martedì, dicembre 31, 2024

IL PERICOLOSO AVANZARE DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE PREOCCUPA NON POCO. UN ESPERTO: “PRESTO, PER NON PERIRE, SAREMO COSTRETTI A STACCARE LA SPINA”.


Oristano 31 dicembre 2024

Cari amici,

Oggi è l'ultimo giorno di quest'anno 2024. Vorrei chiudere le riflessioni di questo martoriato anno che volge al termine, parlando con Voi di "FUTURO". Si, non solo del nostro, ma di quello delle generazioni successive. Il mondo sta vivendo un caotico periodo, tra guerre, disastri naturali e inquinamento del pianeta sul quale viviamo. A darci una mano contribuirà certamente l’INTELLIGENZA ARTIFICIALE, indubbiamente una delle più grandi scoperte degli ultimi anni. Le sue straordinarie capacità vanno ben oltre quelle umane, tant’è che la gran parte delle professioni, anche quelle molto impegnative, potranno essere svolte non più dall’uomo ma da capaci Robot. Se da un lato questo può essere visto in positivo, forse però, non dovremmo gioire più di tanto, in quanto l'A.I. presenta anche dei risvolti pericolosamente negativi, che potrebbero essere, in particolare in futuro, alquanto deleteri. Se, come si pensa, l’A.I. continuerà a progredire come ha fatto fino ad oggi, forse a noi oggi sfugge qualcosa di molto importante: "fin dove essa potrà spingersi"!

Gli esperti, che con l’Intelligenza Artificiale hanno a che fare tutti i giorni, sono convinti che dotare di troppa intelligenza le macchine può diventare un serio pericolo per il futuro dell’umanità. Sono numerosi gli scienziati che ipotizzano futuri scenari inquietanti, se l’uomo, quanto prima, non troverà un sistema capace di  porre un freno, un ferreo controllo, all’Intelligenza Artificiale. Uno di questi scienziati, la cui competenza credo sia fuori dubbio, è l’ex Amministratore delegato di Google, ERIC SCHMIDT, che si è dichiarato poco ottimista e assolutamente non fiducioso circa il futuro che l'AI avrà sul genere umano.

Il Ceo Schmidt, nel corso di un’intervista concessa al programma THIS WEEK DELLA RETE AMERICANA ABC, si è così espresso: «Dovremo, in futuro, considerare seriamente l’idea di scollegare l’Intelligenza Artificiale». L’ex manager di Google non intendeva certo rinnegare le capacità dell’A.I., ma lanciare un serio avvertimento. «Presto vedremo le macchine funzionare da sole e decidere cosa fare – ha detto – e quando i sistemi governati dall’A.I. saranno in grado di ’MIGLIORARSI DA SOLI’, l’uomo sarà in pericolo e, prima del disastro, sarà necessario che qualcuno sia pronto a spegnere il sistema; e, nel caso in cui il sistema provi a resistere, dovremmo essere pronti a staccare la spina della corrente».

Amici, il serio pericolo, secondo Schmidt,  è che molto presto le macchine governate dall’A.I. arriveranno ad un punto di intelligenza tale da prendere le decisioni in autonomia. A quel punto potrebbero seriamente pensare di ribellarsi ai comandi dell’uomo e potrebbero rappresentare un serio pericolo. E allora bisognerà farsi trovare pronti a staccarle, per evitare rischi incalcolabili. Già un anno fa Schmidt spiegò al portale specializzato Axios che i «guardrail» predisposti per impedire all’I.A, di «deragliare», potevano non essere sufficienti a tenerla sotto controllo.

Un altro catastrofico pericolo si annida nell’uso dell’Intelligenza Artificiale in campo militare. In un mondo, come quello attuale, ridiventato pericolosamente guerrafondaio (basti pensare al conflitto Arabo-Palestinese ed a quello Russo in Ucraina), sono già operative sul terreno di guerra molte armi dotate di  Intelligenza Artificiale. Un uso sbagliato di queste armi, governate dall’Intelligenza Artificiale, potrebbe avere conseguenze catastrofiche, con serie ripercussioni a catena su tutto il pianeta, tali da arrivare ad un possibile, distruttivo conflitto nucleare. Sull’WEB circolano già dei casi anomali, circa il comportamento di Robot guidati dall’A.I.

