Oristano 17 ottobre 2024
Cari amici,
La città di VENEZIA, adagiata sulla laguna veneta, non è stata
edificata su un terreno, per quanto friabile, ma praticamente proprio sull’acqua! Poggia,
infatti su migliaia di pali in legno piantati nel fango della laguna. A chi
oggi guarda con meraviglia gli splendidi palazzi che si affacciano sui canali
della laguna, Venezia da l’impressione di una città che galleggia sull’acqua!
Ebbene sì, Venezia è costruita davvero su una immensa palificazione, tanti pali di legno che, nonostante il
passare del tempo, appaiono solidissimi, senza segni di deterioramento. Ma vediamo insieme la curiosa storia di questa fantastica città.
La storia di Venezia è
molto antica e i primi insediamenti risalgono al V secolo, periodo in cui le
popolazioni della terraferma fuggivano in laguna a causa delle scorribande dei
barbari (che, muovendosi a cavallo, non potevano arrivare sulle isole). Venezia inizialmente era composta da un insieme di insediamenti diversi, e quelli più importanti
erano proprio sulle isole, tra cui l’antica Metamauco, al Lido, l’antenata di
Malamocco. Convenzionalmente, la
nascita di Venezia si fa risalire al 25 marzo del 421 d.C. è questa la data che
simboleggia la posa della prima pietra della città, giorno in cui, secondo le
cronache del tempo, due consulares patavini sancirono la nascita di Venezia e
da lì sarebbe iniziata la costruzione della chiesa di San Giacomo a Rivus Altus
(l’attuale Rialto). Questa è una giornata ricca di significati simbolici sia
perché coincideva con l’Annunciazione, sia perché, al tempo, l’anno iniziava a
marzo, con l’arrivo della primavera, e quindi il 25 marzo divenne il Capodanno
veneziano.
Venezia sorse, dunque,
nella melma della laguna, e oggi sorprende constatare che, a distanza di molti secoli, le sue
fondazioni realizzate con decine di migliaia di pali di legno impiantati nel
terreno e immersi nell’acqua, nonostante il trascorrere del tempo, non siano
mai marcite. La tecnica utilizzata fu quella del cosiddetto costipamento, che ha
sostituito il fondale naturale con uno artificiale, formato da una rete
fittissima di pali (circa 9 per metro quadrato), dal diametro variabile (dai 10
ai 25 cm) e dalla lunghezza che si estende dal metro fino ai 3 metri e mezzo. Realizzare fondazioni di
grandi palazzi con una selva di pali di legno presuppone una competente scelta
del legno, in base alla naturale resistenza agli agenti atmosferici e
all’acqua, nonché alla disponibilità sul territorio; a Venezia si optò per
diverse tipologie di legno, da quello di quercia (denso e resistente, più
adatto a sorreggere carichi pesanti e a contrastare difficili condizioni
ambientali) al legno di abete, larice e pino (noto per la sua durezza e
durabilità).
Realizzare il plateau
dove edificare la costruzione era un compito complesso e i maestri dell’epoca ricorsero
all’infissione mediante percussione, tipica dei pali battuti e letteralmente
martellati nel terreno, una tecnica che garantisce un’ottima resistenza,
attraverso l’attrito laterale con il terreno. Per assicurare la giusta
solidità, si procede poi a realizzare il piano di appoggio (dello spessore di
circa 50 cm) al di sopra dei pali, con strati di tavolato o pietrame.
La domanda che sorge
spontanea è: “Per quale motivo i pali di legno non marciscono?” la risposta è che
i pali operano in ambiente anossico (cioè privo di ossigeno) per cui restano
intatti. Quando il legno è completamente sommerso nell’acqua e nel fango, è
privato di ossigeno: ciò causa la morte dei microorganismi che decompongono il
legno, poiché essi hanno bisogno di ossigeno per sopravvivere e per
proliferare.
Un altro fattore chiave
di questa straordinaria conservazione è il processo di mineralizzazione. Col
tempo, i minerali presenti nell’acqua e nel terreno circostante penetrano nei
pali di legno, rendendoli più duri e aumentando la loro longevità e resistenza
alla decomposizione. Infine, il ruolo del fango, che non solo funge da cuscino,
distribuendo uniformemente il peso della città sopra i pali e prevenendo il
rischio di cedimenti strutturali: questa sostanza è anche ricca di sedimenti
fini, che formano uno strato protettivo intorno ai pali, isolandoli
ulteriormente dall’ossigeno e dai microorganismi.
Amici, questo non
significa che questi palazzi non abbiano bisogno di manutenzione e di
interventi umani. Nel corso dei secoli, Venezia ha beneficiato di continue
opere di manutenzione e di interventi ingegneristici per assicurare la
stabilità delle sue fondamenta. Oggi, grazie all’avanzamento della tecnologia,
è possibile monitorare e sostituire i pali che per qualche ragione si sono deteriorati,
garantendo così la sicurezza e la durabilità delle strutture.
Cari amici, quello di
Venezia è uno straordinario esempio di ingegneria e sostenibilità: l’uso di
materiali naturali e il ricorso a tecniche di costruzione che sfruttano le
proprietà ambientali locali dimostrano come l’ingegno umano possa adattarsi e
prosperare in armonia con la natura! Venezia, in realtà, è una delle città più belle del
mondo!
A domani.
Mario
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