Oristano 24 settembre 2025
Cari amici,
Che l’INTELLIGENZA
ARTIFICIALE darà un duro colpo a tutta una serie di professioni anche di
alto livello è, ormai, una realtà difficilmente contestabile. Sull’argomento si
ventilano tante ipotesi, ma uno degli esperti del settore come BILL GATES
si è espresso in termini abbastanza chiari. Uno studio pubblicato da Microsoft
Research ha analizzato oltre 200.000 conversazioni anonime avvenute tramite
Bing Copilot negli USA durante lo scorso anno, ricavando dei dati che fanno
seriamente il punto sulla situazione.
Questi ricercatori hanno
infatti individuato con precisione quali attività lavorative sono più
esposte al passaggio all’Intelligenza Artificiale. e quali, invece, risultano meno esposte
all’impatto dell’A.I. generativa. Il risultato? Una classifica alquanto sorprendente:
almeno sono 40 le professioni ed i mestieri altamente esposti all’automazione, mentre
poche altre professioni sono quelle che, per il momento, sembrano
apparentemente al sicuro. La mia convinzione è che il pensiero espresso da Bill
Gates sull’argomento debba essere preso in seria considerazione! Ma entriamo
nel dettaglio dello studio prima accennato.
Lo studio “MEASURING
THE OCCUPATIONAL IMPLICATIONS OF GENERATIVE AI“, che per effettuare l’analisi
ha introdotto un indice chiamato A.I. Applicability Score, ed ha ricavato i
dati utilizzando la classificazione O*NET del mercato del lavoro
statunitense; mercato che identifica, per ogni occupazione, le attività svolte
e la classifica in Intermediate Work Activities (IWA). Una metodologia chiave
dello studio è la distinzione tra: User Goal (l’Obiettivo era monitorare
l’attività che l’utente cerca di portare a termine con l’aiuto dell’AI.) e l’AI
Action (Azione dell’AI), ovvero l’azione svolta concretamente dall'A.I.
Ed ecco il risultato. Le
professioni più impattate dall’AI sono almeno 40! Tra le attività
completate con maggior successo da Copilot vi sono la raccolta di informazioni
(le ricerche su argomenti scientifici o culturali), la stesura o la modifica di
contenuti (report, e-mail, materiali didattici), l’offerta di assistenza
tecnica o consulenze, le attività di traduzione e interpretazione di contenuti
linguistici, la risposta a richieste del pubblico e dei clienti, etc. Le
attività svolte con minore soddisfazione dall’AI includono: analisi complesse
di dati, visual design creativo e modellazione statistica o ingegneristica.
Amici, per meglio capire,
ne è scaturita una tabella, un elenco che sotto certi aspetti fa un po’ paura,
almeno per certe professioni oggi viste come di alto livello! Ecco quelle in serio
pericolo. Interpreti e Traduttori, Storici, Assistenti di bordo, Venditori di
servizi, Scrittori e autori, Operatori di customer service, Programmatori CNC, Centralinisti
telefonici, Agenti di viaggio e biglietteria, Annunciatori e speaker
radiofonici, Impiegati di borsa, Educatori per la gestione domestica e agricola,
Telemarketer, Concierge, Scienziati politici, Giornalisti e reporter, Matematici,
Redattori tecnici, Correttori di bozze, Host
e hostess, Editor,, Docenti di economia
(università), Specialisti in relazioni pubbliche, Promoter e dimostratori, Agenti
di vendita pubblicitaria, Impiegati nuovi conti, Assistenti statistici, Impiegati
noleggio e sportello, Data scientist, Consulenti finanziari personali, Archivisti,
Docenti universitari di economia, Sviluppatori web, Analisti gestionali, Geografi,
Modelli e modelle, Analisti di mercato, Operatori centrali emergenza, Centralinisti,
Docenti universitari in biblioteconomia.
Amici, secondo Kiran
Tomlinson, ricercatore senior presso la Microsoft Research, lo scopo
principale dello studio non è dimostrare che l’Intelligenza Artificiale possa
sostituire completamente i lavoratori, ma piuttosto evidenziare dove e come
l’intelligenza artificiale possa supportare in modo produttivo le attività
lavorative. «Il nostro studio analizza quali categorie professionali possono
trarre beneficio dall’uso dei chatbot AI», ha dichiarato il ricercatore. Non vi è ombra di dubbio,
comunque, che il futuro del lavoro è certamente in attesa di imprevedibili
variazioni. Oramai, il dominio dall’automazione sta creando una paura sempre
più grande e concreta, con il terrore di essere sostituiti da un’intelligenza
artificiale. Ma non tutto, a quanto pare, sembra perduto. Bill Gates, tra i
fondatori di Microsoft, ha indicato tre grandi professioni che, nonostante i
progressi tecnologici, resteranno saldamente nelle mani degli esseri umani.
Ecco quali sono e perché hanno ancora un certo futuro.
Ecco i TRE GRANDI SETTORI PROFESSIONALI che l'intelligenza artificiale non potrà mai sostituire! Il primo
è LA PROGRAMMAZIONE, necessaria sempre e ovunque, e chi la sa usare ha
un vantaggio competitivo enorme; il secondo Il secondo settore capace di
resistere all'automazione è LA BIOLOGIA, presa in esame nel senso più
ampio! Biologia intesa scienze della vita, medicina, biotecnologie, etc.. La
natura è troppo complessa per essere riassunta in un algoritmo! Servono quelle capacità
umane in grado di interpretare i dati clinici, fare diagnosi, elaborare
terapie, ma anche affrontare dilemmi etici e comunicare con altri esseri umani.
L’intelligenza artificiale può supportare, ma non sostituire queste competenze.
E non parliamo solo di laboratori o ospedali: chi lavora sulla salute globale,
sull’ambiente o sulla genetica affronta problemi reali, in continua evoluzione.
Qui, amici, la flessibilità mentale e l’intuizione contano più di qualsiasi
script.
Il terzo settore
lavorativo, che secondo Bill Gates resterà in mano umana. è L’ENERGIA. Dalla
transizione ecologica alla progettazione di nuovi impianti, serve chi sappia
immaginare, testare e gestire soluzioni su larga scala. L’A.I. può aiutare a
ottimizzare i progetti, ma non può decidere come rendere sostenibile l’intero
sistema. Servono figure capaci di connettere innovazione tecnica, economia e
impatto sociale, e la mente umana e l’unica deputata a farlo. E questo vale sia
per i grandi impianti, sia per chi lavora su piccola scala nei territori.
Cari amici, credo di
avere già espresso la mia opinione sull’Intelligenza Artificiale e sul suo
potenziale. Se l’uomo vorrà saggiamente amministrare questa grande possibilità
a suo favore, dovrà imparare a gestirla con attenzione, senza lasciarsi andare
a voli pindarici che lo potrebbero vedere sicuramente perdente! Il cervello
umano è insostituibile, e nessuna intelligenza artificiale potrà mai
sostituirlo! Quello umano lo ha creato Dio, mentre quel “cervello artificiale”
creato dall’uomo, in realtà è un grandissimo calcolatore, ma freddo e asettico,
nato senz’anima e senza coscienza!
A domani.
Mario










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