Oristano
2 Febbraio 2017
Cari amici,
Il post di oggi parla di tasse e
balzelli, che nella nostra italica terra sono fra i più fantasiosi al mondo. Una
di recente invenzione è la “Tassa sull’ombra”, qualcosa che indubbiamente solo
una mente assolutamente fuori dal comune poteva concepire. Al primo impatto,
quando ho appreso la notizia mi ha fatto venire in mente la poesia del Foscolo (quand’ero
ragazzo le poesie si mandavano a memoria) che recitava “…all’ombra de’ cipressi e dentro
l’urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro? “,
in quanto un’ulteriore tassa così cervellotica credo che avvicini davvero il
nostro ceto produttivo all’ombra dei cipressi!
Se dovessimo raccontare
all’estero una simile tassa, credo che a molti scapperebbe da ridere, eppure è
una seria realtà, che gli abitanti di Conegliano Veneto, in provincia di
Treviso, toccano con mano: si, perchè i commercianti locali sono stati chiamati a pagare una
tassa sull’ombra. Avete capito bene: una “tassa sull’ombra”, quella
proiettata sul suolo dalle insegne dei negozi. Indubbiamente dopo la sorpresa
iniziale sono cominciate le lamentele, quasi fosse l’idea partorita da un demente, oppure
uno scherzo o un errore burocratico, ma a quanto pare “ogni tentativo di
cancellare la strana gabella si è rivelato fino ad oggi inutile”, come hanno
affermato i responsabili dalla Confcommercio.
I rumors scatenati dal
balzello, oltre a far gridare allo scandalo l’associazione dei commercianti,
che si è dichiarata “sgomenta ed esterrefatta”, hanno allertato il giornale locale La Tribuna di Treviso che ha scritto, tuonando, che si trattava di un “ennesimo balzello medievale”. Le ragioni di contestazione abbondano, in quanto si fa notare che dopo le numerose altre tasse, ora è
arrivata “la tassa di occupazione di suolo pubblico, in base alla proiezione a
terra dell'insegna”! Anche la tempistica risulta curiosa: le cartelle per il
pagamento dell’imposta (emesse da Abaco, la società privata che ha in
concessione la riscossione dei tributi comunali, ndr) sono state recapitate proprio nel periodo natalizio, quasi
un regalo di fine anno.
Il fantasioso balzello
pare sia scaturito da una estensiva interpretazione (piuttosto “creativa”) di
un decreto legislativo, il numero 507 del 1993, in base alla quale l’ombra che
le insegne di negozi e bar proiettano sui marciapiedi andrebbe equiparata
all’occupazione di suolo pubblico e fatta pagare in relazione ai metri quadri.
Essendo l’importo non troppo gravoso (si parla di poche decine di euro), nella
maggior parte dei casi “gli interessati pare abbiano preferito pagare, in
quanto avviare un ricorso contro l’Amministrazione avrebbe significato decuplicare
ulteriormente le spese, come ha spiegato la Confcommercio sul Corriere della
Sera.
Le polemiche sul
provvedimento intanto continuano a montare, tanto che l’Amministrazione comunale pare
si sia decisa a chiedere chiarimenti al Ministero, trattandosi dell’applicazione
di una norma di carattere nazionale, anche se la gabella richiesta a Conegliano per ora appare l'unica in Italia, non risultando la tassa sull’ombra
applicata in nessun’altra località del nostro Paese. C’è da sperare che presto
essa venga abolita, in quanto, a lungo andare, potremmo anche essere tassati
per l’ombra che noi stessi proiettiamo mentre camminiamo!
Cari amici, avervi
parlato di questa strana tassa mi dà l’occasione per fare una piccola
carrellata sulla miriade di tasse (spesso una più strana dell’altra) che noi
italiano continuiamo a pagare. Si va dalla Tassa
sul tricolore, che tassa chi esibisce la bandiera dello Stato italiano a quella sui gradini, che grava sui
proprietari di case che hanno i gradini d’ingresso sulla pubblica via, dalla tassa sui ballatoi prospicenti sulla
pubblica strada a quella sulla raccolta
dei funghi, dalla tassa sulla licenza
di pesca a quella sulla caccia,
dalla tassa per l’esame di un ricorso alla P.A. a quella per celebrare un matrimonio
in Comune. Non c’è limite all’italica fantasia.
E per finire potremmo
elencare la tassa sugli studi universitari, quella sui telefoni cellulari, per
il conseguimento della patente di guida, quelle onerosissime sul carburante,
quelle sui pubblici spettacoli e quella sulla TV, per arrivare a quelle legate
al decesso di una persona. Insomma, un cittadino sempre più massacrato da
balzelli di ogni tipo! Un’ultima considerazione, curiosa da un verso ma che dà
il segno dei due pesi e delle due misure dall'altro. Il legislatore, al cittadino che
intende fare una donazione ad una ONLUS (associazioni senza fini di lucro per
la promozione sociale) gli consente di beneficiare di una modesta detrazione
fiscale sulla donazione fatta; se invece destinasse la somma ad un partito
politico, la detrazione risulterebbe 50 volte maggiore rispetto a quelle verso
le Onlus! Cosa ne pensate? Potete leggere questo nell’articolo intitolato "Le donazioni ai partiti politici valgono
più di quelle sociali".
Vi sembra corretto tutto questo? Meditate,
gente, meditate!
A domani.
Mario
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