Oristano 8 Aprile 2014
Cari amici,
che sono bauladese lo sapete un
po’ tutti. Pur mancandovi da svariati decenni non ho mai, però, totalmente
interrotto le frequentazioni, anche se oggi, nel luogo delle mie radici, manco
di contatti familiari importanti. Gli amici però, quelli di antica data, ci
sono ancora, ai quali nel tempo si sono aggiunti figli e nipoti. Il mese scorso ho ricevuto l’invito a
partecipare, Sabato 5 Aprile, all’inaugurazione del nuovo palazzo comunale, fabbricato
costruito poco distante dalla sede attuale, nell’area prima occupata
dall’austero palazzo delle scuole elementari
che anch’io avevo frequentato,
poco più che bambino.
Devo dirvi che Sabato pomeriggio osservando, con piacere, il nuovo dignitoso palazzo, funzionale e di bell’aspetto,
una vena di malinconia mi ha oscurato, un po’ l’animo: socchiudendo gli occhi
ho rivisto il vecchio fabbricato dove avevo studiato, con il suo spoglio
cortile, teatro di giochi e piccole zuffe, i larghi corridoi, le aule con il
soffitto alto e le due file di banchi che separavano i maschi dalle femmine. La
mia mente in quel momento ha riaperto con forza il file dei ricordi: mi sono
rivisto con il grembiule nero e il collettino bianco, esuberante e
chiacchierone, in quei banchi di legno a due posti, con il calamaio in vetro
infilato nella parte alta dello scrittoio sulla sinistra; mi rivedevo con i
miei compagni di scuola e, soprattutto, sotto lo sguardo vigile del burbero
Maestro Pisu, che con piglio deciso mi sgridava di continuo, mal sopportando il
fatto che, oltre che non stavo mai zitto, ero anche mancino! Mi tornavano in
mente, oltre la sue proverbiale esclamazione preferita, “Porca boia”, la sua artigianale bacchetta in olivastro, che
usava, oltre che per indicare nella carta geografica appesa alla parete le varie
zone del mondo, anche per “rimettere in riga” i facinorosi come me! Il sapore
di quella bacchetta lo ricordo ancora, considerate le tante volte che finì
sulla mia mano sinistra, “mano mancina”, che si ostinava a cercare di prendere
la penna al posto della destra! Bando ai ricordi, però!
Il giovane Sindaco di Bauladu, il
Dott. Davide Corriga, ha organizzato per
bene l’inaugurazione della nuova sede comunale, abbinandovi altri due eventi
importanti: l’omaggio ad un grande bauladese, il famoso pittore Antonio Atza,
ed una conferenza sulla storia di Bauladu, tenuta dal prof. Raimondo Zucca,
anch’esso “Bauladese Doc”. Il felice abbinamento delle tre ricorrenze ha
attirato non poca gente, non solo di Bauladu ma venuta anche da lontano, tra
cui alcuni rappresentanti della Città di Bosa, (città di adozione del pittore
Antonio Atza), a partire dal Magnifico Rettore dell’Università di Sassari
(Ateneo dove insegna il Prof. Zucca), Prof. Attilio Mastino.
La serata è iniziata alle 17,00 con
la conferenza del prof. Zucca, tenutasi presso il Centro Servizi San Lorenzo”.
La relazione aveva per titolo “La
storia dei Consigli Comunitativi di Bauladu”, ovvero la
ricostruzione documentata del governo comunale del centro bauladese, tornando indietro nel tempo al
periodo medioevale. Il Prof. Zucca,
con la sua dotta e accattivante eloquenza, ha introdotto l’argomento partendo
dalla proiezione di un antico timbro postale recante la dicitura Comune di
Bauladu e portante lo stemma reale. La relazione di Momo è partita dai
riferimenti su Bauladu rinvenuti nella “Carta del Logu”, nell’intento di
chiarire come era amministrata la villa di Bauladu nel periodo giudicale.
Bauladu era allora una villa della curadoria del Campidano di Milis, ha detto
il professore, e come tutte le altre ville del Giudicato obbediva alla
legislazione della Carta de Logu d’Arborea.
La relazione è continuata con il
riepilogo del percorso storico della villa di Bauladu, che, come ha sostenuto il prof. Zucca, ha presentato nel tempo aspetti curiosi e interessanti: fin dal 1.699 è dimostrato che Bauladu
era retta da un Sindaco! Nel 1699, infatti, le villas (tra cui Bauladu) e le
Comunidades del Campidano di Milis, chiesero ed ottennero che l’estrazione dei
“Majores (de Justicia) venisse fatta dall’Ufficiale con l’assistenza dei
sindaci dei villaggi, del sindaco di Oristano e di 5 “probiuomini”. Era la
chiara dimostrazione che Bauladu aveva il suo sindaco. Il racconto di Momo è
poi proseguito senza sosta: le successive trasformazioni sotto il governo di
casa Savoia della metà dell’Ottocento, l’avvento del fascismo, la perdita dell’identità
comunale con l’accorpamento del comune a quelli di Tramatza e Milis, la
ricostituzione dell’autonomia, l’assegnazione alla provincia di Cagliari e
successivamente a quella di Oristano.
Dati certi e documentati, quelli
esposti dal prof. Zucca, che, su incarico del Comune di Bauladu ha rivisitato
tutto l’archivio del Comune e cercato di ricostruire, con l’utilizzo anche di
fonti esterne (come la Carta de Logu), la sua antica storia. Non è mancata, nella ricca esposizione, anche
un rapido escursus sugli amministratori del Comune di Bauladu del dopoguerra,
dei sindaci e dei consiglieri comunali. Un lungo applauso
ha concluso la ricca esposizione. In una successiva chiacchierata con Lui ho appreso che
questa ricerca storica è solo una piccola parte del lavoro sulle origini di
Bauladu: a ricerca ultimata, il prof. Zucca ha in previsione la stesura di un libro che
illustrerà l’intero excursus storico .
Altro evento importante, che ha
fatto da cornice all’inaugurazione, è stata la “mostra antologica” dedicata al
pittore Antonio Atza, originario di Bauladu e successivamente trasferitosi a
Bosa. Atza, pur rimanendone lontano per lustri, non ha mai rinnegato le sue origini bauladesi,
anche se il suo amore per Bosa, sua città di adozione, per quanto successivo, è
stato ben più forte: a questa città ha donato i suoi quadri migliori, e la
città sul Temo lo ha ricambiato dedicandogli la ricca pinacoteca comunale. Al
comune di Bauladu Atza ha donato 4 quadri, esposti nell’aula consiliare, tra i
quali una magnifica veduta della collina e della Chiesa di Santa Vittoria.
Cari amici, un sincero grazie a Davide
Corriga, che pur giovane, da vero Bauladese, cerca di tenere alto e attivo, con
diverse iniziative, l’appeal del piccolo centro. Io ho già scritto un libro sui
miei ricordi giovanili bauladesi, come lo hanno fatto altri più grandi di me,
come l’on.le Italo Ortu, ma voglio scrivere
ancora, se ne avrò la forza, perché amo le mie radici. Sul mio illustre
concittadino Antonio Atza, che oggi qui ho citato per la mostra antologica che
il Comune gli ha dedicato, voglio parlare ancora: voglio riepilogare meglio la
sua bella storia, pittorica e di vita, dedicandogli una pagina intera di questo
blog! Spero di farlo presto!
Mario
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