L’ex di Google ERIC SCHMIDT, ha espresso il suo preoccupato pensiero  su una pubblicazione: "Genesis: Artificial Intelligence, Hope and the Human Spirit",  firmata, oltre che da Lui, anche  dal politico di lungo corso Henry Kissinger e da Craig Mundie. Il libro è attualmente disponibile solo in lingua originale su Amazon. È un libro tutto da leggere, che invita tutti a cercare di capire i futuri pericoli di questo portentoso ma pericoloso strumento che oggi abbiamo a disposizione. Pericoli certamente da tenere sotto controllo, e, una risposta, potrebbe arrivare proprio da una maggiore regolamentazione da parte dei Governi nazionali, che dovrebbero predisporre delle Norme-Paletto per porre sotto controllo lo sviluppo dei sistemi di Intelligenza Artificiale.

Chiudo questa riflessione, cari lettori, riportando il laconico comunicato firmato da 350 scienziati e ingegneri impiegati nel campo dell'Intelligenza Artificiale e pubblicato dalla NO-PROFIT CENTER FOR AI SAFETY. Questi massimi esperti del settore tornano a parlare dei rischi connessi allo sviluppo sempre più avanzato dell'intelligenza artificiale: non più soltanto deep fake e perdita di posti di lavoro, ma addirittura la possibile scomparsa della nostra specie. Ecco la sintesi il loro pensiero: "Mitigare i rischi di estinzione causati dall'Intelligenza Artificiale dovrebbe essere una priorità globale, così come viene fatto per altri rischi su scala sociale, come le pandemie e la guerra nucleare".

Cari amici, personalmente mi trovo dalla parte di chi "ha paura", e oggi faccio a tutti Voi i miei migliori AUGURI di un BUON ANNO 2025, sereno e senza guerre!

A domani.

Mario

lunedì, dicembre 30, 2024

IL CORPO UMANO INVECCHIA, E CON ESSO ANCHE IL CERVELLO! ECCO COME COMBATTERE E CONTRASTARE L’INVECCHIAMENTO CEREBRALE.


Oristano 30 dicembre 2024

Cari amici,

La clessidra del tempo, come ben sappiamo, è inarrestabile! Anche il grande poeta del Trecento Francesco Petrarca scrisse, in onore della sua amata Laura, il sonetto "
La vita fugge, et non s'arresta una hora". Si, seppure la vita dell'uomo, nell'ineluttabile trascorrere del tempo si sia fortunatamente allungata, facendo sì che il periodo della "vecchiaia", ora, dura un maggior numero di anni, è diventato opportuno, oserei meglio dire necessario, trascorrerla nel modo più attivo possibile.

La concreta realtà, amici miei, è che, col passare degli anni, il nostro corpo invecchia! 
Nel guardarci allo specchio ci accorgiamo delle prime rughe, dei capelli che si imbiancano, della pelle che da soda diventa flaccida, e da tanti altri segni che denotano cambiamenti lenti ma costantemente peggiorativi. Si, l’invecchiamento lascia segni inequivocabili in tutto il nostro corpo, nessuna parte esclusa, nemmeno il cervello! Si, anche questo nostro importantissimo organo, vero nostro super computer che tutto controlla, che tutto organizza, inizia, anche se lentamente, a perdere colpi, con diverse sue zone che, giorno dopo giorno, perdono elasticità, modificando così la loro struttura.

Straordinariamente complesso, oscuro e misterioso, il nostro cervello è, forse, l'organo più affascinante e complesso del corpo umano. Basti pensare che ha quasi 100 miliardi di neuroni, più di 150mila miliardi di sinapsi e gli assoni, le 'superstrade', lunghe fibre di connessione tra le cellule, che coprono una lunghezza totale di 160mila chilometri, più di un terzo della distanza dalla Terra alla Luna, come scrive il Professore, neurochirurgo, Giulio Maira nel volume "Il cervello è più grande del cielo", edito da Solferino.

Il professor Giulio Maira, in questo suo libro fa fare ai suoi lettori un viaggio affascinante all'interno di questo organo così complesso e straordinario. Un viaggio che li porta a scoprire che il cervello non smette di imparare per tutta la vita, grazie alla plasticità, anche se con l'età molti neuroni si perdono, e questo percorso permette di approfondire il fenomeno della sostituzione sensoriale; si quella che, ad esempio, ha portato Ludwig van Beethoven a continuare a scrivere musica nonostante la perdita dell'udito, o lo scrittore Andrea Camilleri, seppure con la cecità, a "un'esasperazione degli altri sensi e un fiorire incredibile di creatività e memoria".

Si, cari amici, il CERVELLO, questa macchina straordinaria, col passare del tempo purtroppo invecchia e “perde colpi”. Tra i 30 e i 75 anni, il cervello arriva a perdere fino al 10% del suo peso e del suo volume, andando incontro a una condizione cosiddetta di “atrofia cerebrale” che comporta una perdita delle funzioni svolte dall'encefalo. Arrivano, poi, altri segni di cedimento. Inizia così a diminuire il numero di neuroni, e nella zona del cervello denominata “ippocampo” (fondamentale struttura cerebrale che contribuisce alla memoria a breve e a lungo termine, alla memoria spaziale e all'orientamento) si ha una selettiva perdita neuronale.

