Oristano 21 giugno 2024
Cari amici,
Oggi inizia ufficialmente la stagione estiva: speriamo sia un'estate godibile e salutare, priva di quei capricci del tempo a cui da tempo stiamo assistendo! Oggi rifletto con voi su un tema importante: quello della longevità, che da tempo, ormai. privilegia le donne! Eppure per lungo tempo, fino a
circa 2 secoli fa, la durata della vita dell’uomo e della donna non differivano
di molto, nel senso che la longevità, ovvero l'aspettativa di vita media, non
presentava grandi differenze. Poi, con il miglioramento della qualità della
vita, delle pratiche igieniche e sanitarie, è iniziata ad evidenziarsi una
certa differenza: la durata della vita delle donne ha iniziato ad allungarsi più di
quella degli uomini. Nel nostro Paese, stando ai dati del Cia World Factbook, calcolati al 2014, l'aspettativa di vita media ammontava a 79,4 anni per gli
uomini e 84,82 per le donne.
Per approfondire l’importante
divario esistente, tra l’aspettativa di vita dei maschi e quello delle femmine,
uno studio condotto dagli scienziati della University of Southern California
Leonard Davis School of Gerontology ha rilevato che queste differenze di
genere così marcate derivavano, secondo ricercatori, dall'aumentata incidenza
delle malattie cardiovascolari negli uomini. L’interessante lavoro è stato
pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences.
Ecco come gli autori
dello studio hanno evidenziato i risultati della loro ricerca. "Il
fatto che per le donne l’aspettativa di vita sia alquanto superiore, rispetto a
quella per gli uomini, è un fenomeno demografico emerso per la prima volta a
partire dalla fine dell’Ottocento". Gli scienziati, in particolare,
hanno analizzato 1763 persone nate tra il 1800 e il 1935 in 13 Paesi
sviluppati, osservando, in quel periodo, un crollo dei tassi di mortalità, dovuto
principalmente alla prevenzione delle malattie infettive, al miglioramento
delle diete e, in generale, alle migliori condizioni di vita. Le donne, hanno spiegato
gli scienziati, sono riuscite a sfruttare tali benefici in modo più efficiente
e veloce rispetto agli uomini.
Andando avanti nella
ricerca e focalizzando l’attenzione sui soggetti adulti, gli scienziati hanno
scoperto infatti che, per gli individui nati dopo il 1880, i tassi di mortalità
femminili sono diminuiti più velocemente del 70% rispetto a quelli maschili. "Siamo
rimasti sorpresi" - ha raccontato Eileen Crimmins, docente di
gerontologia e coordinatrice dell'équipe che ha condotto lo studio - "nello
scoprire quanto la divergenza nella mortalità tra uomini e donne, che si è
originata attorno al 1880, sia concentrata nella fascia di età tra 50 e 70 anni
e diventi rapidamente meno netta dopo gli 80 anni".
Uno dei motivi, stando
all'analisi dei ricercatori, è in buona parte il fumo di tabacco, che ha inciso
per circa il 30% della mortalità "in eccesso" degli uomini nella
fascia di età tra 50 e 70 anni. "In ogni caso", ha continuato
Crimmins, "anche al netto della mortalità in eccesso dovuta al fumo,
abbiamo notato una significativa divergenza tra mortalità maschile e femminile
dovuta in particolar modo ai disturbi cardiovascolari". In altre parole, è
successo questo: dopo l'abbattimento delle cause di morte che incidevano allo
stesso modo per uomini e donne, prime fra tutte le malattie infettive,
l'impatto delle malattie cardiovascolari sulla mortalità è significativamente
aumentato. E a risentirne maggiormente sono stati gli uomini.
Gli scienziati hanno auspicato
che la scoperta dovrebbe incentivare l'avvio di ulteriori studi, per capire se
e come uomini e donne siano diversamente esposti alle malattie cardiovascolari,
sia a causa di fattori di rischio di genere che di eventuali meccanismi
"di protezione" che emergono nel corso della vita: "I prossimi
lavori sull'argomento", ha concluso Caleb Finch, un altro degli autori
dello studio, "dovranno tenere in considerazione le differenze nella dieta
e nell'attività fisica tra i generi e l'analisi approfondita della
vulnerabilità genetica e biologica a livello cellulare".
Cari amici, se è pur vero
che le donne vivono più a lungo degli uomini, le donne, però, sono più soggette
ad entrare in depressione e in ansia, disturbi che iniziano a manifestarsi già nell'adolescenza.
Insomma, le donne vivono più a lungo, ma soffrono anche un po’ di più,
afflitte, più degli uomini, da lombalgie, mal di testa e disturbi depressivi,
che influiscono sulla loro routine quotidiana. Che dire, cari lettori, per
tutti c’è il pro e il contro…
A domani.
Mario
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