giovedì, ottobre 10, 2024

QUANDO IL NOSTRO CERVELLO PENSA TROPPO, ANSIA E STRESS CI SCONVOLGONO L’ESISTENZA. LA “RUMINAZIONE MENTALE” COLPISCE 8 PERSONE SU 10.


Oristano 10 ottobre 2024

Cari amici,

Il nostro cervello è uno straordinario computer, capace di elaborare tutto in continuazione, di immergersi in mille riflessioni! Si, l’uomo è un essere pensante, ma, a volte, se il cervello si ostina a pensare troppo, e, anziché produrre risultati positivi, crea delle negatività che si estrinsecano con attacchi di ansia e di stress. Gli esperti della nostra mente, psicologi e psico-analisti, definiscono questo eccesso di attività “RUMINAZIONE MENTALE”, considerata il nemico principale della nostra felicità. Questa esagerata elaborazione mentale non è una rarità, perché è accertato che, purtroppo, più di 8 persone su 10 ne soffrono, con attacchi di ansia e stress.

Amici, viviamo in una società iperattiva, che corre all’impazzata, e, a volte, risulta facile rimuginare a lungo i pensieri negativi o le preoccupazioni inerenti il nostro futuro. Questo processo di pensiero che continua a tormentarci, influisce negativamente sulle nostre abitudini, che ne risultano sconvolte. È questo il risultato della Ruminazione mentale. Una ruminazione continua, che non ci porta da nessuna parte, che non ci fornisce soluzioni, anzi creandoci maggiori probabilità di soffrire di disturbi come la depressione o l'ansia.

La Ruminazione mentale, amici, è difficile da controllare, non rallentando la sua attività nemmeno di notte, stritolando in una morsa la persona e e togliendole il sonno. Tra gli studiosi di questo fenomeno c’è la dottoressa Nancy Colier, una delle più celebri psicoterapeute statunitensi, docente universitaria e collaboratrice di testate prestigiose come Psychology Today e Discover; la Colier, con i suoi studi, è diventata una delle maggiori esperte di “overthinking” a livello internazionale, oltre che consulente di importanti atleti professionisti.

Questa eccellente professionista, in oltre venticinque anni di attività come psicoterapeuta”, ha avuto occasione di analizzare uomini e donne di ogni età ed estrazione sociale, con problemi, situazioni e storie differenti. Certo, i problemi di ognuno sono diversi, strutturati su più livelli di gravità, ma alla base di ogni ruminazione, che causa dell’insoddisfazione, c’è il modo in cui noi ci relazioniamo con i pensieri nella nostra mente. È la relazione che intratteniamo con i nostri pensieri, in realtà, a farci più soffrire”.

Per venire incontro ai tanti afflitti, Nancy Colier ha scritto un libro: “Dannazione, penso troppo!”, presto diventato un bestseller, che, dopo aver conquistato la vetta delle classifiche Usa è uscito ora in Italia per Libreria Pienogiorno; il libro affronta, con un percorso concreto e collaudato il tema caldissimo della nostra ansiogena contemporaneità. “Pensare troppo costituisce senza ombra di dubbio una forma di dipendenza – dice la Colier -  l’unica differenza sta nel fatto che noi fatichiamo a riconoscerla come tale. Inoltre, a differenza dalla dipendenza dalle sostanze, dalla droga o dal cibo, che concede generalmente pause tra un’assunzione e l’altra, la dipendenza dal pensiero ossessivo si manifesta incessantemente, senza interruzioni”.

Il problema è serio. “L’aspetto incredibile della questione – continua la Colier - è che non importa quanta sofferenza ci infliggiamo rimuginando: noi continuiamo a farlo nell’assoluta convinzione che, prima o poi, questo ci porterà alla soluzione di qualsiasi problema ci tormenti. Perseveriamo, nonostante la prova tangibile da una parte dell’inefficacia della ruminazione e dall’altra della capacità dei pensieri ossessivi di renderci più ansiosi, più stressati e infelici. Continuiamo a credere, o a sperare, che comportarci sempre allo stesso modo possa condurci prima o poi a un risultato diverso. Ma facendo quello che abbiamo sempre fatto, otteniamo quello che abbiamo sempre ottenuto: niente”.

Nel suo libro, la dottoressa Colier suggerisce, tra i molti, un piccolo esercizio che può rivelarsi indicativo ed estremamente liberatorio: vivere un giorno come se non avessimo una storia. “Noi viviamo ogni istante con una stessa idea di noi stessi. Tutto gira intorno al nostro passato, a cosa abbiamo vissuto, a ciò di cui pensiamo di essere capaci e incapaci, al bagaglio che ci portiamo sulle spalle. Molto spesso tutto questo rappresenta non solo una limitazione ma anche un’illusione. Se invece riusciamo a mettere per un po’ da parte la nostra storia, è come se ci immergessimo nell’esistenza senza muta. E così viviamo l’esperienza di ciò che sta accadendo senza che sia corrotta da ciò che immaginiamo, da ricordi, condizionamenti, pensieri, idee e tutto quanto. È allora che cominciamo a sperimentare quanto può essere liberatorio, e anche proficuo, il potere di vivere il momento presente”.

Cari amici, apprezzo il pensiero della dottoressa Colier, ma credo che convincere ciascuno di noi a dimenticare, anche per un momento, il passato, il vissuto, sia più semplice a dirsi che a farsi!

A domani.

Mario

Nessun commento: