sabato, maggio 31, 2025

I PROBLEMI NELLE 4 FASI DELLA VITA. NEL MONDO DI OGGI, IL PASSAGGIO DALL'ADOLESCENZA ALL'ETÀ ADULTA, È QUELLO PIÙ DIFFICILE.


Oristano 31 maggio 2025

Cari amici,

Chiudo i post relativi al mese di maggio riflettendo su un problema che, seppure alquanto serio, risulta sottovalutato: L'ADOLESCENZA, una fase della vita certamente tra le più difficili. Eppure, gli adolescenti di oggi crescono tra i ritmi praticamente impossibili della vita odierna, ammaliati dalla crescente tecnologia, ma abbandonati dallo scollamento in atto tra famiglia, scuola e società. Scollamento che sta gettando alle ortiche quella necessaria fase educativa, assolutamente necessaria, per far arrivare l'adolescente adeguatamente preparato per affrontare la successiva fase: quella adulta, quella delle responsabilità vere, personali familiari e sociali. Lo dimostrano gli ultimi fatti di cronaca nera che anche questi giorni riempiono i giornali.

La nostra vita, come sappiamo, è un percorso che potremmo definire in 4 fasi: l’infanzia, l’adolescenza, la maturità e la vecchiaia. È una strada, come ben sappiamo costellata di luci ed ombre, con difficili transizioni da una fase all’altra. I così detti “Riti di passaggio” sono caratterizzati da conflittualità di vario grado, che emergono, in forma diversa a seconda del passaggio. Ebbene, tra questi “riti”, il passaggio più conflittuale è quello dall’adolescenza alla maturità, che occupa un posto particolare, essendo fonte di conflitti di maggiore intensità.

Indubbiamente, per un adolescente entrare nell’età adulta è un salto epocale. Pensare di perdere la spensieratezza dell’adolescenza, la gioia e gli entusiasmi delle giornate giocose, vissute senza gli impegni e le responsabilità che connotano l’età adulta, non è certo facile! Il passaggio è un momento significativo, nel quale si passa dai sogni alla realtà, dove si concretizzano le aspettative, arrivando a fare quelle scelte che condizioneranno il loro futuro. Gli adolescenti di oggi, lo dicono le statistiche, risultano essere molto più soli e fragili di quelli di ieri, perché la società di una volta è scomparsa, lasciando posto a quella attuale (definita società liquida), nella quale loro rischiano di annegare!

Si amici, nel mondo di oggi questo passaggio, che non è mai stato facile, è diventato ancora più difficile da compiere, e ciò significa che i giovani di oggi hanno bisogno, più di quelli di ieri, di un supporto forte, fornito dal mondo degli adulti; un aiuto che si concretizzi nel prenderli per mano, insegnando loro a nuotare nel periglioso mare della vita attuale, affinché, meglio preparati e forti, possano affrontare con determinazione le difficoltà del mondo,  riuscendo così a costruire i loro progetti di felicità.

Si, amici, per gli adolescenti di oggi è diventato ancora più difficile «diventare grandi». Viviamo un mondo schiavo della tecnologia, e nella fase adolescenziale, quella che porta verso l’età adulta, l’uso eccessivo delle tecnologie, rende difficile la transizione. Schiavi delle piattaforme social, che, se è pur vero che hanno allargato l’amicizia virtuale, questa è andata a scapito di quella fisica, acutizzando così le difficoltà psicologiche e di reale relazione di molti giovani. Questi aspetti creano una duplice difficoltà: non solo favoriscono un distacco dalla realtà, ma alimentano anche ansia e insoddisfazione, influenzando negativamente la costruzione dell’autostima.

Amici, l’utilizzo in modo eccessivo dei social-network comporta un impatto diretto sulla qualità delle relazioni interpersonali: le modalità di interazione attraverso gli schermi, infatti, più superficiali e frammentate, impediscono lo sviluppo di relazioni autentiche e soddisfacenti, mentre la continua esposizione a modelli di perfezione, suggeriti dagli influencer, alimentano la competizione spesso sbagliata. Ecco, come accennato prima, la necessità del supporto che gli adulti (sia a casa che a scuola) dovrebbero fornire. Anche i contesti sociali positivi, come lo sport e le attività comunitarie, possono giocare un ruolo fondamentale.

Un altro importante motivo delle attuali difficoltà di passaggio dei giovani all’età adulta è costituito dallo straordinario “cambio di vita” che è avvenuto a partire dalla seconda metà del secolo scorso. I tradizionali riti di passaggio all’età adulta, come la leva militare, l’inserimento nel mondo del lavoro in giovane età (a causa dell’allungamento della durata degli studi, l’inserimento nel lavoro va ben oltre la soglia dei 35 anni), compreso il matrimonio ben prima dei 30 anni, hanno contribuito ad aumentare le difficoltà.

