Oristano
17 Maggio 2016
Cari amici,
Prima di aprire la mia
riflessione su questo argomento credo doveroso fare una piccola premessa.
Iniziai la mia vita lavorativa (prima di diventare manager bancario) come
impiegato di una compagnia di assicurazioni. Durante la formazione una delle prime cose che imparai fu
la gestione dei rischi, in particolare la composizione delle diverse polizze assicurative, tra le quali primeggiava la forma previdenziale delle così dette 'polizze vita'. Non voglio certo annoiarvi facendovi una
lezione di tecnica assicurativa, ma semplicemente spegarvi, in poche parole, le
regole base di questa polizza. La Compagnia, ammettiamo per un periodo di 30 anni, incassa dal cliente delle somme (normalmente con cadenza mensile) che vengono accantonate e investite; alla scadenza della
polizza, l’assicurato può riscuotere il montante delle somme versate (capitale), oppure un rendita proporzionale
all’importo accantonato. In parole povere, la gran parte dei soldi che
l’assicurato ha versato nel tempo, aumentati degli interessi maturati, vengono
restituiti dalla Compagnia all'assicurato in soluzione unica o sotto forma di
rendita.
Ebbene, credo che anche la funzione svolta
da un Istituto di Previdenza come l’NPS dovrebbe funzionare con la stessa
logica: incamerare dall’assicurato i contributi mensili e, una volta arrivato alla
pensione, come nel caso precedente, erogargli mensilmente delle somme, rapportate al quantum versato. La pensione, pensate, altro non
è che una rendita, esattamente come dicevo io prima. Forse all’inizio il nostro colosso della Previdenza
funzionava in questo modo, ma poi, con l’andare del tempo tutto è stato
rivoluzionato in modo incredibile, e, a mio avviso, violando le regole della
corretta gestione, che mai si sarebbe dovuta discostare dai principi prima elencati.
Allora, perché oggi l’INPS si trova in uno stato comatoso, praticamente
impossibilitato a garantire a chi per decenni ha versato con regolarità i contributi, la sua
pensione? Vediamo di conoscerne meglio i motivi.
La storia non è facile
da raccontare, perché va avanti da decenni. Gli attuali conti in rosso
dell’INPS, se si vanno ad analizzare le diverse voci di spesa, non sono
riferiti al mancato equilibrio finanziario in senso stretto, ma si scopre che
l’Istituto assolve, per conto dello Stato, a non pochi compiti impropri: che vanno dell'Assistenza (compito spettante allo Stato), al pagamento delle varie Casse
d’integrazione, più o meno in deroga, in favore delle persone che hanno perso il
lavoro. Se, invece, si fosse occupato – come norma vorrebbe – solo della
gestione di incasso dei contributi e conseguente pagamento delle pensioni, avrebbe
certamente bilanci in attivo e tali da assicurare un futuro senza rischi ai
pensionati di oggi e di domani.
Credetemi, amici che mi leggete, questo
compito improprio affidato all’INPS non è fatto di cifre di poco conto: le prestazioni non coperte da contributi specifici ammontano a decine di
miliardi di euro. Le pensioni per gli invalidi civili valgono per esempio circa
15 miliardi; quelle di guerra quasi un altro miliardo; senza contare altri
assegni e sussidi e i trattamenti di quiescenza integrativi e sostitutivi che costano almeno altri 3 miliardi di euro. Anche il sistema dei vitalizi dei parlamentari e
quello dei consiglieri regionali (come dice lo stesso Boeri) è
"insostenibile": lo Stato, infatti, per il suo personale
dipendente (direttamente o indirettamente) non versa regolarmente i contributi dovuti (anche se mensilmente
trattenuti in busta paga), limitandosi, prima della chiusura del bilancio INPS, a
“ripianare” il deficit dell’anno.
Col sistema attuale le casse
si stanno svuotando sempre di più, e a pagare il conto saranno, come sempre, i modesti poveri pensionati “normali”, di oggi e di domani. L’INPS,
insomma, è necessario che torni a fare il suo mestiere: incassare i contributi di chi
lavora ed erogare a scadenza le relative pensioni! L’allarme previdenziale, che ho già avuto
modo di evidenziare diverse volte nel mio blog (l’ultimo è quello del 1 Maggio
di quest’anno: http://amicomario.blogspot.it/2016/05/tfr-addio-la-trasformazione-in-un-fondo.html
), non è di poco conto: i giovani di oggi rischiano di andare in pensione ad
oltre 75 anni e con pensioni modeste, vicine ai 600 euro al mese.
Questa situazione
terroristica previdenziale, che tiene sotto scacco milioni di pensionati creando ansie e
preoccupazioni di non poco conto, deve quanto prima finire! Sono come al solito le fasce “deboli” a pagare il conto, mica quelle ultra garantite, come quelle dei politici e degli alti papaveri. Non passa giorno, ormai,
senza che l'allarme venga rilanciato: i conti dell'Inps sono in pericolo,
starebbero per esplodere, bisogna perciò riformare, tagliare le pensioni! E, se nulla cambia, sarà proprio così:
senza andarci troppo per il sottile, senza pensarci più di tanto, senza fare
troppo caso alle paure e alle angosce che vengono trasmesse a milioni di
persone, in particolare le più esposte socialmente e indifese. Problema davvero serio, se lo conferma lo
stesso Presidente dell’Istituto Tito Boeri, il primo a nutrire dubbi sulla
tenuta finanziaria dell’INPS.
Cari amici, proprio in questi
giorni milioni di lavoratori italiani stanno ricevendo dall'INPS la famosa busta arancione, nella
quale troveranno un’amara sorpresa: praticamente la certezza di una vecchiaia fatta
di ristrettezze e sofferenza. Il messaggio
arancione al futuro pensionato, pur implicito, è duro e allarmante: il
sistema previdenziale non ce la può fare a garantire una pensione adeguata, perciò (fa capire) arrangiatevi, magari alimentando i fondi
privati che un giorno, chissà, potrebbero integrare i magri assegni previsti.
Perché, sia chiaro, che i conti dell’INPS oggi come oggi non possono fare di più. Le entrate attuali sono sempre più basse, mentre
le prestazioni sono sempre più costose e difficili da erogare, quando la cassa è
vuota (vuotata perchè utilizzata impropriamente per compiti non propri)!
Cari amici, un motivo
in più per confermare, se proprio ce ne fosse bisogno, che la nostra generazione (per egoismo) sta
rubando il futuro, non solo a noi, ma soprattutto ai nostri giovani! Ironicamente...ve lo
ricordate il film di Fantozzi sulla croce?
A domani.
Mario
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