Ma questo è solo l’inizio.  Con il passare degli anni si osserva un declino delle capacità cognitive: apprendimento, memoria, capacità di risolvere i problemi e in genere tutte quelle funzioni che richiedono velocità nell’elaborare le informazioni. E ancora: difficoltà nell’adattarsi all’ambiente, eccessive preoccupazioni per cose futili, irrigidimento del carattere. Una condizione che colpisce anche persone che non hanno malattie che interessano il cervello. Questo declino cerebrale, correlato all’età o causato da malattie, si può misurare mediante un’attenta valutazione delle funzioni cognitive e dello stato di coscienza. Lo si fa attraverso la somministrazione dei classici test neuropsicologici, per avere una valutazione oggettiva, con tecniche neuro-radiologiche, di tutte le strutture che compongono il cervello stesso. In questo modo è possibile avere una diagnosi precoce di un invecchiamento “patologico”.

Amici, il cervello, questo nostro straordinario computer, che, come prima accennato, elabora e apprende a tutte le età, teme molto la “ripetitività”; da giovani si è curiosi, pronti a nuove sfide poi, con il passare del tempo, si smette di operare e si diventa abitudinari, vivendo il tran-tran della senilità. il cervello allora non è più stimolato come in passato e di conseguenza inizia a diventare abitudinario. Diventa, pertanto fondamentale, per salvaguardarlo,  riprendere la passata operatività: studiare, apprendere cose nuove, coltivare interessi, mantener viva la nostra curiosità.

In sintesi, amici, evitiamo di lasciarci andare in solitudine, restando senza relazioni e interessi; tutto ciò non fa altro che accelerare il declino cerebrale. Allora, "nutriamo il nostro cervello" con costanza, continuiamo ad avere interessi, frequentiamo amici ed eventi culturali, andiamo al cinema, usciamo con gli amici, leggiamo scriviamo e magari scopriamo nuovi hobby. Inoltre, non sottovalutiamo l’importanza del sonno! Non a caso il riposo è definito “il giardiniere della mente”. La notte dormire è importante, perché attraverso l'attività onirica il cervello va a sfoltire le informazioni che non ci servono, che abbiamo accumulato durante il giorno, e consolida quelle più importanti che ci servono nella vita quotidiana.

Allora, utilizziamo questi consigli! Usciamo tutti i giorni in passeggiata, possibilmente con qualche amico per chiacchierare, facciamo dello sport, impegniamoci nelle attività ricreative o di volontariato, aiutiamo il nostro corpo a rigenerarsi e manteniamoci in forma fisica, così anche la nostra mente si manterrà impegnata. Infatti, praticare una costante attività fisica combatte anche l'invecchiamento del cervello. Infine, un’ultima raccomandazione: curiamo sempre l’alimentazione! Un'alimentazione scorretta, povera di vitamine B, C ed E, oltre che di Sali minerali, oppure oltre misura (esagerata), in senilità risulta deleteria, perché rallenta alcune funzioni dell'organismo causando un precoce invecchiamento sia fisico che cerebrale.

Cari amici, "INVECCHIARE BENE È UN PRIVILEGIO", non dimentichiamolo mai! Invecchiare in salute, poi, non è dato, senza impegno, a tutti, perché arrivarci nel modo migliore possibile, e con il cervello in ottime condizioni, dipende molto da noi!

A domani.

Mario

 

domenica, dicembre 29, 2024

L’AMAZZONIA E IL MISTERO DEL FIUME BOLLENTE. QUESTO CORSO D’ACQUA, LO SHANAY-TIMPISHKA, AFFLUENTE DEL RIO DELLE AMAZZONI, SCORRE AD UNA TEMPERATURA CHE VA DAI 50 AI 90 GRADI…


Oristano 29 dicembre 2024

Cari amici,

Che l’Amazzonia sia una "unica e straordinaria" parte della nostra terra, la cui foresta è definita il suo “polmone verde”, che influenza in tanti modi l’equilibrio dell’intero pianeta, è una realtà incontestabile, che, nonostante i tanti studi effettuati, ancora oggi conserva tanti misteri. Uno di questi riguarda lo “SHANAY-TIMPISHKA”, un curioso fiume che scorre in un modo particolarissimo: le sue acque, infatti,  sono caldissime, addirittura bollenti, tant’è che scorrono ad una temperatura oscillante tra i 50 e i 90 gradi.

