Oristano 16 giugno 2020
Cari amici,
Il Ministero dell'Istruzione, dell’Università e della Ricerca dopo lo shock pandemico creato dal Coronavirus
ed il successivo, necessario programma di Lockdown, sta predisponendo la necessaria
pianificazione che dovrà regolamentare, a partire dalla Fase
2 (da maggio fino all’estate) e successivamente nella successiva Fase 3 (a
settembre), lo svolgimento del nuovo anno accademico. Fino ad oggi, periodo a
dir poco caotico, hanno predominato, in gran parte delle università, le
attività didattiche in telepresenza, potenziando ove possibile le
infrastrutture digitali di cui il sistema poteva disporre.
A questo punto, però, è
necessario trovare un indirizzo comune, una normativa uniforme, perché l’alta
istruzione non può essere lasciata al caso o alla differente visione dei vari
atenei. Per questa ragione il Ministero ha previsto un primo periodo, da maggio
ad agosto 2020, in cui si dovrà cominciare a riaprire, seppure tenendo conto delle
rigide misure di sicurezza, per passare poi ad una seconda fase, da settembre a
gennaio 2021, in cui si dovrà normalizzare il ricorso al digitale nei vari
ambiti, dai servizi amministrativi, alle lezioni e ai laboratori.
Questo significa che la
“nuova normalità”, quella post-pandemia, sarà molto diversa dalla normalità
precedente; per esempio non sarà più possibile riunirsi in gruppi numerosi
(considerati assembramenti), mentre tra i banchi si dovrà fare ancora ricorso
ai dispositivi di protezione individuali, e in generale ci si dovrà affidare
alle moderne tecnologie molto più di quanto non si sia fatto finora.
In un documento del Miur
(il Ministero dell’Università e della Ricerca) si legge che nel mondo
universitario tutte le fasi, dalla 1 alla 3, devono essere improntate alla
massima sicurezza, prevedendo anche la necessaria flessibilità a seconda
dell'evolversi dell'emergenza sanitaria. A partire dalle riaperture di maggio,
saranno privilegiate le attività individuali come l'accesso agli uffici o ai
laboratori da parte dei singoli. Nel caso in cui un'attività collettiva si
rendesse strettamente necessaria dovranno essere adottate stringenti misure di
precauzione. Ad ogni modo, si dovrà continuare a favorire la partecipazione da
remoto, ovvero in telepresenza.
Le regole dovranno
riguardare tutti gli studenti, anche quelli internazionali e i pendolari, in
modo da limitare fortemente gli spostamenti. I servizi amministrativi dovranno
essere limitati per quanto riguarda la presenza fisica negli uffici: per questa
ragione i sistemi digitali dovranno garantire le attività fondamentali. A
partire da settembre e fino all'inizio del 2021, la programmazione delle
attività dovrà continuare a favorire quelle individuali; quanto alle attività collettive,
queste inizieranno ad essere consentite, sempre nel rispetto di alcune norme di
sicurezza tra cui la distanza di almeno un metro o l'obbligo di indossare la
mascherina. Anche nella terza fase, si dovrà continuare a favorire la
telepresenza, in modo da permettere ad esempio agli studenti di assistere alle
lezioni senza provocare assembramenti nelle aule. Si continuerà anche a
potenziare il sistema digitale per quanto riguarda i servizi amministrativi,
iniziando un processo di dematerializzazione della burocrazia amministrativa.
La questione però si
complica quando gli studenti debbono partecipare a tirocini e laboratori
didattici, in quanto più difficili da svolgere attraverso un computer. I
laboratori che prevedono un certo tipo di partecipazione saranno rinviati,
mentre gli altri, a partire dalla Fase 2, si svolgeranno con opportune misure
di sicurezza. I tirocini dovranno essere necessariamente effettuati in presenza
per le discipline sanitarie, mentre per il resto dei corsi si ricorrerà a una
modalità mista.
Quanto agli esami, questi
si svolgeranno fino a settembre in modalità Skype, mentre a partire dal nuovo
anno accademico si ricorrerà ad una modalità mista. Lo stesso vale per le
lauree, che già da diverse settimane ormai si celebrano per via telematica. Da
maggio studenti, docenti e personale della Ricerca, possono accedere
nuovamente agli uffici, spazi studio o biblioteche, sempre nel rispetto delle
norme di sicurezza.
Cari amici, tutte le
Università, seppure in modo vario e differente, stanno cercando di adeguare la
didattica alle nuove norme, perché in realtà nulla, dopo questa pandemia, sarà
più come prima. L’impulso maggiore sarà
dato alla didattica on line, anche se il sistema misto, quello che mette
insieme didattica a distanza e di presenza, appare la più fruttuosa in quanto
consente anche un maggiore interscambio culturale e formativo tra studenti e
docenti. Che ci piaccia o meno, questa pandemia ha accelerato l’utilizzo dei
processi tecnologici che avrebbero certamente impiegato molto più tempo ad
affermarsi (dalla didattica a distanza al telelavoro e alla telemedicina…)!
A volte certi processi accelerano il percorso, stimolati proprio dalle emergenze.
A domani.
MarioA domani.
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