Oristano 23 ottobre 2024
Cari amici,
Che l’acqua per l’organismo
sia un bene prezioso e indispensabile è cosa alquanto nota. Se l'uomo, infatti,
può sopravvivere fino a quindici giorni senza nutrirsi di cibo, senza acqua non
sopravvive che per pochissimo tempo (qualche giorno); la disidratazione,
infatti, diminuisce il volume plasmatico, l'attività cardiaca, la sudorazione e
la capacità di resistenza. Il consiglio degli specialisti è che per tenere il
corpo in salute è necessario berne almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno.
L’acqua, dunque, questo bene
preziosissimo, è un nostro alleato quotidiano. Questo liquido, da sempre definito “INODORE
E INSAPORE”, in realtà un certo
gusto ce l’ha, anche se tenue e delicato,
rispetto alle diverse altre bevande che ogni giorno consumiamo. Cosa dà, dunque, un certo gusto all'acqua? L'acqua, sia quella dei torrenti, dei fiumi e dei laghi, così
come l'acqua in bottiglia, contiene sempre dei sali minerali e altre
particolari sostanze che derivano dal discioglimento delle rocce che l'acqua
attraversa prima di affiorare in superficie. Sono proprio queste sostanze a
conferire all'acqua il suo particolare gusto.
Seppure, fin dall’antichità,
i filosofi abbiano affermato che l’acqua non ha sapore, gli studiosi di oggi
sostengono che il gusto invece l’acqua ce l’ha, ed è legato, oltre a quanto affermato
prima, alle nostre papille gustative, Ad esempio l’acqua ci sembra più dolce
dopo aver mangiato qualcosa di salato, secondo alcuni esperimenti compiuti,
l’acqua fa attivare in modo molto intenso gli stessi recettori del sapore aspro,
per cui si può affermare, senza ombra di dubbio, che l’acqua, quando la beviamo, un suo gusto ce l’ha,
e si differenzia a seconda del cibo che mangiamo, passando dal dolce al salato,
dall’amaro all’aspro!
Amici, l’acqua, dunque, anche
se incolore, limpida e inodore, un suo gusto ce l’ha, e alcune sue note di
pregio derivano proprio dai sali minerali contenuti, e anche dal tipo di
bollicine naturali che lasciano sul palato una sensazione tattile particolare;
in primis la sentiamo sulla lingua, perché l’anidride carbonica ha un rimando
acidulo. Quindi, riepilogando, le acque molto
ricche di sali minerali risultano molto saporite, e, secondo gli esperti,
si si sposano bene con piatti di pesce e frutti di mare, ma anche con formaggi importanti
o stagionati, come il grana, il pecorino sardo e il gorgonzola.
Le oligominerali, invece,
ovvero quelle che contengono pochi sali
minerali, hanno un sapore più delicato,
che si accompagna bene con i vari tipi di pasta e con tutte le verdure. Infine, quelle povere di minerali,
cioè molto leggere (solitamente provengono da sorgenti di alta montagna), esse
vanno a nozze con tutti gli insaccati e con la maggior parte dei dolci. Amici,
non dimentichiamo poi che l’acqua la ritroviamo in tantissimi alimenti: le
patate, per esempio, sono costituite da acqua all’80 per cento, i pomodori, contengono
il 95 per cento di acqua, solo per fare due esempi! Noi stessi, poi, siamo
costituito dal 65 per cento da acqua, il che ci fa più liquidi che solidi, con
un rapporto di quasi due a uno!
L’acqua, amici lettori,
oltre che essere assolutamente indispensabile, è in natura la cosa più bella
che esiste! Ci basta osservare l’acqua limpida delle sorgenti, l’acqua
trasparente dei ruscelli e l’acqua delle fonti campestri, quella che raccogliamo
nel palmo della mano e che portiamo alle labbra per dissetarci, magari dopo un’escursione
che ci ha stancati e assetati! Purtroppo ne comprendiamo l’importanza e la sua
indispensabile presenza, solo quando iniziamo ad accorgerci della sua mancanza!
Cari amici, l’acqua è un
bene preziosissimo, da custodire e da non sprecare mai! Evitiamo di usarla fuori misura e
senza ragione, perché mancherebbe, poi, a noi e agli altri! I cambiamenti
climatici in atto stanno creando grossi problemi di siccità (in questo momento la
nostra Sardegna soffre non poco, con gli invasi a meno della metà della loro
normale capienza), per cui ogni spreco è un delitto! Sta a tutti noi,
rispettarla e usarla con rispetto e moderazione.
A domani, amici lettori.
Mario
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