Cari amici, passare dall'adolescenza all'età adulta è una transizione davvero complessa: quella di un particolare percorso di crescita alquanto difficile, in quanto, sotto certi aspetti, è anche comprensibile che gli adolescenti vivano una forte crisi identitaria difficile da vivere. Ma proprio per questo è davvero importante che il mondo degli adulti li ascolti e supporti, cercando di dare loro quella fiducia che essi cercano. Un impegno collettivo in questa direzione rappresenta la chiave per il futuro benessere delle nuove generazioni. Nessuno può tirarsi indietro!

A domani.

Mario

 

venerdì, maggio 30, 2025

LA LONICERA CAERULEA KAMTSCHATICA, È UN CURIOSO UN ARBUSTO, IMPROPRIAMENTE CHIAMATO MIRTILLO SIBERIANO. È PIÙ BUONO DEL MIRTILLO E CRESCE ANCHE DA NOI.


Oristano 30 maggio 2025

Cari amici,

Si sta iniziando a diffondere anche da noi un arbusto che produce delle curiose bacche, molto simili a quelle del mirtillo, e, addirittura, molto più buone! È il MIRTILLO SIBERIANO (LONICERA KAMTSCHATICA), un arbusto originario della penisola di Kamchatka, in Russia, diffuso anche in diverse zone del Nord-Est asiatico e in alcune aree del Nord America. In Italia, si trova soprattutto in regioni con climi più freschi, come le Alpi e gli Appennini, o in zone con terreni più acidi. Diffuso anche da noi, dove possiamo trovarlo nei vivai specializzati, cresce bene anche in Sardegna. Le varietà di mirtillo siberiano, come Aurora e Borealis, sono adattate ai climi freschi e possono prosperare in ambienti con inverni miti.

In Europa oggi viene coltivato molto in Slovacchia, dove è presente in tanti orti familiari. Le bacche un po’ più allungate rispetto a quelle del mirtillo,  hanno un sapore alquanto simile a quello dei mirtilli selvatici. Secondo alcuni esperti, è la bacca più sana che possiamo avere sulla nostra tavola. La coltivazione è così semplice che si può fare anche nel proprio giardino. I frutti sono molto succosi e di colore intenso. Mentre le varietà più antiche erano caratterizzate da toni leggermente amari, che scomparivano con la maturazione. Le nuove varietà moderne non hanno praticamente toni amari e sono caratterizzate da un sapore piacevolmente dolce, simile a quello dei mirtilli.

Il mirtillo siberiano delizia gli appassionati coltivatori sia per il gradevolissimo profumo dei suoi piccoli fiori giallo delicato che sbocciano ad inizio primavera, che per la produzione di una notevole quantità di dolci frutti, 5/7 kg per pianta adulta. Sono piante autoimpollinanti, anche se, per una maggiore produzione, è consigliabile la vicinanza di due o più piante anche della stessa varietà per favorire l’impollinazione incrociata. I frutti, stretti e allungati, possono superare i due centimetri di lunghezza e si formano sui rami di uno o due anni. Raggiungono la piena maturazione nei nostri climi generalmente 10/15 giorni prima delle fragole diventando il primo frutto naturale da cogliere della stagione.

Il mirtillo siberiano è un arbusto longevo. i primi frutti compaiono all’inizio di maggio e maturano gradualmente in tempi diversi, quindi la raccolta avviene in più fasi. Oggi questi frutti sono considerati un “superfood” e la coltivazione cresce in continuazione. Con i frutti si possono consumare freschi, ma sono ideali anche per torte o dessert, oltre che essere utilizzati per realizzare confetture, gelati, succhi, sciroppi, vini ed integratori. Questi frutti contengono degli antiossidanti naturali, più performanti dei mirtilli, con la presenza in particolare di antociani, che conferiscono ai frutti il loro colore e svolgono un ruolo cruciale nella protezione delle cellule dai radicali liberi.

Queste bacche, vero scrigno di sostante benefiche per la nostra salute, sono alquanto ricche di vitamine: Vitamine del gruppo B, che influenzano il corretto funzionamento del sistema nervoso. Vitamina A, che migliora l’aspetto di pelle, unghie e capelli, oltre ad avere un buon effetto sulla vista, Vitamina C, che sostiene il sistema immunitario nella lotta contro le infezioni. In questi frutti sono contenuti anche numerosi minerali: sono una buona fonte di Ferro, Magnesio, Fosforo e Silicio. I mirtilli di Kamčatské contengono anche composti fenolici che sono degli efficaci antiossidanti, che risultano utilissimi per eliminare i radicali liberi dannosi. Questi composti sono utilizzati, tra l’altro, nel trattamento del cancro, per prevenire metastasi e infezioni e nel trattamento di alcune malattie dell’apparato digerente, in quanto stimolano il fegato a produrre bile. I composti fenolici hanno anche proprietà antinfiammatorie.

