Oristano 27 settembre 2024
Cari amici,
Ci sono dei giovani
artisti che non si rassegnano a prendere per buona la relazione che l’uomo ha
messo in atto con la natura che lo circonda. Artisti che non approvano l'egoistica predominanza che l’uomo ha instaurato sulle regole del Creato in cui si trovano,
per cui, la loro acuta analisi, li porta a ipotizzare la necessità del ripristino delle
antiche regole, auspicando relazioni diverse e paritarie tra l’uomo e la natura
che lo circonda.
Una di queste figure
artistiche, non rassegnate allo status quo, è di certo LUANA PERILLI,
giovani artista che da tempo ha rimesso in discussione la relazione
uomo-natura, auspicando modi di vivere più vicini a quelli originariamente in atto nel regno animale
(come ad esempio quello delle formiche). La sua straordinaria immaginazione, l’ha
portata ad indagare sulle intelligenze non umane, sui sistemi collettivi
ecologici, biologici e semantici, ipotizzando che la vita dell’uomo sarebbe
dovuta essere molto più vicina alle altre intelligenze presenti nella vita animale. Luana lo
ha fatto per oltre 15 anni, approfondendo la ricerca sull’intelligenza
collettiva degli insetti eusociali; studi che poi hanno stimolato altri a continuare.
Questo è il suo immaginifico
modo di vedere l’uomo di oggi integrato nell’originario, complesso mondo
animale primordiale, dove i sistemi biologici ed ecologici risultano perfettamente
integrati tra di loro; si, amici, questo suo stato d’animo indagatore (definito “WANDERLUST”),
ha messo in luce il suo forte e irrefrenabile desiderio di vedere l’intelligenza
umana tornare in perfetta sintonia con quella non umana, quella da noi considerata alquanto inferiore, e oggi volgarmente definita
animale.
Amici, per noi, uomini che
ci definiamo "civilizzati", l’affermazione «Vivere come delle bestie» è
intesa in senso alquanto negativo. La battuta, derivata come afferma Francesca
FAVOTTO (di cui parleremo dopo), giovane e valente giornalista che scrive
per importanti riviste, deriva dalla famosa citazione dantesca «Fatti non
foste a viver come bruti», e sta ad indicare la nostra natura umana di
esseri senzienti, quindi dotati di intelletto e ragione.
La domanda è: “Ma siamo
sicuri di essere dalla parte della ragione? E se qualcosa fosse andato storto
in questo nostro stare al mondo?”, a cui si potrebbe rispondere: “E se, invece,
vivere come gli animali fosse la risposta giusta, il modello a cui tornare per
ritrovare un’umanità più attenta e collaborativa di quella attuale? È proprio
questo l’importante interrogativo che l’uomo dovrebbe porsi e che si è già
posto Luana Perilli, docente all’Accademia di Belle Arti di Roma e valente artista,
che cerca con le sue opere d’arte di analizzare la relazione che esiste tra l’uomo
e la società, la natura e la cultura; lo fa tornando indietro nel tempo, ripercorrendo
la Storia e le tradizioni tramandate e ripescate dalla memoria, frutto degli
studi di sociobiologia.
Amici, FRANCESCA
FAVOTTO, come accennato prima, è una giovane e capace giornalista, che si è
formata dopo una lunga gavetta, e che oggi possiamo definire una fonte
inesauribile di vitalità. Curiosa e determinata, si è convinta che l’uomo deve
tornare al passato, riprendendo a convivere con gli insetti eusociali, come le
formiche; lo può fare “ripartendo – come dice Lei - dalla sorellanza, modello
usuale ai tempi delle società arcaiche matrilineari”. E per dimostrarlo ha
deciso di provarci, riproponendo questo stile di vita al giorno d’oggi, in
questa società tremendamente intrisa di individualismo. Ebbene, per poterlo
toccare con mano ha voluto partecipare ad un esperimento sociale, che insegna
agli esseri umani ad imitare le formiche. Un esperimento curioso e importante: ecco il riepilogo di come è andato.
Francesca, insieme ad
altre donne, si è recata in una località posta tra i monti del Parco Naturale
Regionale Sirente Velino, nell’Abruzzo più selvaggio, al confine con il Lazio. Voleva
provare a creare una microcomunità temporanea fatta di sole donne, a contatto
per la maggior parte del tempo, rivivendo l’antico modo di stare al mondo delle
nostre antenate più ancestrali, coloro che animavano e sostenevano con il loro
sapere le cosiddette società matrilineari, ovvero incentrate su una
condivisione dei saperi e dell’accudimento squisitamente femminile.
Come ha maturato
Francesca l’ispirazione? L’ha avuta dalle formiche, animali da sempre
organizzati in Comunità di vere e proprie «sorelle», esemplari che tra loro si
supportano per la sopravvivenza, arrivando anche a sviluppare due stomaci, uno
per sé e uno per la sorella in difficoltà. Lavorando incessantemente per il
bene di se stesse, in primis, e del formicaio; un mondo, questo, dove esse creano
quello che in sociobiologia viene chiamato Superorganismo, un’entità a se
stante, fatta di migliaia di formiche in empatica cooperazione tra di loro.
Francesca, amici, ha partecipato
a questo progetto con molta curiosità, sicura che tra donne si sarebbe subito
creata una vera e propria magia solidale, come da sempre è capitato. Il
progetto messo in atto è stato intitolato ad Alcina, la maga raccontata
dall’omonima opera di Händel del 1735, che trasforma le persone in animali,
pietre e piante e regna sulla sua isola insieme a Morgana, altra maga,
in un contesto di creature non umane ma in grado di parlare.
A partecipare al progetto
sono state una ventina di donne, di diverse età, alcune artiste a loro volta,
altre studentesse; la più piccola di soli 5 mesi, allattata al seno da sua
madre Nicole, allieva e collaboratrice di Luana Perilli. Oltre alle adulte e
alla piccola lattante, quattro bambine, figlie delle partecipanti, che a loro
volta hanno creato sin da subito una loro microcomunità. Indubbiamente un
esperimento perfettamente riuscito, vista la perfetta coesione raggiunta!
Cari amici, interrogarsi
sull’uomo di oggi e sui rapporti con la natura che lo circonda è senz’altro positivo; oltre
ad analizzare e riflettere sulla perfetta sintonia che regola la natura, la riflessione aiuterebbe certamente l’uomo ad essere più rispettoso sul mondo che lo circonda, un mondo che dovrebbe conoscere meglio, apprezzandone le sue straordinarie regole e inchinandosi
di fronte alla sua perfezione! Facciamo in modo che succeda davvero!
A domani.
Mario
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