Oristano 9 ottobre 2024
Cari amici,
Che l’Intelligenza
Artificiale stia facendo, giorno dopo giorno, passi da gigante, è una realtà
incontestabile. Un avanzare che preoccupa molto, dato che ciò che iniziamo a toccare con mano sono le conseguenze, sia
a breve che a lungo termine. Sono proprio le conseguenze relative al “Futuro
prossimo” quelle che impensieriscono di più, terrorizzati in particolare dalle conseguenze sul mondo del lavoro. Lo spinoso problema è costantemente monitorato
dagli esperti e qui da noi, in Italia, uno di questi è un frate francescano,
Padre Paolo Benanti.
Questo frate è indubbiamente una
figura davvero importante nel campo dell’Intelligenza Artificiale! È un Presbitero
e Teologo, appartenente al Terzo Ordine Regolare di San Francesco, insegna alla
Pontificia Università Gregoriana, oltre che all’Università di Seattle e di
recente è stato nominato Consigliere di Papa Francesco proprio sui temi dell'A.I.
e dell'Etica della tecnologia. Paolo Benanti è anche l'unico italiano membro del Comitato
sull'intelligenza artificiale delle Nazioni Unite, mentre in Italia guida la
Commissione sull’intelligenza artificiale del Dipartimento per l’informazione e
l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Questo frate francescano,
indubbiamente un eccellente studioso, nel suo Blog personale (https://www.paolobenanti.com/blog)
così si presenta. “Sono un francescano del Terzo Ordine Regolare - TOR -
sono nato il 20 luglio del 1973 e mi occupo di etica, bioetica ed etica delle
tecnologie. In particolare i miei studi si focalizzano sulla gestione
dell'innovazione: internet e l'impatto del Digital Age, le biotecnologie per il
miglioramento umano e la biosicurezza, le neuroscienze e le neurotecnologie. Cerco
di mettere a fuoco il significato etico e antropologico della tecnologia per
l'Homo sapiens: siamo una specie che da 70.000 anni abita il mondo
trasformandolo, la condizione umana è una condizione tecno-umana...”.
Di recente questo studioso, presente al Forum
Ambrosetti di Cernobbio in rappresentanza dell’ONU, ha esposto a ILFATTOQUOTIDIANO.IT,
il suo pensiero circa il futuro prossimo dell’A.I. “…è necessario dare vita
a un sistema di ‘guardrail efficace’, ma solo come salvagente, perché
l’obiettivo primario è far sì che un numero sempre maggiore di persone possa
partecipare alla governance dell’Intelligenza Artificiale e non soltanto
subirla. In altre parole, ampliare il più possibile il concetto di noi. “Avremo
successo? Non lo so. L’Onu è stata una macchina potente in questi anni, ma
anche fragile e penso che qui viviamo le stesse potenzialità e le stesse
fragilità. C’è una grande sfida nei confronti del sud globale”, ha ammesso
con franchezza.
Amici, il pensiero di
questo grande studioso credo faccia riflettere non poco. Rispetto ad Internet l’intelligenza
artificiale è una cosa alquanto diversa, perché è una tecnologia che non serve
a fare qualcosa ma che cambierà il modo di fare tutte le cose! Un po’ come la
corrente elettrica. Senz’altro potrà produrre un aumento di produttività e
questa è la vera grande sfida, nel senso che l’A.I. aumenterà la capacità che
abbiamo di portare valore. Questo sarà ciò che determinerà la differenza tra: un’intelligenza artificiale che avrà successo, e un’intelligenza artificiale che
sarà una bolla. Non è detto che porti solo questo, potrebbe portare anche un
modello in cui l’uomo non è più necessario per alcuni tipi di compiti e quindi realizzare una trasformazione epocale di quello che oggi è il mercato del lavoro. Un pensiero il
suo, cari amici, che fa davvero meditare!
In sostanza – afferma Padre
Benanti cercando di chiarire meglio il suo pensiero - tutto dipenderà dall’uso che vorremmo fare di questa super
intelligenza, stando attenti ad un particolare: a quello che è noto come “Il
paradosso di Moravec”. Non dimentichiamo che per una macchina dotata di
A.I. è molto più facile fare compiti cognitivi alti che non compiti cognitivi
bassi. Per cui una calcolatrice solare la troviamo in vendita a meno di 1 euro,
mentre per una mano robotica che apre una porta non bastano 150-200mila euro.
Questo significa che l’intelligenza artificiale andrà a surrogare prima quei
lavori a più alto contenuto cognitivo che oggi sono i lavori pagati meglio.
Dunque quello che sarà il futuro dell’utilizzo dell’A.I. dipenderà da come
politicamente decidiamo di applicare l’intelligenza artificiale.
Cari amici, il futuro
dell’Intelligenza Artificiale per ora appare come una grossa nebulosa, come un rompicapo di cui non troviamo il bandolo, e alla fine, tutto dipenderà da come saremo capaci di costruire – come accennava prima Padre
Benanti - i "guardrail protettivi" con i quali rendere
questa potente macchina compatibile con la nostra Società. Ed è proprio qui che il
problema diventa davvero complesso! Molto dipenderà dalla concreta composizione della “Comunità
del Noi”, perché non tutti (penso pochi) apparterranno a questo NOI;
anzi, come ben sappiamo, il dislivello globale che già abbiamo oggi ci dice che quasi certamente questo "gruppo di
noi" in futuro sarà molto più ristretto! Sarà un possibile ritorno a quell’antica,
ben nota OLIGARCHIA del passato? Il dubbio c’è!
A domani.
Mario
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