Oristano
25 Febbraio 2017
Cari amici,
Domani, Domenica 26
Febbraio, si corre ad Oristano la Sartiglia. Chi conosce a fondo il rituale della
“vestizione” de su Componidori, sa che al termine del lungo e tradizionale rito,
viene applicata sopra la mantiglia (il velo bianco preziosamente ricamato da
mani sapienti) una camelia: rosa per
il capocorsa del Gremio dei falegnami e rossa
per il Componidori del Gremio dei Contadini. Ogni capo indossato da Su
Componidori ha una sua funzione, un preciso significato (anche scaramantico), a
partire dai gesti di chi porta a compimento la vestizione: Sa massaia manna e i
massaieddas. Su questa antica e magica liturgia ho fatto qualche anno fa (nel
2014) una riflessione su questo blog (chi vuole può andare e leggerla: http://amicomario.blogspot.it/2014/02/sartiglia-di-oristano-lantico-e-magico.html)
e oggi quindi non voglio ripetermi, intendendo solo soffermarmi sul particolare
significato che la camelia, fiore ben augurante, riveste nella preparazione del
capo corsa, Su Componidori, semidio per un giorno.
Come il linguaggio dei
fiori da tempo afferma, alla camelia è attribuito il potere magico di portare
fortuna a chi la indossa; essa è un simbolo che ha una funzione importante: è capace
di aiutare chi la porta ad ingraziarsi la sorte, simbolo com’è di ‘rinascita’,
di ritorno alla primavera. Entrando nei dettagli, il significato insito di
questo fiore indica la passione, l’amore dato senza riserve, con dedizione e
sacrificio. La Camelia è un pegno e allo stesso tempo un impegno ad affrontare
ogni sacrificio in nome dell'amore. Nel linguaggio dei fiori la camelia
testimonia il senso della stima e dell’ammirazione senza riserve verso
qualcuno. Nel nostro caso questo ci porta a pensare che indossata dal
Componidori rappresenti la sua passione per il ruolo, il suo grande impegno fatto
di stima e d’amore verso il Gremio, che Egli rappresenta, e verso la città di
cui è messaggero, portatore delle istanze umane alla divinità, semidio per un
giorno, deputato ad invocare al cielo la concessione di copiose grazie e buone
annate.
Anche il colore della
camelia ha la sua particolare valenza, perché rappresenta un segno identitario,
di appartenenza, capace trasmette il messaggio del mittente: il rosa è il
colore che identifica il Gremio dei falegnami, che unitamente all’azzurro
ritroviamo nello stendardo che riporta l’effigie del S. Patrono S. Giuseppe e
nei nastri legati al braccio del Componidori; questo colore, oltre all’identità, indica
anche il nostalgico desiderio del componenti del Gremio di ritrovarsi uniti insieme,
per meglio affrontare coraggiosamente la sorte; il rosso, invece, è il colore della
camelia del Gremio dei contadini, colore forte, che ricorda il sangue del
martire patrono S. Giovanni; tonalità robusta, che sta anche a significare la
fiamma della passione, del forte amore che i componenti del Gremio dei
contadini hanno versa la terra, Dea-madre, che nutre e dà sostentamento.
Colori pregni di
simbologia quelli inerenti la Sartiglia, rosa e il rosso nel caso della camelia,
due tonalità che entrambe rappresentano, anche se con sfumature diverse, l’amore
vero, quello puro e incondizionato: l’unione fraterna di uomini e donne che
operano senza timore e con sacrificio a fin di bene, esorcizzando il male e
confidando con fiducia e speranza nella buona sorte e nell’aiuto divino. Ecco,
dunque, il valore del simbolo della camelia, fiore che accompagna il
Componidori nella sua sfida alla sorte, per poter premiare il suo Gremio e ottenere
il bene e l’abbondanza per la città: Oristano.
Filippo Martinez, straordinaria
figura di uomo di “multiforme ingegno”, capace di mille mestieri: regista,
scrittore, pittore, uomo di teatro, inventore dell’Università di Aristan, solo
per citare gli appellativi più noti, ha dedicato alla Sartiglia sguardi e
pensieri d’autore, riflessioni particolarmente efficaci e studi seri. Dopo aver
a lungo riflettuto sul paziente e certosino lavoro delle donne della Sartiglia, nel 2015
ha ideato per loro un premio, da assegnare annualmente ad una figura femminile
particolare. Per fare questo ha pensato sapete a che cosa? Ma alla camelia!
Si, Filippo dopo l’invenzione
dell’Università di Aristan, ha fatto uscire dalla sua straordinaria “Lampada di
Aladino” un innovativo premio dedicato alle donne della Sartiglia, che ha
voluto chiamare “La Camelia”. Ecco
il Suo commento prima della consegna nel 2015, primo anno di assegnazione: “La
Camelia è il riconoscimento annuale a una donna per celebrare tutte le donne
che vivono attivamente e appassionatamente i colori, i profumi, i suoni, i
cerimoniali, le tensioni, la gioia e l'ebbrezza della Sartiglia”. Poi
ha aggiunto: “La Camelia 2015 sarà assegnata ad Angela Solinas, dal 1967 per 9 volte
Massaiedda e per 9 volte Massaia Manna. Bisogna aggiungere altro?”.
Il premio è proseguito
poi l’anno successivo, nel 2016, premiando Gabriella Collu, mentre Maria Teresa
Mereu (moglie del mitico cavaliere Antonio Fiori, più noto come ‘Melanzana’) è
la Camelia 2017. Maria Teresa Mereu ha
ricevuto quest’anno la Camelia 2017 (realizzata in ceramica da Alessandra
Raggio), lo scorso Giovedì grasso, consegnatale da Gabriella Collu (Camelia
2016) e Angela Solinas (Camelia 2015). Al termine della bella cerimonia Roger
Emi, etimologo e storico ‘bandidori’ della Sartiglia ha dissertato, nel suo
particolare, forbito linguaggio, su “La camelia nella Sartiglia”.
Cari amici, come
sostiene Filippo, con il suo particolare, sfizioso senso riflessivo e allo
stesso tempo innovativo, facendo un’analisi dei tempi che viviamo ha detto: “Questi
sono tempi duri per la capacità degli umani di percepire il senso del sacro”.
Credo che per entrare veramente nel cuore della Sartiglia, per comprenderne a
fondo la sua sacralità, dovremmo analizzare e metabolizzare il suo speciale ‘Decalogo’, parte integrante del manifesto “Il cavaliere e la Sartiglia” che
Filippo ha voluto dedicare alla manifestazione. Eccolo.
Manifesto de “Il
Cavaliere e la Camelia”:
*La Sartiglia pretende energia,
equilibrio e destrezza, ma non è uno sport né, tantomeno, una gara a squadre.
*La Sartiglia sfila, ma
non è una sfilata; ha colori, costumi e suoni antichi ma non c’entra niente col
folclore.
*La Sartiglia coinvolge
sponsor, stimola i media e riempie gli alberghi ma non è stata concepita per il
turismo.
*La Sartiglia ha le maschere
e si conclude durante il carnevale ma non è il carnevale.
*La Sartiglia è una sfida;
*La Sartiglia è una
lezione di stile.
*La Sartiglia è una festa
per ciascuno e per tutti;
*Tutti possiamo essere
La Sartiglia;
*Tutti possiamo
dimenticare il tempo, dilatare lo spazio, invadere piazze e strade, nuvole e
sabbia, cuori e sguardi.
*Tutti, quasi senza
accorgercene, possiamo perderci nella misteriosa dimensione del sacro.
‘Il Cavaliere e la
Camelia’ è una breve visita guidata nell’anima della Sartiglia.
Grazie
amici, e Buona Sartiglia a tutti Voi!
Mario
Nessun commento:
Posta un commento