Recenti ricerche, effettuate con l’ok dello sciamano locale (considerato che l’Amazzonia conserva ancora villaggi e popolazioni con usi e costumi risalenti a migliaia di anni fa), hanno accertato la singolarità di questo fiume, affluente del Rio delle Amazzoni. Gli studiosi, dopo aver raccolto una serie di campioni di acqua durante le spedizioni effettuate per conto dell’università e del National Geographic, hanno scoperto che la temperatura delle sue acque arrivava incredibilmente a toccare gli 86 gradi. Il fenomeno, a detta degli esperti, è singolare: il fiume, infatti non si trova nelle vicinanze di un vulcano (il più vicino è a 700 km di distanza), quindi le sue acque diventano bollenti per altre ragioni. Si ipotizza un fenomeno geotermico dovuto alla risalita di acque precedentemente riscaldate altrove, forse in un luogo alquanto lontano ed in profondità.

Si, amici, nel bel mezzo della foresta amazzonica, precisamente in Perù, scorre il Shanay Timpishka, un fiume particolarissimo, con acque talmente calde, bollenti, in grado di "cuocere" qualsiasi cosa vi cada dentro! La sua origine, come accennato, viene ritenuta molto complessa, insomma un fenomeno che si sta cercando di accertare. Una delle ipotesi, fatte dal ricercatore peruviano Andreas Ruzo è che sotto il fiume potrebbe esserci il più grande campo geotermico del pianeta. Nel 2011 il giovane geo-scienziato peruviano ha cominciato a studiare il fiume nel tentativo di trovare una spiegazione scientifica.

Amici, se è pur vero che nel mondo esistono altri fiumi bollenti, questi si trovano tutti vicino a vulcani o, comunque, con del magma prossimo alla superficie. Il Shanay- Timpishka, ovvero il Boiling River (fiume bollente), come viene comunemente chiamato, invece no; ma allora qual è la fonte che fornisce l’energia sufficiente a riscaldare le sue acque? Ecco che cosa ha scoperto finora Andrés Ruzo. Prima di avventurarsi nella foresta amazzonica Andrés Ruzo, studente dell’università del Texas, non era nemmeno certo che il Boiling River esistesse davvero. Quando lo ha trovato, è rimasto sbalordito: dalla sua superficie saliva un’enorme quantità di vapore e su di essa galleggiavano animali “cotti” dalle acque (la loro temperatura in alcuni punti raggiunge i 90 °C).

Anche camminare sulle sponde del fiume a piedi nudi risulta alquanto difficile, con il rischio di ustionarsi gravemente. Eppure il Boiling River è un grande fiume: è lungo quasi 6,5 km e largo fino a 25 metri! Per riscaldare una tale quantità d’acqua serve una fonte di calore molto potente! Non essendoci un vulcano vicino, Ruzo ha cercato di ipotizzare altre fonti. Per operare sul fiume,  ha dovuto chiedere il permesso dello sciamano del posto. Le antichissime regole che vigono ancora in quei remoti villaggi, sono ancora oggi valide, e, fino ad allora, nessuno scienziato era stato autorizzato a farlo, in quanto, da secoli, gli abitanti di quei luoghi credono che a generare quelle acque tanto calde sia lo spirito Yacumama (la “Madre delle acque”), che avrebbe l’aspetto di un enorme serpente. Un mito che resiste nel tempo, tramandato di generazione in generazione.

Ruzo e i colleghi che hanno collaborato con lui alla ricerca hanno ipotizzato che il fenomeno sia il risultato di un processo che comincia da molto lontano, addirittura in prossimità delle Ande. Nel sottosuolo dell’area in questione, le rocce presentano una temperatura piuttosto alta già a profondità ridotte: hanno, cioè, un elevato gradiente geotermico. Queste rocce riscalderebbero l’acqua meteorica che si infiltra nel terreno. L’acqua, circolando nel sottosuolo attraverso un enorme e complesso sistema di fratture, sarebbe in grado di compiere un percorso molto lungo. Alla fine l’acqua, oramai caldissima, emergerebbe di nuovo dal sottosuolo, alimentando sorgenti termali di acqua calda in corrispondenza del Boiling River.

Analizzando a fondo le acque del Boiling River, Ruzo e i suoi colleghi hanno scoperto che esse sono popolate da alcuni microrganismi appartenenti a specie sconosciute, in grado di resistere ad altissime temperature. In alcuni tratti il corso d’acqua, soprattutto dopo le piogge, si raffredda abbastanza da consentire agli abitanti di fare il bagno. Talvolta l’acqua viene anche usata per preparare il tè e per cucinare. Il legame tra il Boiling River e la popolazione del luogo è ancora oggi molto forte. 

