Oristano
13 Maggio 2016
Cari amici,
Oggi L’Erasmus è un consolidato e straordinario
metodo di studio, che può esibire numeri d’eccellenza: ha interessato oltre
4 milioni di studenti universitari e coinvolto 4 mila atenei in tutta Europa.
Sono questi i grandi numeri che vanta Erasmus, il sistema che dal 1987 ha
trasformato, anzi rivoluzionato, il percorso di formazione degli studenti
europei. Ma come è nata questa meravigliosa idea che consente di fare esperienze
assolutamente uniche, a brillanti studenti che si muovono in tutta Europa per
acquisire una cultura di spessore internazionale? Curiosamente da una
sconfitta, subita da una battagliera donna italiana: Sofia Corradi. Ecco
riepilogata, per i tanti che non la conoscono, l’incredibile storia di questo
programma di studio, che a ragione può essere considerato “il grande valore
aggiunto” di ogni percorso universitario. Il progetto Erasmus nato dunque per
porre rimedio ad una brutta esperienza subita da una giovane ma battagliera laureata, Sofia Corradi.
Vediamo insieme la storia.
Come ama raccontare Lei
stessa “Tutto è nato quando subii una cocente umiliazione”. Per Lei studiare all'estero fu qualcosa di nuovo, un cambio epocale che riuscì a
cambiarle la vita. Era il 1958 e, fresca di laurea in giurisprudenza, ottenne
una borsa di studio alla Columbia University di New York. Dopo un anno
trascorso in America, tornata in Italia, la segreteria dell’Ateneo, pur su
formale richiesta, non volle convalidarle gli esami sostenuti. La cosa, però,
non finì lì, perché Lei non si arrese: per 18 anni tempestò di lettere Rettori,
docenti, politici ed europarlamentari, senza mai ricevere risposta. Quella
brutta esperienza, però, l’aveva toccata nel profondo del suo animo, e, ferma nella
sua determinazione, non solo non arretrò dalle sue posizioni, ma iniziò a
concepire un progetto innovativo, capace in futuro di evitare ad altri lo
smacco che Lei aveva subito.
Nel frattempo era diventata
ricercatrice all’Onu, si affermava nella carriera universitaria fino a
diventare consulente della Conferenza dei Rettori, ma sempre con il pallino
dell’idea innovativa che voleva concretizzare. Era il seme del progetto
Erasmus, già in embrione nella sua mente, che venne a maturazione durante gli
anni della contestazione studentesca, quella rivoluzione culturale che
dimostrava quanto i ragazzi volessero fortemente cambiare le tante cose ormai
obsolete che incrostavano i programmi universitari. La sua idea brillante era
quella di far trascorrere un anno all’estero ai ragazzi, esercitandosi negli
studi nel contesto scolastico di un’altra nazione: era un metodo nuovo, che
consentiva di apprendere la lingua e allo stesso tempo sperimentare altri
metodi di insegnamento.
Però, quando iniziò ad
esporre le sue idee, cercando di far capire questo progetto agli altri docenti,
in tanti le domandavano ironicamente “a cosa servisse mandare gli studenti in Francia
o in Germania a inseguire le ragazze bionde”! Lei ribatteva che gli studenti nel nostro
Paese avrebbero continuato ad inseguire le brune, e che quindi non era certo
quello il problema, in quanto se uno non aveva voglia di studiare non avrebbe studiato
neanche in Italia. Lei, comunque, continuò ad andare avanti, cercando
innanzitutto di evitare le penalizzazioni per l’anno trascorso all’estero: era necessario
che gli esami sostenuti favorevolmente nell’altra nazione fossero ritenuti
validi anche in Italia.
Gli anni passavano e,
arrivati al 1969, finalmente la politica iniziò ad occuparsene. Fu il ministro
Mario Ferrari Aggradi a trasformare l’idea della Corradi in un disegno di legge
che approdò in Parlamenti qualche anno dopo. Intanto qualcosa
andava avanti: furono avviati i primi incontri bilaterali con la Francia e la Germania
per mettere le basi dei primi scambi. Si arrivò così al 1976, quando gli esami
sostenuti da studenti italiani in Francia furono convalidati in Italia. Era il
primo passo: un decennio dopo, nel 1987, l’Erasmus diviene finalmente una
realtà concreta a tutti gli effetti.
Era finalmente arrivato
il momento del riscatto: la brillante idea della Corradi, rimasta troppo a lungo latente, era arrivata in porto! Come le cose
a lungo represse, l’Erasmus fin dal primo avvio prende il volo in modo dirompente, diventando un
programma di grande successo. Nei sette anni che vanno dal 2014 al 2020 il
progetto ha ricevuto finanziamenti per 125 miliardi di euro e, a partire dal
2014, è stato anche potenziato con una versione Plus.
Sofia Corradi aveva dimostrato a tutti la bontà della sua intuizione! Pochi giorni fa, il 9 di Maggio, giorno
che celebra la nascita dell’Europa, la caparbia docente è stata premiata in
modo prestigioso. Nel giorno del 66° anniversario europeo (era il 9
Maggio del 1950, il giorno in cui Robert
Schuman presentò il piano di cooperazione economica da cui nacque l’Europa), la ex
docente universitaria ha ricevuto dal re di Spagna Filippo IV e
dal presidente del Parlamento Europeo Martin Schultz, il celebre premio Carlo V,
concesso della Fundación Academia Europea de Yuste, che ha sede nella Regione
spagnola di Extremadura, giunto alla sua decima edizione, proprio per aver
dato vita al Progetto Erasmus.
Oggi, all’età di 82
anni, l’ormai anziana professoressa Corradi, molto più nota come “Mamma
Erasmus”, è felice di aver portato in porto il suo sogno. Quando le capita raccontare questa bella storia ai giovani che incontra sul suo percorso, spiega loro il perché lo studiare all’estero ai suoi tempi le abbia cambiato la
vita, e anche che quell’esperienza, quelle difficoltà, furono il seme che fecero
nascere il progetto Erasmus. “Spesso, dopo le chiacchierate, si va a cena
insieme – dice a quelli che la intervistano, sempre con un immancabile sorriso – e
mi invitano persino in discoteca. Dicono sia un loro modo per ringraziarmi.
Magari un giorno accetterò”. Intanto L’Erasmus è diventata una
meravigliosa opportunità per milioni di ragazzi che possono così conoscere
nuove realtà e aprire al meglio i loro orizzonti!
Grazie, amici, a
domani.
Mario
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