Oristano
1 Febbraio 2016
Cari amici,
Inizio le mie riflessioni
di Febbraio parlando di Sartiglia, considerato che siamo nel periodo giusto e, soprattutto,
perché la Sartiglia e Oristano sono praticamente indissolubilmente
legate. Sartiglia, lo sappiamo, è amore e passione e, di conseguenza, le cose
che si fanno con passione sono quelle che durano più a lungo, che si perpetuano
nel tempo. È l’amore quello che governa i sentimenti degli uomini, per cui personalmente
sono sempre stato convinto che tutto quello che portiamo avanti, se fatto con
amore, è di lunga durata: addirittura può durare per sempre.
Questa mia riflessione
di oggi sull’amore, sulla passione e sui sentimenti relativi a molte delle
manifestazioni umane, però, non la dedico ad osannare la grande manifestazione
cavalleresca per cui Oristano è nota nel mondo, la Sartiglia, ma a qualcosa che
con essa è strettamente legata: quella manifestazione giocosa, studiata per i
bambini, partorita dall’idea intelligente di una donna negli anni Settanta del
secolo scorso: Sa Sartill’e Canna. In
questo post di oggi, dunque, nessun elogio (lo farò, però, a breve, siatene
certi) della Sartiglia vera, di quella che si corre da così tanti secoli da
aver superato i 500 anni di vita, ma di quella in miniatura, bella e simpatica,
fatta dai bimbi per emulare i grandi cavalieri, nata per renderli partecipi di
un evento così straordinario qual è la Sartiglia, parodiando con i loro cavallini
di canna quelli dei grandi.
Ad Oristano la
Sartiglia dura tutto l’anno: comincia infatti già il giorno dopo quella del
Martedì, con il Mercoledì delle ceneri. Essa nel tempo è diventata una cosa
talmente seria, da essere considerata il vero simbolo della città di Eleonora. Ebbene,
questo amore per una manifestazione così bella e coinvolgente ha fatto nascere
l’idea di trasmettere questa passione anche ai bambini. Negli anni ’70 del
secolo scorso, quasi cinquant’anni fa, una catechista della Parrocchia di Sant’Efisio
ebbe, in modo giocoso, la brillante idea di far ‘mimare’ ai suoi bambini la Sartiglia,
dotandoli di cavallini costruiti con le canne, che ad Oristano abbondano. L’idea
si rivelò straordinaria, e in pochi anni la piccola manifestazione parrocchiale
diventò molto nota e coinvolgente, scavalcando i confini di Oristano e calamitando
in Città numerose famiglie provenienti da tutta l’Isola.
Verso la fine degli
anni ’90 Sa Sartill’e Canna diventò
a pieno titolo uno degli appuntamenti di spicco del Carnevale oristanese dei
bambini, e da allora si svolge tradizionalmente nel pomeriggio della Domenica
che precede la Sartiglia dei grandi alla quale si ispira. Alla manifestazione
partecipano centinaia di bambini, la maggior parte mascherati, che in sella ai
loro cavallini di canna tentano di cogliere con la spada, anch’essa di canna,
la stella appesa al centro della pista. Come quella ‘vera’ anche questa Sartiglia
in miniatura ha la sua scuderia (la scuderia de Su Brughu), dove vengono
preparati per tempo centinaia di cavallini di canna, operazioni svolte sotto il
coordinamento dell’Associazione per la tutela e l’incremento dei cavallini di
canna – ONLUS. Questa bella manifestazione, vera mini-giostra equestre ormai
nota in tutta l’Isola, è comunemente definita “il Carnevale dei bambini unico al mondo”, e si avvicina a
festeggiare i suoi primi cinquant’anni di vita.
La scelta del capocorsa,
“Su Componidoreddu”, avviene nel corso di un pubblico sorteggio presieduto dal
Parroco della Chiesa di Sant’Efisio (don Gianfranco Murru) assistito da una
terna di bambini, quest’anno composta dai piccoli Alessandra Perdixi, Alice
Lasio e Sofia Caria. Il sorteggio viene annunciato dalle note dei tamburi dei
tamburini della Pro Loco, diretti da Roberto e Pinuccetto Utzeri. La sorte ha
premiato quest’anno Filippo PIBI, 10 anni, alunno della 5^ classe, sezione B,
delle scuole elementari di via Solferino. La lettura del nominativo estratto ha
scatenato un fragoroso applauso da parte del numeroso pubblico presente:
particolarmente felici Cristiano Pibi e Valentina Acquas, i genitori del bimbo sorteggiato,
Filippo, capelli a caschetto e frangetta abbondante che copre completamente la
fronte e parte degli occhi, ma con un sorriso spontaneo che gli conferisce una
simpatia unica.
Dopo l’elezione Filippo
ha scelto i due “cavalieri” che con lui formano la ‘Pariglia’ del capocorsa: su
segundu Alessio Statzu e su terzu la sorellina Carolina di 7 anni. Anche quest’anno
2016 all’appuntamento hanno partecipato centinaia di bambini che si sono
ritrovati ieri 31 Gennaio alle 14,00 nella piazza attigua alla Chiesa di Sant’Efisio
(piazza del Popolo), festeggiati da una grande folla, composta da intere
famiglie. Amorevolmente seguiti dagli sguardi dei familiari, centinaia di
bambini, in sella ai loro cavallini di canna hanno tentato di cogliere con la
spada, anch’essa di canna, la stella appesa al centro della pista. Fiero del
suo ruolo il capocorsa Filippo, che ha cercato di interpretare al meglio l’oneroso
ruolo di guida della corsa, coadiuvato dai suoi due fidi aiutanti, Alessio e
Carolina.
Cari amici, anche quest’anno
in tanti hanno dato vita a questa manifestazione che diventa sempre più bella e
coinvolgente: bastava vedere gli sguardi amorevoli e lucidi dei genitori, che
osservavano l’impegno dei loro cuccioli! È da piccoli che bisogna insegnare
loro il rispetto delle regole, l’accettazione dell’altro, la condivisione e la
disponibilità a collaborare, tutti insieme, per ottenere il miglior risultato. Credo
che Sa Sartill’e canna, oltre che un gioco, sia anche tutto questo. Spero che
le stelle colte dai piccoli quest’anno siano davvero di “Buon Auspicio”: il difficile
futuro che li attende è certamente nelle loro mani, ma a noi spetta il compito
di creare i presupposti perché questo loro futuro si realizzi nel modo
migliore.
Grazie, amici, a
domani.
Mario
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