Oristano 30 aprile 2023
Cari amici,
Chiudo i post di Aprile parlando di una delle perle della nostra straordinaria Sardegna: "L’isola di “TAVOLARA”. Posta nella parte Nord-Orientale della Sardegna, è antistante il Golfo di Olbia,
proprio di fronte a Porto San Paolo. Si presenta come una montagna calcarea e
granitica di forma rettangolare lunga all'incirca 6 km, larga 1 km e posta a
ben 565 metri sul livello del mare, altezza che la rende ben visibile tanto dal
Monte Albo che dalla Corsica. Tavolara, insieme all’isola di Molara e allo
scoglietto di Molarotto, fa parte dell’area marina protetta di Tavolara – Punta
Coda Cavallo. L’isola è abitata solo da pochissimi residenti ma alquanto
visitata d’estate in quanto possiede alcune delle più belle spiagge della
Gallura.
Tavolara è un’Isola con
una ricchissima flora, che si caratterizza anche per la sua unicità. La fanno
da padrone il ginepro, l’elicriso, il rosmarino e il lentisco nella zona
rocciosa, i gigli di mare nella striscia sabbiosa dello Spalmatore di Terra ma
anche l'Erodium coricum e la rarissima Asperula deficiens, nota anche come Stellina
di Tavolara, che vive soltanto sulle rupi del versante settentrionale
dell’isola. A Tavolara, inoltre, si trova anche un fiordaliso rarissimo, che
nasce dall’incrocio fra la Centaurea filiformis e la Centaurea horrida, che
solo qui entrano in contatto.
Su quest’isola nidificano
il Marangone dal Ciuffo, la Berta minore mediterranea, la Starna e il
Fraticello, tra gli uccelli acquatici. Sull'isola si trova anche il raro
Gabbiano corso. Vi sono poi Aironi candidi, Garzette e Aironi guardabuoi. Sulla
cima di Tavolara nidifica anche l'Aquila reale (unica piccola isola del
Mediterraneo a ospitarla) e vi sono anche alcune coppie di Falco Pellegrino.
Nelle sue acque nuotato Tursiopi (delfini costieri), Grampi, Capodogli, Squali
elefante (innocui per l'uomo), Stelle serpenti e Cicale di mare. Sulla
terraferma invece si trovano i Mufloni. Un’isola che può essere definita solo un
incanto!
Amici, su quest’isola,
poi, corrono non pochi miti e leggende, a partire dall’antichità. Una delle
leggende più antiche rimanda addirittura al mito di Ulisse. L'isola, infatti,
sarebbe in realtà la nave del popolo dei Feaci, che fu pietrificata dal dio
Poseidone, per vendicarsi e punire quel popolo che aveva favorito il ritorno di
Ulisse sino ad Itaca. Ma l’isola custodisce diversi altri segreti, uno dei
quali riguarda la famiglia BERTOLEONI, il cui capostipite divenne Re di
Tavolara. Vediamo la storia.
Si narra che nel 1806 il 29enne Giuseppe
Bertoleoni, residente in Corsica ma membro di una famiglia di origine genovese,
partì alla ricerca di una terra ospitale dove abitare. Dopo essere stato a
Spargi e Mortorio e aver temporaneamente dimorato nell’arcipelago della
Maddalena, si stabilì nella disabitata TAVOLARA, dove stabilì la sua residenza,
dotando la casa di tutti i comfort dell'epoca. Vi si trasferì con una delle sue
due mogli (l’uomo ebbe infatti contrasti con la giustizia per motivi di bigamia),
dedicandosi principalmente all’allevamento delle capre del luogo, che, stranamente,
erano caratterizzate da una particolare colorazione dorata della dentatura,
tanto da essere chiamate le capre dai denti d’oro. In realtà, queste capre,
presenti solo in quest’isola, dove vivevano allo stato brado, avevano i denti
giallo-oro perché si cibavano. vivendo in totale libertà, di elicriso e di altre
erbe particolari presenti nell’isola.
Oramai ben ambientati
nell’isola, vivendo di allevamento e di pesca, nel 1815 Giuseppe Bertoleoni
soccorse il re di Napoli, scaraventato sull’isola da una tempesta; il re, per
ringraziarlo, lo nominò “Signore di Tavolara”. Successivamente, nel 1836 Carlo
Alberto di Savoia, re di Piemonte e di Sardegna si recò sull’isola per poter
toccare con mano quanto si raccontava sulle mitiche capre dai denti d’oro. Sull’isola
il re Carlo Alberto di Savoia incontrò il Bertoleoni, che si presentò come il “re
dell’isola” e lo accolse con tutti gli onori, facendolo soggiornare per una
settimana in quel paradiso, all’insegna della caccia e della convivialità. Il
re, entusiasta, in cambio dell’accoglienza splendida gli fece una promessa: al suo
ritorno lo avrebbe nominato ufficialmente “sovrano dell’isola” di Tavolara.
Carlo Alberto si dice che
mantenne la promessa e lo fece davvero diventare re di Tavolara, con tanto di carta
protocollare depositata in prefettura. A riprova di ciò, una pergamena
ufficiale di investitura sarebbe poi giunta all’ufficio del demanio di Tempio
Pausania. Purtroppo, la pergamena andò perduta e non fu più rintracciata. Complice
la successiva assenza dei Bertoleoni dagli elenchi nobiliari del Regno
d’Italia, prove tangibili che un documento del genere sia davvero esistito non
ce ne sono, anche se ancora oggi Re Tonino giura di averlo vista e toccata
negli anni Cinquanta.
Amici, di certo non resta
altro che fidarsi, come del resto dei racconti tramandati oralmente di generazione
in generazione. Come della storia della foto, scattata nel 1896 dall’equipaggio
della nave Hms Vulcan, su presunta richiesta nientemeno che della regina
Vittoria e che si troverebbe ancora oggi conservata a Buckingham Palace. Una
copia di questa foto è attualmente in bella mostra al ristorante gestito dalla
famiglia Bertoleoni a Tavolara; sulla foto sarebbe riportata la seguente
didascalia: «La famiglia reale di Tavolara, nel golfo di Terranova Pausania
(vecchio nome di Olbia, n.d.r.), il più piccolo regno del mondo».
Cari amici, Tavolara è un’isola
meravigliosa, che anche oggi ha il suo re: è Tonino BERTOLEONI, che perpetua la
storia della sua famiglia e ne perpetua la memoria. Proprio alle spalle dello
Spalmatore di Terra, l’incantevole spiaggia sulla quale nel periodo estivo
centinaia di turisti fanno quotidianamente il pieno di bellezza, sorge infatti
un piccolo cimitero in cui riposano tutti i sovrani della dinastia a partire da
Paolo I, figlio di Giuseppe I e padre di Carlo I, cui spetta non a caso la
sepoltura principale (con tanto di corona in muratura a svettare verso il cielo).
Fu lui a disegnare la bandiera del regno: bianca con scudo rosso e stella d’oro
a sei punte al centro. Proprio quella di cui re Tonino fa ampio sfoggio
all’ingresso del suo ristorante.
A domani amici lettori!
Mario
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