Oristano
26 Febbraio 2016
Cari amici,
Quand’ero piccolo mi
affascinavano molto i prestigiatori (Silvan, in particolare): nelle loro magiche mani apparivano e sparivano
le cose più impensabili, dalle monete alle carte da gioco, così come dal loro
capello… uscivano conigli o fazzoletti che non finivano mai! Come le nostre
tasse: né elimini una e ne nascono due. Perché oggi inizio il post partendo dai
prestigiatori? Semplice, perché mi dà l’impressione che anche per le tasse sia
tutto un gioco di prestigio.
Se, dopo l’abolizione
della TASI sulla prima casa, ci eravamo convinti che il balzello fosse solo un
brutto ricordo, dobbiamo ricrederci: è in arrivo un altro salasso, pronto ad
alleggerire presto le nostre tasche. E' la 'tassa' sull'ascensore, che, secondo
quanto afferma Confedilizia, potrebbe costare anche il doppio della Tasi. Dichiarata
come necessaria, per adempiere alla Direttiva Comunitaria 2014/33/UE sulla
sicurezza degli ascensori, il balzello è già approdato sul tavolo del Ministero
dello Sviluppo economico, che lo dovrebbe presto trasmettere al Consigli dei Ministri
per la messa in esecuzione. Ma vediamo in dettaglio di cosa esattamente si tratta.
Il Ministero dello
Sviluppo Economico, richiamandosi alla Direttiva UE, ha fatto approdare sul
tavolo del Consiglio dei Ministri uno schema di Decreto del Presidente della
Repubblica che impone una verifica
straordinaria degli ascensori esistenti, attribuendo ai soggetti incaricati
della verifica la facoltà di prescrivere una serie di interventi (certamente
costosi) a carico dei proprietari di casa. Un obbligo che – come riconosciuto
lo stesso Ministero – non è espressamente previsto dalla Direttiva Europea (di
cui il provvedimento costituisce attuazione), emanata «per l’armonizzazione
delle legislazioni degli Stati membri relative agli ascensori e ai componenti
di sicurezza per ascensori».
La norma predisposta
dal nostro Ministero viene motivata con l’esigenza di aumentare il livello di
sicurezza degli impianti di ascensore esistenti in Italia, in particolare per
quelli messi in uso prima del 1999. Eppure da più parti si mormora che le
ragioni siano ben altre. L’attuale normativa sul mantenimento dello stato di
efficienza degli ascensori è già di per se abbastanza severa. Basti pensare che
ogni sei mesi, per legge, gli ascensori sono sottoposti obbligatoriamente a
manutenzione da parte di persona munita di certificato di abilitazione, con
verifica di: paracadute, limitatore di velocità, dispositivi di sicurezza,
funi, catene, isolamento impianto elettrico e collegamenti con la terra e
quant’altro; ogni due anni, sempre per legge, gli ascensori sono sottoposti
obbligatoriamente a verifica da parte della Asl o dell’Arpa ovvero di un
organismo di certificazione autorizzato dal Ministero dello sviluppo economico
e notificato alla Commissione europea; infine, un’altra disposizione – il comma
7 dell'articolo 15 del D.P.R. n. 162/’99, prevede: «Nel caso in cui il
manutentore rilevi un pericolo in atto, deve fermare l'impianto, fino a quando
esso non sia stato riparato informandone, tempestivamente, il proprietario o il
suo legale rappresentante e il soggetto incaricato delle verifiche periodiche,
nonché il Comune per l'adozione degli eventuali provvedimenti di competenza».
Eppure, nonostante i
livelli di sicurezza in atto appaiano abbastanza efficaci, spunta ora questa
nuova tassa, non espressamente prevista dalla normativa UE. Insomma, togliere
la Tasi e aggiungere la tassa sull'ascensore sembra proprio quel gioco di
prestigio di cui parlavo in premessa. Quando gli italiani pensavano di poter
tirare un sospiro di sollievo, ecco dunque che arriva un altro escamotage per
far aprire i portafogli! “Introdurre una nuova tassa sugli ascensori,
annullando gli effetti dell’abolizione della tassa sulla prima casa, dopo aver
tolto la Tasi, sembra davvero singolare”, sostiene infatti la Fiaip, la
Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali, che in una nota stampa
ha ribadito come la scure delle imposte non risparmia proprio più nulla. Fiaip
ha quindi sottoscritto l’appello lanciato da Confedilizia al premier Renzi per
eliminare la tassa sull’ascensore.
Cari amici, la gente
non riesce più a comprendere come mai l’esecutivo Renzi, che a parole ha sempre
sostenuto di voler abbassare le tasse sugli immobili, intenda invece porre un
ulteriore balzello su milioni di famiglie già provate dalla crisi economica in
atto. Sarebbe davvero paradossale il carico di una nuova spesa che annullerebbe
in un colpo solo gli effetti dell’abolizione della Tasi sull’abitazione
principale, obbligando i proprietari di immobili ad esborsi pari anche al
doppio della Tasi abolita.
Qualcuno, maliziosamente,
sostiene che forse l’iniziativa nasce con l’intento di ri-animare il mercato
delle imprese del settore (che langue) che, a seguito del provvedimento,
potrebbero ricavare non poco ossigeno. La realtà dell’economia però, come ben
sappiamo, non si anima creando per legge
il lavoro dove non c’è, ma riducendo la spesa pubblica, diminuendo le tasse
e liberando imprese e cittadini dai vincoli che tarpano loro le ali. Senza
provvedimenti di lungo respiro, senza programmazione seria ed anti spreco, non
ci sarà futuro né per le imprese né per la Nazione. Prenda atto Renzi che i
vecchi limoni spremuti e avvizziti non hanno più succo da dare.
A domani.
Mario
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