Oristano 22 Aprile
2014
Cari amici,
inizia con questo post
la tormentata e tragica storia dell’Ordine
del Tempio, nato per la difesa della Terra Santa e la sicurezza dei tanti
pellegrini che nel primo secolo dopo l’anno Mille affollavano la Palestina, in
particolare Gerusalemme, e che vedeva i Musulmani ormai padroni dei Luoghi
Sacri, dove era nato e si era sacrificato Gesù Cristo.
Come ho scritto nel
post del 20 Aprile, la nascita degli Ordini cavallereschi legati alla difesa
della Cristianità, in particolare in Terra Santa, è databile al 1099. Considerati i ripetuti conflitti tra forze cristiane
e islamiche per il possesso dei luoghi Santi, il Papa Urbano II al Concilio di
Clermont nel 1096 sollecitò un intervento armato in Palestina, in particolare a
Gerusalemme, per riappropriarsi dei luoghi della cristianità, ormai in totale
balia dei fanatici musulmani, che non solo occupavano quei sacri luoghi ma assalivano
e depredavano i pellegrini cristiani che andavano a visitarli. Fu
Goffredo di Buglione, il capo della prima crociata indetta dal Papa, che, dopo
la vittoria contro i musulmani, costituì nel 1099, per difendere i luoghi
riconquistati, il primo "nucleo difensivo" di cavalieri cristiani, formato
da monaci fattisi guerrieri: nasceva così l’Ordine Cavalleresco dei
"Canonici del Santo Sepolcro di Gerusalemme", al quale, pochi anni
dopo, si affiancarono altri gruppi cavallereschi.
Dopo la riconquista di
Gerusalemme molti Crociati, assolto il loro compito, rientrarono in patria, lasciando
Gerusalemme scoperta di protezione. In Francia questo timore di lasciare indifesa
una terra tanto particolare fece nascere un’idea, diventata poi leggenda:
quella di formare un forte nucleo di cavalieri destinato alla difesa perenne
della Palestina e di Gerusalemme. Hugues
de Payns, e con Lui altri otto cavalieri (Bysol de Saint Omer, Andrè de
Montbard zio di San Bernardo da Chiaravalle, Archambaud de Saint Aignan,
Gondemar, Rossal, Jacques de Montignac, Philippe de Bordeaux e Nivar de
Montdidier) partirono dalla Francia per andare in Terra Santa con lo scopo
dichiarato di difendere i pellegrini dagli attacchi dei musulmani. A questo
scopo ufficiale, però, se ne aggiungeva uno segreto: questi nove Cavalieri
avevano anche lo scopo di cercare le antiche reliquie della vita del Cristo in
Palestina, sicuramente dotate di poteri immensi, come l’Arca dell’Alleanza e il
Santo Graal.
Questi cavalieri, primo
nucleo di un nuovo Ordine Equestre monastico-guerriero, furono
chiamati i "Poveri Cavalieri di Cristo" e univano la mansuetudine del
monaco alla forza del guerriero. Questi nove Cavalieri, nell’Anno Domini 1119 si
presentarono al Re di Gerusalemme Baldovino II, dichiarando di essere disposti
a proteggere i pellegrini e a controllare le strade di Gerusalemme. Non avevano
certo luccicanti armature ma erano coperti da un semplice mantello bianco senza
nessun altro fregio se non la croce. Hugues de Payns disse al re, che non erano
le vesti che facevano i buoni e coraggiosi cavalieri, ma il cuore. Il Re
Baldovino II, dopo averli ascoltati, diede il Suo assenso, dando loro come
quartier generale un'ala del monastero fortificato di Nostra Signora di Sion,
accanto a quello che era stato il Tempio di Salomone. I cavalieri cominciarono
così a controllare le strade, come promesso al re, il quale fu soddisfatto del
loro operato. Dopo poco tempo, con l’aumentare dei cavalieri, il quartier
generale si trasferirsi, andando ad occupare tutta l'area di quella che era la
spianata del Tempio di Salomone, ossia l'area fra la Moschea della Roccia e la Moschea
di Al-Aqsa. A questo punto presero il nome di "Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di
Gerusalemme", e furono più semplicemente riconosciuti come "Templari".
Pur non essendo loro i primi cavalieri cristiani a dichiararsi difensori della
Terra Santa (esistevano già quelli del Santo Sepolcro e i Giovanniti), e neanche
i più numerosi, lo erano, però, per coraggio e determinazione.
Nell’intento di
migliorare sia il numero degli appartenenti che le risorse finanziarie, il loro
capo Hugues de Payns tornò in Francia
nel 1127 per cercare rinforzi in uomini e mezzi. Hugues de Payns, dopo aver
incontrato a Roma il Papa Onorio II, arriva a Troyes. Era necessario dare un
inquadramento preciso al nuovo Ordine cavalleresco, dotarlo di un chiaro
regolamento, “La Regola”, che ne
prevedesse esattamente facoltà, compiti e regole di vita. Questa Regola Latina
fu redatta da uno dei personaggi più carismatici ed autorevoli del tempo: San
Bernardo da Clairvaux (Chiaravalle) appartenente all’ordine monastico dei Cistercensi
e fondatore dell’abbazia di Chiaravalle. Fu proprio nel Concilio di Troyes
(1128) che venne presentato al Papa lo Statuto del nuovo Ordine Equestre e la
sua Regola Latina. Oltre al Papa Onorio II ed allo stesso San Bernardo da
Chiaravalle, erano presenti anche gli arcivescovi di Reims, Sens, Chartres,
Amiens e Tolosa, oltre ai vescovi di Auxerre, Troyes e Payns. Tutti gli
articoli dello Statuto dell'Ordine furono approvati e la Regola Latina Templare
fu sottoscritta da tutti e vi fu apposto il sigillo papale, mentre Hugues de
Payns, anch'egli presente al Concilio, fu nominato Gran Maestro dell'Ordine.
La Regola Latina
Templare era formata da 72 articoli ed era durissima. Veniva vietato qualsiasi
contatto con le donne (non si poteva baciare neanche la madre, ma bisognava
salutarla compostamente chinando il capo), non si poteva andare a caccia, erano
banditi il gioco dei dadi e delle carte, aboliti mimi, giocolieri e tutto ciò
che era divertimento, non si poteva ridere scompostamente, parlare troppo o
urlare senza motivo, i capelli andavano corti o rasi, in inverno la sveglia era
alle 4 del mattino, in estate alle 2; bisognava inoltre dormire "in
armi" per essere sempre pronto alla battaglia. C’erano
regole anche sul mangiare e sul vestirsi. Bisognava veramente avere una sincera
e profonda vocazione per sottostare a tali ferree regole. A Troyes i Cavalieri
Templari adottarono il motto: "Non nobis Domine, non nobis, sed
nomini Tuo da gloriam", ossia "Non a noi, Signore, non a noi,
ma al Tuo nome da gloria". E’ facile immaginare come un simile motto
potesse accendere gli animi. San Bernardo da Chiaravalle inoltre trasmise ai
cavalieri la devozione a Maria e il grande rispetto per la donna, la Regola
Latina infatti cita: "Maria presiedette al principio del
nostro Ordine, ne presieda anche, se questa sarà la volontà del Signore, la
fine".