Cari amici,
la Foresta Amazzonica è uno straordinario ambiente naturale, unico al mondo, ma purtroppo minacciato da interventi di deforestazione e dalle numerose ricerche petrolifere. Un territorio che, invece, dovrebbe restare intatto, assolutamente da salvaguardare, e Ruzo si batte affinché venga riconosciuto come "riserva naturale intoccabile". Se, invece, continuiamo a distruggere il mondo, cosa lasceremo alle generazioni future? Non dimentichiamo che sulla terra siamo ospiti e non padroni!

A domani.

Mario  

sabato, dicembre 28, 2024

IL FUMO, UNA DROGA CHE, SEPPURE LEGGERA, È "ATTRAZIONE FATALE" ANCHE PER I GIOVANISSIMI. ECCO PERCHÈ NON FUMARE O SMETTERE, SE HAI INIZIATO, È LA COSA MIGLIORE DA FARE!


Oristano 28 dicembre 2024

Cari amici,

Da giovane sono stato anch’io un grande fumatore. Iniziai, se ben ricordo, prima dei 18 anni  e mi portai appresso il vizio per un periodo di poco inferiore ai 20 anni. L’occasione per smettere me la diede il mio corpo, che, mi segnalò una respirazione poco efficace, difficile, con sudorazioni e altri malesseri, che mi costrinsero ad andare dallo pneumologo. Lo feci con molta preoccupazione, e la mia fortuna fu che il medico (che era anche un esperto radiologo) riuscì in un compito difficile: convincermi a smettere di fumare. Ecco come.

Dopo aver fatto la radiografia dei miei polmoni, li osservava perplesso, mentre io aspettavo di sapere quali medicine mi avrebbe dato per risolvere il problema. Finito l'esame mi osservò senza parlare. Fui io, ad un certo punto, che gli chiesi: dottore che medicine devo prendere? Lui, sollevando lo sguardo dalla radiografia, mi guardò senza rispondermi subito; poi, con calma, mi rispose, in sardo: “Sa mexina sesi tui” (tradotto liberamente: la medicina sei tu). Non compresi subito il significato delle sue parole, ma lo compresi meglio poco dopo, quando, alzandosi e accompagnandomi alla porta, aggiunse: “Nessuna medicina può aiutarti a migliorare il tuo stato: lo migliorerai solo smettendo di fumare! Poi, con calma, aggiunse: e, se non segui il mio consiglio, il tuo stato di salute può solo peggiorare”.

Uscii dallo studio come un cane bastonato! Istintivamente la mano andò sulla tasca interna della giacca per cercare le sigarette, ma non estrassi il pacchetto (fumavo allora le Muratti Ambassador). Le parole del Dottor Toriggia risuonavano come colpi su un tamburo nella mia testa. Come succede quando si ha paura di morire, "La paura fa 90", e io  iniziai lentamente a ad entrare in panico; le parole del dottore erano macigni, e io iniziai a rendermi conto che. per porre rimedio ai problemi fisici che mi angustiavano, l’unica via era quella di smettere immediatamente di fumare! Insomma, capii che non avevo molte alternative: il saggio medico era stato chiaro e convincente, dicendomi senza se e senza ma che i miei polmoni era pieni di “catrame”, a causa della nicotina depositata. Gli diedi retta: nell’arco di una paio di giorni smisi definitivamente di fumare.

Amici, ve lo dico da ex fumatore: chi fuma, il danno maggiore la fa proprio ai polmoni, che, giorno dopo giorno, impregnandosi di nicotina, perdono l’elasticità degli alveoli, che in poco tempo lentamente muoiono; il respiro di conseguenza si fa più affannoso e la cattiva respirazione incide alla grande su tutto il funzionamento del nostro corpo! Smettere di fumare è pertanto una scelta fondamentale, che ci consente non solo di migliorare la nostra salute respiratoria, ma anche di ridurre il rischio di altre gravi malattie. I polmoni, che sono il primo organo-bersaglio delle sostanze tossiche contenute nelle sigarette, beneficiano in modo significativo di questa decisione.

Ovviamente, una volta che si decide di smettere, i benefici si ottengono in modo graduale, e molto dipende anche dalla quantità di sigarette che abbiamo fumato in precedenza! Nel primo periodo inizia a migliorare la respirazione, poi, successivamente, viene avviato, in un tempo variabile, il processo di recupero, anche se alcuni danni fatti sono da considerare, purtroppo, irreversibili. I benefici creati dallo smettere di fumare, però, risultano assolutamente positivi e, stiamone certi, continuano per anni.

