venerdì, giugno 26, 2020

ENERGIE RINNOVABILI. NASCERÀ IN SICILIA (AL LARGO DI MARSALA) IL PRIMO PARCO EOLICO GALLEGGIANTE DEL MEDITERRANEO.


Oristano 26 giugno 2020

Cari amici,

Che il futuro si svilupperà attraverso l’energia prodotta dalle rinnovabili, ormai non è più una supposizione o un pio desiderio ma una realtà sempre più evidente. Il tramonto delle vecchie fonti energetiche è ormai all’ultimo stadio e la crescita della produzione delle rinnovabili è in costante aumento. A parte i pannelli solari, che comunque non potranno essere messi dappertutto, prosegue alla grande l’espansione dell’energia prodotta dal vento, con pale eoliche anche di dimensioni gigantesche, posizionate sia su terra che in mare.
Poiché, però, vincolare la terra è più difficile, l’indirizzo più attuale è quello di costruire “Parchi eolici” in pieno mare, cercando posizioni che possano, comunque, non turbare paesaggio, navigazione e quant’altro. All’estero, in particolare nel Nord Europa questo sistema è già abbastanza diffuso e con ottimi risultati, tanti che alcune società realizzatrici di questi impianti hanno pensato di portare questa tecnologia anche all’Italia.
La società danese Copenhagen Offshore Partners, con il sostegno del fondo Copenhagen Infrastructure Partners, specializzato in grandi progetti di energia rinnovabile in tutto il mondo, ha di recente presentato (poco prima dello scoppio della pandemia da Coronavirus) al nostro Ministero dell'Ambiente e al Ministero delle Infrastrutture, il progetto per la realizzazione di un parco eolico galleggiante da realizzarsi in Sicilia al largo di Marsala. Il progetto, che sarebbe il primo di questo tipo nel Mediterraneo, potrebbe nascere presto, dunque, nel Canale di Sicilia; l'impianto, chiamato 7Seas Med, sarà composto da 25 pale galleggianti da 10 megawatt ciascuna e sarà invisibile dalla costa siciliana, in quanto distante oltre 35 chilometri da Marsala e altrettanti dalle Egadi, in direzione della Tunisia.
Perché si è pensato ad un impianto galleggiante e non fissato al fondale? Perché in quello specchio di mare il fondale ha circa 300 metri di profondità e quindi sarebbe impossibile installarvi delle normali turbine offshore fisse, che non possono superare una profondità di 50-60 metri, mentre si presta a meraviglia per posizionare delle turbine galleggianti. Il progetto, che comporta un investimento di 741 milioni di euro, se la nostra eterna burocrazia non rallenterà l’iter e tutto procederà per il meglio,  inizierebbe la fase operativa e quindi i lavori, aprendo il cantiere nel 2023, come afferma il progettista Luigi Severini, che ha firmato anche il progetto del parco eolico offshore di Taranto.
Amici, seppure al momento l’energia elettrica prodotta dagli impianti offshore rappresenti ancora meno dell'1 percento della produzione mondiale di elettricità, questa sta prendendo sempre più piede, a partire dalle nazioni del Nord Europa. Da qui al 2040, l'International Energy Agency prevede che l'eolico offshore attrarrà investimenti per 840 miliardi di dollari, equivalenti a quelli investiti attualmente nel gas naturale. Sempre l'International Energy Agency stima che le turbine eoliche galleggianti potrebbero fornire elettricità sufficiente a soddisfare 11 volte la domanda mondiale di elettricità, in base alle proiezioni del fabbisogno previsto nel 2040.
Quali, dunque, le opportunità fornite dai “parchi eolici” per quanto riguarda la nostra nazione, l’Italia? Il nostro Paese potrebbe essere davvero interessato da questa opportunità; l’Italia potrebbe addirittura diventare un leader in questo settore in grandissima crescita, perché ha le strutture per affrontare la realizzazione delle turbine giganti, strutture che, tra l’altro, nel resto del Mediterraneo non ci sono. Luigi Severini, che ha firmato anche il progetto del parco eolico di Taranto, ha così commentato:
«Per l'industria italiana potrebbe essere un'occasione straordinaria, che andrebbe esaminata con attenzione in sede di programmazione economica. Taranto, in particolare, ha ancora sia la cantieristica adatta a strutture di grandi dimensioni, necessaria per sviluppare una produzione di questo tipo, sia la materia prima, che potrebbe venire dall'Ilva».
Cari amici, dopo questo lungo fermo creato dalla pandemia del Coronavirus, l’Italia dovrà ripartire in modo pieno e concreto; farlo mettendo in moto le nostre grandi industrie le nostre eccellenti capacità manageriali e operative mi sembra la prima cosa da fare. Sono certo che la ripresa ci sarà e molte delle attuali nebbie potranno presto scomparire. Che Dio ci aiuti!
A domani, amici.
Mario


Nessun commento: