava solo
il verme migrante! Un vero e proprio killer a piede libero, implacabile e
pericoloso, anche se lungo appena una quindicina di centimetri, piatto e
viscido, ma capace con la sua voracità di causare danni molto grandi. Il suolo infatti rappresenta uno degli ambienti
terrestri più ricchi di specie ed è la sua biodiversità a garantire il mantenimento degli ecosistemi, come il ciclo dei
nutrienti e la fertilità del suolo. L’introduzione ad opera dell’uomo di
planarie terrestri, al di fuori dell’area
in cui sono naturalmente presenti, può mettere a repentaglio il precedente
equilibrio, composto anche da lombrichi, molluschi e altri
invertebrati, che venendo divorati dal verme impoveriscono di conseguenza il suolo.
Ci mancava pure questa tegola,
dicono alcuni! Purtroppo, ai già numerosi primati negativi del nostro Belpaese, si va ora
ad aggiungere la presenza di questa pericolosa specie di planaria. Lo studio
“First report of the land planarian Diversibipalium multilineatum (Makino &
Shirasawa, 1983) (Platyhelminthes, Tricladida, Continenticola) in Europe”,
pubblicato su Zootaxa da un team internazionale che comprende gli italiani
Giuseppe Mazza, Mattia Menchetti ed Elena Tricarico (Università di Firenze),
Luca Cavigioli (Società di Scienze Naturali del Verbano Cusio Ossola) e
Emiliano Mori (Università di Torino) oltre a ricercatori olandesi, spagnoli e
francesi, ha documentato in maniera
inequivocabile la presenza in Italia della prima popolazione di planarie terrestri aliene, ossia non
native, ma provenienti da altri territori.
I ricercatori italiani
spiegano che «La biologia di questa planaria, originaria del Giappone ma
introdotta anche in Corea del Sud, è quasi del tutto sconosciuta in Europa,
anche se probabilmente è simile a quella di Bipalium kewense, una specie
introdotta in varie parti del mondo e intercettata sporadicamente anche in
Italia.
Che dire, amici miei,
anche questa ‘contaminazione’ è frutto della ormai sempre più presente
globalizzazione, che continua ad imperversare in tutti i campi. Se è pur vero
che dal “mettere insieme in modo globale" finanza ed economia può derivarne qualche vantaggio,
le esagerazioni non hanno mai pagato, anzi si sono rivelate peggiori del male
che cercavano di combattere. Senza essere tacciato di retorica, voglio dirvi
che la globalizzazione, all’origine strombazzata come un grande progetto mondiale
capace di migliorare la vita della gran parte degli abitanti del pianeta, ha ottenuto invece il
risultato di fare diventare molto più ricco un piccolo “gruppo”, e di impoverire ulteriormente le precedenti schiere di poveri, addirittura aumentandole di numero!
Chi
ha orecchie da intendere…intenda!
A domani.
Mario