Oristano
5 febbraio 2016
Cari amici,
che il mare sia un’enorme
discarica di spazzatura è cosa ormai nota. Su questo blog ho trattato più volte
l’argomento, evidenziando anche che nell’Oceano Pacifico si è formata un’enorme
isola di plastica galleggiante (Plastic Vortex) grande quanto l’Australia. Oggi nei mari del
mondo sono presenti poco meno di 200 milioni di tonnellate di rifiuti plastici
(la cui decomposizione oltre che pericolosa per la salute dei pesci è di lunghissima durata) e, soprattutto, nulla si è
fatto per iniziare invertire il sistema: si stima che negli oceani entro il
2025 per ogni 3 tonnellate di pesce ci sarà circa una tonnellata di plastica!
Non sono dati a caso, perché queste cifre sono state fornite dal World Economic Forum, che afferma
anche che ogni anno circa 8 milioni di tonnellate di materie plastiche vengono riversate
in mare, casualmente o volontariamente. Senza un'inversione di rotta, nel 2050
nei mari di tutto il mondo ci sarà più plastica che pesci.
La ricerca effettuata dal
World Economic Forum, nel rapporto "The New Plastics Economy. Rethinking
the future of plastic", ha messo in evidenza che nel mondo la plastica
viene poco riciclata: solo il 14%, a fronte del 58% della carta e dell’80% dei
materiali ferrosi, conseguentemente gli oceani rischiano di diventare una
immensa pattumiera a cielo aperto. E in mare non ci finisce solo la plastica:
gli oceani devono vedersela anche con gli idrocarburi, che ogni anno vengono dispersi,
più o meno accidentalmente, dalle petroliere. Tali perdite, stimano gli
esperti, si aggirino sui 4 milioni di tonnellate l'anno, contribuendo seriamente
a distruggere il delicato ecosistema marino.
Ebbene, amici, una prima
soluzione al problema potrebbe venire dalla pratica attuazione di un’idea
intelligente, concepita da due esperti surfisti australiani, Andrew Turton e Pete Ceglinski.
A queste due persone solari, che vivono i loro migliori momenti sulla tavola da
surf cavalcando le onde nei mari australiani, forse la brillante idea è venuta
proprio per il grande desiderio di voler difendere e salvaguardare l’ambiente
naturale praticato e tenerlo il più possibile pulito. Con SEABIN, come hanno voluto chiamare la loro invenzione, essi sognano
di poter donare alle generazioni future un mondo migliore, partendo proprio
dal miglioramento della salute del mare.
In cosa consiste,
dunque, questo Seabin? Trattasi di “cestino intelligente”, studiato per
raccogliere la spazzatura degli oceani, per ripulirli dalla sporcizia che con
disinvoltura ci viene gettata dentro tutti i santi giorni. Turton e Ceglinski hanno
realizzato questo particolare cestino automatizzato, in grado di catturare
detergenti, olio, carburante e plastica. Il loro cestino-robot è stato progettato
per essere utilizzato nei moli, nei porti e negli yacht club ma può essere
usato anche sui natanti.
Il suo funzionamento è
molto semplice: la borsa interna del cestino, realizzata in fibra naturale,
attira a sé tutti i detriti (solidi e liquidi) galleggianti che scorrono poi,
insieme all’acqua, attraverso il fondo del bidone e fino nella pompa
posizionata sul molo di un porto, o anche sulle barche a motore e gli yatch.
Una volta filtrata da un separatore, l’acqua ripulita viene poi reimmessa in
mare mediante un processo costante, in funzione 24 ore al giorno, 7 giorni alla
settimana, 365 giorni l’anno. Il solo contributo umano richiesto nel
procedimento è quello di cambiare all’occorrenza il sacchetto di cattura con un
altro. Insomma, una soluzione semplice, economica e soprattutto efficace!
Seabin, al momento esiste
solo come ‘prototipo’, ma è già stato testato a Mallorca, dimostrandosi molto
efficace, soprattutto per non aver causato nessun danno ai pesci. Gli autori
dell’interessante progetto, per poterlo realizzare in serie e commercializzare,
hanno pensato di raccogliere i fondi necessarri con un finanziamento via Web, attraverso l'utilizzo del crowdfunding.
Lanciato nel Novembre del 2015 nella rete, il progetto è stato protagonista di
una raccolta fondi sulla piattaforma Indiegogo: sono confluiti in breve tempo
oltre 267 mila dollari, importo che copre il 115% del finanziamento. L'obiettivo adesso è
quello di avviare la produzione a partire dalla prima metà del 2016.
Cari amici, una bella
idea merita certamente il plauso di tutti: salvare il pianeta è un interesse
primario, ma oltre che le belle idee innovatrici, servono sempre, in tutti noi,
grande senso di responsabilità, amore per gli altri, decoro e rispetto massimo
per l’ambiente. Per tenere pulito il mondo c’è bisogno della buona volontà e
della collaborazione di tutti: il cestino è senz’altro una bella invenzione, ma
se tutti noi pensassimo ogni giorno a riciclare, anziché gettare via la plastica e mille altri rifiuti….quanto
sarebbe meglio e, sopratutto quanti danni riusciremmo ad evitare!
Grazie, amici, a
domani.
Mario
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