Oristano 5 aprile 2023
Cari amici,
La domanda che in tanti,
ormai, si pongono è se l’EVOLUZIONE dell’uomo, che, tempo per tempo ha
sempre migliorato la propria condizione, sia arrivata ad un punto tale che da
evoluzione possa diventare INVOLUZIONE. Le recentissime applicazioni
dell’Intelligenza Artificiale lo fanno pensare, anche con non poca
preoccupazione, perché dal supporto che inizialmente l’AI ha fornito all’uomo,
si è arrivati all’autonoma gestione del lavoro, esautorando praticamente l’uomo anche dall’indirizzo della sua esecuzione.
Personalmente mi vengono
alla mente le preoccupazioni e le angosce che si scatenarono nel secolo scorso,
ai primi del Novecento, quando Ford, con la creazione delle catene di
montaggio, mandò in crisi in intero esercito di artigiani del lavoro, che, disperati, si resero conto che il loro lavoro era diventato superfluo con l’arrivo
delle macchine. Ebbene, da quel giorno di acqua ne è passata tanta sotto i
ponti, e oggi il numero delle attività svolte dall’AI (prima dalle macchine
intelligenti e poi dai robot) è sempre più lunga. Microsoft, con uno degli
ultimi applicativi dell’AI, Chat-GPT, sta mandando in soffitta anche molti soggetti
pensanti (come i giornalisti), avendo acquisito anche la capacità di scrivere
testi complessi in totale autonomia.
Si, amici, le attività
fisiche, oramai svolte in gran parte dai robot, sono sempre in aumento: queste
macchine pensanti sono in grado di svolgere tantissime mansioni precedentemente
svolte dagli esseri umani; in una miriade di attività le macchine operano al
posto dell’uomo: come i robot muratori, i robot infermieri, i robot corrieri, i
robot agricoltori, i robot soldati, solo per citare un piccolo ventaglio di
professioni. Tuttavia, fino a quando i robot vanno a sostituire l’uomo nelle
attività fisiche, non hanno mai destato troppa preoccupazione, in quanto capaci
di alleggerire la fatica, in quanto sempre operativi sempre sotto il preciso
controllo umano.
Le reali preoccupazioni
sono iniziate quando l’Intelligenza Artificiale ha iniziato a sostituirsi all’uomo
pensante, ovvero quando l’AI ha iniziato a sostituire gli esseri umani non
nelle attività fisiche ma in quelle intellettuali, quelle decisionali, quindi
non più esecutive; non in quelle di routine, dunque, ma in quelle addirittura creative,
come ad esempio Chat-GPT! L’autonoma operatività di questa attività generativa,
sviluppata da OpenAI, ha dimostrato, infatti, di essere in grado di scrivere articoli
giornalistici, lettere commerciali e quant’altro, creando letteralmente non
poco panico. E non è tutto.
Le più recenti
applicazioni di Intelligenza Artificiale (che crescono in continuazione), tanto
per fare degli esempi, sono ora in grado di diagnosticare malattie,
difendere un cittadino in un’aula di tribunale, comporre musica e dipingere
quadri. Insomma, non esistono praticamente delle professioni intellettuali che
non corrano il rischio di essere soppiantate dall’Intelligenza Artificiale. E c’è
anche da dire che questo pericoloso avanzare dell’AI non è ancora perfettamente
percepito, tanto che la stragrande maggioranza delle persone appare ancora poco
consapevole degli sviluppi di Chat-GPT.
Si, amici, la percezione
collettiva dell’impatto che l’innovazione tecnologica sta per portare nel mondo
del lavoro, è ancora scarsa, vista come un qualcosa di distante dalle
preoccupazioni del quotidiano! Sicuramente, però, nel giro di poco tempo, la
consapevolezza generale potrebbe cambiare, perché ben altro sta per affacciarsi
sul mercato del mondo del lavoro! Microsoft, dopo aver integrato Chat-GPT nel
suo motore di ricerca Bing, è pronta a farlo anche negli altri suoi servizi e
in particolare su quelli di Microsoft Office, utilizzati da più di 1 miliardo
di persone nel mondo.
Per esempio, su Word, il
noto programma di scrittura di Microsoft, l’intelligenza artificiale verrebbe
utilizzata non solo per dare suggerimenti sui singoli termini (come già avviene
ora) ma per proporre la scrittura (o riscrittura) di intere frasi e testi
(funzione già disponibile su Chat-GPT). Indubbiamente un ulteriore vantaggio, un
risparmio di fatica, ma anche un pericolo nascosto dietro l’apparente,
immediato vantaggio. Con questi crescenti supporti, che vanno a sostituire la “fatica
pensante dell’uomo”, questi, lentamente ma inesorabilmente, perderà la capacità
di scrivere testi, per il semplice motivo che il nostro cervello opererà con il
sistema del “risparmio energetico”, perché lo sforzo sarà fatto dall’AI. È già
successo con la diffusione delle calcolatrici: la gran parte delle persone ha
perso la capacità del calcolo matematico mentale in quanto non più necessaria, ovvero superflua.
Cari amici, come ben
sappiamo, il progresso scientifico non può certo essere fermato. Usando uno
slogan abusato, “The show must go on” (Lo spettacolo deve continuare),
dobbiamo solo prenderne atto e operare, però, in modo da trovare un equilibrio,
una via di mezzo che trasformi la tecnologia in uno strumento che migliora la
qualità della vita dell’uomo, senza fargli perdere la sua capacità pensante
(tanto ci pensa la tecnologia)! Insomma, dobbiamo operare in modo da salvaguardare le
capacità cognitive umane, senza le quali l’uomo diventerebbe un buono a nulla!
A domani amici lettori.
Mario
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