Le epicatechine contenute in questi frutti prevengono lo sviluppo di diabete, cancro e ictus. I mirtilli siberiani hanno un basso contenuto calorico e un alto apporto di fibre. Alcuni studi ritengono queste bacche un prezioso alleato degli sportivi, per migliorare le prestazioni soprattutto di ciclisti e runner, e sono sempre più commercializzate anche in chiave di integratore, in polvere o compresse: la loro popolarità è in continua evoluzione.

Cari amici, so che a tanti di Voi piacciono molto i mirtilli, che ne direste di mettere in giardino alcune piante anche di Mirtillo Siberiano? Credo che sarebbe una cosa da fare veramente!

A domani.

Mario

giovedì, maggio 29, 2025

LE ANTICHE ORIGINI DELLA FINANZA: QUANDO A VENEZIA VENIVA “ROTTO IL BANCO” AL BANCHIERE INADEMPIENTE CHE NON POTEVA ONORARE I DEBITI.


Oristano 29 maggio 2025

Cari amici,

L’intermediazione finanziaria ha origini lontane. Ripercorrendo, passo dopo passo, la sua lunga storia, scopriamo che già più di 4.000 anni fa, in Mesopotamia, avvenivano frequentemente operazioni di prestito, che creavano spesso debitori inadempienti. Ci fu anche un Re di Babilonia che, vedendo le terribili sofferenze a cui erano sottoposti i poveri debitori inadempienti, decise di intervenire pubblicamente per venire incontro ai malcapitati che, magari per ragioni estranee alla loro volontà, si erano trovati in condizioni di non onorare il debito.

Per aiutarli utilizzò uno strumento chiamato “Giubileo del debito”, un rito con il quale si cancellavano agli inadempienti tutti i debiti e le pene derivanti dal fatto di non aver pagato questi debiti. L’intelligente intervento fu successivamente adottato anche presso il popolo ebraico, dove divenne la più antica forma di Giubileo, che, seppure con successive variazioni si perpetuò nel tempo, arrivando fino ai nostri giorni, almeno per quanto riguarda i “debiti comportamentali e spirituali”.

Cercando di ripercorrere l’evoluzione dell’intermediazione finanziaria, amici, ci rendiamo conto che la natura umana (spesso non certo per altruismo) ha sempre cercato di lucrare con il prestito del denaro. I prestiti a chi era in difficoltà ci sono sempre stati, e spesso a tassi alquanto esosi, per cui debitori morosi ce ne sono sempre stati e anche numerosi. Le autorità, di conseguenza, in tutti i tempi hanno cercato di bilanciare il gioco finanziario tra creditori e debitori. Nel Medioevo, per esempio, città commerciali come Venezia erano considerate eccellenti piazze di scambio. Venezia in particolare, era allora era una delle città all’avanguardia nello scambio di beni e servizi. Nelle sue affollate piazze, in zone come  Rialto o Piazza San Marco, svolgevano la lucrosa attività i numerosi cambiavalute e i più importanti banchieri.

Il lavoro non era svolto all’interno di locali chiusi, ma in Piazza, dotati di un grande banco dove venivano appoggiate le diverse valute necessarie per i prestiti e gli scambi. Per quanto ovvio, in caso di forti inadempienze, anche i banchieri potevano trovarsi in seria difficoltà, per cui potevano arrivare al fallimento, impossibilitati a restituire il denaro ai depositanti. In questi casi, l’autorità veneziana, quando un banchiere non poteva più pagare i suoi debiti, utilizzava una procedura alquanto forte, punendo il malcapitato in modo eclatante: era una punizione tanto pratica quanto simbolica: il suo banco di lavoro veniva pubblicamente spezzato in due!

