Oristano 22 giugno 2020
Cari amici,
Dopo il lungo Lockdown,
che ci ha privato anche delle manifestazioni culturali, ha riaperto ufficialmente
i battenti il Museo Diocesano Arborense, che, dopo la prima, significativa
prova di riapertura del 18 maggio scorso con la presentazione della mostra
“Fictores. I ceramisti di Oristano”, nel pomeriggio del 20 giugno ha inaugurato
il ‘nuovo corso’ con una esposizione davvero singolare, intitolata “MISERERE”. Un
titolo davvero significativo Miserere, parola usata dai sofferenti per invocare
Dio, in quanto colpiti spesso da mali terribili e costretti a cercare la
“Misericordia di Dio” per lenire le loro sofferenze e ottenere possibilmente la
guarigione.
Inaugurata sabato scorso,
la mostra è stata presentata dalla direttrice del museo Arch. Silvia Oppo, con
a fianco la curatrice Anna Rita Punzo e Mons. Cenzo Curreli, Rettore della
Basilica Madonna del Rimedio, uno dei Santuari dove vengono custoditi i tanti
ex voto presenti nella mostra. Dopo la prima presentazione avvenuta nei
giardini del Museo, il pubblico si è trasferito ordinatamente nelle sale
interne per poter visionare le numerose opere.
“MISERERE”, dunque, si è rivelata
una mostra molto particolare, che ha cercato idealmente di legare i tanti mali presenti in
passato con quel terribile male corrente che ci perseguita, quel COVID-19 che
ancora oggi imperversa nel mondo e che ha creato e crea ancora dolore e morte.
La Mostra Miserere è stata certamente allestita stimolati anche dalle parole pronunciate da Papa Francesco il 27 Marzo scorso in un'apocalittica Piazza San Pietro deserta, avvolta dall'oscurità e battuta dalla pioggia: «...siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda...».
La Mostra Miserere è stata certamente allestita stimolati anche dalle parole pronunciate da Papa Francesco il 27 Marzo scorso in un'apocalittica Piazza San Pietro deserta, avvolta dall'oscurità e battuta dalla pioggia: «...siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda...».
Ed ecco, allora, la
decisione della Direzione del Museo Diocesano Arborense di riaprire al pubblico
i suoi spazi con l’allestimento di una mostra (ideata, tra l’altro, per essere presentata nel periodo
pasquale, ma inevitabilmente annullata per la pandemia in atto) che coniugasse
passato e presente, che unisse noi, "naufraghi di oggi sopravvissuti
alla tempesta", con i sofferenti del passato. Insomma, invocazioni di grazia al
Signore oggi come ieri, uno stesso modo di chiedere “Miserere” al Dio
Salvatore, invocando la sua misericordia!
Si, amici, una mostra
davvero carica di intensi significati sociali, culturali e antropologici,
capace di far riflettere l’uomo di oggi, sempre più in balia di un mondo
corrotto nella carne e nello spirito, per ricordargli che la salvezza non può
che venire da Lui, dal Padre Celeste, nostro Sommo Creatore, per l’intercessione
della Madonna o dei Santi protettori!
La mostra "MISERERE
Racconti Votivi", curata da Anna Rita Punzo con la supervisione della direttrice del Museo Arch. Silvia Oppo, si era proposto
uno scopo ben preciso: far riflettere il pubblico sulle sofferenze del passato,
rilevabili dai dispositivi che ancora oggi lo testimoniano: quei quadri più
noti come ex voto, quelle dichiarazioni di “grazia ricevuta”, espresse nei modi
più diversi; supporti reali, concreti, rappresentativi delle preghiere rivolte
dal sofferente al Signore, attraverso l’intercessione della Madonna o dei
Santi.
Ad ammaliare il pubblico,
a creare attorno a questi simboli materici il contorno di parole e canti, le
voci narranti di tre sensibili interpreti: Gianni Nieddu, Giovanna Maria Boscani e Giovanni Sanna. Tre grandi artisti: Giovanni Nieddu, algherese,
laureato in Giurisprudenza a Sassari, esperto di arti visive, con una
eccellente produzione grafica e pittorica; Giovanna Maria Boscani, artista e
artigiana, diplomata in oreficeria presso l'Istituto Statale d'Arte “Filippo
Figari” di Sassari e laureata in Decorazione all’Accademia di Belle Arti
"Mario Sironi"; Giovanni Sanna, sassarese, classe 1977, diplomato
presso l’Istituto Statale d’Arte “Filippo Figari” e successivamente anche
presso l’Accademia di Belle Arti "Mario Sironi".
A completare il quadro
della mostra, a legare passato e presente e congiungere il dolore fisico della
malattia con quello della reclusione in carcere, le opere realizzate da alcuni
detenuti di diverse case circondariali regionali, autori anche loro di ex-voto
realizzati per il progetto "PGNR Per-grazia-non-ricevuta" (di
Giovanna Maria Boscani e Joe Perrino). Una mostra, amici, che ha fatto e farà
riflettere non poco gli spettatori perché capace di legare il passato con il
presente, il dolore fisico e quello dell’anima; dolore particolare quello dei
carcerati, la cui riflessione interiore spesso rappresenta la "via di
fuga", la speranza di riscatto da una vita trascorsa in precedenza sulla
strada della perdizione.
Il pubblico, che per
ragioni inerenti alle nuove norme anti COVID-19 ha dovuto rispettare il
distanziamento sociale e l’ingresso a piccoli gruppi per evitare assembramenti,
ha particolarmente gradito la mostra, passando in rassegna in silenzio le opere
esposte, spesso commentate dalla Punzo, da Silvia Oppo e dagli altri protagonisti
della rassegna. Le opere erano tutte particolarmente attrattive, da quelle di
vecchia data, spesso naif, a quelle moderne, attuali; come quelle portanti il
raffinato tratto grafico di Gianni Nieddu, ora essenziale, ora carico d'intensa
densità chiaroscurale, che evidenziavano scene della Via Crucis particolarmente
intense.
Che dire, poi, del tratto
rapido, sicuro e vibrante delle figure dipinte da Giovanni Sanna, come le
delicate membra e il ricco panneggio del nunzio evangelico che incede tra
figure ed elementi architettonici solo abbozzati! Da ammirare poi il ricco
campionario di riproduzioni anatomiche, attributi iconografici e repertori
figurativi realizzato da Giovanna Maria Boscani, capaci di amplificare ed
enfatizzare gli aspetti sacri, macabri e kitsch della devozione popolare. I
lavori dell'artista sassarese, in comunione con i cimeli votivi provenienti dai
Santuari di Nostra Signora del Rimedio (Oristano), di Nostra Signora di
Bonacattu (Bonarcado) e dalla Chiesa di San Palmerio (Ghilarza) sono riusciti a
comporre un tripudio di forme, colori, storie e simbologie davvero di grande
impatto.
Amici, la mostra,
inaugurata Sabato 20 giugno, resterà aperta fino al 20 di settembre e sarà
visitabile il giovedì e venerdì dalle 17,00 alle 20,00, il sabato e la domenica
dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 17,00 alle 20,00. Credo, amici, che valga
davvero la pena visitarla!
Cari lettori, sono sempre
stato convinto che il buon giorno si vede dal mattino, e questo mi fa pensare
che il Museo Diocesano Arborense sarà nuovamente un protagonista eccellente nella
trasmissione della cultura del nostro territorio!
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento