Oristano 18 giugno 2020
Cari amici,
Che il Coronavirus non
avrebbe fatto solo vittime dirette, mandando anzitempo al Creatore migliaia di
persone, in particolare proprio quegli anziani che avevano fatto l’Italia di
oggi, è apparso chiaro fin dall’inizio. Una pandemia che blocca l’economia non
può che avere riflessi nefasti, sia sulla produzione che sull’occupazione, per
cui chi governa un Paese deve necessariamente trovare le possibili migliori
soluzioni per tenerlo a galla.
L’Italia, purtroppo, è un
Paese con un immenso debito pubblico, che già prima dell’emergenza creata dal
COVID-19, ammontava al 134% del PIL.
Ora, con l’economia praticamente ancora
ferma e con una ripresa che appare lenta e difficile, il nostro debito pubblico
continua a crescere e, alla fine dell’anno, si prevede che arriverà attorno al
160% del PIL, con un rapporto deficit/Pil che salirà almeno al 6%, con
possibilità anche di arrivare anche al 10%. Questi livelli, inutile negarlo,
sono senza ombra di dubbio insostenibili nel lungo periodo, tanto che gli
economisti e gli analisti, e finanche qualche politico, ritengono che sarà
necessario adottare provvedimenti drastici per evitare la catastrofe; e uno di
questi provvedimenti è certamente quello di ricorrere ad un “prelievo
forzoso” sui risparmi degli italiani.
Questa ipotesi, seppure
temuta, in passato fu applicata dal Governo Amato nel 1992. Fu con il Decreto Legge
n° 133 dell’11 luglio 1992, che venne imposto un “prelievo forzoso una tantum”
su depositi bancari e conti correnti, pari al 6 per mille. La possibilità che
ora, per evitare il tracollo della nostra economia, venga ripresa una manovra
simile appare ai più molto alta.
C’è uno studio in tal
senso fatto da Nomisma (una importante società di consulenza e strategia
aziendale), elaborato e messo in piedi da Giulio Santagata, consigliere
economico di Romano Prodi (fu anche Ministro nel suo ultimo Governo), che stando
ai “si dice” è già approdato sul tavolo del nostro Presidente del Consiglio
Giuseppe Conte. Da fonti vicine al capo del Governo si è appreso che questo
studio è visto da Conte in positivo e che potrebbe essere una buona carta da
giocare. Ma proviamo a vedere il perché potrebbe essere giocata questa carta.
Dopo il varo del Decreto
Rilancio, corposo in quanto pesante ben 55 miliardi di euro, a nessuno deve sfuggire che quella messa in atto dal Governo è una manovra in deficit,
nel senso che mancando i soldi in cassa da spendere, questi molti denari debbono essere reperiti sul mercato. Scartata l’ipotesi di accedere ai fondi che
l’Europa mette a disposizione, dal MES (si sarebbero potuti avere 36 miliardi)
al SURE (le risorse dedicate alla cassa integrazione), oltre ai fondi messi a
disposizione dalla Banca Europea degli Investimenti, i soldi necessari
bisognerà reperirli in altro modo.
Certo, ricorrere alla UE
avrebbe significato per il Governo perdere un po’ della sua indipendenza nella
spesa dei fondi, (indipendenza sia economica che politica), ma forse avrebbe alleggerito il problema . Il ricordo
dell’intervento della Troika in Grecia (Unione Europea, Fondo Monetario
Internazionale e Banca Centrale Europea) purtroppo è ancora vivo e molte forze politiche di conseguenza non vogliono che l’Europa possa intervenire nelle scelte economiche del nostro
Paese. Ed ecco allora che il Governo potrebbe vedere in positivo il Piano Nomisma.
Il Presidente Conte credo che immagini davvero in
positivo questo piano, in quanto i 55 miliardi della corposa “manovra in deficit”
verrebbero finanziati dagli italiani con il loro risparmio, senza ulteriori indebitamenti! Gli italiani, come
ben sappiamo, sono dei grandi risparmiatori, delle formidabili formiche che possiedono
un grande salvadanaio. Nello studio di Nomisma si legge addirittura che le
famiglie italiane, solo durante la quarantena, hanno risparmiato circa 20
miliardi di euro in 2 mesi! Ma ancora più significativo è il fatto che sono 1.200
i miliardi di euro che gli italiani detengono in banca sui conti correnti.
Cari amici, personalmente
sono convinto che il prelievo forzoso ci sarà. Forse, per indorare meglio la
pillola, il colpo di mano potrà anche essere chiamato “Contributo di
solidarietà”, richiesto agli italiani per concorrere tutti insieme al rilancio
dell’Italia, ma la forma non modifica la sostanza! Il PD si è dimostrato già da tempo favorevole al 'prelievo forzoso', tanto che Graziano
Del Rio l’ha proposto ad aprile scorso, chiamandolo proprio Contributo di
solidarietà.
Se questo “prelevamento
forzoso” diventasse realtà, amici, sono convinto che non sarebbe l’unico
balzello; dopo arriveranno le mazzate sulla ricchezza vera posseduta dagli italiani,
valutata in quasi 5.000 migliaia di miliardi. Anche nel 1992 il prelievo
forzoso sui conti fu solo una prima pezza: il bello venne dopo, con il “vero
sacrificio” sopportato dagli italiani con la successiva, pesante manovra finanziaria,
allora di complessivi 90 miliardi.
Potremmo dire, citando
Socrate, che per gli italiani, se ci riferiamo al 1992, “Tanto tuonò che piovve”,
mentre oggi, passando all'ironico, potremmo definire la nuova mazzata: “Pioggia
(di tasse) a catinelle”!
A domani.
Mario
55 MILIARDI (IN DEFICIT) DA RESTITUIRE COME?
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