Si, per salvaguardare i risparmiatori, ed evitare loro di continuare a prestare denaro al banchiere insolvente, letteralmente gli “ROMPEVANO IL BANCO”,  privandolo così letteralmente dello strumento di lavoro! Immaginate la scena: nelle affollate zone di Rialto o Piazza San Marco, dove i cambiavalute e banchieri svolgevano la loro attività, il banco di un banchiere insolvente veniva letteralmente rotto davanti a tutti! Un chiaro messaggio per chiunque: quest'uomo è fallito, non fate affari con lui! Amici, da questa antica usanza, è nato il termine andare in “BANCAROTTA”, parola che usiamo ancora oggi, secoli dopo, senza pensare alla sua origine così concreta e drammatica. La tradizione di rompere il banco è scomparsa, ma la parola è rimasta, a ricordarci che le nostre espressioni quotidiane spesso nascondono storie affascinanti che non conosciamo o di cui abbiamo perso memoria. Dopo il Medioevo molte cose cambiarono “I banchi fisici” presenti nelle piazze si trasferirono nelle segrete stanze dei grandi banchieri, ma la sostanza non mutò.

I banchieri nel tempo riuscirono a gestire, oltre alla raccolta del risparmio privato e la gestione dei pagamenti, anche il debito pubblico e la riscossione fiscale. I depositi scritti nei libri contabili dei banchieri non potevano essere sequestrati ed erano anzi garantiti contro il fallimento. Allora non esistevano, come oggi, fondi di rischio per le possibili insolvenze, e, in un certo senso, “rompere il banco (o la banca)” era non solo un atto fisico ma anche psicologico: non era solo una punizione ma un atto di giustizia, un modo per cercare di proteggere la fiducia dei risparmiatori nel sistema bancario dell'epoca.

Cari amici, che l’impresa finanziaria, ovvero "fare banca", comprare e vendere denaro, sia sempre stata un’attività  delicata, con un fragile equilibrio, tra rischio e rendimento è la cruda realtà. Ieri non esistevano salvataggi governativi o moderne politiche fallimentari, e, se le cose andavano male, le conseguenze erano immediate e visibili a tutti. I tempi cambiano, così come cambia anche la finanza…ma i rischi connessi c'erano, ci sono e ci saranno!

A domani.

Mario

 

mercoledì, maggio 28, 2025

MAGGIORE SICUREZZA STRADALE PER LE AUTO: IN ARRIVO DEGLI INNOVATIVI DISPOSITIVI CAPACI DI MIGLIORARE LA SICUREZZA DI CHI GUIDA.


Oristano 28 maggio 2025

Cari amici,

In un mondo in continuo cambiamento tecnologico, tutto è destinato a cambiare: lentamente ma inesorabilmente, molti degli accorgimenti finora utilizzati per la sicurezza, sia in casa che nella movimentazione delle persone, prima o poi vengono accantonati, sostituiti da nuove soluzioni più capaci di  risolvere il problema evidenziato. Ecco, oggi voglio parlare con Voi di alcune delle più recenti innovazioni che si stanno sviluppando nel settore automobilistico, dove la tecnologia continua ad avanzare in  modo costante.

Negli ultimi anni, sono state numerose le innovazioni messe in atto per migliorare la sicurezza stradale e contribuire, così, a rendere la guida non solo più sicura ma anche più confortevole. Ebbene, poiché nulla si ferma, anche in questo settore, ben altre innovazioni si affacciano all’orizzonte, sfruttando la nuova tecnologia che potrebbe ben presto eliminare dotazioni consolidate, presenti nelle auto da oltre un secolo! Una di queste innovazioni, per esempio, riguarda le ALETTE PARASOLE. La rivoluzione che le vuole migliorare arriva dall’azienda GENTEX CORPORATION, leader nella produzione di vetri oscurati e tecnologie avanzate per il settore automotive.

Si, amici, le alette parasole potrebbero presto sparire, sostituite dal Parabrezza intelligente di Gentex, che potrebbe rivoluzionare la sicurezza e il comfort alla guida. Lo ha presentato, come detto prima, quest’azienda durante il Consumer Electronics Show (CES) negli Stati Uniti, svelando un brevetto che prevede l’integrazione di un sistema di oscuramento automatico direttamente nel parabrezza delle auto. Questo significa che, in futuro, non sarà più necessario abbassare manualmente le alette parasole per proteggersi dalla luce solare diretta, in quanto ciò avverrebbe in automatico senza alcun intervento umano; una interessante soluzione innovativa che manderebbe subito in pensione le tradizionali alette parasole.

Ma vediamo, come funziona questo sistema di oscuramento automatico. Il parabrezza intelligente brevettato da Gentex utilizza una tecnologia avanzata basata su particolari sensori in grado di rilevare l’intensità della luce solare. Questi sensori regolano automaticamente l’opacità del parabrezza, bloccando solo la quantità necessaria di luce per evitare l’abbagliamento, riuscendo così a migliorare la visibilità del conducente. Questo sistema garantisce un guida più serena, più fluida e sicura, senza la preoccupazione, dunque, di dover intervenire con operazioni manuali.

