Oristano 7 aprile 2023
Cari amici,
Che la violenza sulle
donne sia un dramma che non accenna a fermarsi è purtroppo un dato di fatto.
Tanti i tentativi fatti per cercare di mettere all’angolo un fenomeno che crea
sofferenza, dolore e persino la morte. Ebbene, nell’intento di trovare una
soluzione che possa preservare le donna da simili violenze, è nato uno
strumento che certamente potrà svolgere un attivo ruolo di protezione. Si, un
progetto pilota è stato annunciato lo scorso 30 novembre dai militari del
Comando Provinciale, dalla Sezione fasce deboli della Procura della Repubblica di
Napoli (coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone), dalla
Fondazione Vodafone Italia e dall'associazione Soroptimist International Club Napoli.
Il progetto consiste
nella realizzazione di uno speciale orologio antiviolenza, uno smartwatch
particolare dotato di un device, chiamato Mobile Angel, che viene
consegnato alle donne vittime di violenze e abusi. La prima sperimentazione è
avvenuta a Napoli, ma poi verrà esteso alle città di Milano e Torino. Nei
giorni scorsi, negli uffici della caserma Pastrengo di Napoli, è stato
installato il primo dei 45 smartwatch che saranno messi a disposizione delle
donne vittime di violenza.
Questo speciale smartwatch
antiviolenza è concepito in modo tale da permettere alle vittime di minacce o di
maltrattamenti di chiedere, premendo un semplice tasto sull’orologio, il pronto
intervento delle Forze dell'Ordine. Ma come funziona in concreto questo dispositivo?
L’orologio intelligente è provvisto di un sistema di allarme collegato
direttamente alla centrale operativa dell’Arma che, in caso di necessità, potrà
offrire un intervento tempestivo. Dotato di un sistema di localizzazione in
tempo reale, potrà guidare le forze di polizia, fornendo le coordinate
geografiche precise. Ma come è nato questo interessante progetto? Da una triste storia. Eccola in dettaglio, e come ha fatto scattare l’idea luminosa che si è poi concretizzata
con l’invenzione di Mobil Angel: è la storia di Marta.
Marta (nome di fantasia),
36 anni, subiva dal marito continue vessazioni. Nessuno poteva starle accanto,
tanto che la donna aveva dovuto cambiare le sue abitudini di vita; non poteva
andare in palestra, né vedere le amiche, insomma niente più vita sociale.
Qualunque uomo le si avvicinasse per il marito era un potenziale amante. «Brava,
divertiti, tanto sono disposto pure a farmi trent’anni di galera, ma poi mi
diverto io ad ammazzarti», questo il ritornello con cui la terrorizzava. Un
uomo egoista e dispotico, con cui la donna aveva portato avanti un legame
“malato”, nonostante i due figli nati da quell’unione.
Il terribile tran tran è andato avanti fino allo scorso autunno,
quando la situazione è degenerata, fino al punto che il marito è arrivato a
minacciarla di ucciderla e seppellire il corpo in un terreno attiguo. A quel
punto Marta è stata costretta a tornare a casa dalla madre assieme ai suoi
bambini. Si, il progetto Mobile Angel è nato proprio dopo la storia di Marta, grazie all’impegno dei
carabinieri di Napoli che hanno installato su di lei il primo smartwatch
antiviolenza. L'orologio, messo al polso delle vittime di maltrattamenti, ora potrà proteggerle contro le ulteriori, possibili violenze.
Ora Marta, dopo l’infelice
matrimonio durato circa 6 anni, fatto di violenze, soprusi e maltrattamenti
quotidiani (dal quale sono nati due bambini che oggi vivono insieme alla madre
dalla nonna), ha ripreso in mano la sua vita, prima interrotta per paura dell’ex, che
era pronto addirittura a sfregiarla con l’acido. «Ora sono sempre sotto
controllo ma contentissima - dice lei - ora posso uscire più tranquilla dopo
mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta.
Dovrò rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare».
Cari amici, indubbiamente
questo Mobile Angel, è uno strumento importante di difesa per la donna vittima
di violenza. Un orologio che può aiutare le vittime a rasserenarle, a infondere
loro sicurezza e protezione; insomma, uno strumento capace di donare più
serenità alle vittime e anche essere utile per cogliere in flagranza di reato
l’aggressore, poiché la prima pattuglia che sarà in giro lo fermerà e lo trarrà
in arresto, se necessario. La tecnologia, in questo caso, viene impiegata per
fronteggiare la violenza domestica, tenendo la vittima sotto controllo
costante. Uno strumento, dunque, di fondamentale importanza, seppure nello stesso tempo rappresenti una limitazione per chi lo indossa.
A domani, amici.
Mario
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