lunedì, giugno 17, 2024

IL DETTO “GETTARE LA SPUGNA”, OGGI RIFERITO AL PUGILATO E ALL’ABBANDONO DELL’INCONTRO, È PRECEDENTE: RISALE AL PERIODO ROMANO E ALLE SUE FAMOSE TERME...


Oristano 17 giugno 2024

Cari amici,

Nell’antica Roma abbondavano gli stabilimenti termali. Si, l’igiene era tenuta nella massima considerazione, tanto che furono costruiti numerosi complessi termali, i cui resti sono ancora ben visibili in tutte le parti dell’Impero. Duemila anni fa i romani costruirono splendidi edifici per il bagno e la cura del corpo, che destano ancora oggi grande meraviglia. Inizialmente erano alquanto semplici, poi gli imperatori fecero a gara per trasformarli in grandi e lussuosi complessi, frequentati da uomini e donne. Igiene e piacere erano nella mente dell'antico popolo romano, tanto che, oltre il senso civico del dovere verso la patria, essi coltivavano due amori: quello per il relax e quello dei piacere senza risparmio.

Nell'Impero Romano tre cose dominavano i sogni di uomini e donne: Le terme, il vino e la gioia di amare”. Oltre le pantagrueliche mangiate sul triclinio, grande era la frequentazione delle terme, sia da parte degli uomini che delle donne. Oltre duemila anni fa a Roma nacquero, come detto, grandi complessi dedicati al culto del corpo, dove tutto era organizzato per bene, per poter dare al frequentatore un alto servizio, capace di far provare un’esperienza sensoriale completa! L’acqua nelle vasche era disponibile a diverse temperature (il fuoco per riscaldare gli ambienti era sempre acceso), era disponibile la terra (l'argilla da spalmare sul corpo), oltre a godere della bellezza degli stabilimenti, ricoperti dai più sofisticati marmi d’importazione che rivestivano le pareti. Un ambiente piacevole, così come l’aria che vi si respirava, così pregna e densa di vapori e profumi. Insomma, un’ambiente con un’atmosfera ricca di calore, umidità e oli profumati.

I bagni termali, amici, generavano sensazioni tattili e olfattive di ogni tipo. Questi straordinari complessi termali avevano trasformato una necessità igienica in piacere dei sensi, che appagava e rendeva la vita bella da vivere. Alle terme vigevano regole comportamentali ben diverse da quelle di oggi. Il bagno si doveva fare completamenti nudi e uomini e donne avevano accesso alle terme in orari separati. Oltre alle vasche c'era la palestra, la sauna, il centro massaggi e le terme più lussuose, come quelle di Diocleziano, avevano anche un teatro ed una biblioteca all'interno del complesso.

Amici, come accennato prima, oltre la cura dell’igiene gli antichi romani amavano l’ozio e il piacere, per cui alle Terme non si andava solo per fare il bagno o per stare semplicemente in compagnia.  Le terme erano un luogo alquanto adatto anche per le continue cospirazioni politiche, ma anche un luogo dove i maturi personaggi importanti cercavano di incontrare e simpatizzare con i giovani adolescenti che frequentavano lo stabilimento termale. All’epoca l’omosessualità era alquanto diffusa, e le Terme erano un luogo ideale per incontrare i più attraenti Mancebo (giovani adolescenti) della città che, cercando fama, ricchezze e talvolta potere, volevano entrare in contatto con i potenti.

Ebbene, a questo proposito, in questi straordinari, ameni luoghi di relax e di piacere, nacque un “Rituale” (parliamo del I secolo d.C.) simile a quello che noi oggi possiamo assimilare al rito praticato sul Ring del pugilato, quando l’allenatore “getta la spugna”, per far capire l’abbandono del suo pugile. Vediamo come. Tornando a quanto detto prima, alle antiche regole prevedevano che il bagno si facesse completamente nudi, all’uscita dall’acqua ci si asciugava con un telo di spugna, che poi veniva usato per cingere i fianchi.

Ebbene, quando uno di questi adolescenti, si sentiva adocchiato da un maturo pretendente, interessato a ricevere positivo assenso alla sua proposta di amicizia e possibile futura relazione, il giovane, per accettare o rifiutare l’offerta, utilizzava proprio l’asciugamano di spugna. Davanti al suo pretendente, una volta presa la decisione, poteva: o fare un secondo nodo all’asciugamano che lo avvolgeva, facendo capire che non era interessato, quindi non accettava la proposta, oppure scioglieva il nodo, facendo scivolare la spugna sul tappeto in segno di accettazione dell’invito ricevuto. In caso di accettazione, i presenti applaudivano e festeggiavano l'inizio di una relazione.

Amici lettori, queste sono storie di antichi rituali che, in realtà, non sono mai scomparsi del tutto. Tracce importanti di quei tempi sono tutt'oggi presenti, come ad esempio nell'attuale Turchia, che ha magnifiche terme romane ben conservate. Terme ancora visitabili, in una delle quali, per esempio, è stata scoperta una targa che recita: "Hic Antinous Hadriano linteum suum iactavit", che, tradotta significa: "Qui è dove Antinoo gettò la spugna ad Adriano", alludendo così al rapporto che nacque tra l'imperatore Adriano e Antinoo.

Cari amici, “Historia magistra vitae” è la locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa "La Storia [è] maestra di vita"; essa è tratta da una frase più ampia, presente nell'opera De Oratore di Cicerone. Ebbene, dopo duemila anni il detto “Gettare la spugna” non è scomparso, e oggi, come sappiamo, è usato per evidenziare proprio quell’antico gesto di sottomissione, adottato nel mondo della boxe, quando l’allenatore di uno dei duellanti esterna al pubblico presente all’incontro, la resa effettuata del suo pugile.

A domani.

Mario

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