Personalmente credo che sia un’innovazione davvero apprezzabile, in  grado di contribuire a migliorare la sicurezza di guida, oltre ad un maggior confort sia del guidatore che dei passeggeri dell’auto. Inoltre, l’introduzione di un parabrezza con oscuramento automatico apporta, come accennato prima, delle importanti innovazioni per la sicurezza stradale. Eliminando, infatti, la necessità di abbassare manualmente le alette parasole, quando si è infastiditi dall’abbagliamento, i conducenti potranno mantenere entrambe le mani sul volante e concentrarsi maggiormente sulla guida, in particolare quando si percorrono strade strette e tortuose.

Amici, quest'ultima appare un’innovazione capace di dare una maggiore sicurezza di guida, per cui, se questa tecnologia dovesse essere adottata su larga scala, potrebbe segnare un cambiamento epocale nel design delle auto. Le case automobilistiche potrebbero decidere di eliminare completamente le alette parasole, liberando spazio all’interno dell’abitacolo e riducendo il numero dei componenti mobili all’interno del veicolo. Inoltre, il parabrezza intelligente potrebbe essere combinato con altre tecnologie avanzate, come ad esempio i Display Head-Up.

Per quelli che non lo sanno, un HEAD-UP DISPLAY (HUD) è un sistema che proietta informazioni importanti, come la velocità o le indicazioni stradali, direttamente sul parabrezza dell'auto, consentendo al conducente di vederle senza distogliere lo sguardo dalla strada. In pratica, l'HUD funziona come una forma di realtà aumentata, aggiungendo informazioni al campo visivo del guidatore. In poche parole, fornendo informazioni direttamente sulla superficie del vetro senza distrarre il conducente!

Cari amici, quando potremo vedere questa tecnologia sulle nostre strade? Per ora Gentex ha presentato il brevetto e mostrato alcuni prototipi funzionanti di questa nuova tecnologia. Non si conoscono, però, i tempi, ovvero quando questa innovazione diventerà uno standard nelle automobili di nuova generazione. L’adozione su larga scala dipenderà dalla collaborazione tra Gentex e le principali case automobilistiche, nonché dal gradimento ricevuto da parte dei consumatori. Se la sua efficacia sarà considerata positivamente, potremmo vedere le prime auto con parabrezza quasi certamente fra un lustro, poco più.

A domani.

Mario

martedì, maggio 27, 2025

PRESENTATO AL MUSEO DIOCESANO ARBORENSE L'INTERESSANTE LIBRO DI IRENEO PICCIAU “LA PISTA ESOTERICA”, UN GIALLO CHE VA OLTRE IL CLASSICO NOIR.


Oristano 27 maggio 2025

Cari amici,

Ci sono libri che hanno la capacità di attrarre il lettore in modo totale, completo, appagando diversi suoi bisogni. Sono libri che non solo soddisfano la sua curiosità in determinati campi di suo gradimento, ma gli aprono anche altri orizzonti, portandolo anche ad analizzare, seppure indirettamente, la realtà della vita che viviamo, fatta molto di apparenza, di realtà tristi e di segreti nascosti, frutto delle aberrazioni dell’animo umano, della sete di potere, e della logica, spesso schiacciante, dei poteri forti. Ebbene, nell’ultimo libro di Ireneo Picciau, recentemente presentato al Museo Diocesano Arborense, dal titolo LA PISTA ESOTERICA” (stampato da EC, Edizioni Creative), il lettore trova molto di più della conoscenza di una storia, ovvero del semplice appagamento della sua curiosità per i NOIR!

Ho partecipato anch’io alla presentazione di questo libro dell’amico Ireneo Picciau, che conosco da tempo e che stimo e apprezzo. Ireneo di libri interessanti ne ha scritto già diversi, e alcuni di questi li ho anche recensiti con grande piacere. Ho trovato, infatti, molto interessante “Il Silenzio dell’acqua”, così come l’intrigante “Luca che visse due volte”, ma, credetemi cari lettori, quest’ultimo libro a mio avviso ha una marcia in più! Sarà per l’esperienza che IRENEO ha a lungo maturato nella vita (Ireneo è uno stimato psicologo e psicoterapeuta), oltre al fatto che ha come compagna di vita un’esperta criminologa che lavora nella Polizia di Stato, ma la sua recente fatica “La Pista esoterica” merita un plauso particolare, perché, come accennato prima, non è solo un Noir! Vediamo perché.