Si, amici, fin dai primi giorni ci accorgeremo di stare meglio: la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca si normalizzano, i livelli di monossido di carbonio nel sangue diminuiscono, permettendo in questo modo un migliore trasporto di ossigeno. Dopo due settimane la circolazione sanguigna si stabilizza e le funzioni polmonari aumentano. È in questo periodo che iniziano a ridursi tosse e affanno. A tre mesi dall’ultima sigaretta, la capacità polmonare migliora fino al 10%, favorendo una respirazione più efficiente.

Anche se alcune lesioni subite dagli alveoli polmonari, come accennato prima, rimangono irreversibili, smettere di fumare è un passo cruciale per proteggere e salvare i polmoni e migliorare la qualità della vita. Grazie alla capacità rigenerativa del nostro corpo, i polmoni iniziano la guarigione dalle prime settimane e continuano a farlo per anni, dimostrando come sia sempre un buon momento smettere di fumare. I benefici, sia a breve che a lungo termine, non sono mai trascurabili.

Amici, a parte i positivi effetti immediati, è il beneficio a lungo termine quello che è più importante è che il rischio di cancro ai polmoni potrebbe risultare dimezzato. Gli effetti più significativi si osservano, infatti, nel lungo termine. A 10 anni dall’ultima sigaretta, il rischio di sviluppare un tumore ai polmoni si riduce fino al 50% rispetto a un fumatore. Questo è possibile grazie alla rigenerazione delle cellule sane che rimpiazzano quelle danneggiate dal fumo.

Uno studio del Wellcome Sanger Institute e dell’University College di Londra ha dimostrato che nei polmoni degli ex fumatori si registra un aumento delle cellule sane, capaci di riparare il DNA e ridurre drasticamente il rischio di mutazioni tumorali. Questa rigenerazione è il risultato dell’attività di cellule geneticamente sane che si moltiplicano per sostituire quelle danneggiate, soprattutto nel rivestimento delle vie aeree. L'indagine è stata pubblicata sull'American Journal of Preventive Medicine. Dai calcoli dei ricercatori del Michigan è emerso che l'eliminazione del fumo, anche in età avanzata, è in grado comunque di allungare la vita!

Insomma, amici, anche una decisione tardiva può essere davvero positiva: gli effetti dell'eliminazione del fumo, anche se avvenuta quando si è avanti con gli anni, consentono di aumentare la longevità. Si, amici, lo studio ha evidenziato che anche per chi è un fumatore sin da giovane e smette poi sui 65 anni, è probabile che possa aumentare la durata della sua vita del 23%. Resta però il fatto che per i fumatori da oltre 30 anni e sulla cinquantina il rischio di morte è più alto del 21% rispetto ai non fumatori.

Cari amici, da ex fumatore posso dire a Voi lettori, che sono stato davvero fortunato a smettere di fumare. Ci sono riuscito grazie ai consigli di un grande medico, che non smetterò mai di ringraziare! Chiudo riportandovi un piccolo particolare. Mi capitò di incontrare il Dottor Toriggia dopo molti anni da quella visita importante che mi salvò dal fumo, quando sia Lui che io eravamo ormai andati in pensione, e, fermatomi a salutarlo, lo ringraziai ancora, confessandogli, con grande franchezza, che era stato lui l’artefice della mia difficile decisione: era stato Lui, spaventandomi all’inverosimile, a darmi la forza di smettere di fumare!

A domani.

Mario

 

venerdì, dicembre 27, 2024

LA NOSTRA SALUTE IN CASA. OGNI GIORNO CAMBIAMO L'ARIA REGOLARMENTE, ANCHE NELLA FREDDA STAGIONE INVERNALE. È UNA CORRETTA E SANA ABITUDINE CHE TUTTI DOVREMMO AVERE.


Oristano 27 dicembre 2024

Cari amici,

Per quanto per tanti, d’inverno, l’idea di spalancare le finestre la mattina appena alzati non sia vista di buon occhio, gli esperti, invece, sostengono che dovremmo farlo sempre, per il nostro bene, per la nostra salute, in tutti i mesi dell’anno. Insomma. che splenda il sole, piova o nevichi, spalancare le finestre di casa per cambiare l’aria, dovrebbe essere per tutti una regola da rispettare tutto l'anno. A darci la certezza che questa pratica di arieggiare sempre la casa è corretta, sono gli autorevoli pareri espressi dagli esperti.

