Oristano 26 ottobre 2024
Cari amici,
Tempio nuragico dell'acqua - S. Cristina |
Da sempre la civiltà
umana si è sviluppata nelle vicinanze dei corsi d’acqua: sorgenti, fiumi e
laghi. L’uomo è grazie alla presenza dell’acqua dolce che ha costruito la sua
vita, venerando fin dai tempi più antichi quel prezioso elemento, erigendogli
addirittura dei templi ed effettuando rituali in suo onore. Sui fiumi ha poi costruito
dighe, ideando sistemi di irrigazione e altre strutture per le coltivazioni,
che hanno permesso alle civiltà di crescere e prosperare. Col passare del
tempo, però, nel pianeta sono avvenuti diversi cambiamenti climatici, tanto che
oggi i sistemi idrici di una volta sono andati in sofferenza, principalmente per
la derivante siccità, causata dalle piogge sempre più scarse.
L'Omodeo in secca |
Focalizzando l’attenzione
sulla nostra Sardegna, che soffre particolarmente la sete, con i bacini di
raccolta i cui livelli sono sempre più bassi e le falde acquifere sotterranee impoverite
e alcune addirittura prosciugate, le preoccupazioni crescono a dismisura, con i
conseguenti danni sia dal punto di vista alimentare che quelli causati alle
coltivazioni. Insomma, si teme di arrivare ad un punto di non ritorno, senza, urgenti,
interventi strutturali importanti. Forse per anni ci siamo cullati nell’idea
che nel mondo l’acqua era talmente abbondante da poterla sprecare!
Si, la convinzione di
tanti di noi è che l’acqua, coprendo il 70% del nostro pianeta, è un bene
abbondante, praticamente infinito. Si ignora, infatti, che solo il 3%
dell’acqua oggi presente del mondo è acqua dolce e due terzi di questa è
nascosta nei ghiacciai o comunque non immediatamente disponibile per il nostro
uso. Inoltre, la piccola percentuale residua è sempre più inquinata a causa
delle attività dell’uomo. Inoltre, altro dato negativo, è che fino ad oggi è
stata prelevata a ritmi eccessivi, che non consentono ai bacini idrici di
ricaricarsi in tempo, considerati i sempre più lunghi periodi di siccità
causati dal cambiamento climatico.
Che fare, dunque, per
evitare quella che in realtà potrebbe essere definita proprio una catastrofe?
La risposta è una sola: risparmiare l’acqua in ogni modo possibile, in particolare
quella utilizzata per uso agricolo, in quanto tutte le produzioni alimentari
dipendono dall’acqua. Si, l’agricoltura utilizza il 70% dell’acqua dolce
disponibile nel mondo, e, cosa davvero seria, più della metà viene sprecata!
Questo uso smodato della risorsa idrica sta, perciò, prosciugando fiumi, laghi
e falde acquifere, con ritmi con non consentono la naturale rigenerazione.
Risparmiare l’acqua è diventato un imperativo assolutamente ineludibile!
Gli studiosi stanno
portando avanti nuove tecniche finalizzate al risparmio dell’acqua in
agricoltura, come le tecniche di “irrigazione sostenibile”, che prevedono il passaggio dall’irrigazione
tradizionale a quella a goccia, sottotraccia; altro suggerimento è quello di incentivare
anche l’utilizzo della raccolta delle acque piovane, che potrebbero anch’esse
dare una grossa mano. L’obiettivo è quello di ridurre al minimo l’attuale
spreco di acqua, aumentandone l’efficienza, in modo da sostenere senza sprechi
la produzione agricola anche in periodi di siccità prolungata.
Amici, l’irrigazione a
goccia è un eccellente metodo di irrigazione, che consente di distribuire
l’acqua direttamente alle radici delle piante, riducendo al minimo le perdite
per evaporazione e percolazione. Questo sistema utilizza tubi o nastri dotati
di piccoli fori o gocciolatoi che rilasciano l’acqua lentamente e in modo
controllato. In questo modo, le piante ricevono la giusta quantità di acqua di
cui hanno bisogno, senza sprechi. Questo sistema può ridurre il consumo di
acqua fino al 50-70% rispetto ai metodi tradizionali di irrigazione.
Come accennato prima,
anche incentivare la raccolta delle acque piovane è un ottimo suggerimento.
L’acqua piovana è una risorsa naturale facile da conservare. In città è un
ottimo sistema per l’irrigazione dei giardini, in particolare durante i periodi di siccità,
quando l’acqua potabile è scarsa e costosa. L’acqua piovana è anche più dolce e
meno trattata rispetto all’acqua del rubinetto, il che la rende ideale per
l’irrigazione delle piante. Per raccogliere l’acqua piovana, è possibile
installare delle grondaie, con dei tubi di scarico che la convogliano su un
serbatoio di raccolta. L’acqua raccolta potrà, poi, essere utilizzata per
l’irrigazione del giardino e dell’orto con un sistema di irrigazione a goccia o
con un tubo flessibile.
Cari amici, viviamo un
periodo di grandi cambiamenti climatici, per cui ogni nostro sforzo per il
risparmio dell’acqua sarà senz’altro positivo per affrontare nel modo giusto la
siccità rinveniente e garantire la sicurezza alimentare a lungo termine.
Risparmiare l’acqua credo sia un dovere di tutti noi, nessuno escluso, perché, se
ognuno di noi fa la sua parte, il futuro del mondo sarà meno preoccupante.
A domani.
Mario
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