La vicenda raccontata nel libro di Ireneo è ambientata nella nostra Oristano (e, in parte, del circondario), tutti luoghi che Ireneo dimostra di conoscere a perfezione, essendo, ormai, oristanese d’adozione! La trama del libro (che per principio io non sto mai a raccontare, se non in estrema sintesi), parte da un omicidio: il corpo è stato rinvenuto ai piedi della Torre di Mariano II, nella Piazza Roma. C’è un grande stupore, all’inizio: si pensa ad un suicidio, ma anche ad un possibile omicidio! Nella placida, sonnolenta Oristano il fatto fa clamore, e arriva presto sulla bocca di tutti; le indagini, sin dalle prime battute appaiono difficili. La stampa, già dopo alcuni giorni, non si dimostra tenera con gli investigatori, che vengono accusati di inerzia e di scarsa capacità. Ma presto le indagini si complicano: entrano in gioco altri fattori: pesanti interferenze altolocate, che fanno ipotizzare velati interessi nascosti.

Ed è in questo lungo e laborioso dipanare della complicata matassa, che Ireneo Picciau dimostra tutta la sua eccezionale capacità di psicologo e di grande esperto della natura umana! Il lettore viene, pagina dopo pagina, avvolto nell’intricato puzzle alla ricerca della soluzione del giallo, dove i diversi personaggi, a partire dal Commissario Gori, si muovono in modo intelligente e felpato; si cerca di scoprire, tassello dopo tassello, quel grande “marcio” che si cela dietro il potere, il denaro e la depravazione! Ireneo da grande psicologo, ha costruito dei personaggi alquanto veritieri: sia positivi che negativi! Personaggi umani che vengono mostrati al lettore senza veli, senza filtri, con le proprie capacità e le proprie debolezze. Nel libro troviamo ben evidenziate le grandi capacità degli inquirenti, nei vari ruoli di responsabilità, la loro grande forza quotidiana del sacrificio, del rischio, spesso anche molto alto, corso per il raggiungimento della verità, anche a scapito della propria carriera. Allo stesso tempo troviamo, sapientemente rappresentati in negativo, i personaggi affetti dalle diverse aberrazioni dell’uomo, sia fisiche che psicologiche, che lo portano a trasformarsi in un mostro, a diventare peggio di una bestia feroce! Soggetti senz'anima, senza morale, che arrivano all’estorsione, all’usura, allo stupro, al plagio, al vilipendio della religione, fino all’omicidio!

Amici lettori, come ho accennato prima, la fatica letteraria di Ireneo, “LA PISTA ESOTERICA”, non è solo un semplice giallo, ma una vera e propria analisi psicologica e sociale della società che viviamo, dei sui mali, della sua insensibilità; una società sempre più egoista, prevaricatrice, malata di apparenza e di ricerca del successo, capace, pur di mostrarsi degna e luminosa, di compiere le nefandezze più irrazionali. È un libro che Vi consiglio di leggere (lo trovate in diverse librerie oppure on line) perché, oltre al piacere di leggere, fa meditare, in quanto capace di farci riflettere sulla società che viviamo e sul nostro difficile percorso di vita!

Cari amici, un sincero grazie a Ireneo, per quest’ottimo libro!

Mario

lunedì, maggio 26, 2025

ECCO COME UTILIZZARE LA NATURA CONTRO L’INVASIONE DELLA PLASTICA. UN’AZIENDA TEDESCA RICAVA PIATTI E STOVIGLIE UTILIZZANDO UN PRODOTTO NATURALE: LE FOGLIE!


Oristano 26 maggio 2025

Cari amici,

Che l’uomo stia esagerando con i prodotti artificialmente creati come LA PLASTICA, causando danni che spesso potrebbero risultare irreversibili, è purtroppo una triste realtà. La plastica, è la triste realtà, sta inquinando il mondo intero, se pensiamo che negli oceani ci sono agglomerati plastici grandi come un’isola! Si, in particolare i rifiuti della plastica monouso sono diventati una minaccia ambientale che interessa il mondo intero, e i rimedi al momento non appaiono semplici da reperire.

Ebbene, proprio nella costante ricerca di bloccare l’invasione della terribile plastica, un’azienda tedesca ha messo in cantiere una curiosa, sorprendente innovazione: realizzare dei piatti resistenti utilizzando esclusivamente delle foglie naturali! L’azienda, la LEAF REPUBLIC, sta producendo delle stoviglie completamente biodegradabili, senza aggiungere neanche una sola goccia di plastica, colla o sostanze chimiche di vario genere.