Il primo parere è quello espresso da María Dolores Cima Cabal, biologa e direttrice del Master in Gestione dell'Ambiente e dell'Energia nelle Organizzazioni presso la Universidad Internacional de la Rioja (UNIR), in Spagna. Ecco la sua opinione. "È vero che aprire le finestre può introdurre nell'ambiente domestico polvere, pollini, agenti inquinanti e persino microrganismi. Tuttavia, arieggiare è sempre un'abitudine salutare, perché riduce l'accumulo di anidride carbonica prodottosi durante la notte e di altri composti chimici che possono essere presenti in casa. Serve anche a limitare la densità di quei microrganismi che proliferano in ambienti chiusi, soprattutto in presenza di umidità o scarsa igiene".

Un altro autorevole parere è quello espresso dal virologo Estanislao Nistal, professore di microbiologia presso l'Universidad CEU San Pablo di Madrid, il quale sottolinea anche i vantaggi che arieggiare quotidianamente la casa comporta in termini di riduzione degli odori, di diminuzione della concentrazione di particelle nocive e, in generale, di miglioramento della qualità dell'aria in casa. Riguardo poi ai batteri e ai funghi che, dall'esterno, possono introdursi nell'ambiente domestico, l'esperto spiega che nella maggior parte dei casi, non rappresentano un problema per la salute; arieggiare, dunque, è essenziale, perché riduce l'umidità e la formazione di muffe, nonché la concentrazione di composti chimici emessi dai prodotti per la pulizia o da alcuni elementi d’arredo e decoro della casa.

Amici, raggiunta la convinzione che arieggiare la casa sia una cosa da fare tutti i giorni, nasce di conseguenza una semplice domanda: Quando e per quanto tempo arieggiare, per non disperdere il calore che d’inverno vogliamo in casa? Sia Cima Cabal che Nistal concordano sul tempo necessario, calcolato tra i 10 e i 20 minuti. "È un lasso di tempo sufficiente per rinnovare l'aria, senza disperdere in modo eccessivo l'energia termica utilizzata per il riscaldamento durante l'inverno", come afferma Cima Cabal.

Quanto al momento migliore per aprire le finestre e arieggiare la casa, Nistal consiglia di arieggiare nelle prime ore del mattino, quando nell'atmosfera è presente una minore concentrazione di sostanze inquinanti. Inoltre, come precisa Cima Cabal, il ricambio d’aria va fatto anche se in casa si vive da soli.  "È vero che arieggiare riduce significativamente il rischio di trasmissione di malattie respiratorie tra persone che condividono gli spazi domestici, ma si tratta di una pratica fondamentale anche se si vive da soli. In uno spazio chiuso, infatti, l'aria è satura di anidride carbonica, umidità e inquinanti, generati dalle attività quotidiane, come cucinare, fare la doccia, pulire la casa». Insomma, gli esperti sono concordi nel confermare che arieggiare ogni giorno la casa sia sempre e comunque una buona pratica, che consente di vivere in uno spazio abitativo sano, a prescindere dal numero di persone che lo abitano.

Cari lettori, personalmente per un periodo sono stato anch’io “negazionista”, ovvero non ero molto convinto che spalancare le finestre d’inverno fosse una pratica sana; poi, i diversi amici che frequento e utilizzano questo metodo stabilmente mi hanno fatto cambiare idea. Per loro, questo rito mattutino di aprire le finestre della casa, col tempo è diventato non solo un'abitudine, ma anche una sorta di rituale energizzante, che segna l'inizio della giornata in tutti i periodi dell’anno, anche nei mesi invernali, per quanto rigide possano essere le temperature in quei mesi.

Cari amici, credo che questa sana abitudine debba essere estesa a tutti. Negli spazi chiusi, nelle varie stanze della nostras casa, col passare delle ore e dei giorni l'aria si satura di anidride carbonica, e di tanti altri inquinanti, per cui il consiglio è quello di aprire le finestre e cambiare l'aria, ogni giorno dell'anno! Facciamo diventare questo rito una necessità inderogabile, una buona pratica per far sì che la nostra casa sia uno spazio abitativo sano, risparmiandoci o limitando almeno, i classi mali dell’inverno: influenze, raffreddori, e diversi altri malanni.

A domani.

Mario

giovedì, dicembre 26, 2024

NEL 2025 ENTRERANNO IN VIGORE NUOVE NORME SULLE GESTIONE DEI CONTI CORRENTI, IN PARTICOLARE SUL TRASFERIMENTO DI FONDI CON I “BONIFICI".


