Oristano 9 Aprile 2014
Cari amici,
la fotografia alla fine dell’Ottocento aveva ormai
già conquistato il mondo: la novità di avere a disposizione immagini a basso
costo aveva contagiato fasce popolari sempre più grandi e la richiesta
di materiali, strumenti e fotografie fece nascere un nuovo e fruttuoso mercato,
con fabbriche e laboratori
specializzati. La produzione di carta albuminata richiese l'impiego, nella sola
fabbrica di Dresda, di circa 60.000 uova al giorno. I laboratori fotografici
divennero delle catene di montaggio dove ogni compito era demandato ad un
singolo individuo. Una persona si occupava della preparazione delle lastre, che
venivano portate al fotografo per l'esposizione e in seguito assegnate ad un
altro collaboratore per lo sviluppo; infine, le lastre erano pronte per il
fissaggio conclusivo in un'altra stanza. Erano inoltre presenti delle
assistenti per accogliere i clienti e indicar loro la posa più opportuna.
Il popolare
formato a “carte de visite” fece nascere la moda dell'album fotografico,
dove presero posto i ritratti di famiglia e spesso anche di famosi personaggi
dell'epoca. In America si vendettero oltre mille fotografie dell'eroe di Fort
Sumter, il maggiore Robert Anderson e in Inghilterra vennero prodotte un gran
numero di immagini raffiguranti la famiglia reale.
Anche la fotografia paesaggistica andava alla
grande, sfornando una incredibile quantità di cartoline raffiguranti vedute,
monumenti, quartieri o edifici storici da consegnare al turista in visita. Nel
1860 in Scozia, il laboratorio di George Washington Wilson produceva circa tremila
fotografie al giorno, utilizzando dei negativi di vetro posti a contatto su
carta albuminata, trasportata su nastri all'aperto per l'esposizione alla luce
solare. La necessità di produrre lenti e apparecchiature fotografiche fece nascere
e sviluppare importanti aziende fotografiche, che, grazie all’elevato numero di
richieste, anche specialistiche, riuscì a creare innovazione, sia nel
campo dell'ottica che della fisica. Nacquesto nella seconda metà del 1800
aziende importanti come la Carl Zeiss, la Agfa, la Leica, la Ilford, la Kodak e
la Voigtländer, in gran parte ancora esistenti sul mercato.
Le ‘carte de visite’ e tutte le immagini prodotte in
tirature elevate risultavano di bassa qualità a causa della meccanizzazione
dell'inquadratura e dello sviluppo. Alcuni laboratori imposero però uno stile
estetico più ricercato, producendo ritratti più attenti al carattere del
soggetto, utilizzando pose audaci, inquadrature più ravvicinate e illuminazioni
studiate. A capo di questi laboratori c’erano solitamente dei pittori, scultori
o artisti che, riconvertiti alla fotografia, adottarono le tecniche delle loro arti
maggiori anche in campo fotografico. Tra i più famosi, gli studi di Nadar, un
parigino dalla forte personalità che si rese noto anche per la prima fotografia
aerea della storia nel 1858 a bordo di un pallone aerostatico corredato da
camera oscura, e lo studio-laboratorio di Étienne Carjat. I loro obiettivi ritrassero
molti dei più importanti personaggi del periodo, come Charles Baudelaire,
Gustave Courbet e Victor Hugo.
Per dare un tocco particolare alle foto si crearono
ambientazioni particolari: drappeggi di velluto, luci soffuse che esaltavano il
soggetto, arrivando anche all’utilizzo della tecnica del “foto-ritocco”, capace di “ammorbidire”
i segni dell'età o cancellare le imperfezioni. Gli obiettivi, ormai, erano
capaci di immortalare tutto. Nel 1858 l'immagine “Fading away” di Henry Peach
Robinson, raffigurante una giovane ragazza sul letto di morte circondata dai
suoi parenti, venne criticata a causa del soggetto drammatico, ritenuto non
opportuno per un'immagine fotografica, allora considerata ancora solo uno
strumento per documentare la realtà e non per interpretarla artisticamente.
Nel 1894 fecero la comparsa, al Photographic Salon,
delle particolari immagini prodotte da Robert Demachy con il procedimento alla gomma
bicromatata: esse risultavano molto simili ad un dipinto o ad un disegno.
Alfred Stieglitz fondò il 17 febbraio 1902 il circolo fotografico
Photo-Secession insieme a importanti fotografi affermati come Eduard Steichen,
Clarence White e Edmund Stirling. Fotografo brillante e acuto innovatore,
Stieglitz utilizzò diversi procedimenti fotografici e fu tra i primi a
utilizzare un apparecchio portatile per foto artistiche, lasciando ai posteri
splendide immagini in ogni genere fotografico.L'inizio del nuovo secolo vide l’ulteriore
perfezionamento dell’immagine fotografica.
Nella prima metà del '900 negli
Stati Uniti nacque il movimento della Straight photography, che invitò i
fotografi a scendere nelle strade della gente comune e della classe operaia,
ritraendo operai, cantieri, metropoli e fabbriche, alla ricerca della forma pura,
della realtà, con esaltazione del lavoro e della vita quotidiana. A questo nuovo movimento
contribuirono autori come Paul Strand, Charles Sheeler, Edward Steichen, Edward
Weston. L'opera di quest'ultimo, alla ricerca della tecnica perfetta e della
nitidezza assoluta, diede spirito e corpo ad un'associazione di fotografi, il Gruppo f/64, termine derivato dal valore
in cui il diaframma fornisce la profondità di campo maggiore.
Cari amici, ormai la fotografia aveva raggiunto alti
livelli di perfezione ed era diventata un’industria vera e propria, con
collegamenti e capacità mai immaginate prima. Nella prossima puntata (la 4^ parte) vedremo i collegamenti
stretti con la pittura, la possibilità per i grandi viaggiatori di documentare
i loro viaggi, le foto istantanee dei grandi personaggi, ed il passaggio dal
bianco e nero al colore.
A presto!
Mario
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