Oristano 30 ottobre 2024
Cari amici,
Seppure la notizia possa
creare tanta gioia ed entusiasmo, una volta letti attentamente i componenti,
credo che a tutti mettersi in tasca un cellulare con una “batteria nucleare”
crei qualche timore! Certo, a sentire i costruttori queste batterie di nuova
concezione non creano nessun pericolo radioattivo, ma - a dirla tutta - sapendo
che all’interno c’è dell’uranio, seppure in decadimento, qualche brivido di
certo attraversa la schiena! Ma vediamo meglio di cosa si tratta, partendo
dalle origini.
Gli esperimenti di
batterie funzionanti a energia nucleare furono fatti per alimentare i satelliti
spaziali, tant’è che anche il generatore a radioisotopi (RTG), montato sul Rover
Perseverance inviato su Marte è alimentato con questo sistema. Un sistema che
usa il plutonio-238 per generare elettricità tramite l'effetto Seebeck, ma
rilevando, però, che il plutonio è altamente tossico e inadatto per l'uso
domestico. Ed ecco la scoperta, fatta dalla BEIJING BETAVOLT NEW ENERGY
TECHNOLOGY.
La BETAVOLT, questa
azienda cinese, ha trovato un sistema per introdurre un'innovazione che potrebbe
rivoluzionare il panorama. Le nuove batterie beta-voltaiche da loro ideate sfruttano
per generare elettricità degli isotopi
radioattivi, emettendo elettroni attraverso il decadimento beta e convertendo
questi elettroni in elettricità grazie a strati di semiconduttori, utilizzando,
però, degli isotopi particolari. Le prime versioni di queste batterie, negli
anni ’70, utilizzavano il prometio, usato nei pacemaker, ma successivamente furono
superate dalle batterie al litio.
Oggi, la Betavolt ha introdotto
una interessante innovazione, sviluppando una versione più avanzata che utilizza
l'isotopo nickel-63 inserito tra strati di semiconduttori a diamante.
Queste batterie producono una potenza limitata – solo 100 micro watt, molto
meno di una batteria AA – ma la loro vera forza sta nella durata. Mentre una
normale batteria si scarica in poche ore, una batteria Betavolt può durare fino
a 50 anni grazie al lento decadimento del nickel-63, che ha una vita media di
101 anni.
Amici, l’interesse per
questa nuova batteria appare enorme: basti pensare che questa durerebbe
enormemente di più del ciclo di vita medio di uno smartphone, tanto che i
principali campi di applicazione potrebbero essere molti altri, tutti di sicuro
interesse: come dispositivi aerospaziali o medici (vedi i pacemaker), sensori,
micro robot o piccoli droni. Inoltre, i progettisti cinesi sono riusciti a
miniaturizzare e contenere i costi di produzione a livelli accettabili per
l'adozione commerciale di un dispositivo di questo tipo.
Sul mercato c’è già
grande attesa, anche se il loro arrivo in grande stile arriverà solo quando sarà
terminata la fase sperimentale. Le notizie in corso affermano che l'azienda
cinese avvierà presto la produzione in serie - ed è la prima volta per una
batteria nucleare - di BV100, una cella da circa 1 centimetro cubo (misura
15 x 15 x 5 mm, per intenderci una moneta da 2 euro è spessa 2,2 mm e ha un
diametro di circa 23 mm) con tensione di 3 volt e potenza di 100 microwatt. Nel
2025 è addirittura in programma il lancio di una batteria da 1 watt!
Indubbiamente l’intelligenza
e la capacità dei Paesi del Sol Levante sono così note da far pensare che a
breve il mondo intero sarà dominato da loro! In un recente comunicato di
Betavolt, si legge che questa scoperta “aiuterà la Cina ad assumere un ruolo
guida nella rivoluzione dell'intelligenza artificiale”. Insomma una batteria a
dir poco straordinaria, se pensiamo che trai suoi pregi, oltre la lunghissima
autonomia ci sono ben altri punti di forza: ha una densità energetica 10 volte
maggiore di una batteria al litio, non esplode e non prende fuoco, ha una generazione
di energia stabile nel tempo, per cui la quantità fornita non dipende dalle
condizioni operative o dall'usura, come avviene invece per le classiche
batterie a celle elettrochimiche, ha un range operativo da -60 a 120 gradi
Celsius e non emette radiazioni, per cui la si può utilizzare anche in campo
medico.
Cari amici, il futuro
dell’energia credo che sarà molto diverso da come noi lo concepiamo oggi, e, tra l'altro, vedrà la Cina protagonista!
A domani, cari lettori!
Mario
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