Ormai l’Ordine del
Tempio era in piena ufficialità: la sua fama crebbe rapidamente, e con essa
aumentò anche la sua potenza e ricchezza; iniziarono ad arrivare elargizioni e
donazioni spontanee praticamente da ogni ceto sociale. Ogni elargizione o
donazione veniva usata per finanziare la campagna di guerra in Terra Santa, e
tutti, pur non partecipando attivamente alla guerra, potevano però dare il loro
contributo: in pratica, donare ai Cavalieri Templari significava contribuire
materialmente alla liberazione dei
"Possessi di Dio", come veniva chiamata spesso la Terra Santa. Il
prestigio dell'Ordine Templare aumentava di giorno in giorno, tanto che i
nobili facevano a gara per entrare a farne parte. A causa delle moltissime
donazioni ed elargizioni, il Gran Maestro Hugues de Payns dovette lasciare in
Francia parecchi confratelli per amministrare l'enorme patrimonio acquisito,
onde far fronte alle grosse spese delle campagne di guerra in Terra Santa. Di
vitale importanza fu la bolla "Omne datum optimum" del 1139, di Papa
Innocenzo II, che concesse all'Ordine la totale indipendenza, compreso
l'esonero dal pagamento di tasse e gabelle, oltre al fatto che l'Ordine non
doveva rendere conto a nessuno del suo operato, tranne che al Papa. Così
l’Ordine Templare divenne un organismo potentissimo, con una posizione rispetto
agli altri molto privilegiata.
Hugues de Payns tornò a
Gerusalemme, portando con se un gran numero di reclute, che divennero perfetti
Cavalieri Templari. Cavalieri che si distinsero sempre per la loro incredibile
determinazione in battaglia, per la loro disciplina disumana e per la spietata
fermezza di fronte all’avversario: essi chiedevano, negli scontri, di essere
sempre schierati in prima linea. Nelle numerose battaglie combattute nelle
diverse crociate in tanti si sacrificarono, mai arretrando di fronte al nemico,
senza battere ciglio. Non a caso venivano chiamati dai
musulmani i "diavoli rossi", per la croce rossa stampata sul mantello
bianco, a differenza dei Gerosolimitani che erano chiamati i "diavoli
neri". Le loro sconfitte furono assai poche e furono gli
ultimi a lasciare la Terra Santa. Nell’assedio di San Giovanni d'Acri, l’ultima
terribile battaglia crociata del 1191, non mollarono fino all’ultimo la difesa
della fortezza, la cui sorte era ormai chiaramente senza speranza: nonostante
avessero potuto salvarsi in tanti, via mare, i Cavalieri Templari continuarono a
combattere fino all’ultimo, morendo in gran numero sul campo.
Anche dopo il forzato
abbandono della Terra Santa i Templari continuarono ad essere i
protagonisti della difesa della cristianità: quando le orde dei Mongoli
minacciarono l’Europa i Cavalieri Templari contribuirono non poco alla sua
difesa, che trovò provvisoria soluzione con la battaglia di Liegnitz nel 1241.
Nella penisola iberica i sovrani di Spagna e Portogallo difficilmente avrebbero
conseguito le loro vittorie senza i Cavalieri Templari, affidando loro le
proprie fortezze più munite e ricompensandoli con munifiche donazioni. Anche
la flotta Templare era tra le migliori del Mediterraneo: nessuno si sarebbe mai
azzardato ad attaccare una nave battente bandiera Templare e anche i Musulmani
se ne tenevano ben alla larga. Insomma, in quel tempo il Cavaliere
Templare era il Guerriero di Dio per antonomasia, temuto e rispettato, ed il
suo compito era servire Dio, combattendo l’eresia e le ingiustizie.
La grande fama
acquisita e la potenza economica straordinaria che ormai possedevano, non poteva passare inosservata. I grandi della terra erano in buona
parte indebitati con l’Ordine, che finanziava largamente le loro necessità di
cassa. Questo, ovviamente creava anche invidie di non poco conto (se pensiamo
alla loro autonomia ed al fatto che fossero stati esentati dal Papa anche dal
pagamento dei tributi e solo a Lui rispondevano del loro operato), e il desiderio
di entrare in possesso delle loro immense ricchezze albergava in diversi Sovrani. L’Ordine
Templare era ormai cosi potente e autonomo alla pari di un vero e proprio Stato! Uno di
questi, il Re di Francia Filippo IV il Bello, indebitato alla grande con Loro…covava con
impazienza segreti desideri di rivincita.
Cari amici, come avrete
notato la loro è una lunga storia! La seconda parte la troverete sempre qui,
tra pochi giorni. Per ora, grazie della Vostra attenzione.
Mario
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