Oristano
31 Maggio 2018
Cari amici,
Chiudo i post del mese di Maggio parlando con Voi di un problema che per noi sardi è davvero drammatico: la mancata Continuità Territoriale. Che l’insularità
costituisca, rispetto al resto del territorio di uno Stato posto sulla
terraferma, un GAP difficile da colmare è cosa ben nota. Colmare il
differenziale penalizzante, in modo da ristabilire l’uguaglianza, spesso non è facile, ma bisogna
almeno provarci, riuscendo, se non altro, almeno a diminuirlo. Tra le isole collocate nell’area
mediterranea, Sardegna, Baleari e Canarie per la Spagna e Corsica per la
Francia, la nostra isola è quella che al momento paga il prezzo più alto di disuguaglianza. Si,
credo possa considerarsi la cenerentola delle isole poste in Europa, considerato che la
continuità territoriale aerea esistente risulta essere la peggiore in assoluto, se confrontata con quella in atto nelle altre isole, per le quali Francia e Spagna hanno
adottato correttivi nettamente superiori.
A scorrere il maggior
quotidiano dell’Isola, L’Unione Sarda, in un pezzo del 24 Maggio a firma di Michele Ruffi, troviamo
scritto che qualcosa di nuovo in positivo, forse, per la nostra continuità
territoriale potrà nascere nel 2019, e che quindi per tutto l’anno in corso la
Regione si dovrà arrabattare con proroghe che lasciano il tempo che trovano, mentre
al contrario, per le altre isole prima citate, la continuità territoriale esistente, già
superiore a quella sarda, subirà miglioramenti alquanto pesanti, stante le
ultime concessioni accordate.
Eppure, nel Giugno
dello scorso 2017, Sardegna, Corsica e Baleari proprio a Cagliari firmarono un
patto comune per regolamentare i trasporti tra le isole del Mediterraneo. L’occasione
per la firma fu la riunione del G7, la due giorni dedicata proprio al tema
della mobilità. Questo “patto a tre", contenuto in una lettera firmata dai
rappresentanti delle regioni e da inoltrare al nostro Ministro dei Trasporti
Graziano Delrio, perché la portasse all’attenzione dei responsabili nazionali dei
trasporti di Francia, Germania, Inghilterra, Canada, Usa e Giappone, i G7
appunto, rimarcava la necessità del riconoscimento
di pari condizioni tra le diverse isole, che, dipendenti da nazioni che facevano
parte della Comunità Europea, dovevano essere trattate alla stessa stregua.
Un patto sicuramente
equo, che però, anche se è trascorso circa un anno, non ha sortito alcun effetto.
Le tre nazioni interessate continuano infatti ad andare ognuna per proprio
conto, mentre la Comunità Europea sembra stare solo a guardare. Si, perché la
“Questione dell’insularità”, in realtà è un problema che deve riguardare
l’Unione Europea nella sua interezza, quale coordinatore dell’uguaglianza tra
Stati aderenti. La situazione anomala oggi esistente va indubbiamente sanata:
Sardegna, Corsica, Baleari e Canarie, come ha ribadito di recente anche il
Governo spagnolo, sono accomunate da uno stato di “perifericità” comune, per
cui nello stesso modo e con lo stesso metro L’U.E. deve trovare una soluzione
unitaria, senza privilegi, senza fare figli e figliastri.
Anche Simeoni, il
combattente rappresentante della Corsica, ha ribadito la necessità che per le
isole venga creata una specie di “metro
aerea”, in similitudine con la terrestre, che non sarebbe altro che un modo
per stabilire un’equa continuità territoriale. “Dobbiamo costruire – ha
detto Simeoni – una mobilità tra le isole del Mediterraneo usando le stesse
opportunità offerte per la continuità territoriale interna. Ma l’Ue deve
rendere possibile questo percorso”.
Che dire, amici, l'UE sembra predicare bene, ma risulta un pessimo esecutore, perché è trascorso un anno e per quanto
riguarda la Sardegna, nulla è cambiato, anzi forse peggiorato. Non così,
invece, sul versante spagnolo. È di questi giorni la notizia che agli abitanti
delle Baleari e delle Canarie, vengono aumentati i precedenti sconti ‘in
continuità territoriale’, che passano dal 50 al 75 per cento delle tariffe
ordinarie; sconti validi tra l’altro su tutte le tratte, su tutti i collegamenti
con gli aeroporti spagnoli. La decorrenza è stata stabilita immediata, e sarà
operativa tra pochi giorni. Altra cosa da non sottovalutare è che lo
stanziamento per alleviare i costi dell’insularità non gravano sulle spalle
delle regioni periferiche, ma sono a totale carico dello Stato. Il precedente stanziamento
del Governo spagnolo, pari a 177 milioni di euro annui, passa quindi a 222!
La Sardegna, come detto prima, sempre al palo, sempre Cenerentola.
L’attuale costo della continuità
territoriale sarda, che non grava sul bilancio nazionale ma su quello
regionale, è pari a 44 milioni di euro, e solo dal prossimo anno lo Stato
sborserà un contributo di 30 milioni annui. Cercare di mettere a confronto la
situazione sarda con quella spagnola, può fare solo sorridere, amaro,
ovviamente, e di rabbia. Per esempio, per andare da Ibiza a Madrid un abitante
delle Baleari ha a disposizione 10 collegamenti giornalieri, potendo scegliere
tra 5 Compagnie e con prezzi che vanno dai 40 ai 120 euro per A/R., con
disponibilità costante, anche nei caldi mesi di Luglio-Agosto.
Anche in Corsica
nessuna disperazione per viaggiare verso la Francia nei mesi estivi, considerata
la frequenza dei voli giornalieri. Dai 4 aeroporti corsi (Aiaccio, Bastia,
Calvi e Figari) i voli verso la Francia, anche nei periodi di maggior flusso
turistico, sono regolari, con 41 voli giornalieri. I prezzi, seppure non si
discostino molto dai nostri, tengono conto delle distanze: la rotta
Ajaccio-Parigi è di 920 chilometri, contro la Cagliari-Roma che è di soli 410
chilometri. Per quanto ovvio, le agevolazioni sono strettamente riservate ai
residenti.
Cari amici, cosa
possiamo dire, allora, dei problemi relativi alla nostra continuità negata? Il
primo nodo da sciogliere è quello dell’insularità, di cui deve farsi carico l’Unione
Europea, creando pari condizioni fra tutti gli Stati membri. Il collegamento
delle isole con la Madre Patria posta in terraferma, deve garantire agli
abitanti “periferici” dislocati nelle isole, le stesse opportunità economiche e
sociali degli abitanti della terraferma. Come nel Continente si lavora e si
spende per realizzare l’alta velocità ferroviaria, per le isole devono essere
garantiti collegamenti dello stesso tenore, realizzati con gli aerei!
Se l’Europa continuerà a
non garantire equità, a far sì che al suo interno vi siano figli e figliastri
non andrà lontano. Gli abitanti delle isole, è meglio che l’Europa lo recepisca
una volta per tutte, non sono cittadini di serie B, hanno diritto agli stessi
vantaggi degli altri, allo stesso rispetto ed alla parità dei costi. È questo,
amici è il vero significato della continuità territoriale!
A domani.
Mario