Oristano
2 Febbraio 2016
Cari amici,
La battuta da me
volutamente posta nel titolo non si riferisce certo ai “clandestini umani”,
argomento di questi tempi abbastanza scottante, ma alla numerosa presenza di
insetti di ogni genere che, anche a nostra insaputa, si sono installati e vivono nelle nostre case. Non ho
certamente scoperto l’acqua calda parlandovi di questa 'coabitazione' con degli animaletti, più o memo piccoli, solo che, fino ad oggi, ritenevo che non
fosse mai stato fatto uno studio completo su questo fenomeno. Invece in America qualcuno ci ha pensato. Sono stati dei ricercatori universitari degli Stati Uniti, a fare un primo
censimento degli indesiderati “abusivi”, quelli dell'Università del North
Carolina. Lo studio ha messo in luce l'incredibile biodiversità che ci fa compagnia e si nasconde
tra le nostre pareti domestiche!
La curiosità, mia e anche Vostra, credo sia tanta:
quanti ospiti indesiderati vivono da clandestini nelle nostre case? Sicuramente
più di quanti ne riusciamo a vedere! Nelle nostre case, ha rivelato lo studio,
vive una moltitudine di ospiti poco graditi, della gran parte dei quali nemmeno
ci accorgiamo. L’Università del North Carolina nell’approfondito studio,
pubblicato sulla rivista PeerJ, ha effettuato un vero e proprio censimento
degli inquilini clandestini che vivono ben nascosti nelle nostre case: alcuni
ben visibili, come ragni e mosche che di solito fanno notare la loro fastidiosa presenza, ma
anche molti altri insetti che, invece, sono abili nel nascondersi e nel non
farsi né notare né trovare.
L’equipe dell’Università
del North Carolina, coordinata dal ricercatore Matt Bertone, controllando
all'interno di 50 case e appartamenti, per un totale di 554 stanze, tutte in un
raggio di 40 chilometri dalla città di Raleigh, nel North Carolina, ha
scatenato una vera, meticolosa, “caccia agli insetti” in particolare di
artropodi, il vasto gruppo di invertebrati distinguibili perché hanno un
esoscheletro, corpo segmentato e zampe articolate. "Abbiamo scoperto - ha
spiegato Bertone - che le nostre case ospitano una biodiversità molto più grande di
quanto la maggior parte delle persone poteva pensare: 579 specie diverse, appartenenti a 304 famiglie differenti. Tra questi i più comuni sono mosche e
ragni di varie specie, ma anche formiche, pidocchi dei libri, acari,
scolopendre, 'pesciolini d'argento' e millepiedi, fino agli scarafaggi”.
"Non bisogna però
pensare che tutte queste specie vivono quotidianamente nelle nostre case - ha
aggiunto Bertone - molti degli artropodi che abbiamo trovato erano 'vagabondi' provenienti
dall'esterno, portati ad esempio da fiori comprati o entrati
accidentalmente", ma non essendo capaci di vivere in ambienti chiusi, il
destino di questi artropodi solitamente è molto breve e muoiono in poche ore.
Lo studio offre la possibilità di conoscere meglio gli ambienti in cui viviamo
e capire se esistono possibili effetti benefici o negativi dovuti alla
convivenza con questi quasi invisibili intrusi”.
Insomma una numerosa
popolazione abusiva che si è installata presso le nostre case, dove ha trovato
sicuro rifugio e riparo, dove si alimenta, vive e si riproduce. Lo studio, che
ha certamente dato la possibilità a noi abitatori di conoscere meglio gli “inquilini
fantasma” degli ambienti in cui viviamo, serve soprattutto a farci capire se
esistono possibili effetti benefici o negativi in conseguenza della non
richiesta convivenza con questi intrusi più o meno visibili.
Personalmente, cari
amici, ho letto con un certo interesse l’articolo che parlava di questa
ricerca, ed ho pensato che, volenti o nolenti dovremo continuare a fare di necessità virtù! Ho anche pensato che chi come noi vie in zone umide come Oristano dovrà continuare ad “aggiungere
un posto a tavola”: parlo di altri ospiti come zanzare e moscerini, ad esempio, che
quanto ad invasività non sono certo da meno! Inoltre, consentitemi un’ultima
considerazione. Cercare di eliminare la presenza di questi fastidiosi ospiti non è facile, in quanto per liberarcene dovremmo usare pericolosi pesticidi, il cui
rimedio potrebbe essere peggio del male che vogliamo eliminare. La soluzione
migliore è quella di intervenire di volta in volta, possibilmente con una
costante e severa pulizia e con l’utilizzo di sostanze semplici, a basso
impatto ambientale, senza usare sostanze pericolose, come in passato il DDT.
Grazie, amici, a
domani.
Mario
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