Oristano 26 dicembre 2024

Cari amici,

Il 2024  sta oramai volgendo al termine, e, all'orizzonte, si intravede già il 2025. In banca, relativamente alla gestione dei conti correnti, sono attese da tempo novità importanti, riguardanti in particolare i "Bonifici"; novità derivate dall’applicazione del Regolamento europeo n. 886/2024, che riguarda, in primis, tutti i Paesi dell’area SEPA (Single euro payments area), riguardanti in particolare lo snellimento delle procedure di pagamento (bonifici). Questo mezzo di pagamento, infatti, favorisce e facilita gli scambi commerciali, incentivando l’utilizzo dei mezzi tracciabili. Nuove regole che tengono conto, come è giusto che sia, delle esigenze e dei possibili vantaggi in capo ai correntisti, che non dovranno essere penalizzati dalle nuove misure richieste dall'Europa agli Istituti di credito.

Le nuove normative entreranno in vigore dal 9 gennaio 2025. A partire da quella data, infatti, tutte le banche che operano all’interno dell’Unione europea dovranno consentire, senza aggravio di spese, ai propri clienti di inviare e ricevere “BONIFICI ISTANTANEI”. La materia, disciplinata dal Regolamento europeo, è infatti proprio quella degli “Instant Payments”, ovvero dei pagamenti istantanei, che inizieranno ad essere operativi proprio attraverso la possibilità di ricevere, da parte del beneficiario, l’accredito immediato della somma.

Per lunghi anni i trasferimenti di danaro con bonifico avvenivano con grande lentezza, in quanto gli accrediti arrivavano diversi giorni dopo l’invio, senza, quindi - per il beneficiario - di poter disporre dell’accredito disposto sul suo conto corrente. Ora, gli Istituti di credito, che hanno avuto svariati mesi per prepararsi, dovranno aver predisposto tutte le misure necessarie perché i bonifici, disposti dai propri clienti vengano accreditati sul conto corrente del beneficiario in modalità istantanea. Come detto prima, ciò riguarda tutti i conti correnti nell’Unione europea, mentre gli altri Stati dello Spazio economico europeo, che adottano valute differenti dall’euro, hanno un po' più di tempo a disposizione.

Si, sono previste diverse scadenze, perché in seguito alla ricezione dei bonifici istantanei sarà necessario estendere in modo collettivo e uniforme anche la possibilità alle banche di Paesi extra UE, di inviare e ricevere del denaro attraverso questo mezzo di pagamento. Per adeguarsi agli standard imposti dall’Unione europea le banche che operano sul territorio comunitario hanno tempo fino al 9 ottobre 2025. Molti Istituti di credito presenti, comunque, sono da tempo pronti ad applicare la nuova normativa.

Per quanto riguarda il nostro Paese, in Italia sono molti gli Istituti di credito che hanno agito con lungimiranza, avendo provveduto da tempo a estendere l’accesso ai bonifici istantanei, in entrata e in uscita, a una fetta più larga possibile dei propri correntisti. Questa strategia, funzionale sotto più punti di vista, permette già ai titolari di un conto corrente di sperimentare con grande anticipo le novità introdotte in Europa. Bisogna quindi chiedere informazioni al proprio Istituto di credito, che potrebbe aver già introdotto le nuove misure o comunque aver previsto scadenze ben più ravvicinate.

Amici, con l’applicazione della procedura del “Bonifico istantaneo”, le banche sono chiamate a tutelare con estrema precisione la sicurezza e la privacy dei propri clienti. Ciò riguarda particolarmente il servizio di home banking, considerando che i bonifici istantanei dovranno arrivare entro 10 secondi, 7 giorni su 7 e 24 ore su 24. Per questa ragione, l’Unione europea ha previsto specifiche regole da seguire per l’invio, a partire dalla verifica della concordanza tra l’intestatario dell’Iban indicato e il beneficiario.

Altro problema importante è il costo: le banche dovranno applicare commissioni equivalenti a quelle attualmente previste per l’invio e la ricezione dei bonifici ordinari. Il costo preciso resta variabile, a seconda dell’Istituto di credito; nell’area Sepa il costo dell’invio va in media da un minimo di 0,37 euro a un massimo di 4,37 euro, ma è essenziale che non siano applicati supplementi per l’istantaneità del bonifico. In sintesi, già a partire dal 9 gennaio 2025 tutti potranno inviare e ricevere senza problemi i bonifici istantanei senza aggravio di costi, anche a chi, prima, non aveva questa possibilità attraverso il proprio conto corrente.

Cari amici, il Bonifico istantaneo è senz’altro utile, dato che consente transazioni immediate, anche se, però, non è scevro da pericoli. Pertanto, per prevenire eventuali casi di errore o di frode, sarà attivato il servizio di verifica del beneficiario. In pratica, i clienti avranno a disposizione un servizio per verificare se il conto di pagamento del beneficiario, identificato univocamente tramite il codice IBAN corrisponde o meno al beneficiario a cui sono destinati i fondi. La prudenza non è mai troppa!

A domani amici lettori.

Mario