Oristano 3 agosto 2022
Cari amici,
Alimentarsi è una
necessità ineludibile, per cui la nostra sopravvivenza è legata ad una
giornaliera alimentazione che tenga conto delle esigenze che ciascuno di noi
ha, che sono alquanto diverse da individuo a individuo. Esigenze che, se
rispettate, consentono lo svolgimento di una vita lunga e sana. Nel tempo l’alimentazione
umana è cambiata non poco, passando da quella primordiale, quando eravamo un
popolo di raccoglitori, a quelle successive di agricoltori, allevatori, pescatori
e quant’altro.
Nel processo evolutivo
alimentare, un’importante funzione è stata svolta dalla necessaria
conservazione del cibo, che si è applicata fin dai tempi più remoti, con l'utilizzo del sale.
Questo prodotto, dotato di grande capacità conservante, è sapido e piacevole al
gusto, per cui molti cibi poco saporiti sono stati migliorati con l’uso di questa
sostanza, ricavata dall’acqua di mare. Spesso, però del sale si "abusa", facendone anziché un uso moderato come dovrebbe essere, ma esagerato; l’abuso di sale ha,
purtroppo, una grande influenza negativa sull’organismo, creandoci problemi anche gravi.
Amici, tutti a tavola
siamo tentati da dare maggiore sapidità a quello che mangiamo, e per questo
aggiungiamo troppo spesso il “pericoloso sale”, ignorando che questo
eccesso ci ruba anni di vita! Si, l’eccesso di sale nel nostro organismo
diminuisce la nostra aspettativa di vita, che risulta inferiore rispetto a quella
di coloro che invece ne usano una quantità contenuta. Ad attestarlo sono i
risultati di una ricerca condotta da un team di esperti guidato dal professor Lu
Qi della Tulane dell’University di New Orleans (USA), che ha analizzato i
dati raccolti da 501.379 persone.
L’interessante ricerca, pubblicata
sull’European Heart Journal, costituisce un importante studio, dal
titolo 'Più sani più belli'. Le persone partecipanti hanno completato un
questionario volto a capire con quale frequenza e quantità esse aggiungevano
del sale agli alimenti. Lo scopo dello studio era proprio quello di comprendere
se l’aggiunta di sale potesse essere associata al rischio di mortalità
prematura, o influire sull’aspettativa di vita in generale. Alla fine dello
studio, i ricercatori non hanno avuto più dubbi: il rischio di morte prematura
aumenta per chi è solito aggiungere del sale a tavola.
In realtà non sempre è
necessario aggiungere sale a tavola, in quanto diversi cibi che consumiamo
hanno incorporata una grande quantità di sale a scopo conservativo. Il salmone
affumicato, per esempio, contiene 1,8 g di sale per porzione, così come gli
insaccati, alcuni dei quali superano anche la quantità presente nel salmone. I
risultati del recente studio sulle quantità di sale utilizzate dai diversi
soggetti presi in esame indicano che quanto più frequentemente si aggiunge il
sale agli alimenti, tanto più si rischia la mortalità prematura, per svariate
cause.
Si, il sale è davvero
molto (troppo) presente nella nostra alimentazione, per cui bisognerebbe fare
in modo che quanto scegliamo da portare a tavola non superi il livello di
guardia, oltre il quale aumentiamo sensibilmente la possibilità di diminuire la
nostra aspettativa di vita; i ricercatori, infatti, hanno dimostrato che c’è un
effettivo nesso tra chi usa troppo sale e un’aspettativa di vita sempre più
bassa. Inoltre, facendo sì che altri fattori come fumo, l’indice di massa
corporea, l’assunzione di alcool, l’attività fisica e la dieta non
compromettessero il risultato, per ben nove anni i partecipanti sono stati
seguiti dai ricercatori che hanno definito la morte come prematura se
sopraggiunta prima dei 75 anni.
Cari amici, il sale è
davvero un pericoloso killer, e non possiamo certo portarlo a tavola con
disinvoltura! Chi non usa per niente sale o chi invece lo fa di rado, è di
certo meno a rischio, proteggendo meglio il proprio organismo. Ai refrattari ai
consigli bisogna dire che chi condisce con troppo sale il proprio piatto, ha
ben il 28% in più di rischio di morte prematura! Inoltre, è giusto sapere che l'uso corretto del
sale nell'alimentazione è una pratica che andrebbe seguita non solo durante
l'età adulta ma iniziata fin dall’infanzia; abituare il palato ad un uso
eccessivo di sale, comporta una saturazione delle papille gustative che,
modificandosi, cercheranno poi maggiore sapidità nell’alimentazione!
A domani.
Mario
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