Oristano 8 agosto 2022
Cari amici,
Oggi comunicare con le “EMOTICON”,
le faccine che con la loro espressione danno chiaramente l’idea (per citare
degli esempi) della gioia, della tristezza della risata o delle lacrime, non è
solo un moderno linguaggio usato dai millennials, ma anche dagli over 50,
che si sono abituati presto al loro uso. A chi contesta questo modo di
comunicare, con l’affermazione che svilisce la nostra lingua, si potrebbe
rispondere che questo modo di comunicare per immagini non è assolutamente una
novità, in quanto è un chiaro ritorno al passato. Ce lo dimostra la storia.
In quanti sappiamo dell’esistenza
delle belle pitture rupestri e dei geroglifici, ampiamente utilizzati nell’antico
Egitto? Comunicare per immagini è sempre stato un mezzo utilizzato dall’uomo: efficace ed immediato! Esprimere con un disegno un’azione, un’emozione è ben
più semplice che usare un giro di parole! Amici, anche i cinesi e i giapponesi con
i loro ideogrammi da tempo esprimono in modo semplice e immediato situazioni
che con la scrittura necessiterebbero di un lungo giro di parole.
Amici, in realtà niente di
nuovo è apparso all’orizzonte con le emoticon, in quanto sono solo la versione
digitale, colorata e con mille opzioni, di quello che l’uomo ha sempre usato
per esprimersi: i disegni! Le “Faccine” sono tornate in auge nel Terzo Millennio per rispondere ai
bisogni comunicativi dell’uomo moderno, in quanto ritenute più immediate ed
efficaci di un testo scritto; quante volte gli amici ci hanno inviato una
emoticon, nella convinzione che era meglio di un giro di parole?
È vero, però, che spesso
di questo nuovo “linguaggio figurato” si usa e si abusa. In troppi, troppissimi
casi ci troviamo bombardati da una miriade di faccine, e, spesso, la gran parte di esse sono poco attinenti o addirittura fuori luogo; messaggi figurati ai quali si
potrebbe rispondere in modo anche eloquentemente fastidioso, magari usando lo
stesso metodo figurato della faccina ricevuta! Per esempio, mi è capitato di vedere risposte espresse
con il dito medio non piegato, un modo eloquente per esprimere il disappunto del ricevente. A
chi non è capitato di mandare per errore, dopo un messaggio di cordoglio, la
faccina che ride a crepapelle, pensando che invece era quella con le lacrime? Indubbiamente, a volte si creano situazioni alquanto imbarazzanti!
L’abuso, in tutti i campi,
non è mai stato positivo. Spesso cercare di costruire intere frasi utilizzando solo
delle emoticon può non essere di facile interpretazione, soprattutto se il
destinatario non è persona con la quale abbiamo una certa confidenza; se chi
riceve il nostro messaggio non ci conosce per bene, può facilmente pensare male
di noi, considerandoci magari alquanto infantili. Anche la possibile
discordanza tra le parole scritte e l’emoticon usata può creare dubbi sul
nostro comportamento, facendo pensare di noi: “cosa diavolo avrà voluto dire?!?”
Amici, per gli amanti
delle date, ricordo che la storia moderna della comunicazione per immagini
iniziò nel 1997. Le emoticon furono create da Shigetaka
Kurita, interface designer, tra il 1997 e il 1998 su commissione
dell'operatore telefonico per cui operava. Nel 2008 Apple, all’interno
dell’iPhone inserì delle emoticon e successivamente, nel 2011, questo modo di
comunicare prese piede a livello internazionale, passando anche su altri
sistemi operativi, utilizzando sia gli SMS che le e-mail.
Cari amici, ho iniziato
questo post parlando dei corsi e ricorsi della storia dell’uomo. La
comunicazione umana, iniziata con l’utilizzo dei segni non verbali (gesti,
sguardi, impostazione del tono della voce), si è poi completata con le
immagini, a partire dai disegni rupestri. Le emoticon di oggi altro non sono
che una rivisitazione di quelle immagini. Ebbene, proprio grazie a queste “faccine”,
oggi le comunicazioni via chat possono diventare più umane ed emotive, così
come i messaggi comunicativi e pubblicitari delle aziende. Effettivamente i messaggi
con le emoticon migliorano l’interpretazione del messaggio, rendendolo più ironico e comunicativo. Con l’immensa possibilità di scelta che oggi abbiamo delle
emoticon, il pericolo di fraintendimento del messaggio, tra l'altro, può essere tranquillamente scongiurato.
Ben vengano, dunque, le
emoticon!
A domani.
Mario
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