Sono piatti e stoviglie, come accennato, realizzate utilizzando semplicemente delle foglie naturali, raccolte in alcune regioni dell’Asia orientale, che, pressate e cucite insieme tramite altre fibre sempre vegetali, possono garantire sia la robustezza che la durata. I prodotti realizzati risultano impermeabili, resistono ai cibi caldi e, una volta utilizzati, si decompongono completamente in meno di 28 giorni. In altre parole: non inquinano, non lasciano rifiuti e tornano alla terra senza alterare minimamente l’ecosistema.

Amici, la tedesca Leaf Republic è un’azienda moderna, una Start Up composta da un gruppo di giovani imprenditori e designer, che ha a cuore il futuro del pianeta. Le foglie utilizzate per realizzare le stoviglie, sono foglie d’albero (generalmente palma). Secondo quanto diffuso dall’azienda, le stoviglie di colore verde, sono composte da due strati esterni di foglie con un’anima di carta al centro, senza l’utilizzo di prodotti artificiali e/o derivati dal petrolio. In questo modo la natura non viene danneggiata, in quanto si utilizzano le foglie senza abbattere gli alberi.

Indubbiamente l’idea portata avanti dall’azienda tedesca appare geniale, anche se in parte derivata dalla conoscenza di antichi utilizzi delle foglie come recipienti per consumare i cibi. In India, per esempio, da generazioni si usano le foglie di alcune piante per costruire dei piatti; le foglie vengono cucite con fili, e utilizzate per contenere i cibi più svariati. Sfruttando questa antica idea, l’azienda Tedesca ora compra le foglie, cucite con “fili” in fibra di palma o bambù, da India e Sud America e le trasforma in stoviglie monouso biodegradabili, ovviamente utilizzando moderni e sofisticati  processi, al fine di renderle queste stoviglie accessibili ad un vasto pubblico.

Si cari lettori, oramai il cibo e i vari prodotti di consumo quotidiano viaggiano in confezioni che, purtroppo, sono inquinanti, con la plastica in primo luogo. “Il packaging”, come normalmente viene definito è una necessità di cui non si può fare a meno. La globalizzazione, poi, che fa arrivare merci da tutte le parti del mondo, ha aumentato la movimentazione per cui  ci sarà sempre bisogno di imballaggi. Ebbene, se non possiamo bloccarlo, cerchiamo almeno di migliorare il prodotto usato, e l’azienda tedesca è questo lo scopo che si è prefisso.

Cari amici, l’innovazione portata avanti dalla LEAF REPUBLIC mira a contrastare il problema del crescente inquinamento, in particolare della plastica, usa e getta, il cui inquinamento sta arrivando a livelli, come prima accennato, ormai incontrollabili. Leaf Republic con questo progetto dimostra che è possibile unire design moderno e saggezza antica, aprendo la strada a una nuova generazione di oggetti quotidiani totalmente sostenibili. Un'iniziativa davvero da apprezzare!

A domani.

Mario

domenica, maggio 25, 2025

LE STRAORDINARIE FORMICHE, FORMIDABILI ORGANIZZATRICI DELLA PROPRIA VITA, TRA ALIMENTAZIONE E SOPRAVVIVENZA.


Oristano 25 maggio 2025

Cari amici,

Il mondo animale, analizzato con attenzione, è capace di meravigliarci sempre, a volte in maniera straordinaria! Quanto al mondo delle api, che su questo blog ho analizzato più di una volta, io lo considero fra i più organizzati e specialistici in assoluto, ma diversi altri mondi animali sono sotto certi aspetti fantastici, come ad esempio quello delle formiche! Si, amici lettori oggi voglio chiacchierare con Voi con questo loro mondo, fatto di formicai anche giganti, e di strategie che a volte lasciano l’uomo addirittura sconcertato! Vediamo alcune loro curiose caratteristiche.

Con il generico nome di FORMICHE  vengono chiamate le Formicidae Latreille – 1809, una numerosa, vasta famiglia di insetti imenotteri, diffusi sia nei climi tropicali che temperati del pianeta; come molti altri imenotteri, sono insetti eusociali, variando sia per dimensioni che per organizzazione sociale. Gli studiosi ritengono che le formiche siano apparse sulla terra tra 140 e 168 milioni di anni fa, contemporaneamente alle angiosperme, evolvendosi dalle vespe solitarie.

Come gli altri insetti, le formiche hanno il corpo diviso in capo, torace e addome. Hanno sei zampe, apparato boccale masticatore con robuste mandibole e antenne genicolate. Il colore più tipico delle formiche è nero, ma ve ne sono molte che variano dal rosso all'arancione, al giallo e al verde; la loro organizzazione non differisce molto da quello delle api (hanno anche loro le regine (fertili) i maschi e le operaie (sterili). In una colonia consolidata da tempo la regina depone annualmente delle uova che genereranno delle formiche alate, sia maschi che femmine, che sciameranno e formeranno nuovi formicai, i maschi dopo l'accoppiamento moriranno, mentre le femmine perderanno le ali e deporranno le uova per la formazione della nuova colonia per tutta la vita.

Amici, di questi curiosi e laboriosi insetti oggi voglio raccontarvi due particolarissime curiosità: la prima è quella della capacità di “coltivare dei funghi per la loro alimentazione”, realizzando praticamente delle vere e proprie fattorie sotterranee altamente organizzate, la seconda, invece, è la loro straordinaria capacità di sopravvivenza, in caso di alluvioni, con  “l’autocostruzione di una vera e propria zattera”, in grado di galleggiare fino al termine dell’allagamento.

Si, amici, le formiche coltivatrici sono davvero una straordinaria realtà! Capaci di realizzare delle incredibili fattorie sotterranee da millenni, certamente prima che l’idea della coltivazione venisse all’uomo circa 10.000 anni fa; le formiche, dunque, ben prima, ovvero da 50-60 milioni di anni fa, avevano già perfezionato un sistema di  agricoltura sotterranea. Esse, perfettamente organizzate, portavano avanti lo speciale processo di realizzazione della fattoria. Iniziavano le formiche tagliafoglie, quelle dei generi Atta e Acromyrmex, che, dopo aver raccolto all’esterno dei frammenti di foglie fresche, le portavano all’interno per creare l’humus necessario per far crescere i funghi, e, dopo averle sminuzzate, arricchivano il compostolo con particolari secreti enzimatici, inoculandolo con spore fungine.

Una volta creata, la coltura dei funghi viene curata con attenzione maniacale. Le formiche operano per mantenere la temperatura e l'umidità ideali, rimuovono le muffe contaminanti e "fertilizzano" il substrato. Hanno persino sviluppato antibiotici naturali: sul loro esoscheletro ospitano batteri che producono sostanze antimicrobiche che proteggono le coltivazioni dai patogeni. Quando una regina fonda una nuova colonia, porta con sé un frammento del fungo dalla colonia madre, garantendo la continuità di questa relazione simbiotica millenaria.

Amici, ciò che rende ancora più sorprendente questa cooperazione è che alcune specie fungine sono completamente domesticate e non esistono più allo stato selvatico - la loro sopravvivenza dipende interamente dalle formiche, esattamente come molte delle nostre colture dipendono dall'agricoltura umana. Il sistema è così efficiente che una singola colonia matura di formiche tagliafoglie può consumare la stessa quantità di vegetazione di una mucca, rendendo queste "microscopiche fattorie" uno degli ecosistemi più affascinanti e sofisticati del pianeta!

Vediamo ora le strategie adottate, invece, in caso di allagamento del territorio. Quando arrivano le forti piogge che allagano e arrivano a sommergere il loro ambiente, le formiche di fuoco (Solenopsis invicta) attuano una strategia di sopravvivenza sorprendente: si uniscono (agganciandosi l'un l'altra) per formare imbarcazioni viventi! Sono migliaia le formiche che si intrecciano, utilizzando mandibole e zampe, creando in questo modo una fitta rete che ospita l’intera colonia. Le operaie, disposte nello strato esterno, proteggono la regina e le larve raccolte al centro. Uno straordinario metodo di sopravvivenza!

La particolarità di queste zattere sta nella loro capacità di respingere l’acqua. Studi dell’Università della Georgia hanno dimostrato che il corpo delle formiche è naturalmente idrofobo e, grazie al modo in cui si collegano, si formano piccole sacche d’aria che, sfruttando la tensione superficiale, fanno galleggiare l’intera struttura! Ancora più sorprendente è il ruolo delle larve, sistemate sul fondo della zattera. Questi corpi, leggeri e idrofobi, agiscono da galleggianti naturali, aumentando la stabilità e la capacità di trasporto dell’imbarcazione, che può addirittura rimanere a galla per settimane, spostandosi fino a trovare terra asciutta dove fondare una nuova colonia. Durante il viaggio, le formiche cambiano continuamente posizione, permettendo a quelle sommerse di risalire per respirare, in uno straordinario, perfetto esempio di cooperazione!

Cari amici, questi straordinari esempi che la natura ci mostra, dovrebbero servire all’uomo per capire quanto la natura, attentamente osservata, può insegnarci, evitandoci di continuare creare dei mostri che stanno distruggendo il pianeta! La natura è perfetta, è l’uomo che, spesso, gioca a fare il Dio Creatore…

A domani.

Mario